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famiglia dell'antiquario
Riccardo Tosa
Created on February 29, 2024
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Transcript
La famiglia dell'antiquario-La suocera e la nuora
Opera teatrale di Carlo Goldoni (6/16)con la cortese collaborazione di Francesco Bellini, Luca Grigoras e Riccardo Tosa
AVanti!!
Analisi e messaggio intrinseco
Significati
Trama
Elenco e descrizione dei personaggi
Personaggi
Contesto storico-sociale nel quale è stata scritta l'opera
Storia
Sintesi dell'opera
Storia
Storia
La famiglia dell'antiquario, chiamata anche la suocera e la nuora è stata scritta da Goldoni nel 1750, come sesta delle sedici opere promesse per quell'anno. Fu la sua prima opera in cui Arlecchino e Brighella non furono lasciati all'improvvisazione, ma fu fornito loro un testo per intero. Non ha il lieto fine caratteristico del teatro goldoniano e tutto resta aperto senza risolversi. É definita la prima commedia classica di Goldoni.
Visione sociale
Visione nobiltà
La nobiltà è colpita dalla critica goldoniana in quanto superba, prepotente, oziosa, dissipatrice e parassitaria, inutile al corpo sociale, attaccata ai suoi titoli vuoti che non garantiscono il valore autentico della persona. Ciononostante Goldoni non è un rivoluzionario e ciò che vorrebbe è "smuovere i nobili dall'inerzia e riportarli alla vita attiva ricordando loro la funzione sociale degli antenati", analogamente a Parini.
Visione borghesia
Il mercante veneziano ha un'importanza cruciale nei copioni di Goldoni. Questo si presenta sotto la maschera di Pantalone, ma si distingue dalle altre figure in quanto personaggio positivo, portatore di valori come: schiettezza, puntualità, rispetto degli impegni, attaccamento alla famiglia e senso dell'economia. Non a caso Goldoni definisce i mercanti come "il profitto e il decoro delle nazioni".
Personaggi
Famiglia dei conti
COnte anselmo
La famiglia dei conti è composta dal Conte Anselmo Terrazzani, la contessa Isabella, sua moglie, e il conte Giacinto, loro figlio. Nobili impoveriti sperperando le loro ricchezze, organizzano il matrimonio tra Giacinto e la figlia del mercante Pantalone per ottenere la dote di quest'ultima.
contessa isabella
conte giacinto
Personaggi secondari
Servitore del conte Anselmo
Cameriera della contessa Isabella Causa del diverbio tra Isabella e Doralice
Amico e compaesano di Brighella
Amico dei conti Si è offerto come servo della contessa Parteggia poi per Doralice
Colombina
Brighella
Arlecchino
Cavaliere del bosco
Personaggi secondari
Mercante arricchito Padre di Doralice
Figlia di pantaloneMoglie del conte Giacinto In costante litigio con la contessa Isabella
DottoreAmico della contessa Isabella
Intendente d'antichità
Doralice
Pantalone
Anselmi
Pancrazio
Trama
Atto I
Nell'atto primo della commedia "La famiglia dell'antiquario" di Carlo Goldoni, il Conte Anselmo è orgoglioso di aggiungere una medaglia d'oro alla sua collezione. Tuttavia, Brighella, il suo servitore, gli ricorda dei debiti con mercanti di vino e farina. Anselmo paga i debiti con una borsa piena di soldi, rivelando di aver saldato tutto grazie alla dote di sua nuora Doralice, figlia di un mercante. La moglie Isabella disprezza l'arricchimento della famiglia tramite Doralice. Quest'ultima si lamenta della mancanza di un abito da sposa e della gestione dei soldi da parte di Anselmo. Suo marito, il Conte Giacinto, difende Doralice accusando il padre di Anselmo di aver speso tutta la dote senza dar nulla a loro. Doralice chiede un abito con dell'oro o dell'argento, ma la Contessa offre solo sei zecchini. La Contessa chiede al dottor Anselmi di vendicare un'offesa subita da Doralice, mentre Colombina, la serva, chiede al cavaliere Bosco di vendicarla. Infine, Brighella e Arlecchino tramano per burlare il Conte vendendogli falsi reperti d'antiquariato.
