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Sardegna

Facciamo un salto indietro nel tempo...

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente (476 d.C.), la Sardegna fu occupata dai Vandali, che mantennero nell'isola un presidio militare per settantasette anni fino alla presa di potere dei Bizantini nel 534. La dominazione bizantina, intervallata da una breve occupazione ostrogota, consentì importanti trasformazioni sociali e culturali.

Sardegna Vandala e Bizantina

C’era una volta un Re di Sardegna.Dimenticato da tutti.Dimenticata la sua rivolta.Dimenticato il suo breve Regno di Sardegna. Tra le pieghe della storia Sarda ufficiale, tra le conquiste dei Cartaginesi, Romani, Vandali e Bizantini, c’è un pezzettino di questa storia dimenticata da quasi tutti e, ai più, mai narrata. Si tratta di un vandalo ribelle, di nome Goda (CVDA dalle sue monete). Nella primavera del 530, venne inviato da Gelimero, il Re dei Vandali, in Sardegna come suo governatore dell’isola. Lo scenario è quello caotico della caduta dell’impero romano di occidente, dei barbari e del cattolicesimo in espansione, con i Vandali, di religione ariana, che conquistano il nord Africa, la Sardegna, la Corsica e le Baleari. I Vandali diventano padroni della parte sud del Mediterraneo. Gelimero, il re dei Vandali, entra in conflitto con l’imperatore romano d’oriente (bizantino) Giustiniano I. Goda si inserisce in questo contesto. Il governatore della Sardegna non riconosce più l’autorità del “tiranno” Gelimero, e cerca l’alleanza di Giustiniano, re dei bizantini. Nella primavera del 533 Goda, incoraggiato e sostenuto dal popolo sardo, dichiara l’indipendenza dal Regno Vandalico, si autoproclama Rex, e fonda il I Regno di Sardegna. Il ribelle Goda, rispose ad una lettera di aiuto di Giustiniano, in modo favorevole all’invio di truppe, ma sfavorevole all’invio di capi militari: “per questo bastava lui”. Il Regno di Sardegna ebbe vita breve, visto che nell’estate del 533 un esercito vandalo composto da 120 navi e 5000 uomini sbarcò in Sardegna al comando di Zazo, fratello di Gelimero, che, nelle vicinanze di Cagliari, vinse la battaglia contro i sardi. Goda perse la vita in questo combattimento, molto probabilmente. Nel frattempo arrivò (troppo tardi) il bizantino Belisario, che sconfisse Gelimero, il 30 agosto del 533, ed occupò Cartagine rimasta sguarnita dall’invio del grosso delle truppe in Sardegna. Ormai sconfitto, il Regno Sardo non poté contrattare con i bizantini una alleanza alla pari, ma dovette ancora una volta subire il dominio di un impero straniero. Da qui inizia il dominio bizantino in Sardegna, contrastato dal solo Dux Barbaricinorum, di cui si ha notizia dalla lettera di Gregorio Magno al Dux Ospitone.

PIANURA 18%

COLLINA 68%

MONTAGNA 14%

La Sardegna si trova in Italia meridionale.

I residenti di questa regione sono 4 007 166, la Puglia infatti è una regione con un alta densità di popolazione, soprattutto lungo le coste e nelle ampie zone pianeggianti.

Fiumi e laghi

Territorio

I fiumi sono prevalentemente a carattere torrentizio; i più importanti sono il Tirso, il Flumendosa e il Coghinas. In Sardegna, per risolvere il problema della siccità, sono stati costruiti molti laghi artificiali, come il Lago Omodeo e il Lago del Coghinas.

