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Gestire i conflitti in modo creativo
o.candelaresi
Created on December 28, 2020
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Transcript
Gestire i conflittiin modo creativo
a cura diOrietta Candelaresi e Tiziana Greco
Index
Abstact
Esempi
Strategie
Proposte di attività
Sitografia e bibliografia
Approfondimenti
Abstract
Le strategie di gestione creativa dei conflitti si basano sul presupposto che il conflitto nelle relazioni interpersonali sia un fenomeno fisiologico perciò non va negato, minimizzato nè tanto meno agito in forma violenta, ma anzi va visto come possibilità di esperianza educativa che, se gestita in modo creativo e non violento, favorisce l'apprendimento di abilità comunicative, sociali e relazionali quali la consapevolezza di sè e delle proprie emozioni, la capacità di ascolto attivo, di empatia e l'assertività. La gestione creativa dei conflitti sta alla base del processo di apprendimento che porta al riconoscimento e al rispetto delle differenze e allo sviluppo delle competenze di cooperazione. In questa scheda vengono presentate quattro strategie elaborate in ambito educativo e sociale nel panorama italiano, europeo e statunitense da Daniele Novara, Marianella Sclavi, Pat Patfoort e Marshall Rosembreg.
Strategie
Il modello dell'Equivalenza
Litigare bene
Pat Patfoort
Daniele Novara
info
info
La grammatica della comunicazione nonviolenta
La mediazione creativa
Marianella Sclavi
Marshall Rosenberg
info
info
Litigare bene: il metodo maieutico
Daniele Novara
I conflitti e i litigi tra bambini possono essere sono un'esperienza preziosa di apprendimento di abilità sociali e di consapevolezza emotiva, se gestiti in modo costruttivo attraverso il metodo maieutico.Il metodo nasce dal valore centrale assegnato ai bambini e alle bambine nel loro processo di apprendimento e al ruolo dell’insegnante regista capace di “attivare processi pedagogici che consentano ai bambini di fare da soli”. La premessa da cui parte l’autore è che i/le bambini/e necessitano di accettazione, stima e fiducia. Solo se pensiamo che sia importante stimolare le capacità di ciascuno, se rispettiamo i tempi, i silenzi, i dubbi allora li metteremo nella condizione di poter esprimere le loro potenzialità.
La gestione maieutica dei conflitti
Passo 1indietro
Passo 2indietro
Passo 1 avanti
Passo 2 avanti
NON CERCARE IL COLPEVOLE
NON IMPORRE LA SOLUZIONE
FAVORIRE LA VERSIONE RECIPROCA DEL LITIGIO
FAVORIRE L'ACCORDO CREATO DA LORO STESSI
Cosa fa l'insegnante ?
Passo 1 indietro: l' insegnante “concede tempo al conflitto”, limita il suo intervento, non cerca il colpevole, sospende il giudizio.
Passo 2 indietro: l’insegnante prende tempo, crea una “distanza adeguata” dal problema e analizza la situazione senza caricarsi delle proprie emozioni.
Passo 1 avanti: l'insegnante interviene chiedendo di parlare del loro litigio e resta neutrale favorendo l’atto di reciprocità. “Datevi la vostra versione”.
Passo 2 avanti: È il momento in cui si crea spontaneamente un accordo fra i/le bambini/e. L’insegnante sostiene questa possibilità autoregolativa.
Cosa fa l'insegnante ?
Passo 1 indietro: l' insegnante “concede tempo al conflitto”, limita il suo intervento, non cerca il colpevole, sospende il giudizio.
Passo 2 indietro: l’insegnante prende tempo, crea una “distanza adeguata” dal problema e analizza la situazione senza caricarsi delle proprie emozioni.
Passo 1 avanti: l'insegnante interviene chiedendo di parlare del loro litigio e resta neutrale favorendo l’atto di reciprocità. “Datevi la vostra versione”.
Passo 2 avanti: È il momento in cui si crea spontaneamente un accordo fra i/le bambini/e. L’insegnante sostiene questa possibilità autoregolativa.