Nella scena successiva, Arlecchino e Brighella mettono in atto la burla vendendo al conte delle false antichità come il "lume eterno del sepolcro di Tolomeo" per 14 zecchini. Pantalone giunge a casa del conte per reclamare che sua figlia non abbia un abito da sposa, deridendo il conte per i suoi investimenti in sciocchezze. Successivamente, in un dialogo tra Doralice e suo padre, quest'ultimo la rimprovera per la mancanza di umiltà. Doralice confessa di non essere ben voluta dalla suocera e di aver dato uno schiaffo alla cameriera. Il padre la esorta ad essere più umile e le regala 50 zecchini e il suo orologio d'oro per comprarsi abiti. Nel frattempo, il cavaliere cerca di mediare tra Doralice e la contessa, convincendo Doralice a scusarsi. Tuttavia, la contessa riceve solo il saluto forzato di Doralice, arrabbiandosi.
Atto II
Il secondo atto possiamo dividerlo in tre temi differenti, il litigio tra Isabella e Doralice, la ricerca di Anselmo di oggetti antichi e il suo disinteresse per la discussione ed infine Pantalone che cerca di rappacificare gli animi, ma non ci riuscirà, in quanto cerca invano l'appoggio del conte, mentre troviamo i cicisbei di Isabella, il conte del bosco e Anselmi, passare a momenti alterni dalla parte della contessa a quella di Doralice e viceversa. Nel frattempo, Arlecchino e Brighella escogiteranno nuovi metodi per rifilare a Anselmo e a Pantalone del vecchio ciarpame, convincendo il conte che siano oggetti di inestimabile valore.
Atto III
L'atto comincia con il Conte Anselmo che viene truffato da Brighella ancora una volta nel comprare dei falsi per 30000 scudi, subito dopo un monologo da parte del conte viene interrotto dall'intervento di Pantalone che porta Pancrazio, un esperto di antiquariato, che rivela l’inganno dei servitori, Anselmo all’inizio non vuole credere ciò che l’esperto gli dice accusandolo di invidia, ma dopo un colloquio insieme a Pantalone con Arlecchino in cui confessa l’imbroglio e la complicità di Brighella, decide, sotto consiglio del mercante, di riunire l’intera famiglia. Anselmo, a causa della sua incompetenza e disorganizzazione, in questa riunione non conclude niente. Alla fine sarà Pantalone a salvare ciò che rimane di questa famiglia attraverso un contratto dividendo le due dame che avrebbero vissuto in due appartamenti diversi, licenziando la cameriera Colombina, il cavaliere, il dottore e Brighella e ottenendo la gestione dei beni.
Curiosità
Curiosità
Copione brighella e arlecchino
In questa commedia Goldoni ha scritto per intero le parti di Brighella ed Arlecchino, personaggi precedentemente lasciati all'improvvisazione. Dopo aver osservato che gli attori pensavano più a far ridere che al carattere del proprio personaggio, decise di mettere per iscritto le loro battute.
Dibattito sul finale
Goldoni riscontrò del malcontento sull'opera, accusata di non aver un lieto fine; si giustificò sottolineando che l'insegnamento morale era più incisivo in mancanza di una risoluzione al problema.
Dualismo del titolo
A quest'opera Goldoni ha attribuito due diversi titoli: la famiglia dell'antiquario e la suocera e la nuora. Questo perchè i due personaggi citati formano la principale azione della commedia, mentre l'antiquario, capo di casa, consente le loro pazzie disinteressandosi del litigio.
Il conte Anselmo
Nobile impoverito
Ill conte Anselmo, avendo sperperato tutti i suoi beni ed essendo stato costretto ad ipotecare ogni sua propietà per pagare i creditori, decide di far sposare il figlio con Doralice, figlia di Pantalone, che aveva offerto ventimila scudi come dote al conte.
- Padrone di Brighella
- Ha abbandonato i suoi doveri di patriarca
- Appassionato di antiquario
- Compone una collezione di oggetti antichi, falsi
Conte Giacinto
Figlio di Anselmo e Isabella
Il conte Giacinto teme l'autorità della madre e si ritrova coincvolto nel conflitto tra la madre e la moglie Doralice, del quale si lamenta con il padre.
- Succube del litigio
- cerca di fare da mediatore
Contessa Isabella
Moglie del conte
La contessa isabella si pone dall'inizio come superiore a Doralice provocando una lite con la nuora. RItiene infatti che, essendo di sangue nobile, sarà sempre superiore ad una misera figlia di mercante.
- Padrona di Colombina
- Altezzosa e superba