Il barattolo di vetro
Parole e disegni per raccontare tante storie a lieto fine
...e vissero tutti felici e...rinnovati!
Immagini e testi originali. Gli alunni della classe 1C della SS1G
Mi presento, sono una piccola bottiglia di plastica, sono rotta ma prima ero alta, magra con una forma triangolare. Dico prima perché ora sono una bacinella di plastica, sono blu e mi piace molto essere questo oggetto. Sono bassa, robusta e di forma ovale e servo per mettere le verdure o per mettere l'acqua dentro.
La mia nuova vita mi piace tanto perché non vengo buttata subito. Nell'altra vita invece sono stata buttata subito e mi hanno fatto male perché mi hanno schiacciata, e anche quando mi afferravano mi facevano male.
Questa nuova vita mi sembra più tranquilla. Insomma questa nuova vita è fantastica.
UN BICCHIERE
Io sono un bicchiere di Gioia, dentyro di me mette acqua e succo. Un giorno le venne un'idea cioè di mettere al mio interno la tempera e dipingere un quadro. Dopo aver finito il tutto, mi prese e mi lavò. Il colore della tempera però non voleva andare via, così la mamma le disse che mi poteva usare come portapenne. Così Gioia ci pensò e poi mi dipinse con tocchi di viola, rosa, azzurro e bleu e divenni il suo portapenne, un portapenne perfetto. Sono stato messo sopra le scrivania. Ogni volta che vengo guardata tutti dicono che sono proprio un capolavoro. Custodisco gomme, pennarelli.matite e pastelli...pronti per essere usati.
Sono un oggetto felice perché rendo felice la gente,in realtà sono
un semplice barattolo di vetro ma contengo la fantastica Nutella.
La Nutella è buonissima e piace proprio a tutti ad esempio piace
moltissimo ad Alice e Serena che sono due bambine felici quando
mi vedono.Ogni mattina mi prendono per fare colazione con latte,
fette biscottate e Nutella. Giorno dopo giorno la Nutella cominciava a diminuire e io giá
sapevo che appena finita sarei finito nella spazzatura. Questo mi
rendeva molto triste, mi immaginavo tutto solo e abbandonato tra i
rifiuti.
Stava arrivando il periodo più magico dell'anno cioè il Natale e la
maestra di Alice disse che serviva un barattolo di vetro per fare un
lavoretto, così Alice si ricordò di me, mi prese, mangiò quel poco
di Nutella che restava, mi sciacquò sotto l'acqua e il giorno dopo
mi portò a scuola. La maestra disse che ero perfetto e io impazzii
di gioia, non sapevo cosa volevano fare ma almeno non finivo
nella spazzatura .
Alice tirò fuori una candela e io mi chiesi:" A che servirà?". Me la
mise dentro, mi appiccicò degli sticker Natalizi e tanti brillantini e
diventai così un porta candela natalizio.
Sono felice di essere stato riciclato e trasformato in un oggetto
ancora più bello!
STORIA DI UN RIFIUTO Mi chiamo Glass e sono una bella bottiglia di olio pugliese, alta, stretta e verde con una etichetta colorata e un tappo argentato.
Vivevo una vita tranquilla in una casa accogliente, quando a un certo punto mi hanno svuotato e mi hanno portato fuori. Avevo paura che la mia vita sarebbe finita lì, invece sono stato buttato in un cassonetto verde dove, sorpresa, c’erano tante altre bottiglie come me! Poco dopo è passato un camion e ci ha riversate tutto dentro questo grande cassone, dove c’erano ancora altre bottiglie. Dopo un piccolo viaggio, ci hanno portato in una fabbrica dove non venivamo distrutte ma...riciclate! Ora ho una seconda forma bassa, larga e arancione con un tappo d’oro brillante, sono diventato una bottiglia nuova e aspetto sullo scaffale del negozio che qualcuno mi compri, così potrò cominciare la mia seconda vita!
