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Socrate

Caterina savio

Created on March 23, 2024

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Savio Caterina 3C les

SOCRATE

Socrate nasce a Atene nel 470-469 a.c . Socrate si allontanò di essa solamente tre volte, per le tre battaglie di Potidea, Delio e Anfipoli . Nonostante abbia combattuto in queste battaglie si tenne ben distante dalla vita politica, dedicandosi interamente alla filosofia. Si guadagnava da vivere facendo l’artigiano, ma la sua vera passione era la filosofia. Impiegava la maggior parte del suo tempo nelle piazze, impegnato in dibattiti filosofici. La sua presenza fisica non era gradita secondo l’ideale ellenico dell’animo saggio in un corpo armonioso, veniva infatti descritto come un sileno.

Vita

Per come intendeva lui la filosofia, ciò una continua messa in discussione di se e degli altri, uno scritto non avrebbe stimolato la ricerca, ma avrebbe costituito una sorta di dottrina. Questa sua decisione ha provocato molte difficoltà nel ricostruire il suo pensiero filosofico. Le testimonianze maggiori sono date dal suo allievo Platone e da Aristotele. Platone racconda molti dei dialoghi di Socrate fornendoci una generale presentazione del personaggio. Aristotele invece lo definisce come "il teorico della virtù come scienza"

LA SCRITTURA

inizialmente Socrate si interessò ai filosofi concentrati sulla natura (fisici pluralisti), in particolare sulla dottrina di Anassagora. Non soddisfatto da questo tipo di filosofia decise di iniziare ad intendere la filosofia come ricerca di se stessi. L’uomo, ponendo attenzione su se stesso, cerca la ragione di conoscere se stesso attraverso se stesso, cercando il significato del proprio essere. La sua filosofia prende ispirazione dall’oracolo delfico . Secondo il filosofo l'uomo può conoscere a pieno se stesso nell’interazione con gli altri. La sua filosofia consiste nel dialogo interpersonale, dove l’uomo nel dialogo filosofico con gli altri conosce la vera essenza di se stesso.

L'UOMO AL CENTRO DELLA FILOSOFIA

Per Socrate il primo requisito della filosofia è l’ammissione della propria ignoranza. Con questa formula socrate intende dire che l’ignoranza si applica ai problemi etico-esistenziali. Questa osservazione ha duplice funzione. Rappresenta una critica per chi, come politici o sacerdoto, è convinto di padroneggiare il sapere. Inoltre incoraggia la riflessione e la ricerca poiché soltanto chi non sa si mette in gioco e rincorre il sapere. Questo pensiero lo distacca molto dai sofisti, il loro nome infatti vuole proprio dire sapienti. Socrate fu il primo a dichiararsi filosofo, cioè colui che dichiara il proprio amore e il desiderio per la filosofia e la ricerca.

IL NON SAPERE

Per Socrate il primo requisito della filosofia è l’ammissione della propria ignoranza. Con questa formula socrate intende dire che l’ignoranza si applica ai problemi etico-esistenziali. Questa osservazione ha duplice funzione. Rappresenta una critica per chi, come politici o sacerdoto, è convinto di padroneggiare il sapere. Inoltre incoraggia la riflessione e la ricerca poiché soltanto chi non sa si mette in gioco e rincorre il sapere. Questo pensiero lo distacca molto dai sofisti, il loro nome infatti vuole proprio dire sapienti. Socrate fu il primo a dichiararsi filosofo, cioè colui che dichiara il proprio amore e il desiderio per la filosofia e la ricerca.

IL NON SAPERE

Socrate spesso interrogava l’altro soggetto, che spesso era un illustre maestro specializzato in una specifica arte, di fargli chiarezza sulle sue competenze. Mentre l'interlocutore spiegava ciò, il filosofo annuiva fintamente, facendo credere in una vera e propria adulazione. Finita la spiegazione Socrate iniziava a porre domande, cercando di trovare la radice delle sue affermazioni. Spesso esponeva le sue controipotesi alle affermazioni dell’illustre, per stimolarlo al ragionamento.

