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By Mattia Galli 3G

Nato a Volpedo nel 1868, Giuseppe Pellizza riceve sin da subito una formazione artistica di grande pregio. A Brera studia con Francesco Hayez ed a Firenze con Giovanni Fattori, ma è a Parigi dove ha occasione di osservare autopticamente la grande Esposizione Universale. Il passaggio da una pittura di impasto a una pittura divisionista tra il 1892 e il 1893 va di pari passo con un aumento dell'attenzione dell'artista verso le tematiche sociali. Interessatosi alla dottrina marxista e al Socialismo, Giuseppe Pellizza realizza la sua opera più celebre: "Il quarto stato".

Alla testa del corteo si trovano tre persone. Al centro vi è un uomo che avanza con decisa disinvoltura, come sottolineato dalla mano sinistra nella cintola e dalla destra che regge il cappotto.

L'opera costituisce un manifesto della classe operaia e, più in generale, dei lavoratori italiani dell'Italia contemporanea a Volpedo. Pellizza vuole infatti sottolineare l'imporsi di questo ceto sociale nell'Italia dell'epoca, per ricordare che il riconoscimento del valore del lavoro e degli stessi lavoratori sia essenziale per il progresso della Nazione. Ecco che dunque il deciso incedere della massa dei braccianti di Pellizza diviene il simbolo del progresso dei popoli.

In primo piano si può osservare una donna che regge in braccio un bambino ancora in fasce. Ella ha i piedi scalzi, ma avanza a grandi falcate incitando con la mano sinistra il popolo a seguirla. La sua grande dinamicità viene resa dalle pieghe della veste. Pellizza modella le fattezze della donna ispirandosi a sua moglie Teresa.

In primo piano è raffigurato un uomo relativamente anziano dall'atteggiamento risoluto. Avanza in silenzio e pensoso facendosi cadere la giacca sulla spalla sinistra.

In secondo piano è posta una grande massa di lavoratori che comprende uomini, donne e bambini. L'avanzare del corteo non è violento, ma il fatto che i soggetti raffigurati rivolgono lo sguardo in molteplici direzioni indica come questi ultimi abbiano la situazione in loro controllo. La scena è resa con grande naturalezza: alcuni gesticolano, altri recano i propri bambini in braccio, altri ancora si schermano dal sole con le mani.

La sorgente di luce dell'intera scena è proprio il sole, che proietta macchie ben definite a terra. le figure sono delineate attraverso sottili pennellate di colore che danno un effetto vibrante alla scena. Questa è una delle caratteristiche chiave del Divisionismo italiano.

Giuseppe Pellizza si ispira al dato reale per la realizzazione della sua opera. Dalla piazza ai soggetti, molti sono gli elementi presi dalla realtà quotidiana del paese nativo dell'artista: Volpedo.

Nonostante le aspre critiche iniziali, che giudicano l'opera inadatta agli ambiti ufficiali per via dell'eccessiva evidenza del tema sociale, grazie a una sottoscrizione popolare "Il quarto stato" viene acquistato e portato a Palazzo Mariano sito a Milano, città storicamente legata al lavoro e alla figura del lavoratore.