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odi et amo
valerialavorato98
Created on February 5, 2024
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Transcript
odi et amo
Catullo, carme 85
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.
Index
Introduzione
1.
Significato
2.
Traduzione e analisi
3.
Analisi sematica
4.
Confronto tematico
5.
Traduzione contrastiva
6.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
introduzione
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Buona parte del liber di Catullo è riservata al rapporto d'amore con una donna chiamata Lesbia. A lei è dedicato il carme da noi trattato, ovvero "odi et amo". Il poeta si innamorò perdutamente di Lesbia, una figura ricca, colta e amante della vita mondana, rimasta presto vedova di Quinto Metello Cèlere. L'amore provato da Catullo è paragonabile ad un quadro ideale di "donna gentile", un amore passionale, sentimento non compreso dall'affascinante donna in quanto l'amore si riduceva a un gioco passeggero.
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Significato
Con queste parole Catullo esprime sentimenti potenti e opposti, che però convivono allo stesso tempo nell’individuo. Oltre alla consapevolezza della difficoltà, si avverte anche la triste constatazione che tale difficoltà nasce indipendentemente dalla volontà umana. Il poeta, impotente rispetto alle sue emozioni, le contempla soffrendo terribilmente. Questo dolore, questa sofferenza fisica, vengono sottolineati dal verbo excrucior, che letteralmente significa "sono messo in croce". La lirica è breve ed essenziale: con due soli versi dunque, Catullo riesce con efficacia a rendere la situazione emotiva di un amore lacerato da sentimenti opposti, e condensa in un epigramma tormentato un tremendo dissidio interiore.
Odi et amo
Traduzione e analisi
Odio e amo
Quare id faciamo
Perchè io faccia questo
Fortasse requiris
Forse ti chiedi
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Nescio
Non lo so
Sed fieri sentio
Ma sento che accade
Excrucior
Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e ne sono tormentato .
Mi tormento
Analisi sematica
i verbi sono fondamentali, poichè in ben due versi troviamo sette verbi
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Sentio e nescio
Odi et amo
Odi et amo sono verbi che indicano sentimenti di natura estrema e caratterizzati da una forza travolgente nei confronti chi li prova.
Sentio e nescio rimandano alla sfera della percezione sensoriale/razionale o alla mancanza di essa.
Excrucior
Requiris
Excrucior è un verbo che veniva utilizzato per indicare la crocifissione o, generalmente. la tortura e rimanda al dolore anche fisico che il dissidio interiore provoca al poeta
Requiris Potrebbe trattarsi di un destinatario fittizio, di Lesbia oppure di un suo io interiore
Confronto tematico
Letteratura inglese: Shakespeare
Letteratura italiana: Petrarca
La presenza contemporanea di sentimenti di odio e d'amore e il loro conflitto nell'intimo di un individuo innamorato erano già stati testimoniati da più poeti. Abbiamo esempi nella letteratura italiana, in quella inglese e nella filosofia.
Filosofia: Platone
Dal punto di vista filosofico si può confrontare la rappresentazione dell'amore come soferenza con quella del Simposio..
La compresenza di amore e odio domina anche la tragedia di Romeo and Juliet di Shakspeare. Le contraddizioni che si generano sono espresse dagli ossimori.
Nel sonetto CXXXIV del Canzoniere, Petrarca descrive il dissidio interiore causato dall'amore per Laura attraverso antitesi ed ossimori.
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6. Traduzione contrastiva
Ci sono diverse traduzioni e in ognuna sono presenti differenze. Analizziamo quelle di Salvatore Quasimodo e Giovanni Pascoli.
L'odio e l'adoro. Perchè ciò faccia, se forse mi chiedi, io, nol so: ben so tutta la pena che n'ho.
Odio e amo. Forse mi chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così, e mi tormento.
1913
1955
Salvatore Quasimodo
Giovanni Pascoli
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ODI ET AMO, CATULLO, CARME 85
Test dell'attenzione
Test dell'attenzione
Test dell'attenzione
Lesbia
Eva Cantarella analizza la figura di Lesbia, ne propone un ritratto attraverso delle testimonianze la riconduce a Clodia, sorella di Clodio (ex tribuno e capo di una banda che appoggiava violentemente la politica dei popolari), era una donna elegante, raffinata, colta, ma anche libera nei suoi atteggiamenti e nel suo comportamento, tanto da riempire di sé le cronache del tempo. Clodia era sposata con Quinto Metello Cèlere, ma fu amante di personaggi che dominarono la politica, come Cesare e Pompeo, e di poeti come Catullo. Il poeta ne rimase affascinato e la cantò nei suoi versi sotto lo pseudonimo di Lesbia, in omaggio alla poetessa Saffo.
Pascoli utilizza il verbo "adoro" per indicare la sottomissione di Catullo a Lesbia, l'autore omette la principale e, a differenza di Quasimodo, tratta l'argomento della pena, che è più fisica e meno costante rispetto al tormento.
Nella traduzione di Quasimodo il verbo "amo" è visto come amore fisico e passionale, l'autore utilizza poi un'interrogativa introdotta da un avverbio (forse). Infine, nell'ultima parte, parla di tormento, ovvero di qualcosa che lo turba e perseguita costantemente.
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