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Eugenio Montale

La Vita

Il Novecento, il secolo che dà i natali a Montale, è un periodo molto turbolento: fra episodi tragici come quelli delle due guerre mondiali, le nuove scoperte della fisica e della tecnologia, gli uomini si trovano sconvolti ma anche carichi; idee nuove. In questo contesto, Eugenio Montale è stato un poeta che ha saputo descrivere in pieno le inquietudini del momento.

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Eugenio Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896 da una famiglia benestante. Ha però un’adolescenza difficile per problemi di salute e questo lo porta a trovarsi spesso solo e lontano dalla vita borghese, ma allo stesso tempo lo rende molto attento al dolore che caratterizza la condizione umana. È quindi già da ragazzino molto sensibile e tendente all’introspezione.

Dal 1927 Montale si trasferisce a Firenze e qui passa degli anni molto impegnati e vivaci: collabora con importanti riviste del tempo e soprattutto dirige il Gabinetto Vieusseux, un’istituzione culturale fiorentina nata nel 1819, ancora oggi riconosciuta come un importante punto d’incontro culturale anche fra italiani e letterati stranieri. Tuttavia nel 1938 viene allontanato;incarico: il Fascismo domina in Italia e tutti coloro che non sono iscrittial partito vengono rimossi dalle cariche pubbliche. Nonostante questo ritiro sono anni molto importanti per il poeta: nel 1939 pubblica una nuova raccolta, Le Occasioni, e conosce Drusilla Tanzi che sarà sua moglie e il grandeamore di tutta la sua vita. Dopo la guerra torna a Firenze, dove si iscrive al Partito D’Azione e partecipa alla vita politica che, però, presto lo delude spingendolo a un ulteriore ritiro.

Una nuova importante stagione per Montale comincia a partire dal 1948 quando, trasferitosi a Milano, inizia a collaborare con il Corriere della Sera. Per questo giornale scrive reportage di viaggio, critiche letterarie e ovviamente vati tipi di articoli molto importanti. Contemporaneamente pubblica altre poesie e la sua opera è tanto amata che nel 1975 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.Muore il 12 settembre 1981 a Milano.

Eugenio Montale è insieme un poeta e un critico, è molto attento cioè a guardare, giudicare e interpretare le opere di autori affermati o giovani emergenti per capire il loro valore ed esaltarlo. Questo significa anche che il nostro autore è molto sensibile a quello che accade nel mondo culturale a lui contemporaneo e recepisce tutto ciò che si avvicina alle sue idee poetiche e che trova utile riutilizzare.

Un poeta e un critico

Vediamo ora, schematicamente, quali sono queste idee e cosa recepisce dalla cultura europea per inserirlo nelle sue poesie.

Poesia e linguaggio poetico

Linguaggio

Rassegnazione negatività

Le avanguardie

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Il significato Storico

È distante dagli eccessi delle Avanguardie che in quel periodo sperimentavano una nuova poesia, a volte con immagini e linguaggi anche aggressivi ed esuberanti. Montale è molto più pacato ma non c’è meno forza nei suoi versi.

Il paradosso nel suo stile

Il paradosso nello stile di Montale sta nel mantenimento di una sintassi elaborata e nel vocabolario colto, pur utilizzando l'endecasillabo come verso prevalente. Montale ammodernizza il classico utilizzando termini comuni, tecnologici e dialettali. Varia anche le rime, creando assonanze, consonanze e ipermetria. Ad esempio, "Non chiederci la parola" presenta la rima "ami-co/canico-la". 6-7].

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Una poesia in continua evoluzione

Poetica Montaliana

Il sogno di un miracolo Ossi di seppia

I testi Ossi di seppia sono ambientati in Liguria e sono pieni di quel paesaggio, il mare..le scogliere...gli ossi di seppia...i muri a secco.Su questo sfondo, L'io che parla nella poesia è un io che si sente fuori posto, che non riesce a entrare in sintonia con la vita, e sogna il miracolo, un'altra dimenzione, rappresentata come la maglia rotta nella rete. Il giovane poeta cerca insomma una via di fuga dalla non-vita, ma non la trova, e chiude in un rassegnato pessimismo.

Attesa di un illuminazione Nelle Occasioni

Nelle Occasioni, i temi si arricchiscono e si complica, ma continua a esserci il momento del miracolo, anzi dell'illuminazione portata da un oggetto o da un evento che sembra in grado di rivelare un senso nascosto della realtà o di mettere in contatto l'io con la figura lontana dell'amata. Tuttavia lo scenario cambia, non più campagnia ligure ma città, Firenze. Le poesie inoltre cominciarono a popolarso di figure femminili, la più importante Clizia, una donna in carne e ossa ma anche il simbolo dei valori spirituali che la violenza della guerra alle porte rischia di distruggere.

-Eugenio Montale

Ossi di seppia

Godi se il vento ch'entra nel pomario vi rimena l'ondata della vita: qui dove affonda un morto viluppo di memorie, orto non era, ma reliquiario. Il frullo che tu senti non è un volo, ma il commuoversi dell'eterno grembo; vedi che si trasforma questo lembo di terra solitario in un crogiuolo. Un rovello è di qua dall'erto muro. Se procedi t'imbatti tu forse nel fantasma che ti salva: si compongono qui le storie, gli atti scancellati pel giuoco del futuro. Cerca una maglia rotta nella rete che ci stringe, tu balza fuori, fuggi! Va, per te l'ho pregato, - ora la sete mi sarà lieve, meno acre la ruggine...

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