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l'industrializzazione, LA COLONIZZAZIONE DEL FAR WEST, LA GUERRA CIVILE

USA

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CHICAGO: L'ESEMPIO AMER CANO

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QUANDO L'AMERICA DIVENTò GRANDE

Già agli inizi del XIX sec. iniziò l’espansione degli USA verso ovest e verso sud, a partire dall’acquisto della Lousiana dalla Francia, della Florida dalla Spagna e più tardi dell’Alaska dalla Russia, fino a detenere il controllo insieme agli Inglesi sull’Oregon Country. Le prime terre conquistate con la guerra invece sono il Texas, la California e Il New Mexico, ottenuti in seguito all’occupazione americana di Città del Messico nel 1847 in seguito ad una disputa scaturita sulla collocazione dei confini. Nel 1850 si contano ben 31 stati, ma la parte a ovest del fiume Mississippi non è organizzato in stati ed è scarsamente popolato dai coloni, la sua occupazione avverrà nei decenni successivi a spese delle popolazioni locali.

“Selvaggio West”. L’insediamento a ovest e la distruzione delle popolazioni native

La frontiera

All’interno delle terre già incluse nei territori degli Stati Uniti, una frontiera divide il mondo “civilizzato” dal regno inospitale della natura e dei popoli “selvaggi”. Durante la metà dell’800 questa frontiera si sgretola, e il cosiddetto “Far West” si fa sempre più vicino. Dal 1840 il flusso di colonizzatori aumenta esponenzialmente. Inizialmente solo pochi pionieri si avventuravano in quelle terre, ma da questo periodo in poi lo spostamento incrementerà a dismisura, grazie a due grandi migrazioni: la prima dei mormoni, la seconda dei cercatori d’oro.

il mito della frontiera

Il mito della frontiera ha alimentato un immaginario molto potente, giunto fino a noi anche attraverso il genere western. Verso la fine del 1800, quando non c’era più nessuna frontiera da conquistare, lo storico Frederick Jackson Turner sostiene che sono stati proprio quegli eventi a forgiare un carattere e un’identità specificatamente americani. La conquista del West diventa così il principale mito nazionale americano.

la realtà della frontiera

Molti storici nel corso del ‘900 hanno criticato le tesi di Turner, sostenendo che l’immensità di spazi e risorse su cui ha potuto contare lo sviluppo della “civiltà” Americana ha finito per alimentare una mentalità volta al consumismo intensivo, senza alcun riguardo per le conseguenze sull’ambiente. Inoltre il grande West non era soltanto selvaggio, dato che la presenza umana era una costante da millenni. Centinaia di tribù, con usi e costumi diversi tra loro, avevano plasmato quell'ambiente con un modello diverso di civiltà, fondato sull'equilibrio tra l'uomo e la natura.

I vari gruppi etnici chiamati comunemente "indiani" non hanno in realtà quasi nulla in comune tra loro, se non il fatto di vivere in Nord America. Alcuni sono stanziali, altri nomadi, e appartengono ad almeno una ventuna di gruppi linguistici diversi. Alcuni gruppi riescono ad adattarsi all'arrivo degli europei, cambiando il loro stile di vita, introducendo l'uso dei cavalli e delle armi da fuoco. La covivenza con i colonizzatori però crea comunque problemi, fino ad arrivare, tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta dell'Ottocento, allo coppio di alcune guerre, combattute da diverse tribù. Un altromotivo di contrasto sono le riserve, veri e propri ghetti dove i nativi venivano relegati.