La comunicazione nonviolenta
MARSHALL ROSENBERG
L’autore propone un metodo basato su un uso consapevole del linguaggio e della comunicazione. A questo scopo utilizza due animali-totem: lo sciacallo che vive a spese altrui, fa leva sui giudizi, sui sensi di colpa e attribuisce agli altri le responsabilità e la giraffa che invece guarda dall’alto, osserva e descrive i fatti, afferma le sue ragioni senza criticare, utilizza un linguaggio empatico e assertivo. I due modelli si inseriscono, il primo nella logica io vinco - tu perdi, il secondo nella logica io vinco - tu vinci.
I quattro passi dellacomunicazione nonviolenta
Passo 1
Passo 4
Formulare una richiesta chiara, accettabile e comprensibile al mondo esterno a noi: assumersi la responsabilità di esprimere con chiarezza una richiesta operativa e fattibile.
Passo 3
Osservare i fatti senza giudizi o critiche: come guardiamo ciò che accade fuori di noi? Quali informazioni ricaviamo dall’esterno?
Passo 2
Esprimere i bisogni: collegare i sentimenti ai bisogni umani universali da cui nascono.
Esprimere i sentimenti nel momento presente: cosa sta accadendo dentro di me? Quali emozioni provo?
Il Modello dell'Equivalenza
PAT PATFOORT
Le situazioni e i conflitti violenti sono la conseguenza del fatto che tendiamo a costruire con gli altri relazioni squilibrate da due posizioni di potere che emergono da una logica di tipo bipolare: Maggiore/minore. Nel sistema dell’Equivalenza ognuno ha una posizione equivalente rispetto all’altro e le differenze sono contenute e non comportano giudizi di valore di superiorità e inferiorità. Di fronte a due punti di vista differenti, piuttosto che andare a cercare argomenti in supporto dell’uno o dell’altro, si ricercano i fondamenti: essi sono i perchè, i bisogni, gli interessi, i fini, i valori, i sentimenti che stanno alla base dei differenti punti di vista. La soluzione sta nel portare ad un punto di incontro tutti i fondamenti delle due parti attraverso gli strumenti della comunicazione.
Metodo dell'Equivalenza
Le tre abilità
la comunicazione
l’affermazione positiva
la creatività
Dopo che i fondamenti sono stati posti sullo stesso piano, si riflette per esaminare le possibilità. Con la creatività è possibile scoprire e inventare soluzioni inedite
Sottolineare e apprezzarecaratteristiche, capacità, talento e validità dell’altro
Comunicare i principi fondamentali di entrambi praticando un ascolto attivo ed empatico, comprendendo e accettando le ragioni dell’altro
La mediazione creativa
marianella sclavi
Le scuole sono prima di tutto dei luoghi di incontro, abitati da una molteplicità sia di coetanei che di adulti fra i quali si stabiliscono importanti legami di amicizia e/o di antipatia e assieme ai quali si impara a divetare adulti, a riconoscere e praticare le relazioni della società del futuro. Il tratto distintivo delle scuole "felici" è la capacità di trasformare la diversità in risorsa e il fatto che diventi normale considerare la molteplicità dei punti di vista. Quello che serve è uno sguardo allenato a cogliere la possibilità di mettere a proprio agio l'altro perchè ci parli e rilanciare la comunicazione, insomma avviare un confronto creativo. Alla base di tutto c'è l'arte di ascoltare e la capacità di mettere in azione le strategie della mediazione creativa dei conflitti attraverso l'ascolto attivo, l'autoconsapevolezza emozionale, la co-progettazione creativa delle soluzioni.
Gli 8 passi della mediazione creativa
5. Costruisci terreni comuni: dalle posizioni agli interessi generali
1. Prepara lo spazio e dai il benvenuto
6. Inventa altre possibilità: brainstorming
2. Presenta le regole della comunicazione e verificane il consenso
VS
3. Ascolto dei punti di vista nel conflitto e parafrasi
7. Trova una soluzione
8. Stesura dell'accordo e congratulazioni
4. Giochi di ruolo: ribaltamento e role playing
Esempi
Il cestino della rabbia
I/le bambini/e rappresentano l’emozione di cui ci si sta occupando (la rabbia, la paura, il disgusto, la gioia…); ne segue una discussione collettiva. Al termine, le rappresentazioni vengono inserite nel cestino che è affidato alla docente, unica in grado di custodire le emozioni di tutti/e.
