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TESTO DIOMIRA Partendosi di là e andando tre giornate verso levante, l'uomo si trova a Diomira, città con sessanta cupole d'argento, statue in bronzo di tutti gli dei, vie lastricate in stagno, un teatro di cristallo e un gallo d'oro che canta ogni mattina su una torre. Tutte queste bellezze il viaggiatore già conosce per averle viste in altre città. Ma la proprietà di questa e che chi vi arriva una sera di settembre, quando le giornate s'accorciano e le lampade multicolori s'accendono tutte insieme sulle porte delle friggitorie, da una terrazza una voce di donna grida: uh!, gli viene da invidiare quelli che ora pensano d'aver già vissuto una sera uguale a questa e d'esser stati quella volta felici. RIASSUNTO DIOMIRA La città di Diomira si presenta con delle cupole d'argento, delle statue in bronzo di tutti gli dei, un teatro di cristallo e un gallo d'oro che canta ogni mattina. Si può ipotizzare che sia una città storica, dove hanno vissuto tanti popoli ed anche una città aperta e multiculturale, contrassegnata da tante religioni ed edifici di culto. La bellezza che il viaggiatore trova in Diomira non è nei monumenti, ma nella sua proprietà che la contraddistingue. La donna, nel testo, vive un momento d’incanto, di compiacimento pensando che qualcuno abbia già potuto vivere quel momento in quel determinato luogo ed esserne felice RIFLESSIONE DI GRUPPO La città di Diomira introduce il tema del ricordo di un'occasione felice, che lega l'uomo ad un preciso ambiente. Per noi, per esempio, è la Piazza 5 Dicembre, luogo in cui passiamo i nostri pomeriggi insieme ai nostri amici.