L'IRONIA

LA MAIEUTICA

Il concetto fondamentale della maieutica è che la verità non può essere insegnata dall'esterno, ma deve essere "partorita" o "ricordata" dall'interno dell'individuo. In altre parole, il ruolo del maestro non è quello di impartire conoscenza, ma di guidare lo studente nel processo di scoperta e realizzazione delle proprie idee e conoscenze latenti.Socrate utilizza la maieutica attraverso una serie di domande mirate e incisive, destinate a stimolare il pensiero critico e l'auto-riflessione negli interlocutori. Egli credeva che attraverso il dialogo, le persone potessero arrivare a una migliore comprensione di sé stesse e dei concetti in discussione.

IL DIALOGO

Nel complesso meccanismo del dialogo, socrate utilizza spesso la formula “che cos’è”. Questo per arrivare alla definizione, cioè la spiegazione precisa e univoca di un concetto. Per socrate la definizione rappresenta la vera essenza di un concetto, arrivando alla radice di questo e spogliandolo di tutti gli elementi accessori. Per esempio se all’interlocutore veniva chiesto cosa fossero i vizi egli iniziava ad elencare una serie di questi. Tuttavia Socrate non voleva un semplice elenco di vizi, ma piuttosto voleva capire in che cosa consistesse, cioè la definizione. All’interno del dialogo Socrate predilige affermazioni o domande brevi e concise. Questo perché l’interlocutore, sentendosi rispondere con battute brevi, si accorge della superficialità delle sue affermazioni.

Socrate, come i sofisti, pensa che la virtù vada faticosamente ottenuta nel tempo, e non sia una cosa innata. Socrate intende la virtù come unica e imprescindibile, infatti quelle che gli uomini chiamano “le virtù” non sono altro che diramazioni di un’unica virtù. Dentro al concetto di virtù socrate inserisce i valori dell’interiorità e della ragione. Ciò rappresenta una vera rivoluzione perché i valori non vengono più intesi come cose esteriori come la fama, ma intende indicare i valori dell’anima che unendosi vanno a formare la coscienza. La virtù non serve solo per elevare se stessi, ma anche in ambito “politico”. L’uomo, in quanto essere inserito in un contesto sociale, interagisce con persone esterne. La virtù serve quindi anche nell’interazione con gli altri.

L'ETICA

Socrate venne denunciato da Meleto, Anito e Lione. L'accusa scritta venne mossa da Meleto, accusandolo di non riconoscere gli dei tradizionali, ma di averne introdotti di nuovi e di corrompere i giovani, inducendoli al suo pensiero. Davanti a queste accuse Socrate poteva cercare di scagionarsi o lasciare Atene, ma affrontò il processo. In sua difesa spiegò il compito educativo che aveva assunto per la città, compito che secondo lui era stato voluto dagli dèi, tuttavia non convinse i giudici. A questo punto poteva ancora andare in esilio o proporre una sentenza meno gravosa, si mostrò quindi disposto a pagare una cifra di 3000 dragme. Proposta respinta perché dopo la sentenza di morte Socrate si disse meritevole di alloggiare nel Pritanèo . I giudici incuriositi da questa affermazione confermarono la loro sentenza.

LA MORTE

Nonostante la sua morte, l'influenza di Socrate continuò attraverso i suoi discepoli, in particolare Platone e Senofonte, che scrissero ampiamente sui suoi insegnamenti. Le sue riflessioni sull'etica, la giustizia e la conoscenza continuano ad essere oggetto di studio e dibattito nelle moderne discipline filosofiche.In sintesi, Socrate rimane una figura iconica nella storia del pensiero occidentale, celebrata per il suo coraggio nell'affrontare la verità e nell incoraggiare gli altri a farlo. La sua vita e il suo insegnamento continuano a ispirare coloro che cercano la saggezza e la verità nell'eterna ricerca dell'umanità per la comprensione di sé e del mondo che li circonda.

COSA CI HA LASCIATO