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FEDERIGO DEGLI ALBERIGHI

Sofia Revello

Created on March 23, 2024

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Transcript

Federigo degli Alberighi

Novella tratta dal Decameron di Giovanni Boccaccio

Lo spazio e il periodo storico

Si svolge nelle campagne di Campi, un villaggio vicino Firenze. I luoghi sono un semplice sfondo, non vi è una descrizione dettagliata poiché, in quel periodo, gli autori davano molta importanza all'uomo. Il periodo storico è invece il Medioevo.

L' unione dei valori cortesi e di quelli borghesi

I temi trattati

L' impoverimento del ceto nobiliare

L' amore

I PERSONAGGI PRINCIPALI

Federigo degli Alberighi è un giovane, ricco ed elegante nobile fiorentino che si innamora perdutamente di una dama, Monna Giovanna. Per tentare di conquistarla prende a organizzare continuamente balli, feste e ricevimenti di palazzo sperperando interamente la sua fortuna e finendo per restare in possesso di un solo podere, dove è costretto a trasferirsi a vivere con un falcone, animale prezioso che utilizza per cacciare e ricavare di che vivere. Il tentativo di Federigo era, già in partenza, destinato a fallire: Monna Giovanna avrebbe rifiutato a qualunque costo ogni suo tentativo di corteggiamento perché già sposata. Nella cecità cavalleresca dell’amore, Federigo aveva sacrificato ogni cosa per un amore impossibile, stando ai valori della società dell’epoca.

Federigo degli Alberighi

Giovanna è la donna amata e che gode dei privilegi cortesi di Federigo. Alla fine della novella la donna, dopo essersi dimostrata ostile perché già sposata, per un ennesimo gesto cortese di Federigo si innamora di lui, forse anche perché costretta a scegliere un erede per i beni del defunto marito. Dal momento che Federigo aveva dimostrato di avere un animo nobile, lo premia sposandolo, e rendendolo così felice.

Monna Giovanna

LA TRAMA

"Spendendo adunque Federigo oltre a ogni suo potere molto e niente acquistando, sì come di leggiere adiviene, le ricchezze mancarono e esso rimase povero, senza altra cosa che un suo poderetto piccolo essergli rimasa, delle rendite del quale strettissimamente vivea, e oltre a questo un suo falcone de’miglior del mondo."

"Era usato di dire, tra l’altre sue belle cose, che in Firenze fu già un giovane chiamato Federigo di messer Filippo Alberighi, in opera d’arme e in cortesia pregiato sopra ogni altro donzel di Toscana. Il quale, sì come il più de’gentili uomini avviene, d’una gentil donna chiamata monna Giovanna s’innamorò, né suoi tempi tenuta delle più belle donne e delle più leggiadre che in Firenze fossero; e acciò che egli l’amor di lei acquistar potesse, giostrava, armeggiava, faceva feste e donava, e il suo senza alcun ritegno spendeva; ma ella, non meno onesta che bella, niente di queste cose per lei fatte né di colui si curava che le faceva."

"Ora avvenne un dì che, essendo così Federigo divenuto allo stremo, che il marito di monna Giovanna infermò, e veggendosi alla morte venire fece testamento, e essendo ricchissimo, in quello lasciò suo erede un suo figliuolo già grandicello e appresso questo, avendo molto amata monna Giovanna, lei, se avvenisse che il figliuolo senza erede legittimo morisse, suo erede substituì, e morissi." "Rimasa adunque vedova monna Giovanna, come usanza è delle nostre donne, l’anno di state con questo suo figliuolo se n’andava in contado a una sua possessione assai vicina a quella di Federigo. Per che avvenne che questo garzoncello s’incominciò a dimesticare con Federigo e a dilettarsi d’uccelli e di cani; e avendo veduto molte volte il falcon di Federigo volare e stranamente piacendogli, forte disiderava d’averlo ma pure non s’attentava di domandarlo, veggendolo a lui esser cotanto caro."

"La donna la mattina seguente, presa un’altra donna in compagnia, per modo di diporto se n’andò alla piccola casetta di Federigo e fecelo adimandare."

