Want to make creations as awesome as this one?

Transcript

CHIESA DELLA MISSIONE AI VERGINI

Nel 1669, i Padri Missionari arrivarono a Napoli grazie al cardinale Innico Caracciolo, con l'aiuto di p. Cosimo Galilei, nipote di Galileo Galilei. Nel corso del Settecento, grazie alle donazioni della duchessa di Sant'Elia, Maria Giuseppa de Brandis Staremberg, la Casa della Missione si espanse nel Borgo dei Vergini, ampliata sotto la supervisione di padre Andrea Garagni e successivamente da Luigi Vanvitelli tra il 1753 e il 1760. Il complesso comprende varie cappelle, tra cui quella delle Reliquie, che custodisce anche la terza ampolla del sangue di san Gennaro. Recentemente, nella cripta della duchessa di Sant'Elia, sono state ritrovate le spoglie di Domenico Cotugno, un luminare della medicina del '700 a Napoli.La chiesa è uno dei capolavori di Luigi Vanvitelli, tanto che, dopo la sua costruzione, divenne un vero e proprio modello di riferimento per l'architettura religiosa della città.La sua facciata barocca, situata tra due edifici residenziali, presenta elementi distintivi come le lesene corinzie e i cornicioni marmorei che conferiscono un'impressione di grandiosità e raffinatezza. All'interno, la disposizione a pianta centrale con una maestosa cupola e un tamburo centrale crea un ambiente solenne e sacro. Gli altari, distribuiti lungo le pareti, sono ornati da opere d'arte di prestigiosi artisti del XVIII secolo, che aggiungono fascino e significato alla struttura. Tra queste opere spicca il dipinto di San Vincenzo de'Paoli di Francesco De Mura, che incanta i visitatori con la sua bellezza e maestria artistica.

IL FORO CAROLINO

Piazza Dante, originariamente chiamata "Foro Carolino", fu progettata da Luigi Vanvitelli per Carlo di Borbone tra il 1757 e il 1765, situata nell'antico "Largo Mercatello". Nel 1871, dopo l'Unità d'Italia, è stata rinominata in onore di Dante Alighieri, con una sua statua al centro. L'emiciclo monumentale ad esedra incorpora le antiche mura aragonesi e la Port'Alba del duca d'Alba, con ventisei statue raffiguranti le virtù di Carlo III. In origine era prevista una statua equestre di Re Carlo nella nicchia più grande dell'emiciclo, tuttavia fu distrutta nel 1799. Ora rimane una nicchia vuota sopra cui è stata eretta una torre con un orologio. Successivamente, la nicchia fu utilizzata come ingresso per un istituto religioso, trasformato in seguito in un convitto.

PALAZZO DORIA D'ANGRI

Il Palazzo Doria, un'imponente struttura del XVIII secolo progettata da Luigi Vanvitelli e completata dal figlio Carlo, occupa una posizione di rilievo nella storia di Napoli. È noto soprattutto per essere stato il luogo in cui, il 7 settembre 1860, Garibaldi annunciò l'annessione del Regno delle Due Sicilie all'Italia, un momento cruciale nell'unità nazionale italiana.Con la sua pianta trapezoidale, il palazzo si insinua tra le vie Toledo e Monteoliveto, dominando la zona con la sua maestosità architettonica. La facciata principale, impreziosita da un ingresso ad arco e un balcone d'onore sostenuto da colonne toscane e ioniche, è un'opera d'arte in sé. Ancora oggi, le tracce di quell'evento storico sono visibili nel nome della piazza di fronte al palazzo e in un'epigrafe sulla facciata che dà su via Toledo.L'interno del palazzo è altrettanto ricco di fascino, con un cortile a pianta esagonale e importanti affreschi che narrano la storia dei Doria, realizzati da artisti di prestigio. Tuttavia, non tutto il patrimonio artistico e culturale accumulato dai Doria è stato conservato: molte opere d'arte sono state disperse nel corso del tempo, soprattutto attraverso vendite all'asta.

