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Verso il Risorgimento
Sarah Jane De Meo
Created on March 16, 2024
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Inizio
By Mongioì Alessia e De Meo Sarah Jane
Verso il risorgimento italiano
Argomenti
Moti liberali e nazionali
Le rivoluzioni europee del 1830-31
Moti rivoluzionari degli anni Venti
Argomenti
l'ondata rivoluzionaria del 1848
Continua....
Inizio
Parte Prima
Il risorgimento
Inizio
Parte Seconda
Il risorgimento
Una delle società più importanti era stata la massoneria, anche se non aveva mai agito in opposizione ai governi in carica. In Italia la più importante fu la carboneria, che in seguito si diffuse anche in Francia e in Spagna
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Attraverso queste esperienze di cospirazione e del carcere sotto il giogo dei governi restaurati, nacque in Europa la figura del “rivoluzionario di professione”, pronto a sacrificare nella clandestinità, o nell’esilio, o in una cella, i migliori anni della propria vita.
Quale figura nasce?
Intellettuali, studenti ed esponenti della borghesia, ma pochi erano aristocratici, artigiani e contadin
In diversi circoli locali, nel loro codice “baracche” o “vendite” per non essere scoperti e messi a morte
Insurrezioni
Contro il progetto di restaurare le monarchie assolute, alcuni domandavano che venisse creato un nuovo patto costituente fra governanti e sudditi. Questa idea si affermò e si oppose alla Restaurazione, tramite associazioni segrete e illegali che promuovevano ribellioni e sollevazioni, già esistite nel Settecento. Gli obiettivi perseguiti dalle società segrete, tramite i loro affiliati, si proponevano di ristabilire le libertà costituzionali o liberare i popoli oppressi.
Chi vi faceva parte?
Dove si riunivano?
Le società segrete
Fra le insurrezioni scoppiate in Europa negli anni Venti, l’unica a risolversi in un sostanziale successo fu quella greca
Grecia
Russia
Napoli e Sicilia
Piemonte
Spagna
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Nonostante tutti questi moti, si riuscì ad avviare nella penisola il ritorno all’ordine, accompagnato da una feroce repressione nei confronti degli oppositori politici. I primi moti italiani si risolsero in un completo fallimento, anche perché i ribelli non poterono contare sull’appoggio delle masse popolari, ma va riconosciuto un notevole significato storico, in quanto dimostrarono che l’esigenza di un governo costituzionale era ormai avvertita anche al di qua delle Alpi.
Il loro metodo di lotta era incentrato sull’organizzazione di insurrezioni, per costringere i sovrani a fare delle concessioni ai sudditi
Le insurrezioni
Il primo episodio di insurrezione, nel 1° gennaio 1820, dove alcuni reparti dell’esercito spagnolo erano radunati presso il porto di Cadice. Invece di sedare una ribellione vi si unirono, e chiesero a Ferdinando VII di Borbone il ripristino della Costituzione di Cadice, oltre ad essere costretto a indire nuove elezioni. Ma tutto ciò durò poco in seguito a un intervento della Santa Alleanza. Tuttavia, gli avvenimenti spagnoli innescarono ovunque una ripresa dell’attività rivoluzionaria nell’Europa mediterranea, che ebbe una rapida diffusione grazie ai collegamenti internazionali fra le società segrete e al profondo malessere economico che accomunava molti paesi europei.
Spagna
Scoppiato nelle ultime settimane del 1825, il moto decabrista. Anche in questo caso l’iniziativa era stata presa da esponenti dell’esercito, aristocratici e intellettuali borghesi appartenenti ad alcune società segrete. La rivolta, tuttavia, fu rapidamente sedata con una durissima repressione poliziesca.
Russia
In Piemonte, invece, scoppiò un moto rivoluzionario, dato che il sovrano dopo aver spinto all’estremo i principi politici della Restaurazione ridusse le libertà civili e reintrodusse le barriere doganali, i privilegi del clero e dell’aristocrazia. I liberali piemontesi erano divisi su come agire. I più moderati, come Cesare Balbo, avevano mostrato un atteggiamento cauto, preferendo evitare uno scontro aperto con il re, mentre i più radicali si erano detti pronti ad affrontarlo. Alla fine, prima di tutto presero contatti con il giovane principe Carlo Alberto, che parve manifestare qualche simpatia per la loro causa; poi, misero a punto un progetto insurrezionale. Così la rivolta iniziò nel 10 marzo 1821 dalla guarnigione di Alessandria, e riuscirono a prevalere per un po’ di tempo, ma ad aprile furono battuti dalle truppe regolari e da quelle austriache.
piemonte
Questi moti spinsero le cancellerie internazionali a interrogarsi su quale fosse il modo migliore per proteggere gli equilibri europei. Il problema fu affrontato in due congressi: quello di Troppau (ottobre 1820), e quello di Lubiana, (gennaio 1821). Qui l’Austria, che considerava le recenti insurrezioni un pericolo molto serio per l’intero sistema europeo, presentò un documento che avrebbe sancito il principio generale dell’intervento militare ovunque si manifestassero rivoluzioni che potessero mettere a repentaglio anche gli altri Stati. La Gran Bretagna e la Francia furono poco attivi nella proposta, cosa che invece fu supportata da Ferdinando I di Borbone, e così l’esercito austriaco sconfisse quello napoletano guidato da Guglielmo Pepe.
