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prof.ssa Rossella Auriemma

disegno e storia dell'arte

Percezione visiva

le leggi della percezione

teoria GESTALT

la percezione

guardare, vedere

Indice

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Guardare è ricevere passivamente uno stimolo visivo, è una sorta di azione involontaria, mentre vedere è un atto che implica la volontà di conoscere, di capire, di indagare la realtà che ci circonda.A vedere si impara: per osservare, infatti, è importante disegnare e, in particolare, copiare.Anche il semplice guardare è un processo “creativo” perché il nostro cervello non registra tutto ciò che percepisce ma individua, seleziona, riconosce, anche a nostra insaputa.

guardare, vedere

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CHE COS’ È LA PERCEZIONE?

La percezione è il processo mediante il quale traiamo informazioni sul mondo nel quale viviamo.

• Il nostro cervello esplora il mondo attraverso i cinque sensi: gusto, tatto, olfatto, udito e vista.• I sensi comunicano al cervello una serie di informazioni: comunicano il sapore, la consistenza, l’odore, il suono, la forma e il colore delle cose.• Il cervello esamina i dati, cerca negli archivi della memoria, li cataloga, li collega con altreinformazioni. • L’esperienza sensoriale coinvolge contemporaneamente tutti i sensi.• L’intero processo, che ha un tempo rapidissimo, intensamente ricco di esperienze, si chiama PERCEZIONE.

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ma la percezione non consiste soltanto nell’uso dei sensi.

La percezione è un processo mentale attivo nel quale le sensazioni vengono integrate con idee, ricordi ed emozioni che fanno parte della storia personale di colui che ‘percepisce’.Ogni volta che osserviamo un oggetto dunque, senza rendercene conto, selezioniamo mentalmente ciò che giàsappiamo e rapidamente operiamo dei confronti, fino alla completa identificazione dell’oggetto stesso.

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CERCA DI COMPRENDERE LE LEGGI CON CUI STRUTTURIAMO LE NOSTRE PERCEZIONI

LA TEORIA DELLA GESTALT

il nostro cervello è programmato per individuare e raccogliere il “succo”, le parti fondamentali di un’immagine.Dopo aver fatto questa selezione (che sarà diversa per ogni individuo) facciamo anche delle valutazioni qualitative su ciò che percepiamo. Attribuiamo un colore, una dimensione, una forma.

La tabella di Bartleson-Breneman dimostra, ad esempio, come la luminosità dello sfondo modifichi la percezione della luminosità dei riquadri (che, invece, sono uguali in ogni riga): uno sfondo scuro sposta tutti i valori di grigio verso il bianco comprimendo le reali differenze di luminanza; al contrario, uno sfondo chiaro sposta tutti i valori verso il nero enfatizzando il reale contrasto. La cosa appare evidente nel confronto con un fondo uniforme.

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LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

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1. LEGGE DELLA VICINANZA:• All’interno di un’immagine, gli elementi tra loro vicini vengono percepiti come un elemento unitario.

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

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2. LEGGE DELLA SOMIGLIANZADi fronte a una moltitudine di elementi diversi, vengono raccolti in gruppo e percepiti come unità, gli elementi fra loro simili per forma, dimensioni, colore, orientamento, chiarezza o spessore, a parità di altre condizioni.

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

La legge della somiglianza permette di percepirein modo immediato le anomalie, e può renderecosì un’illustrazione curiosa ed interessante.

3. LEGGE DELLA CHIUSURALe linee delimitanti una superficie chiusa si percepiscono come unità più facilmente di quelle che non si chiudono, a parità di altre condizioni. La figura chiusa è così potente dal punto di vista percettivo che riesce a superare la forza di raggruppamento dovuta ad altre condizioni (nel caso della figura qui sotto, è più forte della vicinanza).

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

4. LEGGE DEL DESTINO COMUNEQuelle parti di una figura che formano una “curva buona” o hanno un “destino comune” (continuità di direzione) si costituiscono in unità più facilmente delle altre. Il sistema visivo sembra funzionare in modo che un segmento rettilineo tenda ad evitare bruschi cambiamenti di direzione e pertanto, ad un incrocio con altri segmenti, si unifichi di preferenza con quello che continua nella medesima direzione.

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

5. LEGGE DELLA PREGNANZAL’oggetto della percezione tende sempre verso una “soluzione semplificata”, quella più vicina alle nostre capacità conoscitive. Per ottenere ciò siamo portati ad eliminare ogni piccola ambiguità attraverso l’aumento di simmetria, l’omissione di particolari insignificanti, l’eliminazione dell’obliquità.

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

6. LEGGE DELL' ESPERIENZA La riconoscibilità di segni o di oggetti sussiste solamente se l’osservatore conosca già, per sua precedente esperienza, quel segno o quell’oggetto. Arnheim afferma che “l’esperienza del momento presente non è mai isolata; essa non è che la più recente in mezzo ad un numero infinito di esperienze sensoriali che hanno avuto luogo lungo tutta la vita passata dell’individuo: in questo modo la nuova immagine viene a contatto con le tracce amnesiche di forme che sono state percepite nel passato”. Ecco perché riconosciamo un triangolo o una croce anche se sono del tutto assenti dall’immagine!

LE LEGGI DELLA PERCEZIONE VISIVA

Il nostro bagaglio di esperienza, quindi, influisce sul nostro modo di vedere ed interpretare i segni e gli elementi grafici.

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