La Rete regionale per la conservazione della fauna marina (tartarughe e mammiferi marini) opera in Sardegna da anni e si avvale della collaborazione di diversi organismi ed enti che garantiscono interventi di soccorso e recupero della fauna marina ferita o in difcoltà.La salvaguardia dei nidi di Tartaruga comune (Caretta caretta) rientra tra le attività assicurate dalla Rete secondo protocol-li defniti in base alla normativa nazionale e internazionale in Nei pochi ma signifcativi casi di nidifcazione osservati in Sardegna, notevole e generosa è stata la partecipazione e la disponibilità di volontari, turisti, operatori balneari e della vi-gilanza e delle amministrazioni pubbliche competenti ai quali è rivolto il ringraziamento della Rete regionale per la conser-vazione della fauna marina.
materia.
TARTARUGA COMUNE CARETTA CARETTA
Centro Recupero Laguna di Nora
> AIUTACI A PRESERVARLA
SE TI CAPITA DI ASSISTERE ALLA DEPOSIZIONE DI UNA TARTARUGA MARINA O DI NOTARE LE TRACCE LASCIATE SULLA SABBIA CHIAMA SUBITO I SEGUENTI
NUMERI VERDI:
15151530
Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale
Guardia Costiera
Realizzato a cura del Servizio Tutela della natura e politiche forestali dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente e del Centro stampa della Regione Autonoma della Sardegna.Elaborazione grafca a cura del Servizio Comunicazione Istituzionale del-
la Presidenza.
[ www.sardegnaambiente.it ]
Quando si è testimoni diretti della risalita dal mare di una tar-taruga marina bisogna osservare le seguenti cautele:- mantenersi ad una distanza di almeno 4 metri dalla fem-mina e non posizionarsi mai di fronte durante tutte le fasi; evitare assolutamente il contatto fsico;- contenere il numero degli osservatori al minimo possibile (max 10) osservando il silenzio e parlando sottovoce;- evitare l’uso di fash e sorgenti luminose che alterino le condizioni di luminosità esistenti;- per facilitare l’individuazione del punto esatto della came-ra del nido è consentito l’uso di torce schermate con fltro rosso o con un drappo di tessuto.L’altissimo tasso di mortalità al quale è esposta la specie, sia nello stadio giovanile che adulto, rende la fase della riprodu-zione tra le più importanti e delicate nella vita della tartaruga. La legge regionale 29 luglio 1998 n. 23, tutela la specie e ri-gorosamente la fase della riproduzione per assicurare il man-tenimento della biodiversità nell’interesse della collettività e della comunità internazionale.
Foto di E. Trainito
I PERICOLII PERICOLI
Nell’arco della loro vita le tartarughe marine vanno incontro a diversi pericoli responsabili dell’alto tasso di mortalità. Trascu-rando quelli naturali, rappresentati principalmente dalla pre-dazione, sono quelli associati all’uomo che hanno il maggior - i sistemi di pesca, professionale e sportiva, possono pro-vocare la morte o il grave ferimento delle tartarughe;- le collisioni con le imbarcazioni e con le eliche determi-nano gravi e profonde ferite del carapace o le amputazioni L’inquinamento marino è però quello che più di tutti incide sulla mortalità delle tartarughe: oltre quello chimico, in parti-colare degli organo-clorurati derivati dai ftofarmaci e dei me-talli pesanti di varia origine, quello costituito da lenze e ami da pesca sportiva (o professionale), oggetti di plastica di varia natura e consistenza, fogli di alluminio o di nylon traslucido sono scambiati per piccoli pesci o meduse e se ingeriti creano lesioni oppure ostruzioni nell’esofago o nell’intestino provo-cando il grave deperimento e la morte dell’animale.
