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Transcript

a cura diOrietta Candelaresi e Tiziana Greco

Gestire i conflittiin modo creativo

Sitografia e bibliografia

Proposte di attività

Esempi

Approfondimenti

Strategie

Abstact

Index

Abstract

Le strategie di gestione creativa dei conflitti si basano sul presupposto che il conflitto nelle relazioni interpersonali sia un fenomeno fisiologico perciò non va negato, minimizzato nè tanto meno agito in forma violenta, ma anzi va visto come possibilità di esperianza educativa che, se gestita in modo creativo e non violento, favorisce l'apprendimento di abilità comunicative, sociali e relazionali quali la consapevolezza di sè e delle proprie emozioni, la capacità di ascolto attivo, di empatia e l'assertività. La gestione creativa dei conflitti sta alla base del processo di apprendimento che porta al riconoscimento e al rispetto delle differenze e allo sviluppo delle competenze di cooperazione. In questa scheda vengono presentate quattro strategie elaborate in ambito educativo e sociale nel panorama italiano, europeo e statunitense da Daniele Novara, Marianella Sclavi, Pat Patfoort e Marshall Rosembreg.

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Marianella Sclavi

La mediazione creativa

Pat Patfoort

Il modello dell'Equivalenza

Marshall Rosenberg

La grammatica della comunicazione nonviolenta

Daniele Novara

Litigare bene

Strategie

Daniele Novara

I conflitti e i litigi tra bambini possono essere sono un'esperienza preziosa di apprendimento di abilità sociali e di consapevolezza emotiva, se gestiti in modo costruttivo attraverso il metodo maieutico.Il metodo nasce dal valore centrale assegnato ai bambini e alle bambine nel loro processo di apprendimento e al ruolo dell’insegnante regista capace di “attivare processi pedagogici che consentano ai bambini di fare da soli”. La premessa da cui parte l’autore è che i/le bambini/e necessitano di accettazione, stima e fiducia. Solo se pensiamo che sia importante stimolare le capacità di ciascuno, se rispettiamo i tempi, i silenzi, i dubbi allora li metteremo nella condizione di poter esprimere le loro potenzialità.

Litigare bene: il metodo maieutico

FAVORIRE L'ACCORDO CREATO DA LORO STESSI

Passo 2 avanti

FAVORIRE LA VERSIONE RECIPROCA DEL LITIGIO

NON IMPORRE LA SOLUZIONE

La gestione maieutica dei conflitti

Passo 1indietro

NON CERCARE IL COLPEVOLE

Passo 2indietro

Passo 1 avanti

Passo 2 avanti: È il momento in cui si crea spontaneamente un accordo fra i/le bambini/e. L’insegnante sostiene questa possibilità autoregolativa.

Passo 1 avanti: l'insegnante interviene chiedendo di parlare del loro litigio e resta neutrale favorendo l’atto di reciprocità. “Datevi la vostra versione”.

Passo 2 indietro: l’insegnante prende tempo, crea una “distanza adeguata” dal problema e analizza la situazione senza caricarsi delle proprie emozioni.

Passo 1 indietro: l' insegnante “concede tempo al conflitto”, limita il suo intervento, non cerca il colpevole, sospende il giudizio.

Cosa fa l'insegnante ?

Passo 2 avanti: È il momento in cui si crea spontaneamente un accordo fra i/le bambini/e. L’insegnante sostiene questa possibilità autoregolativa.

Passo 1 avanti: l'insegnante interviene chiedendo di parlare del loro litigio e resta neutrale favorendo l’atto di reciprocità. “Datevi la vostra versione”.

Passo 2 indietro: l’insegnante prende tempo, crea una “distanza adeguata” dal problema e analizza la situazione senza caricarsi delle proprie emozioni.

Passo 1 indietro: l' insegnante “concede tempo al conflitto”, limita il suo intervento, non cerca il colpevole, sospende il giudizio.

Cosa fa l'insegnante ?