A Napoli i moti iniziarono il 1° luglio, a Nola, con l’ammutinamento di una guarnigione guidata dagli ufficiali carbonari Michele Morelli e Domenico Silvati. Ferdinando I concesse di malavoglia una carta costituzionale e indisse nuove elezioni. Il 15 luglio la rivolta si estese alla Sicilia: i baroni palermitani, di cui fecero parte artigiani, operai e borghesi, dichiararono la secessione dal regno, sebbene gli abitanti delle altre province siciliane non li appoggiarono.
Napoli e Sicilia
Grecia
A far scoccare la scintilla fu l’iniziativa di una società segreta, la Filikí Etería (Società degli Amici), tramite cui la ribellione si trasformò presto in una guerra di liberazione nazionale su vasta scala che coinvolse rapidamente l’intero popolo ellenico. La risposta del sultano fu durissima: le forze armate ottomane si accanirono contro le città e i villaggi ribelli, non esitando a colpire i civili.
Come si è arrivati a un esito positivo?
In tutta europa
Il successo della geurra d'indipendenza greca, così come altri fattori, dimostrarono la debolezza del sistema politico della restaurazione, e portò a delle rivoluzioni europee del 1830-31, dove molti liberali europei vi parteciparono con convinzione, determinati a non ripetere gli errori che avevano fatto fallire i moti insurrezionali nel decennio precedente.
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Francia
Polonia
Italia
Belgio
Le rivoluzioni
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Così la monarchia fu mantenuta e il nuovo sovrano Luigi Filippo d’Orléans concesse una Costituzione accettando di regnare non più «per grazia di Dio», ma «per volontà della Nazione».
Non volendo accettare la cosa, ci furono scontri nelle strade e nelle piazze, costringendo Carlo X ad abbandonare la capitale.
Queste abolivano la carta costituzionale concessa nel 1814, decretando la fine della libertà di stampa, la restrizione del diritto di voto a soli 25.000 elettori, lo scioglimento del Parlamento e la convocazione di nuove elezioni.
C’era un nuovo sovrano, Carlo X, che emanò quattro ordinanze
La scintilla rivoluzionaria partì da qui.
Francia
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In questo caso si arrivò addirittura alla definitiva rottura dell’equilibrio internazionale stabilito a Vienna nel 1815.
I sudditi insorsero rivendicando il diritto all’indipendenza nazionale, optando per la secessione e per la creazione di una monarchia costituzionale. L’esercito olandese non riuscì a domare la rivolta e le grandi potenze si opposero, e lotta di liberazione nazionale era stata coronata dal successo.
Belgio
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Per dieci mesi Varsavia restò nelle mani dei patrioti che, appoggiati da vasti settori della borghesia e del popolo, ma nel settembre 1831, l’esercito di Nicola I riuscì a riprendere il controllo della capitale polacca. La repressione fu spietata, e la Polonia perse anche la poca autonomia di cui fino ad allora aveva goduto e fu sottoposta a un processo di sistematica “russificazione”
Polonia
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La reazione militare austriaca, però, riportò l’ordine in tutte le città che si erano ribellate.
Questa sollevazione ebbe due elementi di novità rispetto a quelle che si erano verificate dieci anni prima:- Il coinvolgimento dei ceti borghesi e di ampie fasce della popolazione - Il tentativo, non del tutto riuscito, di coordinare fra loro le singole insurrezioni cittadine.
L’insurrezione, così scoppiò a Bologna e nei giorni seguenti si estese a Ferrara, alla Romagna e alle legazioni pontificie di Pesaro e Urbino.
Il primo focolaio si accese nel Ducato di Modena, dove una cellula carbonara capeggiata dal ricco commerciante Ciro Menotti organizzò una rivolta antiaustriaca, e anche Carlo Alberto sperava di poter trarre vantaggi territoriali dalla cacciata degli austriaci.
Nel febbraio 1831 anche i moti liberali divampati in Italia non ebbero fortuna.
Italia
Questa alleanza tuttavia non durò a lungo, sia per il riavvicinamento della monarchia francese a posizioni assolutiste, sia perché entrambi i paesi puntavano a estendere la propria influenza sul Medio Oriente e avevano perciò interessi divergenti.
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La spaccatura dell'Europa
L'ideologia
I moti
Il 1848 fu un anno importante che rappresentò una cesura della storia europea e segnò la fine della restaurazione. Questo perché gran parte dell’Europa fu travolta da un’ondata rivoluzionaria tanto grande e intensa da chiamare quel periodo l’“anno dei portenti”, dove era necessaria una modernizzazione dei sistemi politici.
