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LA CHIAMANO ESTATE
Miriam Smiroldo
Created on September 23, 2025
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Transcript
LA CHIAMANO ESTATE
Smiroldo Miriam
Gruppo 4
MUSEI
ESTSTE 2025
DONNE
PESANTEZZA
Alfred Hitchcock
Alfred Hitchcock, noto regista cinematografico britannico, viene definito maestro della suspance e del brivido. Egli usò il cinema per esplorare le paure dell’essere umano. Con le sue opere ricche di tensione, Hitchcock, aveva l'obiettivo di far fare allo spettatore un introspezione. Alfred Hitchcock realizza film che rappresentano: il senso di colpa dell’uomo anche se innocente, le doppie vite di una persona, il desiderio, le ossessioni, le paure quotidiane e la manipolazione dello spettatore. Prendo come esempio il film “Psycho” , realizzato nel 1960, che oltre ad essere un thriller/psicologico affronta anche temi profondi legati all’identità, alle colpe e alla follia. In questa produzione viene affrontato il tema del Disturbo Dissociativo dell’Identità (DDI). Infatti possiamo notare che l’assassino, Norman, ne è affetto. La sua personalità balla tra la sua e quella di sua madre. Questo suo disturbo è dovuto dal senso di colpa dovuto all’omicidio, per mano sua, di sua madre. Infatti la personalità della madre emerge quando Norman non riesce a gestire le emozioni più forti. Si può notare anche come Hitchcock manipoli per tutto il tempo lo spettatore, uccidendo la protagonista circa a metà film e facendo credere che l’assassino fosse la mamma di Norman. Anche il regista stesso conferma di essere un manipolatore, infatti afferma, per quanto riguarda il film “Psycho”, “Il pubblico deve soffrire tanto quanto i personaggi sullo schermo”. Questa fissa su il senso di colpa, sulla punizione e sul controllo fisico, era dovuta al contesto familiare, infatti crebbe con una figura paterna autoritaria e una madre molto presente.
Il figliol prodigo
“Il Figliol Prodigo” è stato realizzato nel 1922 da Giorgio De Chirico, ed è attualmente situato nel Museo del Novecento di Milano. In questo dipinto troviamo due personaggi, un manichino e una statua. La statua, quindi la figura più chiara, raffigura un uomo anziano barbuto che poggia la mano sulla spalla del manichino. Le due figure realizzate sono statiche e con colori marcati cosicché si distinguano dal paesaggio. Ma cosa rappresentano le due figure? La statura, probabilmente, rappresenta la figura paterna tradizionale oppure la saggezza. Invece il manichino raffigura l’uomo moderno, alla ricerca della sua identità, della sua storia e di nuove emozioni da provare, infatti non è definito fisicamente e non ha lineamenti visivi. L’incontro tra queste due figure può anche essere letto come l’uomo anziao, ormai maturo e con le sue esperienze sulle spalle, che si ritrova con il se stesso da giovane, immaturo e privo di ogni bagaglio culturale. Guardando questo dipinto e riflettendo sul suo nome, ho avuto un’altra visione della storia raccontata da De Chirico. In questa opera d'arte ho visto un padre che costruisce suo figlio, che lo cresce e lo forma con le sue esperienze per diventare un uomo.
Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi è una donna da prendere come esempio. Ha fatto di una sua tragica avventura una vera e propria arte. L’arte di Artemisia è spesso interpretata come la risposta alla violenza sessuale da lei subita. L’opera che mi ha catturato, che mi ha fatto scaturire l’ interesse verso questa artista è “Giuditta che decapita Oloferne”. Penso sia la rappresentazione della violenza, della resistenza e della rivincita femminile. Risalta la forza di una donna di non farsi sottomettere e la volontà di lottare per ciò che si ritiene il bene. Penso che questo dipinto sia come un autoritratto di Artemisia Gentileschi, della sua volontà di rivincita e di avere il controllo della sua vita. La sua arte è come un messaggio, per donne e uomini, che sottolinea la forza femminile, che incoraggia ogni donna a non mollare mai e di fare delle sofferenze un punto di forza e di rivolta. Infatti credo sia opportuno mostrare la sua storia e la sua arte alle tante donne che hanno subito molestie sessuali, cosicché abbiano la forza e la grinta di riprendersi dai traumi. Anzi è da mostrare a tutte le donne: alle madri single che devono avere la forza di portare a avanti la propria vita e quella dei figli, alle ragazze che non devono farsi sottovalutare o sottomettere da relazioni tossiche e dalle donne che pur lavorando come gli uomini, o anche di più, guadagnano comunque meno. Ritengo che indagare su Artemisia Gentileschi sia stato molto costruttivo, formativo e mi ha fatto riflettere sulle capacità e sull'energia che ogni donna possiede, che certe volte viene nascosta dalla società.