Territorio La Sardegna è un'isola a ovest dell'Italia. Le Bocche di Bonifacio sono uno stretto che la separa per pochi chilometri dalla Corsica. È una regione a statuto speciale. La maggior parte del territorio è occupata da colline e altopiani rocciosi. Le cime più elevate dell'isola appartengono al gruppo montuoso del Gennargentu, nella parte centro-orientale della regione. Gruppo montuoso Gennargentu Le pianure sono poche, la più estesa è quella del Campidano. Pianura del Campidano A sud della regione le coste sono basse e sabbiose, a tratti paludose, con stagni costieri. Coste basse e sabbiose - sud Sardegna. A nord e nord-est le coste sono alte, rocciose e ricche di insenature. Fanno parte del territorio sardo l'Arcipelago di La Maddalena e le isole dell'Asinara e di Sant'Antioco. II clima è mediterraneo, più freddo all'interno. L'isola è esposta a venti molti forti, che soffiano da varie direzioni.

Arcipelago di La Maddalena

Spiagge intonse, acque incontaminate, habitat marini tutelati. La Maddalena, Caprera, Santo Stefano, Spargi, Budelli, Santa Maria e Razzoli, insieme a un’altra cinquantina di minuscole isole, formano la singolare comunità dell’Arcipelago della Maddalena, uno dei luoghi più incantevoli della Sardegna. Habitat unici, rocce granitiche modellate dal Maestrale, spiagge spettacolari, rosa e dorate. Ginepri, corbezzoli, lentischi e mirti. Il mare di cristallo in cui sguazzano balenottere, capodogli, delfini e tartarughe. Uccelli acquatici e numerosissime specie ornitologiche.

La Maddalena

Caprera

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Isola di Spargi

Cala Corsara

Isola di Razzoli

Isola di Budelli

Spiaggia rosa

Isola di Santa Maria

Golfo di Orosei

Il golfo di Orosei è una insenatura situata lungo la costa centro orientale della Sardegna. Prende il nome da Orosei, cittadina della provincia di Nuoro situata a 2 km dalla costa nella valle del fiume Cedrino. Tra le cale più famose troviamo: Cala Gonone, Cala Luna con le sue grotte, Cala Sisine, Cala Briola, Cala Mariolu e Cala Goloritzè.

Info

Le calette più famose del Golfo Cala Gonone Cala Luna Cala Sisine Cala Mariolu Cala Goloritzè

La Pelosa di Stintino

Nella parte settentrionale di Capo Falcone, a 2 chilometri da Stintino, si trova la stupenda spiaggia La Pelosa, tra le più apprezzate e amate della Sardegna e tra le spiagge più famose di tutto il Mediterraneo, spesso segnalata addirittura tra le più belle al mondo. Il mare poco profondo, l’acqua trasparente dalle sfumature che vanno dal turchese al blu, l’imponente costruzione seicentesca della Torre Pelosa che troneggia sul litorale a nord, rendono la Pelosa un vero e proprio paradiso incantato.Di fronte alla spiaggia si trova l’isolotto della Pelosa, a cui si può accedere tramite un guado naturale circondato da un mare meravigliosamente limpido, e non lontano si trova La Pelosetta, un’altra piccola spiaggia di sabbia fine bianchissima, incastonata tra i faraglioni scuri su cui sorge una torre aragonese.

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Castelli

Borghi medievali

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Alghero

Alghero La Barcellona della Sardegna è ricca di influenze catalane sia dal punto di vista linguistico che culturale. La costa di Alghero è denominata anche Riviera del Corallo perchè i suoi fondali sono ricchi di corallo rosso, uno dei più pregiati del Mediterraneo. La cittadina oltre alle sue meraviglie subacquee offre ai visitatori un centro storico in stile gotico. Qui è possibile acquistare dei capolavori che interpretano in mille modi il prezioso corallo. Presso Alghero si trovano anche le grotte più belle dell’isola dedicate al Dio Nettuno. Le puoi raggiungere grazie al traghetto oppure attraverso 600 scalini che offrono una spettacolare vista sulla costa e sul mare. Una formazione che risale a 2 milioni di anni fa e comprende sale, una spiaggia di sabbia bianchissima e un lago sotterraneo. Camminando per le sue stradine lastricate, oltre ai monumenti, resti attratto dai molti negozi che rendono Alghero perfetta anche per gli amanti dello shopping.