Avanti!
Il 1848
Mettiamoci nei panni dei francesi
In Live!
- Massiccia partecipazione alle rivolte delle masse popolari - Acculturazione politica (riunendosi, eleggendo deputati, ecc.) - Uso delle petizioni collettive, facendo prevalere il principio rappresentativo rispetto a quello democratico, cioè rivolgendosi ai parlamentari e non più ai sovrani - Coinvolgimento delle donne, che si dedicarono all’assistenza e alla vigilanza
Questi moti furono alquanto brevi, e in paesi come gran Bretagna e Russia nemmeno ci furono, ma diedero speranza nella possibilità di cambiamento. In un periodo in cui il malcontento popolare accresce per le decisioni fatte nel congresso di Vienna e per la crisi economica, l’azione delle forze democratiche accende quest’ondata, dove si vogliono ottenere le libertà politiche e la tutela dei diritti mediante la concessione delle carte costituzionali. Gli elementi di novità di queste proteste furono diversi:
La scintilla
L'ondata rivoluzionaria
Repressione in tutti i paesi
Non molto dopo, però venne nominato un nuovo governo ristretto, e i proletari parigini organizzarono una manifestazione per il diritto di lavoro, che finì in un bagno di sangue per mano del re
Le prime misure approvate in questa istituzione furono il suffragio universale maschile, l’abolizione della schiavitù e della pena di morte, riduzione delle ore lavorative e l’istruzione elementare divenne gratuita.
Influenzarono così tanto l’opinione pubblica che portarono alla caduta della monarchia e alla nascita della Seconda Repubblica, un governo provvisorio.
Il re governa e c'è ordine
Gli schieramenti democratici organizzarono la “campagna dei banchetti”, per riunirsi con i propri rappresentanti; il re cercò di fermare la cosa ma non ci riuscì
La Francia
Nel 1848 uscì il Manifesto del partito comunista, un testo che offriva al proletariato un programma rivoluzionario per costruire una società basata sull’uguaglianza, sulla partecipazione ai benefici della rivoluzione industriale e del nuovo sistema capitalista. Marx ed Engels studiarono il capitalismo scientificamente e lavorarono per diffondere l’idea socialista di una lotta proletaria contro i proprietari dei mezzi di produzione. I risultati degli studi di Marx vennero più tardi raccolti nel saggio...
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Il capitale
Il capitalismo
la reazione
Stabili l’ammissione dei laici a incarichi civili.
Concesse una maggiore libertà di stampa
Fu soltanto a partire dal 1846 che cominciò a diffondersi un clima nuovo, quando il nuovo pontefice Pio IX promosse una serie di riforme:
Promulgò un’amnistia (una sorta di grazia) per tutti i prigionieri politici,
Il fallimento delle insurrezioni popolari del 1820-1821 e del 1831, aveva mostrato quanto la strategia basata sulle società segrete fosse inefficace e come non avrebbero potuto contare sull’appoggio dei sovrani al potere negli Stati regionali in cui era divisa la penisola. Dovevano piuttosto seguire una strategia autonoma e, soprattutto, elaborare un programma politico più maturo, in grado di coinvolgere tutti i ceti sociali e che fosse in grado di sfociare nella costruzione di uno Stato nazionale italiano.
Le riforme papali
Ideologia
Unificazione
Inizio ribellione
Democrazia
Piemonte, Toscana e Stato pontificio sottoscrissero anche degli accordi preliminari per costituire una lega doganale italiana sul modello di quella tedesca.
Questa esitazione di Vienna diede maggior forza ai liberali italiani e convinse i loro sovrani a fare qualche apertura in senso democratico.
Di fronte a questo fermento, il governo di Vienna ordinò la repressione nel Lombardo-Veneto e a Ferrara. Dato che la città emiliana era una legazione (circoscrizione amministrativa) dello Stato pontificio, quando i reparti asburgici la occuparono il papa protestò, ricevendo la solidarietà dei patrioti italiani e soprattutto quella di Carlo Alberto di Savoia, oltre alla Gran Bretagna che incoraggiò i sovrani della penisola a intraprendere la via delle riforme economiche e politiche. Vedendo crescere l’ostilità internazionale, l’esercito austriaco fu arretrato, e ci fu speranza di…
la reazione austriaca
Per raggiungere lo scopo di rinascita italiana ci furono 3 movimenti e pensieri:
Federalismo
Il neoguelfismo
Il pensiero mazziniano:
Le convinzioni ideologiche
Pratica
Menu
Teoria
MAZZINI
Etico-religiosa: si doveva perseguire con una profonda fede laica in un “Dio”, che si poteva identificare con lo spirito di progresso insito nella storia dell’umanità e con la libertà e i valori universali che accomunano tutti gli individui.
Romantica: è presente il principio di autodeterminazione dei popoli (tutti i popoli hanno diritto di scegliere il proprio sistema di governo e devono essere liberi dalla dominazione di altri Stati), caratteriale della cultura romantica.