Foto di A. Camedda - Centro Recupero del Sinis
impatto negativo:
QUALCHE NOTIZIAQUALCHE NOTIZIA
La Caretta caretta è la più difusa tra le tartarughe presenti nel Mediterraneo. Può raggiungere i 140 kg di peso e il metro di lunghezza. Possiede un becco corneo, ranfoteca, con margini aflati attraverso il quale si nutre di crostacei, bivalvi, pesci e meduse. Depone le uova in numero vario, fno ad un massimo di 200, dalla tarda primavera fno all’estate inoltrata scavando nelle spiagge buche profonde 50 cm. La durata dell’incubazione (60-70 giorni) e la determinazione del sesso dipendono dalle temperature; la schiusa avviene generalmente di notte e i tartarughini (hatchlings) raggiunta la riva nuotano instancabilmente per 24 ore raggiungendo il
degli arti.
mare aperto.
depliant caretta caretta.pdf
Giancarla Defraia
Created on September 25, 2025
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La Rete regionale per la conservazione della fauna marina (tartarughe e mammiferi marini) opera in Sardegna da anni e si avvale della collaborazione di diversi organismi ed enti che garantiscono interventi di soccorso e recupero della fauna marina ferita o in difcoltà.La salvaguardia dei nidi di Tartaruga comune (Caretta caretta) rientra tra le attività assicurate dalla Rete secondo protocol-li defniti in base alla normativa nazionale e internazionale in Nei pochi ma signifcativi casi di nidifcazione osservati in Sardegna, notevole e generosa è stata la partecipazione e la disponibilità di volontari, turisti, operatori balneari e della vi-gilanza e delle amministrazioni pubbliche competenti ai quali è rivolto il ringraziamento della Rete regionale per la conser-vazione della fauna marina.
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15151530
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la Presidenza.
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Quando si è testimoni diretti della risalita dal mare di una tar-taruga marina bisogna osservare le seguenti cautele:- mantenersi ad una distanza di almeno 4 metri dalla fem-mina e non posizionarsi mai di fronte durante tutte le fasi; evitare assolutamente il contatto fsico;- contenere il numero degli osservatori al minimo possibile (max 10) osservando il silenzio e parlando sottovoce;- evitare l’uso di fash e sorgenti luminose che alterino le condizioni di luminosità esistenti;- per facilitare l’individuazione del punto esatto della came-ra del nido è consentito l’uso di torce schermate con fltro rosso o con un drappo di tessuto.L’altissimo tasso di mortalità al quale è esposta la specie, sia nello stadio giovanile che adulto, rende la fase della riprodu-zione tra le più importanti e delicate nella vita della tartaruga. La legge regionale 29 luglio 1998 n. 23, tutela la specie e ri-gorosamente la fase della riproduzione per assicurare il man-tenimento della biodiversità nell’interesse della collettività e della comunità internazionale.
Foto di E. Trainito
I PERICOLII PERICOLI
Nell’arco della loro vita le tartarughe marine vanno incontro a diversi pericoli responsabili dell’alto tasso di mortalità. Trascu-rando quelli naturali, rappresentati principalmente dalla pre-dazione, sono quelli associati all’uomo che hanno il maggior - i sistemi di pesca, professionale e sportiva, possono pro-vocare la morte o il grave ferimento delle tartarughe;- le collisioni con le imbarcazioni e con le eliche determi-nano gravi e profonde ferite del carapace o le amputazioni L’inquinamento marino è però quello che più di tutti incide sulla mortalità delle tartarughe: oltre quello chimico, in parti-colare degli organo-clorurati derivati dai ftofarmaci e dei me-talli pesanti di varia origine, quello costituito da lenze e ami da pesca sportiva (o professionale), oggetti di plastica di varia natura e consistenza, fogli di alluminio o di nylon traslucido sono scambiati per piccoli pesci o meduse e se ingeriti creano lesioni oppure ostruzioni nell’esofago o nell’intestino provo-cando il grave deperimento e la morte dell’animale.
Foto di A. Camedda - Centro Recupero del Sinis
impatto negativo:
QUALCHE NOTIZIAQUALCHE NOTIZIA
La Caretta caretta è la più difusa tra le tartarughe presenti nel Mediterraneo. Può raggiungere i 140 kg di peso e il metro di lunghezza. Possiede un becco corneo, ranfoteca, con margini aflati attraverso il quale si nutre di crostacei, bivalvi, pesci e meduse. Depone le uova in numero vario, fno ad un massimo di 200, dalla tarda primavera fno all’estate inoltrata scavando nelle spiagge buche profonde 50 cm. La durata dell’incubazione (60-70 giorni) e la determinazione del sesso dipendono dalle temperature; la schiusa avviene generalmente di notte e i tartarughini (hatchlings) raggiunta la riva nuotano instancabilmente per 24 ore raggiungendo il
degli arti.
mare aperto.