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Le donne nella bibbia e nella storia della chiesa

Mara Botton

Created on September 25, 2025

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Transcript

Le donne nella bibbia e nella storia della chiesa

Una storia di donne e uomini

A una prima lettura la Bibbia sembra una storia di maschi; nel tempo sono divenute famose soprattutto figure di uomini come Abramo, Mosè, Isaia, Giovanni Battista, PIetro... Eppure le donne della Bibbia sono numerse e fondamentali per la storia della salvezza.

Genesi

Per Dio la donna è una creatura che ha la stessa dignità dell'uomo maschio: anche lei è fatta a immagine e somiglianza di Dio.Il versetto indica un'unità profonda tra uomo e donna, una sostanziale parità. La creazione di Eva da una costola di Adamo non vuole indicare una inferiorità della donna rispetto all'uomo ma in realtà significa che essendo fatti di un'unica carne sono pari al cospetto di Dio.

ANTICO TESTAMENTO

In alcuni passi dell'Antico Testamento troviamo la descrizione di alcune qualità di Dio associate a tratti di femminilità. Per esempio, Isaia si riferisce a Dio come una madre che si prende cura dei suoi figli senza mai abbandonarli (Is 49,15). Senza dimenticare l'importanza delle madri-matriarche (Sara, Rebecca, Rachele, Lia), bisogna sottolineare come in molte occasioni Dio si rivela ad alcune donne senza le quali la storia della salvezza non potrebbe procedere (Giuditta, Ester, Sifra e Pua)...

NUOVO TESTAMENTO

DONNE CHE PARLANO DI DIO

Le donne hanno un posto importante nei Vangeli e nei primi passi della Chiesa delle origini.Una lettura spesso compiuta solo da uomini non sempre ha evidenziato questa presenza e questi ruoli femminili, alcuni dei quali decisamente centrali.

DONNE SOLIDALI

DONNE CAPACI DI PROFETARE

LA DONNA NELLA CHIESA DEI PRIMI SECOLI

Nel giorno di Pentecoste, nel momento inaugurale della Chiesa, gli Atti degli Apostoli riportano la profezia del profeta Gioele: "I vostri figli e le vostre figlie profeteranno" (At 2,17) Il dono della profezia era riconosciuto anche alle donne che potevano prendere la parola nelle assemblee. Molte donne hanno svolto un ruolo di primo piano nella diffusione della fede cristiana, nella fondazione di Chiese e nella vita di comunità. Negli Atti degli Apostoli si ricordano le figure di Lidia a Filippi, di Prisca a Corinto e a Efeso.

San Paolo

Paolo è convinto che la novità cristiana sia già all'opera nella vita dei credenti trasformandola dall'interno All'interno di una vita trasformata dalla grazia, le identità, le condizioni economiche, sociali, culturali e i ruoli che ognuno esercita nel quotidiano sono superati da nuove modalità di esperienze relazionali che oltrepassano ogni rapporto di potere e di discriminazione:

"Non c'è giudeo né greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è maschio e femmina; perchè tutti voi siete uno in Cristo Gesù" (Gal 3,28)

La lettera ai romani

Grazie alla conclusione della Lettera ai Romani (Rm 16) e alla testimonianza di San Paolo, possiamo conoscere come la Chiesa delle origini abbia visto la presenza di numerose donne

TRIFENA, TRIFOSA, PERSIDE

MARIA E GIUNIA

FEBE

PRISCILLA

Maria che "ha faticato molto per voi" (Rm 16.6).Giunia, moglie di Andronico: Paolo li elogia perchè sono "insigni tra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me" (Rm 16,7)

moglie di Aquila, insieme collaboratori di Paolo in Cristo Gesù (Rm 16,3)

"nostra sorella, che è al servizio della Chiesa di Cencre" (Rm 16,1)

Tutte hanno "faticato per il Signore" (Rm 16,12)

VERSI CONTROVERSI DI sAN pAOLO

Alcuni brani presenti nelle Lettere paoline presentano difficoltà interpretative ancora aperte. Per esempio, nella prima Lettera ai Corinti, non sfugge la contraddizione tra un'accettazione della profezia femminile presente nel capitolo 11 e il divieto alle donne di parlare nell'assemblea liturgica nel cap.14. Vi sono due interpretazioni:

COMUNITA'

INTERPOLAZIONE

VERSI CONTROVERSI DI sAN pAOLO

Le comunità post-paoline, allungandosi l'attesa del ritorno del Signore, si avviarono verso un processo di stabilizzazione attraverso il consolidarsi di un'organizzazione gerarchica in linea con le strutture sociali del tempo. L'affermazione del discepolo di Paolo "le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore" (Ef 5,22), riprendeva i codici domestici di uso ellenistico in cui la gerarchia dei componenti rispondeva a precise regole di ordine sociale: il rispetto dell'ordine della Chiesa doveva corrispondere all'ordine sociale riconosciuto. Nel fare propri questi codici se ne attutiva la durezza, inserendo il criterio dell'amore reciproco: "Mariti, amate le mogli come anche Cristo ha amato la chiesa [...] i mariti debbono amare le loro mogli come fossero i loro stessi corpi: chi ama la propria moglie ama se stesso (Ef 5, 25-28)