Nazionalistica: si riallaccia all’idea di nazione, dato che secondo lui si era andata delineando una nazione italiana
Il primo a esporre un programma capace di andare oltre i particolarismi regionali e le differenze sociali fu Giuseppe Mazzini, impegnato in politica fin da ragazzo, fondatore della “Giovine Italia”, un’associazione che mirava attraverso la propaganda e l’educazione politica delle masse a rendere l’Italia una «nazione di liberi ed eguali, una, indipendente, sovrana» e a darle l’ordinamento di una repubblica democratica. Questa proposta poteva considerarsi una missione:
MAZZINI
Teoria
pratica
Questa cosa però doveva diffondersi anche negli altri stati europei, compito dei patrioti italiani, e questo internazionalismo convinse anche patrioti stranieri. Un esempio ne è la “Giovine Europa”, un associazione formata da patrioti italiani e di altri paesi, fondata dalla Francia. Nel suo programma politico la rivoluzione nazionale andava condotta attraverso rete di gruppi di attivisti e l’insurrezione per bande, mentre l’insurrezione del popolo sarebbe venuta in un secondo tempo, come naturale conseguenza. I primi dei moti mazziniani furono purtroppo fallimentari. Il primo, risalente al 1833, avrebbe dovuto scoppiare in Savoia e a Genova per iniziativa di un gruppo di cospiratori, fra i quali Giovanni e Jacopo Ruffini e Vincenzo Gioberti; un anno dopo ci fu la rivolta di Genova guidata da Giuseppe Garibaldi; e così molte altre fallirono
MAZZINI
Menu
Fu una proposta liberale e moderata, secondo cui la forma di governo migliore per il paese sarebbe stata la monarchia costituzionale, e riteneva che fra i Parlamenti dei diversi Stati si dovesse creare un coordinamento. Secondo il principale rappresentante del neoguelfismo e abate torinese Vincenzo Gioberti l’Italia doveva trasformarsi in una confederazione di Stati, nella quale ogni entità statale sarebbe stata governata dal proprio sovrano, sotto la giurisdizione del papa e dei principi del cristianesimo.
Neoguelfismo
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Secondo loro il percorso da intraprendere in Italia avrebbe dovuto articolarsi in tre tappe: trasformazione degli Stati in repubbliche; allargamento della partecipazione politica ai ceti meno abbienti; creazione di uno Stato federale in cui sia gli Stati membri sia le province e i comuni avrebbero goduto di ampia autonomia. Dopo questo compimento, si sarebbe potuto applicare il principio di uguaglianza puntando sul lavoro e sull’istruzione.
Riteneva che alla guida della confederazione avrebbe dovuto esserci il re di Sardegna, l’unico in grado di allontanare dal territorio italiano gli austriaci, che costituivano il principale ostacolo per il raggiungimento dell’indipendenza. Infatti non aveva legami con le più importanti corone europee, e questo le avrebbe permesso di trattare con l’Austria convincendola a rinunciare ai domini italiani.
Qui abbiamo due idee federaliste opposte
Cattaneo e Ferrari
Cesare Balbo
Federalismo
Così Ferdinando II si rassegnò a promettere a tutti i suoi sudditi una Costituzione, anche se mancava il riconoscimento del diritto di voto per le masse e, soprattutto, non si faceva alcuna concessione in senso autonomistico. Dunque i rivoltosi siciliani proseguirono la loro lotta.
Dal Regno delle Due Sicilie scoccò la prima scintilla rivoluzionaria per il malcontento popolare presente lì; nel 12 gennaio 1848 la popolazione di Palermo insorse contro il governo, e da lì il moto si estese all’intera isola e le truppe borboniche non riuscirono a sedarlo.
reazione europea
L'inizio nel sud Italia
La cosa si diffuse un po’ ovunque, ma fu proprio l’evento di Milano a mettere in evidenza la crisi dell’Impero asburgico. Così il 23 marzo 1848 Carlo Alberto di Savoia, sicuro di avere l’appoggio degli abitanti del Lombardo-Veneto, prese un’iniziativa clamorosa e dichiarò guerra all’Austria, passata alla storia come la Prima guerra d’indipendenza.
Sardegna
Milano
Venezia
Dove non ci furono...
Dove ci furono...
Nel resto della penisola, nel tentativo di prevenire disordini simili a quelli scoppiati in Sicilia, vennero promulgati nuovi statuti di impostazione moderata rinunciando temporaneamente al potere assoluto.
Gli statuti
VS
Continuo
Per loro l’iniziativa di casa Savoia aveva rivelato tutti i limiti e le ambiguità dei regimi monarchici, e le loro iniziative si diffusero a Venezia, in Toscana e a Roma;
Per loro la monarchia sabauda aveva dimostrato sul campo la generosità delle proprie intenzioni.