BASILICA DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA MAGGIORE

La Basilica della Santissima Annunziata Maggiore venne costruita nel XIII secolo dagli Angioini, tuttavia fu rimaneggiata e ampliata nel Cinquecento da Ferdinando Manlio. Dopo un devastante incendio, fu affidata agli abili architetti Luigi Vanvitelli e suo figlio Carlo, che le conferirono un'impronta tardo-barocca.All'interno, la basilica presenta una struttura a croce latina con una navata unica e sei cappelle laterali, richiamando la maestosità della Cappella Palatina nella Reggia di Caserta. La facciata esterna è caratterizzata da colonne classiche, mentre accanto alla chiesa si erge il campanile cinquecentesco.Un elemento affascinante è la succorpo, una cripta sotterranea progettata da Vanvitelli per permettere le celebrazioni durante i lavori di restauro. Qui troviamo sei nicchie con alcune delle statue salvate dall'incendio.Durante la Seconda Guerra Mondiale, la basilica subì danni significativi, richiedendo un restauro sia interno che esterno.

Originariamente parte di un complesso monumentale che includeva ospedali, conventi e istituzioni di assistenza per i più bisognosi, la basilica era un fulcro delle "Sante Case dell’Annunziata", antiche istituzioni di Napoli per l'assistenza all'infanzia abbandonata.Una delle storie più toccanti legate alla basilica è quella della "Sacra Ruota degli Esposti", dove i neonati venivano lasciati in anonimato, spesso con segni o oggetti per identificarli. La ruota, fu chiusa nel 1875, ma la pratica di abbandonare i neonati continuò per molto tempo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo subì danni dai bombardamenti, ma fu salvato dalla demolizione. Successivamente, nel 1954, iniziarono lavori di restauro e nel 1962 fu proposto di trasformare il palazzo in sede delle unità operative dei Vigili del Fuoco di Napoli. Dal 1986, ospita gli uffici del Ministero del Tesoro, diventando poi l'Ufficio "Napoli 3" dell'Agenzia delle Entrate.Recentemente restaurato, il palazzo è stato commemorato con una lapide in memoria di Edoardo Bianchini nel 2012, mantenendo viva la sua storia come struttura militare e amministrativa.

CASERMA DI CAVALLERIA BORBONICA

Nel 1581, il Viceré di Napoli Juan de Zúñiga y Requeséns, Principe di Pietraperzìa, fece costruire la "Cavallerizza" vicino al Ponte della Maddalena, al di là delle mura orientali della città. Originariamente adibita all'addestramento dei cavalli e dei cavalieri dell'esercito vicereale, la struttura subì danni durante i tumulti di Masaniello nel 1648, ma fu restaurata e trasformata in un luogo coperto per l'addestramento dei cavalli napoletani.Successivamente, nel 1741, la "Cavallerizza" fu trasferita altrove e la struttura fu convertita in un maneggio, diventando la prima struttura del genere in Italia ed Europa. Tuttavia, nel 1827, con il declino dell'interesse per gli spettacoli circensi e combattimenti tra animali, l'edificio tornò al suo utilizzo militare originale, diventando sede di reparti di artiglieria.

Nel 1720, Vincenzo Tuttavilla, V duca di Calabritto, costruì un palazzo nei pressi di Santa Maria della Vittoria. Carlo III di Borbone desiderava acquistarlo, ma poi Francesco Tuttavilla lo riacquistò nel 1754, restaurandolo con l'aiuto di Luigi Vanvitelli. Nonostante i danni della Seconda Guerra Mondiale, gli affreschi e il maestoso portale in marmo con cariatidi ioniche si sono conservati. Nel corso dei secoli, il palazzo ha ospitato personaggi illustri e ha avuto diverse funzioni, inclusa quella di sede del Napoli negli anni ottanta.

PALAZZO CALABRITTO

Verso la metà del XV secolo, Guillaume d'Estouteville, un cardinale francese, si stabilì a Roma e diede origine al ramo italiano dei d'Estouteville, noti come Tuttavilla. La famiglia ottenne importanti incarichi nel regno di Napoli e nel 1630 fu insignita del titolo di duchi di Calabritto.