Ero una penna ad inchiostro nero viola con un dinosauro sempre viola, regalata dalla supplente Maria Sofia alla 5 B io ero la penna di alice e tutte le altre penne di altri bambini. Mi ricordo ancora la prima volta che fui utilizzata,entrammo tutti in classe, i bambini in lacrime che si abbracciavano e si disperavano perchè il giorno dopo sarebbe stato l’ultimo e poi ebbero un'idea, si scrissero tutti sulle braccia e noi fummo utilizzate che bello! Il giorno successivo era l’ultimo giorno di scuola e tutti indossavano una maglietta bianca, non fecero niente per tutto il giorno solo piangere e scrivere sulle magliette degli altri i propri nomi poi tornata a casa diventai la penna della madre di Alice che mi utilizzò fino a quando il mio inchiostro non finì ma non mi buttarono! Ora sono di nuovo una penna grazie all’inchiostro di un’alta penna della mia stessa misura così posso essere usata all’infinito!
Io, il rifiuto
Fui creata in una rumorosa fabbrica insieme alle altre bottiglie di plastica. Mi riempirono di acqua fresca e mi mandarono in un supermercato. Fui comprata da un ragazzo. Ero molto felice. Pensavo di essere utile, avere una funzione. Ma quella sensazione durò per poco tempo. Dopo cinque minuti, fui gettata in un bidone della spazzatura. Schiacciata tra una lattina di Coca-Cola e un vasetto di yogurt, pensai che la mia funzione era finita, che ero solo un rifiuto. E invece mi sbagliai perché grazie al potere del riciclo, ora sono una bellissima felpa! Mi piace far sentire le persone al caldo in inverno, magari sul divano con una tazza di cioccolata calda a vedere un film natalizio. Ecco, questa era la mia storia: la storia di un rifiuto che, però, grazie al riciclo può trasformarsi in qualcosa di molto più bello, senza sprecare niente.
La mia storia comincia tanto tanto tempo fa quando sono stato comprato. Ero un bellissimo vaso di vetro, con l’orlo a forma di fiore e una superficie che rifletteva tutto ciò che avevo intorno; avevo una base circolare e un fusto affusolato.
Un’anziana signora mi prese dal mio scaffale e mi porto’ nella sua accogliente casa e mi mise nell’angolo piu’ luminoso del salotto cosi’ che tutti potessero vedermi: capii subito che ero diventato il suo vaso preferito. Passo’ qualche anno e le cose non cambiarono fino a quando il gatto guastafeste della signora mi fece cadere rompendomi in mille pezzi.
La vecchietta era così affezionata a me che non riusciva proprio a butttarmi. Dopo averci pensato molto, si convinse a gettarmi ma, al posto di lasciarmi nell’indifferenziata, decise di mettermi nella campana del vetro. Lì dentro era tutto buio, sporco, pieno di insetti e bottiglie distrutte. Fui ancora più sbalordito quando arrivò il netturbino e mi mise nel camion dei rifiuti dicendomi che mi avrebbero sottoposto ad un trattamento di bellezza. Onestamente, considerando le mie condizioni, ero lusingato e abbastanza felice fino a quando non arrivammo a destinazione; mi aspettavo di vedere tolette ed esperti nella cura del vetro ma, invece, vidi la mia paura più grande: la pressa idraulica! Mi allontanai dal rullo che stava andando nella sua direzione e provai a scappare, ma dei lavoratori mi videro subito e mi ci misero nuovamente. Vidi che mi stavo avvicinando, ero terrorizzato ma ad un certo punto, quando notai che sarei stato il prossimo, chiusi gli occhi e ci fu un buio totale senza rumori, senza niente. Mi convinsi ad aprire gli occhi solo dopo qualche tempo: ero di nuovo su uno scaffale del supermercato ma non era quello dei vasi, era qualcosa di diverso; mi guardai accanto e notai vari barattoli di marmellata. Realizzai solo in quel momento che ero diventato una confezione di confettura proprio come loro. In quell’istante notai anche qualcos’altro: la mia signora anziana che stava venendo verso di me per prendermi!