il ruolo delle donne oggi

Ultimamente, il ruolo della donna nella Chiesa cattolica sta cambiando. Negli ultimi decenni molte donne hanno potuto accedere agli studi teologici e biblici e nuove visioni si sono fatte strada nella riflessione ecclesiale. Sulla presenza delle donne nella Scrittura ci sono ancora tanti aspetti da scoprire, per aiutare il cammino della Chiesa. Per quanto riguarda una ricorrente polemica, alcuni si chiedono come mai, a differenza del mondo protestante, nella Chiesa cattolica le donne non ricevono il sacerdozio ministeriale. La questione è puramente teologica; infatti, come confermato anche da papa Francesco, Gesù Cristo ha voluto conferire il sacramento dell'ordine ai dodici apostoli, tutti uomini, benchè al suo seguito non mancassero le donne. Pertanto la Chiesa cattolica, vincolata alla decisione presa di Gesù, non ha la facoltà di conferire alle donne l'ordine sacerdotale.

Timeline

1974

1965

1971

1973

1970

1949

1988

Timeline

2021

2004

2013

2021

2008

1995

Contestualmente alle Lettere pastorali, circolava, infatti, in Asia Minore un altro scritto autorevole, gli Atti di Paolo e Tecla, dove si affermava una leadership femminile, Tecla, protomartire delle donne. La virile discepola di Paolo (si traveste da uomo per seguire l'apostolo e non aver impedimenti) battezzava, insegnava e predicava e rappresentò per le donne un modello di apostolato lontano dalle codificazioni che si stavano determinando nelle comunità.

La storia degli effetti evidenzia come questo brano sia stato interpretato come divieto assoluto e universale per le donne di esercitare autorità nelle comunità. Anche le posizioni prese nella Prima lettera a Timoteo relative al ruolo sottomesso delle donne rispondevano ad un'esigenza di ridimensionamento delle aspettative femminili e di freno nei confronti dei ruoli che le donne esercitavano in taluni ambienti.

Si può ritenere che Paolo abbia detto queste parole da una parte per non urtare la suscettibilità delle comunità giudeo-cristiane nelle quali le donne avevano ruoli più riservati e, dall'altra, per consentire il corretto e ordinato svolgimento dell'assemblea finalizzato all'edificazione della comunità.

La richiesta di silenzio è incoerente con i ruoli effettivi esercitati dalle donne, sue attive e parlanti collaboratrici. Per questi motivi molti esegeti ritengono che si tratti di un'INTERPOLAZIONE, di una pericope aggiunta successivamente per ridimensionare la facoltà delle donne di esercitare il diritto alla parola pubblica.

Nei testi evangelici troviamo donne capaci di SOLIDARIETA', come le donne sotto la croce, che non abbandonano Gesù anche se con la sua morte sembra ormai tutto finito. Tutti i Vangeli sono concordi nell'indicare che le donne ci sono al momento della passione e sono le prime a scoprire la tomba vuoto e a incontrare Gesù.

Nel Vangelo emergono donne capaci di parlare con Gesù di ciò che riguarda Dio. Pensiamo alla donna di Samaria (Gv 4): una donna straniera, considerata "eretica" che non solo parla con Gesù sull'interpretazione delle Scritture, ma lascia la brocca con un gesto simile a coloro che avevano lasciato le reti, ed è la prima che PROFESSA LA FEDE IN GESU', con una professione di fede simile a quella di Pietro. Anche Marta, nel momento della morte di Lazzaro, professa la sua fede e parla con Gesù dell'attesa messianica e della vita futura (Gv 11)

La storia di Giuditta è narrata in un libro deuterocanonico della Bibbia, ambientato in un periodo di conflitti tra Israele e le potenze straniere. Anche se non si riferisce a un evento storico preciso, il racconto ha un forte significato simbolico e religioso. Il popolo di Israele è minacciato dall'esercito assiro guidato dal generale Oloferne che assedia la città di Betulia, bloccando le fonti d'acqua e mettendo a dura prova la resistenza degli abitanti. In questo contesto entra in scena Giuditta, una vedova ebrea giovane, bella e molto devota a Dio.

Indignata per la sfiducia del suo popolo e convinta che Dio interverrà solo se gli israeliti mostreranno fede, decide di agire da sola.Giuditta si veste elegantemente, si profuma e si reca nell’accampamento nemico fingendo di voler tradire il suo popolo. Riesce a conquistare la fiducia di Oloferne, che la invita a un banchetto. Approfittando del fatto che lui si ubriaca, durante la notte lo decapita con la sua stessa spada e torna a Betulia con la testa del generale.Senza il loro comandante, gli Assiri si danno alla fuga e Israele è salvo.

Alcune donne si dimostrano capaci di PROFEZIA, di anticipare cioè la manifestazione del tempo messianico, come Maria a Cana (Gv 2) e come la misteriosa donna che unge Gesù versando olio sul suo capo, come si faceva con gli unti del Signore. In qualche modo lo proclama come Cristo, proprio alla vigilia della sua passione, ungendo il suo corpo che passerà attraverso la morte e la sepoltura. (Mt 26,6-13)