Presentazione Virus
Chiara Cavalli
Created on March 21, 2024
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Transcript
Dal latino '''veleno''
START
I virus sono entità microscopiche, composti da un involucro di proteine contenenti il materiale genetico. Il virus non è un vero e proprio organismo vivente in quanto necessita di un altro organismo per svilupparsi e riprodursi
cos'e' un virus
Virus
01
come si moltiplicano i virus
Un virus al di fuori della cellula ospite è chiamato virione. Può sopravvivere per un tempo variabile nell’ambiente esterno, tuttavia la sua capacità di infezione diminuisce drasticamente nel tempo. Il meccanismo generale di funzionamento dei virus è piuttosto semplice: si legano alla membrana della cellula ospite attraverso dei recettori e penetrano, rilasciando il proprio genoma (l’insieme del patrimonio genetico che caratterizza ogni organismo vivente) e le eventuali proteine necessarie alla replicazione. All’interno della cellula, il virus utilizza i sistemi di replicazione dell’ospite per moltiplicarsi, in un processo molto veloce.
Nei virus a DNA, il materiale genetico viene trasportato all’interno del nucleo della cellula ospite, dove viene replicato e trascritto a RNA, ed in seguito vengono sintetizzate le proteine virali;Nei virus a RNA il materiale genetico può essere direttamente replicato e le proteine sintetizzate all’interno del citoplasma della cellula, senza passare dal nucleo.
02
Come si trasmettono i virus
Una peculiarità dei virus è che generalmente infettano un particolare tipo di cellula (es. i virus del raffreddore infettano solo le cellule della mucosa nasale e delle vie aeree superiori). solo alcuni infettano l’uomo, la maggior parte infatti sono specifici di piante e animali. Questo avviene perché le strutture del virus riconoscono determinati recettori presenti solo su un certo tipo di cellule e non su altre. Le vie di trasmissione dei virus nell’uomo sono diverse. Si può essere infatti infettati per: Inalazione, quando un individuo infetto starnutisce o tossisce. Le particelle virali presenti su gocce del respiro (droplets) possono infatti essere inalate da un altro individuo nelle vicinanze;Ingestione, quando il cibo o le bevande introdotte sono contaminate;Punture di insetti (zanzare, mosche e zecche), come nel caso del virus Zika;Scambio di fluidi corporei, come nel caso delle infezioni da HIV e epatite B;Trasmissione verticale, nel caso di infezione del bambino da parte della madre durante la gravidanza o il parto (possibile per determinati virus come HIV, rosolia, citomegalovirus).
03
Trattamento dei virus
Per la maggior parte delle infezioni virali non esiste un trattamento specifico. E’ tuttavia possibile intervenire con farmaci mirati a: Alleviare la sintomatologia, intervenendo sui disturbi più frequenti associati all’infezione, come deidratazione, diarrea, febbre e dolori muscolari, nausea, rinorrea, mal di gola, rash cutanei;Interferire con la replicazione virale, attraverso l’uso di farmaci antivirali, come ad esempio quelli utilizzati per inibire la replicazione del virus HIV, di epatite B e C e Ebola. Vista la grande variabilità delle caratteristiche dei virus, ogni farmaco antivirale è adatto solo ad un determinato virus. Nel caso dell’emergenza recente di coronavirus, tuttavia, è stato proposto l’uso di farmaci esistenti per il trattamento dei casi più gravi, sempre tenendo al centro la salute e la sicurezza del paziente.Data la ridotta attività metabolica dei virus e al fatto che essi utilizzino i sistemi molecolari della cellula ospite, è difficile da un punto di vista farmacologico, indentificare dei target esclusivamente specifici per i virus. Molto spesso l’uso di farmaci antivirali è limitato dalla loro tossicità verso le cellule ospiti e dal fatto che i virus possono sviluppare una resistenza al trattamento in seguito a mutazione del loro genoma.Gli antibiotici non sono efficaci in caso di infezioni virali, in quanto la loro azione è diretta specificamente a meccanismi batterici. Solo in caso di una doppia infezione, virale e batterica, l’uso di antibiotici può essere consigliato.
04
Come proteggersi dai virus
Per prevenire un’infezione virale e l’insorgenza di malattie, è necessario innanzi tutto adottare semplici comportamenti mirati ad interferire con le vie di trasmissione dei virus discusse in precedenza (inalazione, ingestione, punture di insetti, scambio di liquidi corporei). E’ necessario quindi lavare bene le mani con il sapone, evitare di toccarsi la faccia prima di lavarsi le mani, disinfettare le superfici, consumare bevande e alimenti controllati. Inoltre, è importante evitare di frequentare persone e luoghi affollati se si manifestano già sintomi, e tossire e starnutire nell’incavo del gomito o in fazzoletti di carta da eliminare subito dopo l’uso, per diminuire la dispersione di goccioline.La vaccinazione è il modo più efficace e sicuro per la prevenzione di malattie infettive. I vaccini stimolano la risposta del sistema immunitario mimando le caratteristiche dell’agente infettivo, senza causare l’infezione vera e propria. In questo modo, il sistema immunitario viene “istruito” e preparato a rispondere in modo veloce ed efficace in caso di incontro con l’agente infettivo.La vaccinazione diventa più efficace se un numero elevato di persone la effettua.In questo caso si parla di immunità di gregge: la malattia non riesce a diffondersi perché trova sulla sua strada un numero elevato di individui “resistenti” all’infezione.Le immunoglobuline sono soluzioni sterili di anticorpi che vengono isolate da individui sani che sono guariti dall’infezione. Si tratta di una forma di immunizzazione passiva disponibile solo per determinate malattie infettive (epatite B, rabbia, varicella), che viene somministrata prima o subito dopo l’esposizione al virus per cercare di impedire all’infezione di svilupparsi o per ridurne la gravità.In questa categoria ricade la procedura sperimentale corrente di uso di plasma prelevato da soggetti guariti per pazienti infettati dal coronavirus. Uno studio appena concluso (studio TSUNAMI), promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) non ha tuttavia evidenziato nessun beneficio nell’uso del plasma iperimmune in termini di riduzione del rischio di peggioramento respiratorio o morte nei primi trenta giorni in individui con COVID-19.