Mi porto’ a casa e mi mise dove ero anche prima. So che lei non sapra’ mai che ci siamo riuniti ma io si’ e saro’ sempre felice per questo.
Ero una tv 48 pollici con uno schermo in vetro, base in plastica e così come anche il retro, ero esposto nel reparto elettronica e proiettavo sempre le stesse immagini. Un giorno una famiglia mi comprò e, finalmente, mi portarono via dal negozio e mi posizionarono su un mobile. I giorni erano sereni e trasmettevo quasi sempre la serie “ Stranger Things”, fino a quando…con una racchetta per zanzare mi colpirono e mi spaccarono. Il giorno dopo avevano già trovato il mio sostituto, e quanto a me ero già pronto per essere eliminato. Portato in discarica mi schifai di quanta spazzatura c’era. Mi buttarono in un reparto specializzato, e dopo 6 anni di duro lavoro mi trasformarono in un… monitor: sia schermo, sia cornice e retro erano di plastica. Fui subito comprato e non mi ruppi mai. Quando fui troppo vecchio e quindi irriparabile, mi riportarono in un’isola ecologica e mi trasformarono in un Iphone 13 e avevo uno schermo in vetro e retro in plastica, pronto per affrontare il futuro.
Ross,il rifiuto diventato stella C'era una volta un pezzetto di pastello di cera rosso. Si chiamava Ross. Era corto, rotto e finito nel cestino."Sono finito!" pensò Ross. "Non posso
più essere disegnato". Si sentiva solo e triste. Era un rifiuto.
Arrivò una mano gentile. Era la mano di una bambina, Isabella.
Una bambina che amava disegnare e conservava qualsiasi colore le capitava nelle mani.
Isabella prese Ross e disse: "Sei piccolo, ma sei forte! Non sei spazzatura e non sarai mai
un rifiuto !"
Isabella aveva una scatola speciale dove dentro c'erano tanti altri pastelli.
Isabella li mise tutti in una teglia. Ross, Gialletto e Azzurro.
Li mise nel forno caldo anzi bollente, i pastelli si sciolse e appena si raffreddarono Isa gli
diede una forma,la forma di una stella!
Ross e gli amici non erano più pezzi rotti. Erano diventati un grande pastello a forma di
stella! Il nuovo Pastello Stella era forte e poteva disegnare arcobaleni bellissimi.
Ross era il centro della stella pronto a ricominciare
La penna scarica Ero una penna nera era con inchiostro cancellabile, senza tappo a scatto con degli stickers attaccati; mi ero scaricata, ma non sono stata buttata perchè ero con la mia bambina dalla prima elementare e tanti sono i ricordi che ci legano. Ora sono stata trasformata in un portachiavi e sono stata regalata alla migliore amica della mia bambina...ho una nuova vita! LA BARBIE
Ero una Barbie molto carina, avevo un vestito tutto rosa e avevo i capelli biondi e lunghi, avevo gli occhi azzurri come il mare, delle scarpe bianche con un fiocco rosa, molto carine! Ma ormai nessuno giocava più con me...allora sono finita nelle mani di un'altra bambina...sono molto felice che non mi hanno buttato via e che mi hanno portato da un'altra famiglia.
La Storia di un Rifiuto Ero un bellissimo quaderno, di quelli a righe di quarta elementare, rosso e con parecchie fotografie che mi erano state attaccate dentro e fuori.
Luca mi utilizzava per raccogliere i suoi pensieri più profondi e sentimenti.
Per lui ero come un amico: una persona con cui sfogarsi, con cui essere sé stesso.
Mi raccontava delle sue figure più imbarazzanti, dei suoi hobby più strani e di cosa pensava realmente delle persone.
Un giorno finii tutto.
Lui non mi voleva buttare, ma sua madre lo obbligò e gli prese un altro quaderno.
Il mio dolore, mentre venivo portato via e vedevo dal buco del sacco della spazzatura, era qualcosa di inspiegabile. Una volta portato al bidone della carta pensavo fosse tutto finito… e invece… mi riciclarono. E non tornai mai più quaderno.
