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Transcript

Paralimpiadi

7. Un atleta, una storia

14. Immensità

13. Profugo Campione

12. Re del tennis

11. Gioventù al potere

10. Un arco perfetto

9. La Lady di Ferro

6. Il Comitato Italiano Paralimpico

5. Atleti passati alla storia

4. Edizioni

3. Paralimpiadi moderne

2. Origine

8. Il podio dei 100 metri T63 femminili

1. Cosa sono?

Indice

Cosa sono le Paralimpiadi?

Parliamo della competizione sportiva quadriennale che vede fronteggiarsi i migliori atleti disabili del mondo in molteplici sport per disabili che si praticano nei cinque continenti. Sono la massima espressione di ciò che per uno sportivo significa “superare i propri limiti”.

Info

Origine

Le Paralimpiadi nascono nel lontano 1948 a Stoke Mandeville in Inghilterra, quando il neurochirurgo tedesco Ludwig Guttmann, nell'anno delle Olimpiadi di Londra, inaugurò i primi giochi per persone disabili mielolese.Quattordici uomini e due donne si confrontarono nel tiro con l'arco

Paralimpiadi moderne

L’8 settembre, nello stadio dell’acquacetosa, 400 atleti in carrozzina, in rappresentanza di 23 paesi, sfilano davanti a 5000 spettatori. La delegazione più numerosa è quella italiana. Tra le discipline che vengono praticate ci sono il biliardo, il lancio del giavellotto, la scherma, la pallacanestro, il tennistavolo ed il tiro con l’arco. L’Italia, per la cronaca, conquista 28 medaglie d’oro, 30 di argento e 24 di bronzo.

È nell’edizione del 1960 che nascono le Paralimpiadi moderne, con l’edizione di Roma. Si tratta della prima volta nella storia che i giochi olimpici e paralimpici si svolgono nella stessa città.

I Giochi Paralimpici estivi si svolgono regolarmente nella stessa città che ospita le Olimpiadi dal 1988, con l’edizione di Seul in Corea del Sud.

Le edizioni dei giochi paralimpici

Le tensioni politiche e sociali che all’epoca investivano molti paesi costrinsero il movimento paralimpico sia a cercare per ben cinque edizioni una sede per i Giochi diversa da quella prevista, sia a doversi confrontare con i vari boicottaggi e ricatti che negli anni 70 e 80 hanno caratterizzato numerosi eventi sportivi mondiali.

Atleti disabili passati alla storia

  • Trischa Zorn è l’atleta paralimpica più titolata della storia degli sport paralimpici americani della California. Trischa è una persona non vedente dalla nascita, con 55 medaglie conquistate nel nuoto, tra il 1980 e il 2004, partecipando complessivamente a sette edizioni delle paralimpiadi.
  • In Italia è Roberto Marson a essere l’azzurro più medagliato di sempre ai giochi paralimpici. Friulano di Pordenone, diventato paraplegico a causa di un incidente sul lavoro quando aveva solo 16 anni, conta ben 26 medaglie conquistate tra nuoto, scherma e atletica leggera.

In Italia l'attività paralimpica è gestita con successo dal Comitato Italiano Paralimpico, che oltre a occuparsi dell'attività agonistica, si impegna nella promozione e diffusione per l'avviamento allo sport di tutte le persone disabili.

Oggi le paralimpiadi sono il miglior ambasciatore per l’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali, per l’inclusione e l’integrazione delle persone disabili nella società.

Il Comitato Italiano Paralimpico

I Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 sono stati bellissimi. Non solo perché abbiamo assistito a 69 medaglie azzurre - secondo risultato di sempre, dopo le 80 di Roma 1960

Ma dietro ogni atleta c'è una storia di vita meravigliosa, in cui lo sport è occasione per riscattarsi, o addirittura rinascere.

IL PODIO DEI 100 METRI T63 FEMMINILI

Martina Caironi (argento), Monica Contrafatto (bronzo) e Ambra Sabatini (oro e record del mondo) riscrivono la storia dello sport azzurro con una tripletta fantastica, destinata a restare negli annali dell'atletica. Era la gara più attesa, con aspettative altissime, ma le azzurre non hanno deluso nessuno.

SARAH STOREY, LA LADY DI FERRO

Un braccio sinistro non completamente sviluppato, perché rimasto incagliato nel cordone ombelicale, non le ha impedito di diventare un simbolo sportivo in tutto il mondo. A quasi 44 anni d'età, la britannica ha appena terminato l'ottava Paralimpiade personale consecutiva, arrivando a toccare quota 17 ori a cinque cerchi, tra nuoto e ciclismo.

ZAHRA NEMATI, UN ARCO PERFETTO

Prima donna iraniana a vincere un oro tra Olimpiadi e Paralimpiadi, portabandiera olimpica a Rio de Janeiro 2016 e ora tri-campionessa nell'arco ricurvo femminile individuale. Un incidente automobilisco le causò una lesione del midollo spinale, con conseguente paralisi, quando era un prospetto nazionale nel Taekwondo - sport paralimpico proprio da quest'anno-, ma non le ha comunque impedito di scrivere bellissime pagine di storia sportiva.

CARLOTTA GILLI, GIOVENTÙ AL POTERE

Affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa su base genetica a trasmissione autosomica recessiva, che colpisce circa una persona su diecimila e rappresenta una delle principali cause di ipovisione giovanile, Gilli, di soli 20 anni, ha trasformato questa disabilità in una sua totale libertà.

SHINGO KUNIEDA, RE INDISCUSSO DEL TENNIS

A 9 anni un tumore alla spina dorsale lo costrinse a rimanere paralizzato dalla vita in giù. Da quel momento: 89% di match vinti in carriera, 3° oro paralimpico, vinto peraltro in casa, e una carriera sensazionale. "Spero che tantissimi bambini possano guardare agli sport paralimpici e comprendere le infinite possibilità dell'essere umano", aveva dichiarato qualche mese fa in un’intervista.

SALUM AGEZE KASHAFALI, PROFUGO CAMPIONE

Mendicante nella Repubblica del Congo prima, rifugiato in Norvegia poi, quindi campione paralimpico nei 100 metri per atleti con ipovisione (T12). Ha definito il trasferimento in Norvegia, da rifugiato di guerra, come la sua vincita alla lotteria, pur dovendo abbandonare l'amato calcio a causa della malattia di Stargardt. Poco male, perché in termini di velocità non ha comunque rivali, neppure tra i normodotati.

BEBE VIO, OVVERO IL CONCETTO DI IMMENSITÀ

Rischiare di morire e, neppure quattro mesi dopo, andare a vincere il 2° oro paralimpico consecutivo nel fioretto femminile, oltre a trascinare la squadra azzurra a un bellissimo argento nella prova a squadre. Una resilienza incredibile, ma anche esultanze contagiose e capacità comunicative da cattedra universitaria. Senza ovviamente dimenticare le doti nel tirare di scherma, disciplina di cui s'innamorò per sbaglio.

Si farebbe spicciola retorica nel definire questi sportivi come "eroi", ma è anche vero che la loro forza di volontà, la loro abnegazione e il loro coraggio possono essere presi a modello e imitati nella vita di tutti i giorni