La Sirenetta è queer e altre scomode verità sulle fiabe
Camilla Lamuraglia
Created on January 31, 2024
Over 30 million people build interactive content in Genially.
Check out what others have designed:
ANCIENT EGYPT FOR KIDS PRESENTATION
Presentation
A GLIMPSE INTO CAPE TOWN’S PAST
Presentation
ALTERNATIVE DIETS
Presentation
MUSIC PROJECT
Presentation
Coca-Cola Real Magic
Presentation
GEO PROJECT (SINGAPORE)
Presentation
THE LITTLE PRINCE PRESENTATION
Presentation
Transcript
e altre scomode verità sulle fiabe
La Sirenetta è queer
Biancaneve
Cappuccetto Rosso
La Bella e la Bestia
Raperonzolo
La Sirenetta
Cenerentola
Introduzione
Indice
cos'è, la sua storia e la sua funzione
La fiaba
Romanticismo
XVII - XVIII secolo
XVII secolo
In Italia
In antichità
- La fiaba è un racconto di media lunghezza di origine popolare;
- Si svolge in un’epoca solitamente indefinita, in uno spazio non definito esattamente;
- La storia ha inizio generalmente con un problema da risolvere.
Secondo Bettelheim il bambino nella prima infanzia è attraversato da forme comportamentali animistiche per cui l’elemento magico del fiabesco appare essenziale. Le fiabe pongono il bambino di fronte ai principali problemi umani; esprimono in modo simbolico un conflitto interiore e poi suggeriscono come può essere risolto.Le fiabe parlano, oltre che all’io cosciente, al nostro inconscio: l’ambiguità contenuta nelle fiabe si sviluppa nell’inconscio dando significati diversi alla medesima storia.
La funzione delle fiabe
la ritrovata armonia
LA BELLA E LA BESTIA
LA ROSA
Un giorno un ricco mercante di navi va in rovina e gli resta solo la casa di campagna. Un anno dopo il mercante viene a sapere che una sua nave perduta è arrivata a un porto e va a vedere se riesce a ricavare qualcosa dalle merci rimaste. Il viaggio del mercante non va a buon fine e ritorna povero come prima. Per tornare a casa deve attraversare una foresta dove lo coglie una bufera di neve, ma fortunatamente il mercante vede la luce di un palazzo dove trova un fuoco, cibo e un letto dove dormire. Il giorno dopo il mercante non trova nessuno da ringraziare e pensa quindi che sia tutta opera di una fata. Prima di andarsene coglie una rosa per la figlia, ma questo attira una Bestia orrenda che lo accusa di ingratitudine e vuole ucciderlo per aver toccato le sue amatissime rose.
LA MALATTIA DEL PADRE
In biblioteca chiede a un libro magico di poter vedere il padre e nel grande specchio appare l'immagine del padre che torna a casa e delle altre figlie che si fingono afflitte. Passano tre mesi e Belle ha sempre qualcosa da fare per divertirsi.Nello specchio Belle vede che le sorelle si sposano e i fratelli vanno in guerra, ma un giorno vede anche che il padre, rimasto solo, si è ammalato. Quella sera Belle chiede alla Bestia di poter tornare dal padre finché non sarà guarito. La Bestia non riesce a negarle nulla anche se Belle gli ha onestamente detto che, pur volendogli bene, non lo sposerebbe mai; le dà quindi un anello da indossare prima di andare a dormire e quando Bella vorrà tornare al castello le basterà sfilarselo. La Bestia però è sicura che Belle non tornerà mai più.
LA FINE
La decima notte però Bella sogna la Bestia morente nel giardino del palazzo e si pente di avergli dato quella pena Bella quindi si sfila l'anello e va a dormire, e la mattina si ritrova al palazzo incantato. Quella sera la Bestia non scende a cena e lei lo cerca preoccupata ovunque. Lo trova infine svenuto in giardino e lo risveglia con dell'acqua. Gli dice che accetta di sposarlo perché ha capito che non potrebbe vivere senza di lui. In quel momento i fuochi d'artificio illuminano il palazzo attirando l'attenzione di Bella, ma quando lei guarda di nuovo la Bestia al suo posto vede un giovane bellissimo.