DAL BUSINESS ALLA POLITICA

La schiavitù nel Sud

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Nella south-side americana con il censimento del 1860 si registrano circa 4.300.000 schiavi neri, proprietà dei più grandi «businessmen» dell’epoca che li impiegavano nella coltivazione di prodotti quali cotone, canne da zucchero, tabacco, canapa e riso. Essi garantiscono loro manodopera a costo zero e il mantenimento della gerarchia sociale. Mentre al sud il fenomeno della schiavitù è a fondamento dell’economia, nel nord viene abolita e si cerca di arginarla in tutto il paese, ma l’elitè del sud rifiutò la riforma e ciò scatenò una vera e propria guerra civile

DIDN'T

BLACK LIVES MATTER

L’intero sistema economico e sociale del sud era basato su un radicato razzismo. Gli schiavi vivevano in condizione pietose, erano mantenuti con il minimo indispensabile ed erano sfruttati oltre il limite dell’umano nelle loro mansioni. Oltre che dal punto di vista fisico, la vita in schiavitù era difficile anche sotto quello psicologico, si assisteva spesso alla separazione delle famiglie, poiché gli schiavi erano considerati a tutti gli effetti come merce di proprietà del padrone, come apparteneva ad egli anche la prole di ognuno di essi. A testimonianza di ciò abbiamo oggi pagine di giornale con veri e propri annunci di vendita, accompagnati da descrizioni per invitare la clientela all’acquisto, o di smarrimento di schiavi in fuga con compensi per chi li avrebbe avvistati o riportati alla casa base.

A questo punto l’élite del nord si attiva per abolire la schiavitù anche nel sud, ma già nel 1820 arrivano i primi segnali di disappunto dallo stato del Missouri, nel 1845 si rifiuta anche il Texas. In 5 anni si arriva al «compromesso del 1850» con il quale si stabilisce che negli stati nascenti dell’ovest la schiavitù non sarà né garantita né vietata, anche se i cittadini degli stati liberi sono obbligati a denunciare l’avvistamento di schiavi fuggiaschi («Fugitive slave act»).

EMANCIPATION- oltre la libertà

Viste le condizioni in cui sono costretti gli schiavi, in molti tentano la fuga verso il nord, anche se è un’impresa molto ardua, per questo si forma una rete clandestina di solidarietà chiamata «Underground railroad» che aiuta questi «runaway n*gros» a raggiungere il confine.

L'ORIGINE DEL CONFLITTO

VS

DEMOCRATICI

REPUBBLICANI

Nonostante questi primi punti di incontro, le divergenze si fanno sempre più ampie: Nel nord si forma un vero e proprio movimento abolizionista, tra i quali figura Frederick Douglas, ex-schiavo che divenne il primo afroamericano ad assumere incarichi nel governo federale americano. In quegli anni nacque quindi il partito repubblicano, con alla base del proprio programma politico l’abolizione della schiavitù. Il sud risponde invece con la formazione del partito democratico. Questi due partiti sono tutt’oggi in diretta competizione per la lotta politica degli USA. La situazione precipita a metà secolo, durante la costituzione dello stato del Kansas, dove la violenza sfocia in raid e rappresaglie, facendo ricordare questa fase con il nome di «bleeding Kansas»

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È proprio nei campi dove lavoravano gli schiavi di colore che nacque inoltre anche il genere musicale del «Blues», il quale nasconde nel nome lo stato d’animo da cui è nato, (infatti «Blue» in inglese ha anche il significato di triste), che viene rispecchiato nella malinconia dei testi di questo tipo di canzoni.

LA CULTURA PER SMUOVERE LE COSCIENZE

In questo periodo di conflitti, a dare voce agli schiavi è la cultura espressa in diverse forme. Più di tutti contribuì il romanzo «Uncle Tom’s cabin» (La capanna dello zio Tom) di Harriet Beecher Stowe, la quale racconta attraverso di esso l’umanità e la durezza della vita in schiavitù dal punto di vista di uno schiavo nero. Ebbe un successo tale da arrivare a vendere centinaia di migliaia di copie.