Che si scriva “Ajò” o “aiò” il significato è sempre lo stesso e le teorie sono diverse. “Ajò” è senza dubbio una delle parole sarde più note, forse la più nota, nel mondo.

Si può quindi dire che in generale "Ajó" è usato per indicare informalmente tutte le espressioni che incitano movimento (andiamo, dai, è il tuo turno, sbrigati, d'accordo, ecc...)

Economia della Sardegna La Sardegna è una regione a statuto speciale. A causa della conformazione del territorio, l'isola ha una bassa densità demografica e gli abitanti risiedono principalmente lungo le coste. L'economia della Sardegna è costituita per l'6% dal settore primario, per il 217% dal settore secondario e per il 77% da quello terziario. Settore primario L'agricoltura viene praticata nella pianura del Campidano e nelle aree bonificate: si coltivano soprattutto cereali, ma anche tabacco, agrumi, carciofi, viti e ulivi. Il mirto e lo zafferano sono due prodotti tipici della regione, destinati principalmente all'esportazione. Il terreno arido favorisce la crescita spontanea delle querce da sughero, che forniscono l'80% del sughero italiano. Un'attività sviluppata è l'allevamento dei caprini e degli ovini, il cui latte viene utilizzato per la produzione del tipico formaggio sardo, il pecorino. Si pratica la pesca di tonni, cozze e aragoste, oltre alla raccolta del corallo. Settore secondario A Cagliari e Sant'Antioco si concentra la produzione del sale. Nonostante l'isola vanti un sottosuolo ricco di minerali, come carbone, piombo, petrolio e zinco, molte industrie hanno cessato l'attività estrattiva perché poco redditizia. Il settore industriale è poco sviluppato e comprende industrie alimentari, meccaniche e tessili. Le lavorazioni artigianali sono più fiorenti e comprendono oggetti in ceramica, corallo e sughero. Settore terziario Il settore più sviluppato è il turismo: il clima mite, le bellezze naturalistiche e le acque cristalline richiamano numerosi turisti, soprattutto nella stagione estiva. I collegamenti con la penisola sono assicurati dagli aeroporti di Cagliari, Alghero e Olbia e da numerosi porti.

CAGLIARI La prima città da vedere è sicuramente il capoluogo di regione. Oltre a essere fisicamente la prima possibile da raggiungere, per la vicinanza all’aeroporto, è sicuramente ricca di tradizione con i suoi 4 quartieri storici:

  • Castello, posto sopra una collina. Si sviluppa in una fortificazione medioevale che domina la città.
  • Villanova, la Cagliari dei pastori e contadini.
  • Stampace, il quartiere dei borghesi e dei mercanti.
  • Marina, popolata da pescatori e marinai.
I palazzi nobiliari e i vicoli delle varie parti della città, immersi in un clima marittimo, ti faranno innamorare. Il Bastione di Saint Remy, dedicato al barone e primo vicerè piemontese, è uno dei simboli della città. Da questo splendido edificio in marmo bianco puoi ammirare ogni scorcio e colore della città. Il Bastione conduce da Villanova al quartiere del Castello.

Porto Cervo

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Poltu Quatu

Il paradiso nascosto nel Mediterraneo : Poltu Quatu è una location esclusiva immersa nella natura, un paesaggio incantevole di rocce naturali, macchia mediterranea e acque cristalline. Un fiordo naturale , scoperto da una coppia di innamorati negli anni '70 proprio dove inizia la Costa Smeralda e dove ha preso vita questa oasi di relax, elegante, divenuta nel tempo meta del jet set internazionale .

