Dada
SERENA SAGGESE
Created on February 7, 2024
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Transcript
In poco tempo il Dada si diffonde anche a Berlino, Parigi e New York, trovando interpreti d'eccezione come Marcel Duchamp e Man Ray. Ma è chiaro che un'arte che nega se stessa non può durare molto e nel 1924 lascia il posto al Surrealismo, un movimento che restituisce a nonsense un significato e uno scopo.
A differenza delle altre Avanguardie, tutte nate prima della Grande guerra, il Dada nasce nel 1916 in Svizzera (uno dei pochi paesi neutrali), proprio durante il conflitto. Questo fatto ne caratterizza profondamente l'identità: gli artisti che si erano rifugiati a Zurigo per sfuggire agli orrori della guerra sentono che, davanti a una catastrofe che sta provocando milioni di vittime, l'arte stessa non ha più senso. L'unica reazione possibile è l'ironia.
Con questo spirito dissacratore, il 5 febbraio 1916 un gruppo di artisti e scrittori, capeggiati dal poeta tedesco Hugo Ball (nella foto qui accanto), inaugura Il Cabaret Voltaire, un locale dove vengono messi in scena spettacoli irriverenti. È l'atto di nascita del Dada. Il nome della sala è chiaramente provocatorio: ciò che veniva proposto era agli antipodi del pensiero razionale del filosofo illuminista. Lo scopo di questi artisti si può riassumere nel motto nato a fine Ottocento con i Decadentisti: ‘scandalizzare il borghese’. Le loro serate somigliano a quelle dei Futuristi: vengono letti versi senza senso accompagnati da suoni casuali. Ma, mentre il Futurismo intendeva diffondere una nuova estetica del progresso e della velocità, i Dadaisti non propongono nessuna nuova poetica.
La loro arte è un provocatorio non-sense fine a se stesso, basato su poesie composte da versi casuali e assemblaggi di oggetti comuni. Secondo il Dada, tutto può essere arte. Le tipiche opere dadaiste, infatti, sono i ready-made, composizioni di oggetti estrapolati dal loro contesto e rimontati insieme, e il collage creato con ritagli incollati in modo casuale e ironico. Questo approccio fa del Dada l'avanguardia più estremista della storia dell'arte, oltre la quale non può esserci più nulla.
Hans Arp,Trousse d'un Da,1920-21, legni colorati e incollati su tavola di legno,18,7x27x4,5 cm,Parigi, Centre Pompidou
Per sottolinearne la libertà, il gruppo non la chiamò Dadaismo, come un movimento organizzato, ma solo Dada, un nome inventato che ogni membro ha spiegato in modo differente: nella lingua russa significa due volte sì; in tedesco due volte qui; in italiano sono le prime sillabe pronunciate dai bambini. Qualcuno invece sostiene di aver trovato quella parola aprendo a caso un dizionario francese.
Raoul Hausmann,Lo spirito del nostro tempo,1919,assemblaggio,32,5x21x20 cm,Parigi, Centre Pompidou