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VAN GOGH

Emanuele Caputo

Created on March 21, 2024

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Van gogh

Fu autore di quasi novecento dipinti e di più di mille disegni, senza contare i numerosi schizzi non portati a termine e i tanti appunti destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Tanto geniale quanto incompreso se non addirittura disprezzato in vita, Van Gogh influenzò l'arte del XXI secolo.

Le candele

Per dipingere di notte, e rischiarare tela e tavolozza, Van Gogh indossava spesso un cappello di paglia costellato di candele accese.Varie fonti raccontano di averlo visto lavorare in alcuni caffè con lo strano indumento in testa, e le candele incastrate nella tesa o fissate con alcune mollette.

Un' opera ogni 36 ore

Nonostante abbia lavorato solo per 10 anni, dall'età di 27 anni fino alla sua scomparsa prematura a 37 anni, van Gogh è stato incredibilmente prolifico. Ha prodotto più di 900 dipinti e molti altri disegni e schizzi, praticamente quasi una nuova opera ogni 36 ore.

La tomba

Il Vincent Van Gogh bambino crebbe vedendo una tomba che portava, scolpito sulla lapide, il suo stesso nome. Lì, vicino alla chiesa della cittadina di Zundert, in Olanda era sepolto il fratello maggiore, nato morto. Vincent prese lo stesso nome del defunto fratellino.

Fece da modello a se stesso

Artista sconosciuto e impoverito, Van Gogh non aveva soldi per pagare modelli, quindi dipingeva se stesso. I suoi altri trucchi per risparmiare sui costi includevano dipingere sopra le sue opere invece di comprare nuove tele.

La pittura gialla

Si dice che Vincent Van Gogh era solito mangiare pittura gialla. Il giallo secondo lui incarnava la felicità ed era convinto che mangiandolo potesse portarne un po' dentro di sé. Per quanto fosse bello poter assumersi una dose di felicità a nostro piacimento, questa sua mania era ovviamente considerata un disturbo, una pazzia. Era risaputo che la vernice fosse tossica per l'uomo, ma forse a lui semplicemente non importava. Quel veleno, per lui, era più cura che tossina, quel veleno era la sua felicità

Il campo di grano

All’inizio di luglio del 1890, Van Gogh va Parigi a far visita a Theo e sua moglie Johanna Bonger. Theo aveva problemi finanziari, e questo rappresentava un’enorme preoccupazione per Van Gogh, consapevole del peso che gravava su suo fratello e sulla sua famiglia che da sempre lo avevano sostenuto anche economicamente. A questo si aggiunge la malattia del figlio di Theo. Van Gogh tornò ad Auvers ma divenne rapidamente gravemente depresso. Scriveva Van Gogh: “Tornato lì, mi sono messo al lavoro. Il pennello mi è quasi caduto dalle mani… Non ho avuto difficoltà ad esprimere tristezza ed estrema solitudine”. Vincent van Gogh dipinse Campo di grano con corvi nelle campagne di Auvers-sur-Oise nel 1890. Nel luglio dello stesso anno Van Gogh si suicida sparandosi all’addome e muore dopo qualche giorno. Aveva solo 37 anni. Per molto tempo la critica ha ritenuto che questo dipinto fosse l’ultimo eseguito dal Maestro ma in realtà non ne abbiamo prove

L'orecchio

L'auto mutilazione dell'orecchio sinistro - spesso citata come la prova di una conclamata follia - potrebbe nascondere in realtà la vendetta di un amico. Secondo alcuni storici sarebbe stato il pittore e per alcuni tempi coinquilino, Paul Gauguin - esperto schermitore - a mozzare parte del lobo (e non l'orecchio intero) durante una delle frequenti liti.

Chi era?

Nato il 30 marzo 1853, Iniziò a disegnare da bambino e nonostante le critiche del padre, un pastore protestante che gli impartiva delle norme severe, continuò a interessarsi all'arte finché non decise di diventare un pittore vero e proprio. Iniziò a dipingere all'età di ventisette anni realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet. Dopo aver trascorso diversi anni soffrendo di frequenti disturbi mentali, morì in circostanze misteriose a 37 anni, nel 1890.

Il giallo perduto

Il caratteristico “giallo cromo” di Van Gogh, una sorta di firma pittorica dell’artista, con il passare degli anni è svanito. Infatti, molti dei suoi quadri non sono più lucenti come una volta, ma virano verso una sorta di marrone. Riportarlo alla bellezza originaria, però, non è possibile, perché si rischierebbe di danneggiare i dipinti in modo irreversibile.

La notte stellata

La Notte stellata di Van Gogh trova origine in un preciso contesto storico, ossia il ricovero di Van Gogh nella clinica di Saint-Rémy de Provence nel maggio del 1889. Unendo sogno e realtà in una cornice soffusa, la notte ritratta nel 1889 da Van Gogh diventa specchio della propria anima e portale nel forte turbinio emotivo dell’artista mentre si avvicina tristemente alla fase più critica della sua vita. “Spesso penso che la notte sia più viva e più riccamente colorata del giorno”. Notte stellata ritrae il paesaggio idealmente visto da Van Gogh dalla propria finestra mentre il buio della notte avvolge il mondo esterno. Un cipresso sulla sinistra anticipa la visione del soggetto posto al centro, ossia un piccolo villaggio illuminato al cui centro svetta il campanile della chiesa ed una fitta vegetazione sul lato destro del dipinto. Sopra questo piccolo nucleo abitativo si staglia un grande cielo stellato.