SIMBOLISMO DELLA FIABA
- unione e armonia
- sessualità e amore
- ruolo dei personaggi maschili e femminili
- la rosa
- la malattia del padre
la bellezza della graziae della morte
Cenerentola
LA MORALE
Charles Perrault
“La bellezza in una donna è un tesoro raro che sarà sempre ammirato. La grazia, tuttavia, è inestimabile e di valore ancora maggiore. Questo è ciò che la madrina di Cenerentola le ha dato quando le ha insegnato a comportarsi come una regina. Le giovani donne, nella vittoria di un cuore, la grazia è più importante di una bella pettinatura. È un vero dono delle fate. Senza di essa nulla è possibile; con esso, si può fare qualsiasi cosa. “
- lessico più semplice
- le scarpette diverse
- le sorellastre
- il ballo
- lessico complesso
- le scarpette di cristallo
- le sorellastre
- il ballo
Fratelli Grimm
Charles Perrault
LA PSICOLOGIA DELLA FIABA
La produzione dei fratelli Grimm mira ad educare i bambini tramite dettagli cruenti, per abituarli alle difficoltà della vita reale. Dall’incipit in cui inizia la versione dei Grimm, si evince già la prima immagine di morte: Cenerentola si reca ogni giorno sulla tomba della madre. Successivamente, non potrà più farlo, e la tomba sarà sostituita dall’immagine della cenere e del focolare. Potrebbe essere vista come la tomba della sua infanzia ma il significato allegorico del focolare e la cenere non si accostano alla sporcizia come la matrigna e le sorellastre intendono; è più una rinascita. La cenere è purificata dal fuoco, e quindi, è liberazione. La scarpa calza perfettamente proprio per la purezza della protagonista: le sorellastre, invece, devono mutilarsi il piede tagliando l’alluce o il calcagno, sanguinando e soffrendo simbolo di animi non puri. Per la stessa ragione, al ritorno dal ballo, le sorellastre saranno accecate dagli uccelli.
e il conflitto tra vanità e modestia
BIANCANEVE
UNA FIABA PIENA DI TABù
La prima versione della fiaba dei fratelli Grimm risale al 1812, mentre la versione più nota che è stata tramandata fino ai noi è del 1857. Le variazioni principali avvenute nel tempo riguardano molteplici punti salienti, tra cui il ruolo della madre/matrigna e la modalità del risveglio di Biancaneve. Il famoso bacio del principe che risveglia dalla morte apparente Biancaneve viene introdotto con il film d’animazione della Disney ma non è presente nella fiaba originale.
IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO
Il tema centrale di Biancaneve è il rapporto madre-figlia con le sue ombre: dietro la madre, l’origine della vita, può nascondersi un’ombra psichica mostruosa. La fiaba rappresenta in modo esasperato qualcosa che appartiene in qualche misura a ogni madre (e padre, aggiungiamo oggi) e ci ricorda che il rapporto madre-figli non è così idilliaco come la morale comune ci costringe a credere. Nel genitore, che sia la madre o il padre, può esistere una tendenza, ad esempio, a “usare” i figli, a eclissarli, a caricarli dei propri sogni falliti (quante volte lo vediamo accadere?): tutti modi con cui, simbolicamente, viene uccisa l’identità propria del figlio.
MORTE ERINASCITA
La morte apparente di Biancaneve viene letta come morte della bambina che è in lei e avviene a causa del morso di una mela, simbolo del distacco e della decisione di “assaggiare l’illecito”, contravvenendo a tutte le raccomandazioni ripetutamente datele dai sette nani, seguendo quei nuovi bisogni che subentrano a turbare la tranquillità precedente, così come accade con l’arrivo dell’adolescenza e degli impulsi sessuali. La morte però è solo apparente e rappresenta un periodo di trasformazione.
e il complesso di Edipo
CAPPUCCETTO ROSSO
UNA STORIA AL FEMMINILE
"C’era una volta una dolce bimbetta; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna che non sapeva più che cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e poiché‚ le donava tanto, ed ella non voleva portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso."
IL BOSCO
A differenze di altre fiabe, come “Hansel e Gretel”, in questo racconto il bosco non viene percepito da Cappuccetto Rosso come minaccioso, nonostante le raccomandazioni della madre. Ciò avviene perché il bosco rappresenta anche le infinite possibilità che l’esterno pone e che vengono intese come terrificanti e cariche di angosce abbandoniche da un bambino prepubere (Hansel e Gretel), mentre incuriosiscono il fanciullo in pubertà che inizia ad effettuare quel processo di separazione dal proprio nucleo famigliare.
IL LUPO
All’interno del bosco, Cappuccetto Rosso incontra il Lupo che la tenta nel “deviare dal giusto sentiero” e, nel frattempo, chiede informazioni per arrivare alla casa della nonna. Questa parte della storia permette di comprendere quanto il lupo rappresenti la figura maschile sessualizzata che cerca di sedurre la ragazza innocente verso una cattiva strada. Oltre ad un aspetto psicologico, questa fiaba si connota anche di un ammonimento sociale: “non dare confidenza agli sconosciuti”, andando a mettere in guardia il bambino su pericoli che non è ancora in grado di intravedere, a causa della sua ingenuità.
IL FINALE
Come in molte altre fiabe, il tema centrale di Cappuccetto Rosso è quello della rinascita ad un livello superiore. I bambini devono poter credere che sia possibile raggiungere una più alta forma di esistenza se si riesce a padroneggiare i propri impulsi e le fasi di sviluppo. La rinascita in questa fiaba viene posta con “il taglio cesareo” che viene inflitto sul lupo, rendendo ancora più lampante l’idea di una rinascita dalla pancia del lupo, in una fanciulla più ravveduta, meno ingenua e con una riconciliazione con il padre e la madre, libera da dinamiche edipiche distruttive.
e la sfera sessuale
RAPERONZOLO
“Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli che per salir mi servirò di quelli!"