Mi sono appena svegliato dopo il riciclo e mi guardo: sono un bellissimo fiore dalle sfumature arancioni fatto di… carta riciclata!
Penso proprio di essere un fiore di ciliegio…
Mi trasportano con un camion fino a un centro commerciale.
Sono passate due settimane da quando sono arrivato qui e nessuno mi ha ancora comprato.
Vedo una famiglia.
Quattro persone.
Due bambini.
Una femmina, piccola un maschio…grande.
Mi ricorda la famiglia di Luca!
Si avvicinano di più.
Non ci posso credere, sono proprio loro!
Vorrei poter dire a Luca chi sono ma, purtroppo, non ho il dono della parola.
Con mia grande sorpresa, Luca si dirige proprio verso di me.
Mi prende, mi porta alla cassa e mi compra con i suoi risparmi.
Sono commosso. Sapevo che io e Luca non ci saremmo potuti separare.
Mi presento sono Albert, Albert Franchestain. La mia storia parte nel lontano 31 ottobre 2003 quando un bambino mi comprò in un negozio di peluche. Ero verde chiaro con le solite viti a solita provetta infilatea nel cervello con vestiti scuri e le mie note cicatrici.
Eravamo una famiglia, giocavamo sempre, facevamo pigiama party insieme e nessuno ci poteva separare. Fino a quando lui non crebbe e si dimenticò di me.
Finii in una scatola con tanti altri giocattoli e da lì non vidi più la luce. Qualche mese dopo mi ritrovai in un posto strano pieno di bambini che non avevano i genitori e quel posto ho sentito che si chiama “orfanotrofio”. Dalla scatola dove mi trovavo un bambino che aveva all’incirca 8 anni mi prese e iniziammo a conoscerci. Quando era notte e pioveva lui mi stringeva forte per la paura e io ero l’unica cosa che lo tranquillizzava. Lui crebbe e quando venne adottato mi portò con sé ovunque. E quando divenne padre mi regalò a suo figlio.
Il barattolo di vetro
tizgiustozzi
Created on November 19, 2025
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Il barattolo di vetro
Parole e disegni per raccontare tante storie a lieto fine
...e vissero tutti felici e...rinnovati!
Immagini e testi originali. Gli alunni della classe 1C della SS1G
Mi presento, sono una piccola bottiglia di plastica, sono rotta ma prima ero alta, magra con una forma triangolare. Dico prima perché ora sono una bacinella di plastica, sono blu e mi piace molto essere questo oggetto. Sono bassa, robusta e di forma ovale e servo per mettere le verdure o per mettere l'acqua dentro. La mia nuova vita mi piace tanto perché non vengo buttata subito. Nell'altra vita invece sono stata buttata subito e mi hanno fatto male perché mi hanno schiacciata, e anche quando mi afferravano mi facevano male. Questa nuova vita mi sembra più tranquilla. Insomma questa nuova vita è fantastica. UN BICCHIERE Io sono un bicchiere di Gioia, dentyro di me mette acqua e succo. Un giorno le venne un'idea cioè di mettere al mio interno la tempera e dipingere un quadro. Dopo aver finito il tutto, mi prese e mi lavò. Il colore della tempera però non voleva andare via, così la mamma le disse che mi poteva usare come portapenne. Così Gioia ci pensò e poi mi dipinse con tocchi di viola, rosa, azzurro e bleu e divenni il suo portapenne, un portapenne perfetto. Sono stato messo sopra le scrivania. Ogni volta che vengo guardata tutti dicono che sono proprio un capolavoro. Custodisco gomme, pennarelli.matite e pastelli...pronti per essere usati.