San Pietro martire
“San Pietro martire” è realizzato da Giovanni Battista Cima da Conegliano, nel 1505-1506. Questo dipinto era destinato alla pala di San Pietro martire nella chiesa del Corpus Domini di Venezia, commissionata da Benedetto Carlone, il quale voleva essere sepolto lì. Il soggetto è San Pietro, realizzato su un piedistallo per esaltare la sua importanza, è riconoscibile dal segno del martirio, cioè la pugnale sulla testa che rimanda alla sua morte violenta e dalla palma che rappresenta la vittoria sulla morte della fede. Ai suoi piedi si può vedere un angioletto e ai lati San Nicola di Bari e San Benedetto. San Nicola riconoscibile tramite le tre palle d’oro e San Benedetto dalla tunica benedettina scura. Osservando il dipinto mi sono creata una storia. Ho notato che i due santi e San Pietro guardano in direzioni diverse. Infatti San Nicola e San Benedetto guardano a destra come se qualcosa o qualcuno avesse attirato la loro attenzione, come se non prendessero più in considerazione l’importanza della figura di San Pietro. Facendo questo gesto di guardare altro, i due santi non ci invitano a celebrare con loro la figura principale del dipinto. Invece San Pietro guarda verso l’alto, come se Dio lo stesse chiamando. Quindi ho pensato che magari i tre santi hanno sentito una voce provenire da diverse direzioni, e che quella voce fosse quella di Dio che li chiama. L’angioletto, invece, guarda verso di noi come per chiederci: “Voi quella voce la sentite?”.
Passeggiata
Il 14 agosto 2025 ho partecipato a una processione svoltasi sulle rive del Po per celebrare la Madonna. Durante quella passeggiata, però, la mia mente era concentrata su un altro pensiero: la vecchiaia. Mi sono concentrata su quell’argomento perché, guardandomi intorno, ho notato la presenza di molti anziani e da lì è nata la mia riflessione. Durante quella passeggiata, pensando all'invecchiamento sono emersi diversi sentimenti: tra questi vi è l’ansia, la paura e la tristezza. Non voglio perdere la vita che faccio adesso; lo sport, le amicizie, le uscite con gli amici e la scuola. So che non accade a tutti, ma non voglio perdere certe capacità motorie o cognitive. Penso ad un film “Le pagine della nostra vita”, in cui c’è un uomo, Noah, che passa tutti i giorni con sua moglie Allie, affetta da Alzheimer, e che raramente si ricorda della loro relazione. Noah, nonostante questa difficoltà, passa ogni giorno a raccontare la loro giovinezza ad Allie, sperando che lei un giorno possa ricordare tutto. Ecco io ho paura di non ricordarmi la mia vita, ciò che mi ha portato ad essere amata e ad essere la donna che sarò. Se però ciò dovesse accadere spero di avere una persona come Noah al mio fianco che mi aiuti a ricordare la persona che sono stata. Forse non è sano pensare alla vecchiaia, è meglio concentrarsi sul presente, vivere la vita godendosi ogni momento e sperare in una vecchiaia serena piena di salute e gioia con il proprio partner, i figli e chissà magari anche i nipoti. Ho ancora tempo per pensare alla mia vecchiaia…tempo al tempo.