Le montagne e le valli
I/le bambini/e tracciano una linea orizzontale a metà di un foglio bianco. Si concentrano quindi sugli eventi più importanti della loro vita e, per ogni evento positivo, tracciano una montagna (più l’evento è positivo più si va in alto), per ogni evento negativo tracciano una valle sotto la linea orizzontale (più si scende più è negativo). È molto importante datare l’episodio ricordato (anche se non in modo preciso). Segue una discussione in piccolo gruppo.
Il doppio sguardo
L'idea è di ricercare le fonti del conflitto individuando interessi, valori, identità ed emozioni delle parti in conflitto, integrando il proprio punto di vista con quello dell'altro. Nel gioco di ruolo "Le guerre del Peloponneso", la classe è divisa in due gruppi (Ateniesi e Spartani) a ognuno dei quali viene chiesto di individuare, attraverso una mappa, le fonti del conflitto. I due gruppi confrontano le mappe, discutono i problemi incontrati nel realizzarle, le somiglianze e differenze che presentano e cosa si apprende da questa simulazione.
Esempi
Dal linguaggio sciacallo al linguaggio giraffa (M. Rosemberg)
OSSERVARE NON GIUDICARE: ho notato che il tuo comportamento, in queste situazioni, è risultato poco costruttivo (efficace, utile, propositivo...)
Tu mi fai sempre arrabbiare
ESPRIMERE I SENTIMENTI: io mi sento a disagio (scoraggiato...non sto bene...ho timore che... sono triste... dispiciuto...)
Mi hai deluso. Il tuo comportamento mi ha deluso.
CHIARIRE I PROPRI BISOGNI: perchè avevo bisogno di...
FORMULARE RICHIESTE PRECISE: vorrei che ... che ne pensi se...
Tu devi fare... devi essere...devi comportarti...
UTILIZZO DEI VERBI IN MODO NON VALUTATIVO: durante la lezione non hai prestato la dovuta attenzione
Sei sempre distratto! Non stai mai attento!
NON USARE AVVERBI CHE GENERALIZZANO: durante la lezione mi sei sembrato distratto
Il disegno analogico delle emozioni
Attività da sperimentare
Ripensate all’ultima volta in cui vi siete arrabbiati/e (avete provato gioia, paura, disgusto, ammirazione, sorpresa…) e, senza usare le parole, ricreate in voi la sensazione vissuta in quel momento. Immaginate ancora di provare quell’emozione: fatela fluire dalla vostra interiorità più profonda fino alla vostra mano. I segni che farete somiglieranno all’emozione provata. Per avviare la discussione, con i più piccoli
Poesie ed emozioni
Scrivete un elenco delle vostre paure (gioie, insofferenze, invidie…) senza pensarci troppo. Ne esce una poesia in cui le emozioni adulte e quelle bambine sono mescolate. es: Paura, di Raymond Carver
La mediazione creativa
Nelle situazioni di conflitto, il/la docente (fa da mediatore: riformula e dà la parola) invita le persone coinvolte a chiarire le loro ragioni, le loro emozioni e a cercare un punto di intesa. Regole: -ciò che viene detto resta in quell’angolo -si ascolta con molta attenzione l’altro senza interrompere Variante per l’infanzia e prime classi della scuola primaria: il conflict corner
Bibliografia
-Novara D., Litigare per crescere. Proposte per la prima infanzia, Erickson, 2010 -Novara D., La grammatica dei conflitti. L’arte maieutica di trasformare le contrarietà in risorse, Ed. Sonda, 2011 -Novara D., Di Chio C., Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola, Erickson, 2013 -Rosenberg M., La grammatica della Comunicazione Nonviolenta -Sclavi M., Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte., Bruno Mondadori, 2003 -Sclavi M., Giornelli G.,La scuola e l'arte di ascoltare. Gli ingredienti delle scuole felici, Feltrinelli, 2014 -Patfoort P., Io voglio, tu non vuoi. Manuale di educazione nonviolenta, Edizioni PLUS, Pisa University Press, 2010. -Patfoort P.,Difendersi senza aggredire. La potenza della nonviolenza, Edizioni PLUS, Pisa University Press, 2011.