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Antonino Morreale

Created on March 21, 2024

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I PAESI MEMBRI DELL'UNIONE EUROPEA

Introduzione dell'euro

L'euro, valuta comune di venti stati membri dell'Unione europea, fu introdotto per la prima volta nel 1999 (come unità di conto virtuale); la sua introduzione sotto forma di denaro contante avvenne per la prima volta nel 2002, in dodici degli allora quindici Stati dell'Unione. Negli anni successivi la valuta è stata progressivamente introdotta da altri stati membri giungendo, nel 2023, a venti stati UE su ventisette (la cosiddetta zona euro) che adottano l'euro come propria valuta legale.

Euro moneta unica dei paesi dell'Unione Europea dopo il 2001

La Lira come moneta dell'Italia prima del 2001

Tassi di cambio

Cambio: lira = € £ 1936,27 = € 1

La procedura per determinare i tassi di conversione irrevocabili della dracma greca e di tutte le valute confluite successivamente nell'euro - ovvero il tallero sloveno, la lira cipriota, la lira maltese, la corona slovacca, la corona estone, il lats lettone, il litas lituano e la kuna croata - fu differente. L'euro infatti era già in vigore e le valute nazionali appartenevano al regime monetario dello SME-2, per cui i tassi vennero fissati dall'Ecofin circa sei mesi prima dell'introduzione della moneta unica nelle due nazioni (nel caso della Grecia, la dracma rimase come espressione non decimale dell'euro per un anno). Questa procedura verrà adottata anche per le valute delle nazioni dell'Unione europea che non hanno ancora fatto il proprio ingresso nell'area monetaria.

I tassi di cambio tra le prime undici divise nazionali aderenti all'euro furono determinati dal Consiglio europeo in base ai loro valori sul mercato al 31 dicembre 1998[26] in modo che un ECU (European Currency Unit, Unità di valuta europea) fosse pari a un euro. Essi non furono stabiliti in una data precedente a causa della composizione particolare dell'ECU, il quale era un'unità di conto che dipendeva da un paniere di valute comprendenti anche quelle che, come la sterlina britannica, non avrebbero fatto parte dell'euro.

Parametri di adesione Le modalità di transizione dalle monete locali all'euro vennero stabilite dalle disposizioni del Trattato di Maastricht del 1992 relative alla creazione dell'Unione economica e monetaria. Per poter partecipare alla nuova valuta, gli stati membri dovevano rispettare i seguenti criteri, informalmente detti parametri di Maastricht: un deficit pari o inferiore al 3% del prodotto interno lordo; un rapporto debito/PIL inferiore al 60%; un tasso di inflazione che non superi di più di 1,5 punti percentuali quello medio dei tre stati membri a più bassa inflazione; tassi d'interesse a lungo termine non superiori di oltre 2 punti percentuali rispetto alla media dei tre stati membri a più bassa inflazione; appartenenza per almeno un biennio al Sistema monetario europeo. Nella fase iniziale di accettazione, vennero compresi anche gli stati membri i cui parametri avevano dimostrato la tendenza a poter rientrare nel medio periodo all'interno dei criteri stabiliti dal Trattato. In particolare, all'Italia e al Belgio fu permesso di adottare subito l'euro anche in presenza di un rapporto debito/PIL largamente superiore al 60%. Fra i paesi che avevano chiesto l'adesione alla moneta unica sin dal suo esordio, la Grecia era l'unica che non rispettava nessuno dei criteri stabiliti; fu comunque ammessa due anni dopo, il 1º gennaio 2001, e l'introduzione fisica della nuova valuta nel paese avvenne contemporaneamente rispetto agli altri undici paesi, il 1º gennaio 2002.

Controversie sull'introduzione dell'euro Nei mesi immediatamente successivi all'introduzione dell'euro come moneta fisica si verificarono delle conversioni dei prezzi di beni e servizi tra valute nazionali e moneta unica a volte distanti da quelle ufficiali. In alcuni mercati italiani, soprattutto in quelli alimentari e dei beni di consumo (in cui si effettuano acquisti di basso valore assoluto), l'impressione è che spesso si sia convertito 1 euro con 1000 lire, riducendo di quasi della metà il valore reale della moneta; tuttavia nello stesso periodo si verificarono violenti fenomeni climatici che compromisero gran parte dei raccolti comportando il conseguente aumento dei prezzi di frutta e verdura che la gente, invece, attribuì all'introduzione dell'euro.[senza fonte] In altri, per esempio nel mercato dei servizi pubblici, si assistette all'applicazione di forti arrotondamenti su prezzi e tariffe. In altri ancora, per esempio nel mercato dei beni più durevoli (elettrodomestici, telefonia, hi-tech) si verificò una leggera diminuzione di prezzi. La differenza tra tasso di conversione ufficiale dell'euro e quello praticato in alcuni mercati sviluppò intricate polemiche. Ci fu chi accusò le autorità monetarie di aver ignorato i meccanismi psicologici di scambio delle valute e quindi di aver creato un inutile aumento indiscriminato del livello generale dei prezzi. Le autorità monetarie si difesero sostenendo che le conversioni fra monete nazionali e euro a cambi diversi da quelli ufficiali furono statisticamente ininfluenti e che, sotto il profilo morale, furono dovuti a speculazione facilitata dalla scarsa trasparenza e dallo scarso controllo dei mercati.[41] In Italia, l'ISTAT confermò che non si ebbero fiammate inflazionistiche, quindi la conversione applicata nella maggior parte delle transazioni sarebbe stata quella determinata ufficialmente dal Consiglio Europeo.[42][43] Istituti di statistica indipendenti sostennero invece il contrario[44] sulla base di analisi l'attendibilità delle quali fu oggetto di profonde discussioni.