Sono un oggetto felice perché rendo felice la gente,in realtà sono un semplice barattolo di vetro ma contengo la fantastica Nutella. La Nutella è buonissima e piace proprio a tutti ad esempio piace moltissimo ad Alice e Serena che sono due bambine felici quando mi vedono.Ogni mattina mi prendono per fare colazione con latte, fette biscottate e Nutella. Giorno dopo giorno la Nutella cominciava a diminuire e io giá sapevo che appena finita sarei finito nella spazzatura. Questo mi rendeva molto triste, mi immaginavo tutto solo e abbandonato tra i rifiuti. Stava arrivando il periodo più magico dell'anno cioè il Natale e la maestra di Alice disse che serviva un barattolo di vetro per fare un lavoretto, così Alice si ricordò di me, mi prese, mangiò quel poco di Nutella che restava, mi sciacquò sotto l'acqua e il giorno dopo mi portò a scuola. La maestra disse che ero perfetto e io impazzii di gioia, non sapevo cosa volevano fare ma almeno non finivo nella spazzatura . Alice tirò fuori una candela e io mi chiesi:" A che servirà?". Me la mise dentro, mi appiccicò degli sticker Natalizi e tanti brillantini e diventai così un porta candela natalizio. Sono felice di essere stato riciclato e trasformato in un oggetto ancora più bello!
STORIA DI UN RIFIUTO Mi chiamo Glass e sono una bella bottiglia di olio pugliese, alta, stretta e verde con una etichetta colorata e un tappo argentato. Vivevo una vita tranquilla in una casa accogliente, quando a un certo punto mi hanno svuotato e mi hanno portato fuori. Avevo paura che la mia vita sarebbe finita lì, invece sono stato buttato in un cassonetto verde dove, sorpresa, c’erano tante altre bottiglie come me! Poco dopo è passato un camion e ci ha riversate tutto dentro questo grande cassone, dove c’erano ancora altre bottiglie. Dopo un piccolo viaggio, ci hanno portato in una fabbrica dove non venivamo distrutte ma...riciclate! Ora ho una seconda forma bassa, larga e arancione con un tappo d’oro brillante, sono diventato una bottiglia nuova e aspetto sullo scaffale del negozio che qualcuno mi compri, così potrò cominciare la mia seconda vita!
Ero una penna ad inchiostro nero viola con un dinosauro sempre viola, regalata dalla supplente Maria Sofia alla 5 B io ero la penna di alice e tutte le altre penne di altri bambini. Mi ricordo ancora la prima volta che fui utilizzata,entrammo tutti in classe, i bambini in lacrime che si abbracciavano e si disperavano perchè il giorno dopo sarebbe stato l’ultimo e poi ebbero un'idea, si scrissero tutti sulle braccia e noi fummo utilizzate che bello! Il giorno successivo era l’ultimo giorno di scuola e tutti indossavano una maglietta bianca, non fecero niente per tutto il giorno solo piangere e scrivere sulle magliette degli altri i propri nomi poi tornata a casa diventai la penna della madre di Alice che mi utilizzò fino a quando il mio inchiostro non finì ma non mi buttarono! Ora sono di nuovo una penna grazie all’inchiostro di un’alta penna della mia stessa misura così posso essere usata all’infinito!
Io, il rifiuto Fui creata in una rumorosa fabbrica insieme alle altre bottiglie di plastica. Mi riempirono di acqua fresca e mi mandarono in un supermercato. Fui comprata da un ragazzo. Ero molto felice. Pensavo di essere utile, avere una funzione. Ma quella sensazione durò per poco tempo. Dopo cinque minuti, fui gettata in un bidone della spazzatura. Schiacciata tra una lattina di Coca-Cola e un vasetto di yogurt, pensai che la mia funzione era finita, che ero solo un rifiuto. E invece mi sbagliai perché grazie al potere del riciclo, ora sono una bellissima felpa! Mi piace far sentire le persone al caldo in inverno, magari sul divano con una tazza di cioccolata calda a vedere un film natalizio. Ecco, questa era la mia storia: la storia di un rifiuto che, però, grazie al riciclo può trasformarsi in qualcosa di molto più bello, senza sprecare niente.