Questo insuccesso portò all’inasprirsi dei contrasti fra i politici...e costrinse alcuni sovrani a fuggire dal territorio
Le prime vere battaglie si svolsero in maggio, presso i villaggi di Curtatone e Montanara, dove prevalsero gli asburgici, e di Goito, dove vinsero gli italiani. Però papa Pio IX aveva ritirato il loro appoggio all’esercito sabaudo, ponendo fine alla prima fase del conflitto. Perciò furono indetti dei plebisciti per sancire l’annessione del governo di Torino, mentre l’esercito asburgico passò al contrattacco, costringendo Carlo Alberto alla ritirata e a firmare un’armistizio che sedò il conflitto momentaneamente.
La Prima guerra d'indipendenza
Democratici
Moderati
Così nel 1849 nacquero due nuove repubbliche: la Repubblica toscana (che però ebbe vita breve), e la Repubblica romana, nata durante il “triennio giacobino”.
Così anche in Italia sembrava che le rivoluzioni del Quarantotto si fossero concluse con un generale fallimento. Ma, paradossalmente, proprio gli errori strategici del re della Sardegna, che non ritirò la costituzione, prepararono il terreno per i futuri successi di Vittorio Emanuele II.
Il 4 luglio 1849, però, la Repubblica dovette firmare la resa, o nel Regno delle Due Sicilie, infine, Ferdinando II ristabilì l’ordine attraverso una repressione tanto spietata da spingere molti liberali sulla via dell’esilio. Anche i resto dei sovrani ritirarono le Costituzioni che avevano concesso di malavoglia.
Nel mentre Carlo Alberto decise di riprendere la guerra contro l’Austria, ma venne sconfitto. Perciò decise di abdicare in favore del figlio, Vittorio Emanuele II, al quale spettò il compito di firmare un secondo armistizio con l’Austria, mentre altri sovrani italiani poco a poco riacquistavano potere sfruttando il fallimento dei sudditi.
Parte seconda
La Prima guerra d'indipendenza
Chiese pubblicamente ai suoi sudditi di eleggere deputati moderati favorevoli all'armistizio con l'Austria. Questo avvenne e non solo ci fu l'armistizio, ma si poté conseguire la pace sociale necessaria per avviare un programma di riforme, che ebbe inizio con le leggi Siccardi, a cui la Chiesa si oppose:
Dopo la Prima Guerra d'indipendenza, Vittorio Emanuele II dovette fare i conti con il Parlamento che avevo rifiutato di ratificare l'armistizio di Vienna. Perciò il sovrano decise di scioglierlo per ben due volte, perché convocò delle prime elezioni che non andarono a suo favore. Dopo aver sciolto per la seconda volta il parlamento decise di fare...
La proclama di Moncalieri
Dopo la Prima guerra d'indipendenza
Il Piemonte rimaneva una terra d’asilo per gli sconfitti del Quarantotto, così da avere una seconda possibilità come classe dirigente della nuova Italia unita.
I profughi politici verso la Savoia, di cui facevano gran parte intellettuali, attratti per le garanzie costituzionali.
In questo contesto emerge la figura di Camillo Benso, conte di Cavour, che si interessò di grandi dibattiti politici, venendo eletto deputato nel 1848 e, solo quattro anni dopo, Primo ministro. Iniziò ad impegnarsi per preparare il Regno dei Savoia per l’unificazione dell’Italia (per questo gli anni Cinquanta dell’Ottocento vennero definiti “decennio di preparazione” per il futuro dell’Italia unita). Un ruolo importante lo ebbero...
Un po' su di lui...
La politica
il "decennio di preparazione"
Nel mentre che Cavour agiva, non tenendo conto dell'opinione pubblica, e non facendo uso di rivoluzioni e violenza, ma di diplomazia e accordi militari, in questo contesto sorsero altre due figure
Le proteste che continuarono nel Parlamento portarono a un "connubio" tra Cavour e Urbano Rattazzi, che permise di assicurare al governo una solida maggioranza parlamentare, fondamentale per concretizzare una politica di riforme, oltre a portare una svolta radicale nel Regno di Sardegna verso il liberismo economico e politico, che favorì molto i trasporti e le relazione con l'estero, dando al Regno di Sardegna un ruolo politico meno marginale.
Politica interna
Politica estera
Politica di Cavour
La spedizione dei Mille
Seconda guerra d'indipendenza
Eppure entrambi hanno portato a delle tappe importanti nella storia per arrivare all'Unità d'Italia
Loro si concentrano sul coinvolgimento delle masse popolari. Eppure ci sono differenze tra queste due figure:
Garibaldi
Mazzini
VS
Mazzini e Garibaldi
Gli avvenimenti di guerra
Il "tradimento" della Francia
L'alleanza con la Francia
Menu
Fine guerra, ma...
Attentato mazziniano
Seconda guerra d'indipendenza
La decisione di Garibaldi
L'intervento sabaudo
Le conquiste
L'inizio e l'obiettivo
Menu
L'Unità d'Italia!