La versione dei Grimm
Una coppia di sposi è in attesa di un bambino. La loro casa confina con l’orto della signora Gothel, una vecchia maga. Qui vengono coltivati dei meravigliosi e invitanti raperonzoli, che diventano l’ossessione della donna incinta, al punto da confessare al marito che, se non riuscirà a mangiarne, di certo morirà.Per scongiurare il nefasto evento, l’uomo ruba una manciata degli ortaggi proibiti e riesce così a soddisfare il desiderio della moglie, che però il giorno seguente si riaffaccia più forte di prima. Il marito si reca nell’orto una seconda volta, ma qui viene fronteggiato dalla maga, che gli da il permesso di portar via i raperonzoli in cambio del nascituro, che si rivelerà essere una bimba.
Una donna incinta di nome Pascadozia abita vicino a un bellissimo orto di prezzemolo. Un giorno, presa da un'irrefrenabile voglia di gustare una salsa, ella ruba una manciata di foglie e si cava il desiderio, il quale però ritorna più forte di prima. Durante la seconda incursione nell’orto, la proprietaria, una strega vecchia (o un'orchessa, a seconda dell'edizione), le intima di pagare il prezzemolo rubato col bambino che le nascerà l’anno seguente. Pascadozia, incautamente, promette, ma ben presto si dimentica l’episodio. Quando le nasce una bimba, il marito le propone di chiamarla Prezzemolina, in omaggio alla voglia a forma di prezzemolo sul braccio della piccola. Pascadozia si ricorda così, d’improvviso, della promessa fatta alla strega, ma non ha nessuna intenzione di mantenerla.
La versione di Basile
Tuttavia, è interessante notare che nella versione di Prezzemolina, dove peraltro non compaiono i figli, appaia però una scala di seta: se si vuole usare come chiave di interpretazione simbolica quella freudiana, come Bettelheim sceglie di fare, bisogna osservare che Freud ipotizza come l’azione di fare le scale rappresenti, nel linguaggio onirico, un’allusione al rapporto sessuale.
Nella versione dei fratelli Grimm, la consumazione del rapporto fra i due innamorati, di cui non viene mai fatto cenno, è desumibile solo dall’improvvisa presenza dei figli e che di questi si fa cenno unicamente per sottolineare il legame fra i genitori durante il periodo di separazione. Proprio per via questo ‘buco narrativo’, comune nelle fiabe, secondo Bettelheim nei bambini si trasmetterebbe l’idea che i figli possano essere solo frutto dell’amore, senza bisogno dell’intermediazione sessuale.
L'interpretazione di Bettelheim
L'interpretazione di Bettelheim
Tuttavia Bettelheim tralascia il particolare del principe reso cieco durante il periodo di privazione della sua amata e guarito una volta ricongiuntosi a lei. Secondo Freud, infatti, la cecità simboleggerebbe la castità. Pertanto si puòipotizzare che, nella fiaba, si alluda simbolicamente alla rinuncia, da parte del principe, alla propria sessualità finché perdura l’assenza dell’amata e al suo recupero una volta che egli l’abbia ritrovata.
l'inno dell'amore e della sofferenza
LA SIRENETTA È QUEER
LA TRAMA
Hans Christian Andersen
"In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare."
Ne La Sirenetta si intravede subito tra le tante tematiche quella della diversità, che Andersen inserisce spesso nelle sue fiabe. Qui è rappresentata da un amore tra due esseri diversi, una creatura marina e un uomo. Un amore reso impossibile dal mutismo della protagonista e in questo particolare si è voluto vedere una trasfigurazione dell’omosessualità dell’autore.
LO SPECCHIO DELL'AUTORE
Per amore si soffre, quasi come se si stesse camminando su una lunga fila di coltelli appuntiti e sopportando il dolore in silenzio. E quando quell’amore non sboccia, quando si consuma in una sola fiammata o, peggio ancora, viene tradito e incompreso, come fa il principe, allora la sofferenza è maggiore e alcune volte irreparabile. La mente di noi lettori moderni non riesce a non vedere nella triste storia della sirenetta una similitudine con tante e troppe storie di persone, soprattutto giovani, che si consumano fisicamente e moralmente per una persona che non li capisce o li ignora portandole, alcune volte, a una soluzione estrema.
QUANDO AMARE SIGNIFICA SOFFRIRE
LA SIRENETTA NEL TEMPO
LUCIA MONTESI
Euismod tincidunt ut laoreet dolore magna aliquam erat volutpat. Ut wisi enim ad minim veniam, quis nostrud exerci tation.
Timeline