Mona Hatoum
Artemisia Gentileschi è una donna da prendere come esempio. Ha fatto di una sua tragica avventura una vera e propria arte. L’arte di Artemisia è spesso interpretata come la risposta alla violenza sessuale da lei subita. L’opera che mi ha catturato, che mi ha fatto scaturire l’ interesse verso questa artista è “Giuditta che decapita Oloferne”. Penso sia la rappresentazione della violenza, della resistenza e della rivincita femminile. Risalta la forza di una donna di non farsi sottomettere e la volontà di lottare per ciò che si ritiene il bene. Penso che questo dipinto sia come un autoritratto di Artemisia Gentileschi, della sua volontà di rivincita e di avere il controllo della sua vita. La sua arte è come un messaggio, per donne e uomini, che sottolinea la forza femminile, che incoraggia ogni donna a non mollare mai e di fare delle sofferenze un punto di forza e di rivolta. Infatti credo sia opportuno mostrare la sua storia e la sua arte alle tante donne che hanno subito molestie sessuali, cosicché abbiano la forza e la grinta di riprendersi dai traumi. Anzi è da mostrare a tutte le donne: alle madri single che devono avere la forza di portare a avanti la propria vita e quella dei figli, alle ragazze che non devono farsi sottovalutare o sottomettere da relazioni tossiche e dalle donne che pur lavorando come gli uomini, o anche di più, guadagnano comunque meno. Ritengo che indagare su Artemisia Gentileschi sia stato molto costruttivo, formativo e mi ha fatto riflettere sulle capacità e sull'energia che ogni donna possiede, che certe volte viene nascosta dalla società.
David Cronenberg
David Cronenberg è un noto regista Canadese, nato nel 1943 a Toronto. Cronenberg viene considerato il maestro del “body horror”, infatti ha utilizzato il cinema come mezzo per indagare sui confini del corpo e della mente, la trasformazione dell’identità umana e il rapporto tra tecnologia, umanità e sessualità. Il tema della trasformazione del corpo viene affrontato nel film “The Fly” del 1986. Vengono trattati altri argomenti come: il potere distruttivo della scienza e sottolinea come superare il limite possa essere pericoloso, allo stesso tempo un altro i temi sono quelli dell’amore, della tragedia e l’identità umana. Il protagonista del film è uno scienziato brillante, Seth Brundle, che lavora per la creazione di una macchina adibita al teletrasporto. Dopo esperimenti orribilmente falliti (babbuina rigirata dall’interno verso l’esterno) lo scienziato riesce finalmente a teletrasportare una babbuina viva. Nel frattempo Brundle conosce Veronica Quaife, una giornalista interessata a documentare i suoi esperimenti. Da quell’incontro nasce una storia tra i due. Spinto dall'entusiasmo di essere riuscito a trasportare materia viva, Brundle, decide di trasportare se stesso… Ahimè l’esperimento non va a buon fine, poiché durante l'ingresso dello scienziato nella macchina, con lui entra una mosca. La macchina, incapace di distinguere i due esseri, mischia il loro DNA creando un mostro. All’inizio Seth Brundle si sentiva più forte e più energico, ma col passare del tempo iniziarono gli effetti della sua mutazione di DNA. Infatti iniziarono a cadergli le unghie e la pelle iniziò a deteriorarsi. Anche i suoi comportamenti cambiarono: iniziò ad arrampicarsi sui muri come gli insetti, diventò più aggressivo e animalesco. Alla fine Cronenberg decide di non dare un lieto fine al film, infatti l’opera si conclude con la morte di Seth Brundle per mano di Veronica.
Foto potente
Non ho una foto che stupisca o una foto più potente dell’estate, come ha chiesto lei. Ho una semplice foto che rappresenta una giornata dove mi sono accettata. Ho sempre avuto problemi di autostima, adesso non sono scomparsi, però grazie a quella giornata mi sono accettata un po’ di più. Mi ha sempre dato fastidio mettermi in costume davanti a gente che conosco, ma l’11 agosto 2025, sono andata in piscina con il mio fidanzato e lì mi sono sentita a mio agio. So di non essere negli standard che ci sono ora, quindi magra ma con seno e glutei prosperosi. So di essere in carne, ma quel giorno è come se tutte le mie paranoie non ci fossero. Ero me stessa, mi ero accettata. Se non piaccio prima a me stessa, come posso piacere agli altri? Ma come posso rimanere dell’idea di piacermi, se poi mi guardo in giro e gli standard sono completamente diversi da me? Se quello che conta è la bellezza interiore, perché se guardiamo la televisione notiamo che in almeno una pubblicità su due, oppure nelle presentazioni del calcio o anche negli show televisivi c’è una ragazza immagine? Si parla tanto che la vera bellezza è quella interiore, ma in quei casi dov’è? Passano in secondo piano le caratteristiche caratteriali, le capacità e l’intelligenza di una persona.