MARSHALL ROSENBERG

La comunicazione nonviolenta

L’autore propone un metodo basato su un uso consapevole del linguaggio e della comunicazione. A questo scopo utilizza due animali-totem: lo sciacallo che vive a spese altrui, fa leva sui giudizi, sui sensi di colpa e attribuisce agli altri le responsabilità e la giraffa che invece guarda dall’alto, osserva e descrive i fatti, afferma le sue ragioni senza criticare, utilizza un linguaggio empatico e assertivo. I due modelli si inseriscono, il primo nella logica io vinco - tu perdi, il secondo nella logica io vinco - tu vinci.

Formulare una richiesta chiara, accettabile e comprensibile al mondo esterno a noi: assumersi la responsabilità di esprimere con chiarezza una richiesta operativa e fattibile.

Esprimere i bisogni: collegare i sentimenti ai bisogni umani universali da cui nascono.

Esprimere i sentimenti nel momento presente: cosa sta accadendo dentro di me? Quali emozioni provo?

Osservare i fatti senza giudizi o critiche: come guardiamo ciò che accade fuori di noi? Quali informazioni ricaviamo dall’esterno?

Passo 4

I quattro passi dellacomunicazione nonviolenta

Passo 1

Passo 2

Passo 3

PAT PATFOORT

Il Modello dell'Equivalenza

Le situazioni e i conflitti violenti sono la conseguenza del fatto che tendiamo a costruire con gli altri relazioni squilibrate da due posizioni di potere che emergono da una logica di tipo bipolare: Maggiore/minore. Nel sistema dell’Equivalenza ognuno ha una posizione equivalente rispetto all’altro e le differenze sono contenute e non comportano giudizi di valore di superiorità e inferiorità. Di fronte a due punti di vista differenti, piuttosto che andare a cercare argomenti in supporto dell’uno o dell’altro, si ricercano i fondamenti: essi sono i perchè, i bisogni, gli interessi, i fini, i valori, i sentimenti che stanno alla base dei differenti punti di vista. La soluzione sta nel portare ad un punto di incontro tutti i fondamenti delle due parti attraverso gli strumenti della comunicazione.

Sottolineare e apprezzarecaratteristiche, capacità, talento e validità dell’altro

Le tre abilità

Dopo che i fondamenti sono stati posti sullo stesso piano, si riflette per esaminare le possibilità. Con la creatività è possibile scoprire e inventare soluzioni inedite

Comunicare i principi fondamentali di entrambi praticando un ascolto attivo ed empatico, comprendendo e accettando le ragioni dell’altro

Metodo dell'Equivalenza

l’affermazione positiva

la comunicazione

la creatività

Le scuole sono prima di tutto dei luoghi di incontro, abitati da una molteplicità sia di coetanei che di adulti fra i quali si stabiliscono importanti legami di amicizia e/o di antipatia e assieme ai quali si impara a divetare adulti, a riconoscere e praticare le relazioni della società del futuro. Il tratto distintivo delle scuole "felici" è la capacità di trasformare la diversità in risorsa e il fatto che diventi normale considerare la molteplicità dei punti di vista. Quello che serve è uno sguardo allenato a cogliere la possibilità di mettere a proprio agio l'altro perchè ci parli e rilanciare la comunicazione, insomma avviare un confronto creativo. Alla base di tutto c'è l'arte di ascoltare e la capacità di mettere in azione le strategie della mediazione creativa dei conflitti attraverso l'ascolto attivo, l'autoconsapevolezza emozionale, la co-progettazione creativa delle soluzioni.

marianella sclavi

La mediazione creativa

8. Stesura dell'accordo e congratulazioni

7. Trova una soluzione

6. Inventa altre possibilità: brainstorming

5. Costruisci terreni comuni: dalle posizioni agli interessi generali

4. Giochi di ruolo: ribaltamento e role playing

3. Ascolto dei punti di vista nel conflitto e parafrasi

2. Presenta le regole della comunicazione e verificane il consenso

VS

Gli 8 passi della mediazione creativa

1. Prepara lo spazio e dai il benvenuto

Il doppio sguardo

L'idea è di ricercare le fonti del conflitto individuando interessi, valori, identità ed emozioni delle parti in conflitto, integrando il proprio punto di vista con quello dell'altro. Nel gioco di ruolo "Le guerre del Peloponneso", la classe è divisa in due gruppi (Ateniesi e Spartani) a ognuno dei quali viene chiesto di individuare, attraverso una mappa, le fonti del conflitto. I due gruppi confrontano le mappe, discutono i problemi incontrati nel realizzarle, le somiglianze e differenze che presentano e cosa si apprende da questa simulazione.

