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Emi Bon
Created on March 19, 2024
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Transcript
Introduzione
Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara si presenta al visitatore come museo dell'antica città di Spina e offre un'eccezionale panoramica dell'immenso patrimonio di materiali greci ed etruschi di straordinaria bellezza provenienti dalle oltre 4.000 tombe delle necropoli.
Al percorso museale a piano terra con i recenti scavi dell'abitato, testimonianze poco appariscenti, ma di grande importanza storica segue al piano nobile, l'esposizione dedicata alla necropoli. E sono proprio i ricchissimi corredi funerari delle necropoli di Valle Trebba e di Valle Pega, con i gioielli in oro, argento, ambra e pasta vitrea, con le ceramiche a figure nere e a figure rosse, con i vasi e le suppellettili in bronzo, a evocare la ricchezza della città di Spina e a testimoniare l'importanza che ebbe come testa di ponte dei commerci etruschi nel Mediterraneo, anello di congiunzione tra Oriente e Occidente.
Museo archeologico nazionale Di ferrara
piano di marketing
Le ricerche archeologiche portarono alla scoperta di migliaia di tombe dai ricchissimi corredi, grazie ai quali gli studiosi possono oggi ricostruire il passato della famosa città rimasta per secoli sepolta dal fango.
Spina
La ricerca dell'antica Spina tra le paludi nel delta del Po appassionò eruditi e studiosi illustri fin dal Medioevo, ma del celebre e florido emporio marittimo descritto dagli autori greci e romani sembrava essersi persa ogni traccia. Solo nel 1922, in modo del tutto casuale e inaspettato durante le opere pubbliche di bonifica delle valli di Comacchio la comparsa di "terrecotte e bronzi di magnifica fattura greca" diede il via a una vicenda straordinaria.
'Il museo
Il cinquecentesco palazzo tradizionalmente attribuito a Ludovico Sforza detto il Moro, Duca di Milano, appartenne in realtà ad Antonio Costabili, segretario di Ludovico e personalità di spicco della corte del Duca Ercole I d’Este. Il progetto iniziale fu dell'architetto ducale Biagio Rossetti, nume tutelare dell’architettura ferrarese del Rinascimento. Il cantiere del palazzo vide all’opera alcuni illustri scalpellini e pittori della corte estense dell’inizio del XVI sec.: fra i primi Gabriele Frisoni, Girolamo Pasino e Cristoforo di Ambrogio, fra gli altri Benvenuto Tisi detto il Garofalo, Ludovico Mazzolino e l’Ortolano.
Fino ai primi del Novecento il giardino era un semplice spazio coltivato a orto. Negli anni trenta, in occasione del restauro per l'apertura del Museo Archeologico, fu ricreato un ambiente nuovo, frutto di una ricostruzione immaginaria di un giardino rinascimentale. Il giardino venne compartito a riquadri, delineando le aiuole e mantenendo le direttrici dei percorsi esistenti. La zona sud si concludeva con esedre curve di ligustro, pianta non diffusa nei giardini del Cinquecento. Dopo gli anni cinquanta furono aggiunti il labirinto, la galleria delle rose, i giochi interni ai riquadri e altre specie arboree, perdendo così l'unità formale.
Giardino rinascimentale di Palazzo Costabili
MUSEO
abitato di spina
sala delle piroghe
la necropoli di spina
salone delle carte geografiche
sala del tesoro
Le saledel museo
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analisi SWOT
Debolezze
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Forza
Minacce
Opportunità
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COLLABORAZIONE/PARTNERSHIP collaborazione con scuole,università,aziende locali,parternship per eventi condivisi
STRATEGIE DI PROMOZIONE organizzare visite guidate,pubblicizzare il museo attraverso i cartelloni pubblicitari/manifesti,sfruttare i social per far conoscere il museo
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SEGMENTAZIONE DEL PUBBLICO scuole e università,appassionati di storia,famiglie e turisti
logo,manifesto,pieghevole,banner web
comunicazone
e branding
- presenza di musei nelle vicinanze
Opportunità:
- non accessibile a persone con disabilità motorie
- poco interattivo
- sale espositive molto disperse
- assenza di immagini nel web
- luci interne mal posizionate
- sito internet poco curato
Debolezza:
La scelta di riprodurre antiche carte geografiche a introduzione e complemento della visita ai materiali di Spina si deve al primo direttore del Museo, Salvatore Aurigemma, che ha voluto fosse dedicata una particolare attenzione al territorio del delta del Po, dove fiorì l'antica Spina, e delle Valli di Comacchio, dove la bonifica degli anni venti diede il via alla scoperta della grande necropoli etrusca. Tutt'intorno, sul fregio del cornicione, fece trascrivere i versi dell'ode Alla città di Ferrara, composta da Giosué Carducci nel 1895, e sulle arcatelle del loggiato un passo di Plinio il Vecchio sulle origini mitiche di Spina.
la sala più famosa all’interno di Palazzo Costabili, decorata tra il 1503 e il 1506 da Benvenuto Tisi detto il Garofalo, uno dei più importanti rappresentanti della scuola ferrarese rinascimentale, riportata allo splendore dei colori originari a seguito di lunghi restauri. Lungo i lati del soffitto un’ampia balconata da cui pendono tappeti orientali: una galleria di personaggi, un cielo turchino, al centro dell’apertura un fastoso rosone in legno intagliato e dorato e una finta architettura che funge da copertura e al tempo stesso da decorazione.
L'esposizione, organizzata secondo un ordine cronologico e per contesti tombali, offre una panoramica completa di tutto il periodo di utilizzo della necropoli, dal VI al III secolo a.C. I ricchi corredi, con le ceramiche a figure nere e a figure rosse, con i vasi e le suppellettili in bronzo, con i gioielli in oro, argento, ambra e pasta vitrea evocano la ricchezza di Spina testimoniandone il rapporto privilegiato con Atene e il ruolo di testa di ponte dei commerci etruschi nel Mediterraneo, anello di congiunzione tra Oriente e Occidente. Ne danno straordinaria conferma i monumentali vasi figurati realizzati nelle officine ceramiche ateniesi, veri e propri capolavori che giungevano a Spina insieme a un universo di miti, credenze e religiosità, capolavori che costituiscono oggi, qui nel Museo di Ferrara, la più importante raccolta di quel periodo esistente al mondo.
Gli scavi archeologici, hanno portato alla luce solo una parte dell'intero complesso urbano, su palafitte, distribuito su dune e isolotti sabbiosi all'interno della laguna deltizia del Po, in posizione lievemente arretrata rispetto all'antica linea di costa ma collegato al mare Adriatico da una rete di canali navigabili.
- costo ridotto del biglietto
- vicino al centro storico
Forza:
Scoperte nel 1940 in Valle Isola le due imbarcazioni monossili,furono lasciate in loco e ricoperte di terra subito dopo il loro ritrovamento. Scavate dagli archeologi e recuperate nel 1948, furono portate ed esposte al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara dove sono tuttora conservate. L'intervento di restauro ha riguardato l'adeguamento dello spazio espositivo, la conservazione delle due imbarcazioni, attraverso l'utilizzo di nuovi supporti, e l'esecuzione di analisi scientifiche, volte all'identificazione della specie legnosa, alla caratterizzazione del deterioramento (individuazione delle cause) e all'identificazione dei prodotti impiegati nei precedenti interventi di restauro.
- musei nelle vicinanze
Minacce: