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Macroarea della bellezza

Fedra

la bellezza di Ippolito

la vita

la bellezza della Spagna

Satyricon

la bellezza di Gitone

Satyricon

La bellezza per Trimalchione

mores pallentes

seneca

marziale

Persio

Petronio

la bellezza

apuleio

giovenale

Epigrammi I

Satira II

la bellezza di Amore

la bellezza del gladiatore

la bellezza di Maronilla

Amore e Psiche

TRAMA Fedra, moglie di Teseo, è innamorata follemente del figliastro Ippolito (il quale rifiuta l'amore delle donne per dedicarsi alla caccia e alla vita nei boschi), ma ha paura a rivelarlo, in quanto è un amore incestuoso. Nonostante gli iniziali tentativi della nutrice di dissuaderla, rivela il suo amore, e Ippolito, indignato, fugge dalla reggia. Fedra decide di vendicarsi: quando Teseo ritorna dalla sua impresa negli Inferi, gli racconta mentendo che Ippolito ha cercato di abusare di lei. Teseo, infuriato, invoca la maledizione sul figlio, servendosi di un desiderio concessogli dal padre Poseidone, e il giovane muore in maniera orribile, trascinato nella natura dove non c'era un tronco senza una parte del suo corpo. Quando il cadavere di Ippolito viene riportato alla reggia, Fedra confessa il suo delitto a Teseo e si uccide. Al padre non resta che piangere la propria sorte, e ricompone il corpo del figlio fatto a pezzi, e ordina ai servi di gettare il corpo di Fedra in una fossa. COLLEGAMENTO La bellezza di Ippolito fa esplodere la passione (furor) incestuosa di Fedra.

In quest'opera di Petronio, la bellezza di Gitone porta Encolpio (il protagonista) e il suo amico Ascilto ad invaghirsi di quest'uomo a tal punto da rovinare la loro amicizia. Dopo un ennesima scenata du gelosia, Encolpio e Ascilto affidano a Gitone la scelta del proprio compagno. Gitone sceglie Ascilto, lasciando Encolpio nella disperazione. Successivamente però, Gitone farà ritorno da Encolpio poiché scopre che Ascilto altro non è che un uomo violento e brutale.

L'episodio più lungo e meglio conservato del Satyricon è la Cena Trimalchionis. TRAMA Ascilto ed Encolpio sono invitati ad una con a casa di un ricco liberto, Trimalchione. COLLEGAMENTO E' evidenziato fin da subito il contrasto tra l'ideale di bellezza di Encolpio e quello di Trimalchione. Difatti vediamo da un lato, Trimalchione fiero di sfoggiare le sue ricchezze in modo eccessivo: portando il cibo a tavola usando un asino d'oro, recitando il suo testamento e offrendo all'ingresso della sua dimora una galleria ricca di dipinti della sua stirpe, privo però di stirpe la galleria altro non è che una successione di innumerevoli ritratti di Trimalchione. Dall'altro lato vediamo Encolpio e i suoi compagni che vengono sopraffatti dal cattivo gusto. Definiscono gli abbellimenti del banchetto rozzi e superstiziosi, arrivando a giudicare persino la moglie di Trimalchione come rozza e volgare.

Secondo Persio si è persa la bellezza dell'antica Roma e con essa i suoi costumi. Questi costumi sono divenuti mores pallentes, costumi corrotti. Persio interviene come un "medico" che intende sanare le "ferite" (i costumi) attraverso lo scherzo non volgare ma pungente. Nella sua prima Satira citrica la moda letteraria romana che è immorale e governata dalle recitationes, eventi dove un autore leggeva la pubblico le sue opere e per provocare il plauso prestava maggiore attenzione alla forma che al contenuto.

Da qui ci si può collegare a Quintiliano o a Giovenale.

Marziale dopo aver vissuto per un po' di tempo a Roma fa ritorno nella sua patria, la Spagna. Lì può godere della bellezza e della tranquillità che la sua patria può offrire. Nonostante ciò egli soffre per l'assenza di stimoli intellettuali: solo Roma, però, ispirava la sua poesia.

Nella Satira II di Giovenale troviamo un'operetta che drappa l'episodio di Eppia, la moglie di un senatore fuggita in Egitto insieme a uno scalcagnato gladiatore. Per tutto il brano si crea l'aspettativa che il gladiatore con il quale Eppia sia fuggita sia bello e giovane.Quest'aspettativa viene ,però, drammaticamente smentita, rivelando prima la ver età e poi l'aspetto. Sergio, il gladiatore per il quale la matrona è impazzita, non è solo prossimo al congedo ma è anche particolarmente malandato di aspetto. infine si scopre che ciò che attrae Eppia altro non è che il suo titolo difatti si afferma che una volta congedato, Sergio diventerà simile al marito di Eppia.

Questo epigramma di Marziale appare dapprima il racconto di una storia d'amore: Gemello brama Maronilla, le sta addosso con insitinstenza, la prega e le fa regali. Le premesse, tuttavia, vengono bruscamente smentite: data la smania di sposarsi di Gemello, ci si chiede se Maronilla sia veramente una straordinaria bellezza. La risposta è negativa: alla donna infatti viene attribuito l'aggettivo foedus, che indica qualcosa di ripugnante e vergognoso. L'arcano viene svelato nell'ultima parola dell'ultimo verso tussit ( tossisce) che illumina comicamente la vera personalità di Gemello.

Il tema della bellezza domina quest'opera sin dall'inizio: la dea Venere ordina a Cupido di far innamorare Psiche di un essere mostruoso. Inaspettamente però Psiche viene condotta dal vento Zèfiro in un bellissimo castello, dove è lo stesso Amore ad innamorarsi di lei e a divenire il suo amante. Egli si reca a farle visita ogni nott, senza tuttavia che a Psiche sia permesso di conoscerne l'identità e l'aspetto. L'invidia delle due sorelle però spinge la curiosità di Psiche, inducendola a infrangere il divieto e a spiare l'amante nel sonno. Purtroppo, mentre la fanciulla contempla il dio, una goccia di olio bollente cade dalla lucerna sulla spalla di Amore svegliandolo bruscamente e provocandone l'immediato allontanamento. Apuleio ha voluto conferire particolare al motivo della curiositas, la colpevole curiosità che spinge Psiche a violare il suo divieto.