DRILL

CHICAGO + MUSIC + N*GGAS =

Pop Smoke

Central Cee

Chief Keef

CHIEF KEEF: IL PADRE DELLA DRILL

Chicago fu ribattezzata «Chiraq» (dall’unione dei nomi Chicago + Iraq), poiché negli anni tra il 2003 e il 2011 è stato registrato lo stesso numero di morti per omicidio nella capitale dell’Illinois (4308) e di soldati americani morti in Iraq (4265) per via della guerra.

La Chicago del Chiraqil far west dei 2000'

O’Block: il quartiere dove è nata la drill

VS

O'BLOCK

TOOKAVILLE

KING VON: IL PRIMO RAPPER-SERIAL KILLER

LIL DURK: FROM TRANCHES TO GRAMMYS

La guerra civile: una sanguinosa rivoluzione nazionale

L'elezione di Abraham lincoln e la secessione

Il 6 novembre 1860 è eletto alla presidenza dell'Unione il repubblicano Abraham Lincoln. Il presidente non si è ancora insediato nella Casa Bianca, che il South Carolina dichiara di recedere dall'Unione. Seguono giorni di tensione, durante i quali altri 6 stati dichiarano la propria secessione. Nasce cosi una nuova Confederazione che raccoglie gli Stati del Sud che si sono staccati dall'Unione.

La guerra è già nell'aria quando, il 4 marzo 1861, Lincoln assume formalmente l'incarico di presidente. E' la Confederazione ad accendere la miccia, attacando una piccola guarnigione dell'Unione. Così Lincoln raduna l'esercito per sedare quella che considerava una ribellione interna, e non l'attacco di uno Stato sovrano. In seguito a questa decisione altri 4 Stati escono dall'Unione. La prima battaglia campale avviene il 21 luglio 1861, con la sconfitta dei nordisti. Il dispendio di vite umane è enorme: nel giorno più sanguinoso si contano circa 23 000 vittime tra morti e feriti

Un momento di svolta è il proclama di emancipazione con il quale Lincoln dichiara liberi, dal 1863, tutti gli schiavi che non appartengono all'Unione. Nei due anni seguenti l'esercito nordista riesce ad avanzare, fino al 9 aprile 1865, quando, con la caduta della capitale Richmond, la Confederazione è costretta ad arrendersi.

Appena concluso il conflitto, Lincoln parla per la prima volta alla Casa Bianca della possibilità di estendere ai neri che hanno combattuto nell'Unione, e che più in generale sono istruiti, il diritto di voto. Tre giorni dopo viene ucciso mentre assiste ad uno spettacolo teatrale. L'assassinio di Lincoln è il simbolo delle profonde divisioni portate dalla questione morale della schiavitù, attorno alla quale prendono sempre più piede le ideologie del razzismo e della supremazia bianca.

Simone Menchi, Filippo Biraschi

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Mentre agli inizi del XIX secolo l’Europa era segnata da conflitti e rivoluzioni, gli USA sembrano vivere una storia a sé: lo sviluppo dell’industrializzazione, di servizi e del sistema di comunicazione e trasporti determinano una crescita esponenziale degli agglomerati urbani. L’esempio più lampante è quello di Chicago, Illinois, che nel 1833 viene riconosciuta come «centro abitato» dopo aver raggiunto la soglia dei 350 abitanti, 4 anni più tardi diventano 4000, dieci anni dopo 17.000, nel 1860 viene oltrepassato il muro dei 100.000 e infine nel 1890 è stato raggiunto per la prima volta il milione di abitanti. Ad oggi a Chicago si contano oltre 3.000.000 di residenti. Questa graduale crescita è dovuta al fatto che la capitale dell’Illinois divenne uno snodo fondamentale per il passaggio di merci e materie prime dalla east alla west-coast americana. La costruzione della prima linea ferroviaria nel 1848 favorisce l’immigrazione nella città, con essa si vengono a creare nuove opportunità di lavoro e nuovi servizi che miglioravano la qualità della vita in essa. Chicago è soltanto il modello più rappresentativo dello sviluppo che si stava vedendo nel nord degli Stati Uniti in quegli anni.