"Egli, con tutto che la sua povertà fosse strema, non s’era ancor tanto avveduto quanto bisogno gli facea che egli avesse fuor d’ordine spese le sue ricchezze, ma questa mattina niuna cosa trovandosi di che potere onorar la donna, per amor della quale egli già infiniti uomini onorati avea, il fé ravedere."

"Il giovanetto, udite molte volte queste proferte, disse: – Madre mia, se voi fa che io abbia il falcone di Federigo, io mi credo prestamente guerire."

"E però, senza più pensare, tiratogli il collo, a una sua fanticella il fé prestamente, pelato e acconcio, mettere in uno schedone e arrostir diligentemente; e messa la tavola con tovaglie bianchissime, delle quali alcuna ancora avea, con lieto viso ritornò alla donna nel suo giardino e il desinare, che per lui far si potea, disse essere apparecchiato. Laonde la donna con la sua compagna levatasi andarono a tavola e, senza saper che si mangiassero, insieme con Federigo, il quale con somma fede le serviva, mangiarono il buon falcone."

"E per ciò ti priego, non per l’amore che tu mi porti, al quale tu di niente sé tenuto, ma per la tua nobiltà, la quale in usar cortesia s’è maggiore che in alcuno altro mostrata, che ti debba piacere di donarlomi, acciò che io per questo dono possa dire d’avere ritenuto in vita il mio figliuolo e per quello averloti sempre obligato. Federigo, udendo ciò che la donna adomandava e sentendo che servir non ne la potea per ciò che mangiar gliele avea dato, cominciò in presenza di lei a piagnere anzi che alcuna parola risponder potesse."

"La quale, poi che piena di lagrime e d’amaritudine fu stata alquanto, essendo rimasa ricchissima e ancora giovane, più volte fu dà fratelli costretta a rimaritarsi. La quale, come che voluto non avesse, pur veggendosi infestare, ricordatasi del valore di Federigo e della sua magnificenzia ultima, cioè d’avere ucciso un così fatto falcone per onorarla, disse a’fratelli: – Io volentieri, quando vi piacesse, mi starei; ma se a voi pur piace che io marito prenda, per certo io non ne prenderò mai alcuno altro, se io non ho Federigo degli Alberighi."

GRAZIE PER L'ATTENZIONE

  • https://www.viv-it.org/schede/giornata-v-novella-9-federigo-degli-alberighi
  • https://www.studocu.com/it/document/sapienza-universita-di-roma/lettere-moderne/federigo-degli-alberighi/33997438
  • https://www.fareletteratura.it/2021/09/28/analisi-e-riassunto-federigo-degli-alberighi-di-giovanni-boccaccio/
  • https://giorgiobaruzzi.altervista.org/blog/boccaccio-federigo-degli-alberighi/

Fonti

In questa novella si può vedere l'unione dei valori cortesi e di quelli borghesi nella figura del protagonista, che mantiene i valori tipici della nobiltà e allo stesso tempo si avvicina allo stile di vita borghese diventando massaio dopo aver sposato la donna per la quale si era rovinato economicamente.

Si parla di amore cortese e il protagonista ne incarna perfettamente gli ideali dimostrandone la presenza anche nel suo comportamento:

  • Spende tutti i suoi averi per la donna amata, compiendo quello che viene denominato servizio d'amore, pur consapevole di non poter ottenere nulla.
  • Il suo è un gesto per ingentilirsi l'animo.
Alla fine Federigo sposa Monna Giovanna, mentre l'amor cortese escludeva il matrimonio. Si dimostra quindi la compiuta transizione ad un'altra epoca, quella della società borghese mercantile, che vede la realizzazione dell'individuo attraverso il matrimonio.

"Se si seguono ideali troppo elevati, si perde di vista la concretezza della vita e ci si avvia all'autodistruzione. " Boccaccio nasconde questa morale attraverso le azioni del protagonista, che per corteggiare la donna amata sperpera tutte le sue ricchezze.Federigo viene ignorato quando è ricco mentre al contrario quando è povero e non può più permettersi di corteggiare la donna ella comincia a provare interesse. Il figliuolo malato di Monna Giovanna è infatti interessato al falcone, unico avere rimasto a Federigo.