La spedizione dei Mille
Fine
Ci fu un plebiscito per l’annessione di Umbria, Marche e Regno delle Due Sicilie al Regno di Sardegna nell’autunno del 1860. Con l’aggiunta di tutti questi territori nel 17 marzo 1861 il Parlamento di Torino proclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia, portando all’unificazione di molti territori della penisola (tranne Trentino, Alto Adige, Veneto, Friuli, Venenzia Giulia e Lazio) e alla nascita del Regno d’Italia
L'Unità d'italia
Patrioti italiani per un paio di minuti
In Live!
Home
Grazie dell'attenzione
Fu lo statuto più importante, grazie al quale esso il Regno di Sardegna divenne un paese politicamente moderno. Infatti, viene scritto che il potere legislativo competeva sia al re sia al Parlamento, composto di due Camere, una delle quali elettiva, e garantiva l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge (sebbene fosse puramente formale), la tolleranza religiosa, la libertà di opinione, di associazione e di stampa.
Lo Statuto albertino
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Questa spedizione ebbe inizio a Marsala, dove si prepararono per lo scontro con l’esercito borbonico, che avvenne Calatafimi. Qui vinsero gli italiani, andando a puntare su Palermo, dove ricevettero appoggio da parte dei palermitani che innalzarono barricate per contrastare l’esercito nemico. La vittoria decisiva fu a Milazzo, dove costrinsero l’esercito borbonico a ritirarsi dalla Sicilia e poterono liberare Calabria e Campania.
Nuovi moti liberali si verificarono in Svizzera, in Germania, in Prussia, dove ottennero una Costituzione e timide riforme. In Spagna e in Portogallo, invece, scoppiarono due guerre civili che ebbero motivazioni ed esiti simili. In entrambi i paesi le sovrane instaurarono regimi costituzionali di orientamento moderato, che però rimasero sempre piuttosto instabili.
Un po' in Europa...
Garibaldi, invece, era un trascinatore, un vero capo militare, che agiva allo scoperto e in prima persona, usando carisma e schiettezza. Ciò gli permise di convincere dei volontari a combattere nella Prima Guerra d'indipendenza, e anche quando furono sconfitti, lui continuò a combattere e non si arrese, guidando uomini nelle montagne lombarde contro l'esercito asburgico. Infatti partecipò anche alla Seconda guerra d’indipendenza con il suo esercito di volontari chiamati “Cacciatori delle Alpi”. In entrambe dimostrò grande abilità militare
Mazzini agisce nell'oscuro, e si concentrava sul sacrificio di altri, di patrioti per il successo dei suoi progetti. Infatti i suoi seguaci capirono quanto sia difficile coinvolgere le masse. Lo videro in un esperimento, dove cercarono di dare vita a un movimento anti-austriaco, che avrebbe intrapreso atti di opposizione politica aperta e attività cospirative. Ma tutto ciò fu fallimentare, anche perché nelle regione del sud la popolazione era analfabeta e povera, e non potevano capire la situazione né parteciparvi, e furono subito scoperti dal governo asburgico, portando alla morte di molte vittime, i cosiddetti "martiri di Belfiore"(dal luogo in cui furono giustiziate). Un altro esempio fu quello della spedizione di Sapri guidata da Carlo Pisacane, dove cercarono di sollevarsi contro il governo dei Borbone, ma invano.
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Garibaldi
Mazzini
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L’esercito asburgico dovette fronteggiare la furia dei milanesi, che diedero vita a una vera e propria battaglia di popolo, ereggendo tante barricate, fino a che, dopo cinque giorni di aspro combattimento, passati alla storia come le Cinque giornate di Milano, l’esercito asburgico si ritirò a nord verso il cosiddetto Quadrilatero, formato dalle fortezze di Peschiera del Garda, Mantova, Legnago e Verona.
Le Cinque giornate di Milano
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Cavour riuscì a ribaltare la situazione, usando quell’evento come un esempio della grave situazione italiana, da risolvere tempestivamente. Questo convinse il sovrano francese a firmare con Cavour gli “accordi di Plombières”: da un lato la Francia avrebbe dato appoggio militare al Regno sabaudo in caso di guerra contro l’Austria; dall’altro lato, il Regno di Sardegna avrebbe dovuto cedere i territori di Nizza e Savoia. Con queste premesse, si posero le basi per iniziare una guerra.
Tra i socialisti d’Europa presero corpo 3 convinzioni: - lo sfruttamento capitalistico andava abolito - si richiedeva la lotta di classe di tutti i proletari - bisognava costruire un sistema economico basato non più sulla proprietà individuale, ma sulla comunione dei beni.
Le influenze che ha avuto
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L’esercito sardo era pronto, posto in modo strategico per rallentare l’avanzata dell’esercito austriaco, almeno finchè gi alleati francesi non fossero arrivati. L’Austria riuscì a superare i confini piemontesi, ma arrivarono le truppe francesi, portando alla vittoria gli italiano in molte guerre, come quelle a Montebello, Magenta, Solferino e San Martino.