Il cestino della rabbia

Le montagne e le valli

I/le bambini/e tracciano una linea orizzontale a metà di un foglio bianco. Si concentrano quindi sugli eventi più importanti della loro vita e, per ogni evento positivo, tracciano una montagna (più l’evento è positivo più si va in alto), per ogni evento negativo tracciano una valle sotto la linea orizzontale (più si scende più è negativo). È molto importante datare l’episodio ricordato (anche se non in modo preciso). Segue una discussione in piccolo gruppo.

Esempi

I/le bambini/e rappresentano l’emozione di cui ci si sta occupando (la rabbia, la paura, il disgusto, la gioia…); ne segue una discussione collettiva. Al termine, le rappresentazioni vengono inserite nel cestino che è affidato alla docente, unica in grado di custodire le emozioni di tutti/e.

NON USARE AVVERBI CHE GENERALIZZANO: durante la lezione mi sei sembrato distratto

UTILIZZO DEI VERBI IN MODO NON VALUTATIVO: durante la lezione non hai prestato la dovuta attenzione

Sei sempre distratto! Non stai mai attento!

Tu devi fare... devi essere...devi comportarti...

FORMULARE RICHIESTE PRECISE: vorrei che ... che ne pensi se...

Mi hai deluso. Il tuo comportamento mi ha deluso.

CHIARIRE I PROPRI BISOGNI: perchè avevo bisogno di...

ESPRIMERE I SENTIMENTI: io mi sento a disagio (scoraggiato...non sto bene...ho timore che... sono triste... dispiciuto...)

Tu mi fai sempre arrabbiare

OSSERVARE NON GIUDICARE: ho notato che il tuo comportamento, in queste situazioni, è risultato poco costruttivo (efficace, utile, propositivo...)

Dal linguaggio sciacallo al linguaggio giraffa (M. Rosemberg)

Esempi

Scrivete un elenco delle vostre paure (gioie, insofferenze, invidie…) senza pensarci troppo. Ne esce una poesia in cui le emozioni adulte e quelle bambine sono mescolate. es: Paura, di Raymond Carver

Poesie ed emozioni

Nelle situazioni di conflitto, il/la docente (fa da mediatore: riformula e dà la parola) invita le persone coinvolte a chiarire le loro ragioni, le loro emozioni e a cercare un punto di intesa.Regole: -ciò che viene detto resta in quell’angolo -si ascolta con molta attenzione l’altro senza interrompere Variante per l’infanzia e prime classi della scuola primaria: il conflict corner

La mediazione creativa

Attività da sperimentare

Il disegno analogico delle emozioni

Ripensate all’ultima volta in cui vi siete arrabbiati/e (avete provato gioia, paura, disgusto, ammirazione, sorpresa…) e, senza usare le parole, ricreate in voi la sensazione vissuta in quel momento. Immaginate ancora di provare quell’emozione: fatela fluire dalla vostra interiorità più profonda fino alla vostra mano. I segni che farete somiglieranno all’emozione provata. Per avviare la discussione, con i più piccoli

-Novara D., Litigare per crescere. Proposte per la prima infanzia, Erickson, 2010 -Novara D., La grammatica dei conflitti. L’arte maieutica di trasformare le contrarietà in risorse, Ed. Sonda, 2011-Novara D., Di Chio C., Litigare con metodo. Gestire i litigi dei bambini a scuola, Erickson, 2013 -Rosenberg M., La grammatica della Comunicazione Nonviolenta -Sclavi M., Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte., Bruno Mondadori, 2003-Sclavi M., Giornelli G.,La scuola e l'arte di ascoltare. Gli ingredienti delle scuole felici, Feltrinelli, 2014-Patfoort P., Io voglio, tu non vuoi. Manuale di educazione nonviolenta, Edizioni PLUS, Pisa University Press, 2010. -Patfoort P.,Difendersi senza aggredire. La potenza della nonviolenza, Edizioni PLUS, Pisa University Press, 2011.

Bibliografia