Pane Carasau

Panadas

Malloreddus

Saedas

Porceddu

Sa Frègula

Mirto

Pecorino sardo

Il Pane Carasau, letteralmente pane tostato, è uno dei principali alimenti della cucina sarda, nonché uno dei più rappresentativi. Si tratta di un composto di farina di semola di grano duro, acqua, sale e lievito, che vengono impastati in modo particolare. La preparazione del Pane Carasau era, in passato, un momento di aggregazione, in quanto veniva preparato da tutta la famiglia per tutta la famiglia. Un intero weekend a produrre chili di pane per la comunità. Il pane, cotto in forno, si presenta a sfoglie molto sottili ma gustose, che servono da base per diverse ricette della cucina sarda.

I Malloreddus, chiamati anche gnocchetti sardi, sono forse il primo piatto più rappresentativo della cucina sarda. Il loro nome deriva dal latino malleolus, con cui venivano identificati gli gnocchi. Sono un piatto che veniva consumato principalmente in concomitanza di cerimonie. Una delle tradizioni, infatti, voleva che la futura sposa camminasse per le strade della città con un cesto di Malloreddus da distribuire. Solitamente, il condimento dei malloreddus consiste in ragù di carni, arricchito da pecorino sardo o o salsa a base di panna

PanadasLe panadas sono una della testimonianze dell'influenza spagnola sulla cultura dell'isola: derivano, infatti, dalle empanadas spagnole. Le panadas sarde consistono in un involucro di pasta violata, che solitamente viene riempito con carne di agnello e patate, a volte anche con pomodori secchi. La pasta violata è simile alla brisé, ma presenta una ridotta quantità di burro.

Le seadas sono il dolce tipico sardo, che affondano anch'esse le proprie origini nella cultura contadina. Consistono in due sfoglie di pasta fresca, che contengono del formaggio di pecora fresco aromatizzato al limone. Successivamente, vengono fritte e coperte con del miele. Dai un'occhiata alle nostre case per vivere il meglio della Sardegna e provare le squisitezze dell'isola.

Semola di grano duro e acqua: questi gli ingredienti che compongono la fregula sarda, uno dei prodotti più particolari della cucina locale, presente fin dal Medioevo: dei piccoli granelli ottenuti facendo roteare l’impasto, messi ad asciugare al sole su un apposito setaccio di crine e ricoperti con un canovaccio. Le origini del nome sono da rintracciare nel latino ferculum, diventato fregolo in volgare, ovvero “briciola”, a indicare la piccola dimensione della pasta. Solitamente viene servita in minestre brodose di pesce, verdure o carne.

Il proceddu è uno dei secondi piatti principali della cucina sarda e uno dei più gustosi. Viene realizzato con il maialino da latte, solitamente non più di 5 kg, che viene sistemato su uno spiedo e cotto lentamente. Viene salato soltanto a metà, in modo da poterne ricavare una cotenna croccante ma una carne tenera. Successivamente, vengono aggiunte le spezie, spesso zafferano, pepe nero, timo e menta.

La Sardegna è una regione ricca di storia e curiosità... SCOPRIAMOLA INSIEME!

Sardegna

Il nome deriva dal latino Sardinia, il nome con cui i Romani chiamavano questo isola.

Grazia Deledda

La bandiera della Regione Sardegna è altresì conosciuta anche come la bandiera dei quattro mori ed è composta dalla Croce di San Giorgio e da quattro teste di moro bendate, rappresentanti i quattro Re Saraceni sconfitti dagli aragonesi durante la Battaglia di Alcoraz avvenuta in Spagna.

Il nome Basilicata, dal greco basilèus, cioè imperatore, indicava il territorio dominato dall'Impero romano d'Oriente. Il primo nome della regione, fu invece Lucania, dal latino lucus cioè bosco.

Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda o, in lingua sarda, Gràssia o Gràtzia Deledda, è stata una scrittrice italiana vincitrice del primo Premio Nobel per la letteratura 1926.