Cavour e Vittorio Emanuele II si prontarono a provocare gli austriaci in modo che fossero loro a dichiarare guerra per primi: il re intervenne al Parlamento dicendo di essere sensibile al dolore che giungeva a Torino da ogni parte d’Italia; Cavour non fece niente per impedire che volontari provenienti dal Lombardo-Veneto, legalmente sotto l’autorità di Vienna, si arruolassero dalla parte della Sardegna. Così l’Austria, dopo che il suo ultimatum non fu tenuto in conto, dichiarò guerra al Regno sabaudo.
Queste sue ambizioni e frustrazioni furono un punto di riferimento per Cavour in modo da ottenere il suo sostegno, a capì che oltre a convincere i francesi doveva ottenere anche la neutralità della Gran Bretagna la cui flotta dominava il Mediterraneo. Il primo passo fu partecipare alla guerra di Crimea, una guerra in cui Francia e Gran Bretagna volevano arginare la continua espansione della Russia in conseguenza al declino dell'Impero Ottomano. Qui riuscì a sedersi al tavolo delle trattative di pace durante il Congresso di Parigi, reclamando per il Regno di Sardegna un ruolo in primo piano e riuscendo a volgere l'attenzione di inglesi e francesi sulla "questione italiana"
Nella politica estera mirò invece a un'estensione del Regno sabaudo, approfittando della tendenza dei francesi a intervenire nella politica italiana per contrastare l'egemonia degli austriaci nella penisola: il presidente Luigi Napoleone Bonaparte si era messo subito in conflitto con l'Assemblea nazionale, si era impadronito dei pieni poteri con un colpo di stato nel 2 dicembre 1851, si era fatto nominare imperatore con il nome di Napoleone III e iniziò a interferire negli equilibri italiani.
Estensione
Infatti Cavour si concentrò sull'economia, basandola sugli investimenti per rafforzare le infrastrutture: strade, ferrovie, canali, porti, cantieri, e sulle riforme del sistema creditizio delle banche e delle casse di risparmio, rendendo gli imprenditori più propensi a investire. Grazie a ciò venne fatta una nuova rete ferroviaria collegata con quelle francesi, svizzere e Lombardo-Veneto, e venne fondata l'Ansaldo, un'industria meccanica per la produzione di locomotive e materiale ferroviario.
Economia
Questi successi piemontesi, però, aveva ispirato una serie di rivoluzioni pacifiche anche nelle legazioni pontificie emiliane e romagnole, nei ducati emiliani e nel Granducato di Toscana, dove nacquero dei governi provvisori che vollero unificarsi al Regno di Sardegna. La Francia e l’Austria non volevano un territorio più forte come vicino, ma non volevano nemmeno intervenire militarmente; la Gran Bretagna non voleva niente che rafforzasse la Francia o l’Austria; Vittorio Emanuele II non voleva mettersi contro Napoleone III. Alla fine fu Cavour ad agire, prendendo accordi con i governi promissori e indicendo dei plebisciti, dando la scelta di unirsi al Regno sabaudo direttamente a loro, dove il 97% disse di si. Così il progetto espansionistico della Sardegna si stava realizzando!
L'aspetto positivo
Tuttavia uno degli attentati mazziniani fu un punto di svolta per l’Italia. Felice Orsini cercò di ostacolare l’alleanza tra Francia e Regno sabaudo tramite un attentato nel 14 gennaio 1858 alla carrozza di Napoleone III, il quale con la moglie si stava dirigendo a teatro. I due sopravvissero, ma il re accusò le autorità sabaude di non voler tenere a bada i patrioti italiani pericolosi.
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Tuttavia queste guerre furono molto sanguinose, e Napoleone III non solo ordinò la ritirata, ma con l’Austria disposta a trattare un armistizio, l’armistizio di Villafranca, lo firmò: questo prevedeva l’Austria che cedeva il Piemonte alla Francia, ma conservando il Veneto. Così il re francese non rispettò gli accordi di Plombières, costringendo gli italiani alla ritirata e ponendo fine alla Seconda guerra d’indipendenza.
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Le potenze europee
Le potenze europee avevano interessi contrastanti riguardo all’atteggiamento da tenere con questo evento della grecia. Tuttavia, i rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Russia si riunirono a Londra e decisero di imporre al sultano una mediazione, il cui obiettivo era la concessione di un’autonomia alla Grecia. Il 20 ottobre 1827, però, nelle acque di Navarino, alcuni colpi sparati da un’imbarcazione ottomana vennero interpretati dalla marina britannica come una provocazione, e iniziò una guerra, che si concluse nel 1829 con la concessione dell’indipendenza della Grecia
Inoltre, a favorire questo esito contribuì la “questione d’Oriente”, ovvero l’intreccio di vicende interne e internazionali relative all’Impero ottomano che entrò in una crisi inarrestabile
Non tutti gli storici concordano sui limiti cronologici entro cui collocare il Risorgimento: la maggior parte tende però a fissarne la data di inizio nel 1815, anno in cui la penisola venne riorganizzata territorialmente in seguito alla sconfitta di Napoleone e al congresso di Vienna, e ne individua il compimento nel 1861, anno in cui nacque il Regno d’Italia, o nel 1870, anno che sancì l’annessione dello Stato pontificio al Regno sabaudo.