La mia storia comincia tanto tanto tempo fa quando sono stato comprato. Ero un bellissimo vaso di vetro, con l’orlo a forma di fiore e una superficie che rifletteva tutto ciò che avevo intorno; avevo una base circolare e un fusto affusolato. Un’anziana signora mi prese dal mio scaffale e mi porto’ nella sua accogliente casa e mi mise nell’angolo piu’ luminoso del salotto cosi’ che tutti potessero vedermi: capii subito che ero diventato il suo vaso preferito. Passo’ qualche anno e le cose non cambiarono fino a quando il gatto guastafeste della signora mi fece cadere rompendomi in mille pezzi. La vecchietta era così affezionata a me che non riusciva proprio a butttarmi. Dopo averci pensato molto, si convinse a gettarmi ma, al posto di lasciarmi nell’indifferenziata, decise di mettermi nella campana del vetro. Lì dentro era tutto buio, sporco, pieno di insetti e bottiglie distrutte. Fui ancora più sbalordito quando arrivò il netturbino e mi mise nel camion dei rifiuti dicendomi che mi avrebbero sottoposto ad un trattamento di bellezza. Onestamente, considerando le mie condizioni, ero lusingato e abbastanza felice fino a quando non arrivammo a destinazione; mi aspettavo di vedere tolette ed esperti nella cura del vetro ma, invece, vidi la mia paura più grande: la pressa idraulica! Mi allontanai dal rullo che stava andando nella sua direzione e provai a scappare, ma dei lavoratori mi videro subito e mi ci misero nuovamente. Vidi che mi stavo avvicinando, ero terrorizzato ma ad un certo punto, quando notai che sarei stato il prossimo, chiusi gli occhi e ci fu un buio totale senza rumori, senza niente. Mi convinsi ad aprire gli occhi solo dopo qualche tempo: ero di nuovo su uno scaffale del supermercato ma non era quello dei vasi, era qualcosa di diverso; mi guardai accanto e notai vari barattoli di marmellata. Realizzai solo in quel momento che ero diventato una confezione di confettura proprio come loro. In quell’istante notai anche qualcos’altro: la mia signora anziana che stava venendo verso di me per prendermi! Mi porto’ a casa e mi mise dove ero anche prima. So che lei non sapra’ mai che ci siamo riuniti ma io si’ e saro’ sempre felice per questo.
Ero una tv 48 pollici con uno schermo in vetro, base in plastica e così come anche il retro, ero esposto nel reparto elettronica e proiettavo sempre le stesse immagini. Un giorno una famiglia mi comprò e, finalmente, mi portarono via dal negozio e mi posizionarono su un mobile. I giorni erano sereni e trasmettevo quasi sempre la serie “ Stranger Things”, fino a quando…con una racchetta per zanzare mi colpirono e mi spaccarono. Il giorno dopo avevano già trovato il mio sostituto, e quanto a me ero già pronto per essere eliminato. Portato in discarica mi schifai di quanta spazzatura c’era. Mi buttarono in un reparto specializzato, e dopo 6 anni di duro lavoro mi trasformarono in un… monitor: sia schermo, sia cornice e retro erano di plastica. Fui subito comprato e non mi ruppi mai. Quando fui troppo vecchio e quindi irriparabile, mi riportarono in un’isola ecologica e mi trasformarono in un Iphone 13 e avevo uno schermo in vetro e retro in plastica, pronto per affrontare il futuro.