PREMESSA
Non tutti gli storici concordano sui limiti cronologici entro cui collocare il Risorgimento: la maggior parte tende però a fissarne la data di inizio nel 1815, anno in cui la penisola venne riorganizzata territorialmente in seguito alla sconfitta di Napoleone e al congresso di Vienna, e ne individua il compimento nel 1861, anno in cui nacque il Regno d’Italia, o nel 1870, anno che sancì l’annessione dello Stato pontificio al Regno sabaudo.
PREMESSA
La sua biografia ci fa vedere tutte le opportunità di cui i nobili possono usufruire, quali l’educazione, la possibilità di viaggiare, la disponibilità di proprietà terriere, privilegi in campo militare, sociale e politico. Camillo usufruì di tutto questo ma per uno sviluppo personale. Si appassionò di matematica ed economia, mettendo a punto grandi tecniche di coltivazione sofisticate, e viaggiò molto ottenendo un’apertura mentale insolita per un giovane del tempo.
Nel 1833 Austria, Russia e Prussia si incontrarono per ribadire la propria fedeltà ai principi della Santa Alleanza. Di tutta risposta, Francia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo strinsero una nuova Quadruplice Alleanza. Sul piano geopolitico, la temporanea vicinanza fra i governi di Parigi e Londra contribuì ad arginare per poco più di un decennio le mire espansionistiche dell’Austria e Russia
Le grandi potenze...
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- il suffragio universale maschile - la soppressione dei privilegi e dei titoli nobiliari - l’abolizione della pena di morte - la libertà di culto e la laicità dello Stato - la libertà di opinione, di domicilio, di associazione.
Venne votata un’Assemblea costituente, che come primo atto dichiarò decaduto il pontefice. Successivamente, nella carta costituzionale vennero riprese le idee delle correnti democratiche, ricalcate su quelle della fase egualitaria della Rivoluzione francese: Per altri versi la carta costituzionale romana faceva propria una visione politica ancora più avanzata.
Carlo Armellini
Aurelio Saffi
Giuseppe Mazzini
Si insediò alla sua guida un triumvirato composto da tre consoli:
Dopo il successo di Volturno, Garibaldi doveva decidere se avanzare verso Roma o parlare con il sovrano di Sardegna; scelse la seconda, incontrando Vittorio Emanuele II a Teano nel 26 ottobre 1860, e rimise nelle sue mani il regno conquistato dai Mille, senza volere niente in cambio e ritirandosi nell’isola di Caprera.
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A Venezia una moltitudine di persone si riversò in piazza San Marco, chiedendo la liberazione dei patrioti democratici Niccolò Tommaseo e Daniele Manin, cosa che avvenne conseguentemente a una rivolta dei lavoratori dell’arsenale, che costrinse i reparti austriaci a capitolare e ad abbandonare la città. Così, il giorno dopo un governo provvisorio, con a capo Manin, proclamò la nascita (o meglio rinascita) di quella Repubblica di Venezia che nel 1815 era stata sacrificata sull’altare politico della Restaurazione.
La rivoluzione Lombardo-Veneto
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Cavour e Vittorio Emanuele II vedevano nell’iniziativa di Garibaldi una prospettiva pericolosa, dove alcuni partecipanti della spedizione erano ancora sostenitori delle idee mazziniane e se si sarebbero spinti fino a Roma avrebbero spinto Napoleone III ad agire militarmente per difendere il papa. Così il re Vittorio si avviò con l’esercito verso il sud, dove sconfisse le truppe papali a Castelfidardo occupando Umbria e Marche; ma in quel frangente di tempo Garibaldi condusse gli italiani a una vittoria decisiva nella battaglia di Volturno (26 settembre-2 ottobre 1860).
Il nuovo sovrano, Francesco II, non si preoccupava della situazione del suo governo, e il malcontento popolare sfociò in nuovi episodi insurrezionali anti-borbonici, con l’aiuto di volontari guidati da Giuseppe Garibaldi, che non si era arreso (come abbiamo visto durante la Prima guerra d’indipendenza). Infatti fu proprio lui a organizzare una delle sue più grandi imprese militari: la “spedizione dei Mille”, di cui fecero parte 1088 uomini e una donna (la moglie di Francesco Crispi, colui che aveva guidato all’insurrezione anti-borbonico). Il loro obiettivo era liberare il regno delle Due Sicilie dalla dominazione borbonica e lo Stato pontificio dal giogo papale, completando così l’unificazione italiana sotto la corona sabauda.