Ross,il rifiuto diventato stella C'era una volta un pezzetto di pastello di cera rosso. Si chiamava Ross. Era corto, rotto e finito nel cestino."Sono finito!" pensò Ross. "Non posso più essere disegnato". Si sentiva solo e triste. Era un rifiuto. Arrivò una mano gentile. Era la mano di una bambina, Isabella. Una bambina che amava disegnare e conservava qualsiasi colore le capitava nelle mani. Isabella prese Ross e disse: "Sei piccolo, ma sei forte! Non sei spazzatura e non sarai mai un rifiuto !" Isabella aveva una scatola speciale dove dentro c'erano tanti altri pastelli. Isabella li mise tutti in una teglia. Ross, Gialletto e Azzurro. Li mise nel forno caldo anzi bollente, i pastelli si sciolse e appena si raffreddarono Isa gli diede una forma,la forma di una stella! Ross e gli amici non erano più pezzi rotti. Erano diventati un grande pastello a forma di stella! Il nuovo Pastello Stella era forte e poteva disegnare arcobaleni bellissimi. Ross era il centro della stella pronto a ricominciare
La penna scarica Ero una penna nera era con inchiostro cancellabile, senza tappo a scatto con degli stickers attaccati; mi ero scaricata, ma non sono stata buttata perchè ero con la mia bambina dalla prima elementare e tanti sono i ricordi che ci legano. Ora sono stata trasformata in un portachiavi e sono stata regalata alla migliore amica della mia bambina...ho una nuova vita! LA BARBIE Ero una Barbie molto carina, avevo un vestito tutto rosa e avevo i capelli biondi e lunghi, avevo gli occhi azzurri come il mare, delle scarpe bianche con un fiocco rosa, molto carine! Ma ormai nessuno giocava più con me...allora sono finita nelle mani di un'altra bambina...sono molto felice che non mi hanno buttato via e che mi hanno portato da un'altra famiglia.
La Storia di un Rifiuto Ero un bellissimo quaderno, di quelli a righe di quarta elementare, rosso e con parecchie fotografie che mi erano state attaccate dentro e fuori. Luca mi utilizzava per raccogliere i suoi pensieri più profondi e sentimenti. Per lui ero come un amico: una persona con cui sfogarsi, con cui essere sé stesso. Mi raccontava delle sue figure più imbarazzanti, dei suoi hobby più strani e di cosa pensava realmente delle persone. Un giorno finii tutto. Lui non mi voleva buttare, ma sua madre lo obbligò e gli prese un altro quaderno. Il mio dolore, mentre venivo portato via e vedevo dal buco del sacco della spazzatura, era qualcosa di inspiegabile. Una volta portato al bidone della carta pensavo fosse tutto finito… e invece… mi riciclarono. E non tornai mai più quaderno. Mi sono appena svegliato dopo il riciclo e mi guardo: sono un bellissimo fiore dalle sfumature arancioni fatto di… carta riciclata! Penso proprio di essere un fiore di ciliegio… Mi trasportano con un camion fino a un centro commerciale. Sono passate due settimane da quando sono arrivato qui e nessuno mi ha ancora comprato. Vedo una famiglia. Quattro persone. Due bambini. Una femmina, piccola un maschio…grande. Mi ricorda la famiglia di Luca! Si avvicinano di più. Non ci posso credere, sono proprio loro! Vorrei poter dire a Luca chi sono ma, purtroppo, non ho il dono della parola. Con mia grande sorpresa, Luca si dirige proprio verso di me. Mi prende, mi porta alla cassa e mi compra con i suoi risparmi. Sono commosso. Sapevo che io e Luca non ci saremmo potuti separare.
Mi presento sono Albert, Albert Franchestain. La mia storia parte nel lontano 31 ottobre 2003 quando un bambino mi comprò in un negozio di peluche. Ero verde chiaro con le solite viti a solita provetta infilatea nel cervello con vestiti scuri e le mie note cicatrici. Eravamo una famiglia, giocavamo sempre, facevamo pigiama party insieme e nessuno ci poteva separare. Fino a quando lui non crebbe e si dimenticò di me. Finii in una scatola con tanti altri giocattoli e da lì non vidi più la luce. Qualche mese dopo mi ritrovai in un posto strano pieno di bambini che non avevano i genitori e quel posto ho sentito che si chiama “orfanotrofio”. Dalla scatola dove mi trovavo un bambino che aveva all’incirca 8 anni mi prese e iniziammo a conoscerci. Quando era notte e pioveva lui mi stringeva forte per la paura e io ero l’unica cosa che lo tranquillizzava. Lui crebbe e quando venne adottato mi portò con sé ovunque. E quando divenne padre mi regalò a suo figlio.