SHUTTER ISLAND
Durata: 138 minuti
Martin Scorsese (2010)
RECENSIONE
9/10
ATTORI
TEMATICHE
hanno detto
con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer e Max von Sydow
Nel film "Shutter Island" vengono affrontate tematiche di follia, negazione della realtà, trauma psicologico, senso di colpa e memoria.
"nell'era contemporanea, il sonno della ragione non genera più mostri, ma fantasmi."
+ TRAMA
+ analisi
Edoardo Becattini
Adatto a classi del Triennio
SHUTTER ISLAND
MyMovies.it
Nell'anno del celebrato restauro di Scarpette rosse, due dei più grandi cineasti della modernità americana hanno pagato il loro personale tributo al capolavoro di Michael Powell e Emeric Pressburger. Francis Ford Coppola ne cita copiosamente delle parti in Tetro, mentre Scorsese, oltre ad averne curato in prima persona il restauro, struttura il suo Shutter Island come quella stessa infinita scala a chiocciola che viene percorsa da Vicky nel finale del film. Ma se il punto di riferimento è lo stesso, completamente opposti sono i sensi che guidano il loro operare. Per Coppola, Scarpette rosse è un modello da imitare, un ideale di rinascita da proporre al cinema contemporaneo ora che il mezzo digitale permette di tornare a quel tipo di fantasia immaginifica. Al contrario, per Scorsese quella spirale infinita rappresenta la capitolazione di un tipo di cinema che non è più riproducibile nell'era della simulazione e della ripetizione. La spirale è quindi la forma che sceglie per raccontare questa gothic novel che accumula strato dopo strato suggestioni, visioni, ricordi, angosce e paranoie per arrivare ad una soluzione finale che cerca di sciogliere i misteri e di sorprendere lo spettatore con un twist non troppo imprevedibile. Ma manipolare lo spettatore non è mai stato uno dei passatempi preferiti di Scorsese, quanto piuttosto l'idea di raccontare dei personaggi manipolati dall'impossibilità di aderire alla realtà. Con Shutter Island, il regista italo-americano arriva in un certo senso a proporre la definitiva consacrazione dell'uomo avulso dalla realtà e della follia come forma unica di sopravvivenza. Per dare enfasi all'idea, riprende il suo personaggio quasi sempre per tagli trasversali o obliqui, insistendo nel catturarlo dal basso verso l'alto per enfatizzarne la distanza. Il personaggio di DiCaprio diviene così l'ennesimo man of violence della sua filmografia, colui che lotta brutalmente per cancellare la sua memoria e restare attaccato al proprio mondo. Ma eliminare i ricordi (le immagini, il cinema) significa inevitabilmente creare dei fantasmi, manipolare una serie di immagini preconosciute della Storia (cosa che fa nei ricordi dei campi di concentramento con il carrello che segue un'esecuzione quasi coreografica dei gerarchi nazisti all'ingresso del campo di Dachau) e, in ultima analisi, confessare l'impossibilità di far pace con la verità.
Proposte per la discussione in aula
Ecco alcuni spunti per la riflessione e i lavoro in classe.
La prigione esterna
Cosa simboleggia quest'isola? Perché la tempesta e le mura dell'ospedale creano un senso di claustrofobia? Discutiamo come il manicomio di Ashecliffe e l'isola stessa rappresentino una prigione fisica, un luogo di cui il protagonista cerca disperatamente di sfuggire.
La prigione interna
Perché la realtà di Teddy comincia a sgretolarsi? Cosa sta cercando di nascondere la sua mente? Concentriamoci sul concetto di negazione come meccanismo di difesa estremo. La sua mente sta creando una storia di fantasia - quella dell'agente federale - per non affrontare il dolore insopportabile della verità.
La Scelta
Quale peso ha la frase finale di Teddy: "È meglio vivere da mostro o morire da uomo perbene?" Discutiamo le implicazioni di questa domanda. È una domanda che definisce la sua scelta tra affrontare il suo crimine ("vivere da mostro") e ritornare nella sua illusione ("morire da uomo perbene"). Qual è la tua interpretazione?
Nel 1954, i due agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule vengono inviati con un battello a Shutter Island, a largo della costa est, per investigare sull'improvvisa scomparsa di una pericolosa infanticida residente presso l'istituto mentale Ashecliffe, Rachel Solando. Il direttore dell'istituto, il dottor Cawley, e i vari infermieri sostengono che la madre assassina si sia come dileguata dalla sua stanza senza lasciare alcuna traccia, ma l'agente Daniels pare nutrire fin dal principio dei forti sospetti sul modo di condurre l'ospedale da parte del dottor Cawley e del suo medico assistente, il dottor Naehring. Un uragano costringe i due agenti a protrarre il soggiorno sull'isola, durante il quale le indagini proseguono e particolari sempre più inquietanti emergono, mentre Daniels continua ad avere delle visioni che riguardano la moglie defunta e le sue esperienze di guerra contro gli ufficiali nazisti.
Shutter Island - Film
Stefano Pasetto
Created on September 22, 2025
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SHUTTER ISLAND
Durata: 138 minuti
Martin Scorsese (2010)
RECENSIONE
9/10
ATTORI
TEMATICHE
hanno detto
con Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Emily Mortimer e Max von Sydow
Nel film "Shutter Island" vengono affrontate tematiche di follia, negazione della realtà, trauma psicologico, senso di colpa e memoria.
"nell'era contemporanea, il sonno della ragione non genera più mostri, ma fantasmi."
+ TRAMA
+ analisi
Edoardo Becattini
Adatto a classi del Triennio
SHUTTER ISLAND
MyMovies.it
Nell'anno del celebrato restauro di Scarpette rosse, due dei più grandi cineasti della modernità americana hanno pagato il loro personale tributo al capolavoro di Michael Powell e Emeric Pressburger. Francis Ford Coppola ne cita copiosamente delle parti in Tetro, mentre Scorsese, oltre ad averne curato in prima persona il restauro, struttura il suo Shutter Island come quella stessa infinita scala a chiocciola che viene percorsa da Vicky nel finale del film. Ma se il punto di riferimento è lo stesso, completamente opposti sono i sensi che guidano il loro operare. Per Coppola, Scarpette rosse è un modello da imitare, un ideale di rinascita da proporre al cinema contemporaneo ora che il mezzo digitale permette di tornare a quel tipo di fantasia immaginifica. Al contrario, per Scorsese quella spirale infinita rappresenta la capitolazione di un tipo di cinema che non è più riproducibile nell'era della simulazione e della ripetizione. La spirale è quindi la forma che sceglie per raccontare questa gothic novel che accumula strato dopo strato suggestioni, visioni, ricordi, angosce e paranoie per arrivare ad una soluzione finale che cerca di sciogliere i misteri e di sorprendere lo spettatore con un twist non troppo imprevedibile. Ma manipolare lo spettatore non è mai stato uno dei passatempi preferiti di Scorsese, quanto piuttosto l'idea di raccontare dei personaggi manipolati dall'impossibilità di aderire alla realtà. Con Shutter Island, il regista italo-americano arriva in un certo senso a proporre la definitiva consacrazione dell'uomo avulso dalla realtà e della follia come forma unica di sopravvivenza. Per dare enfasi all'idea, riprende il suo personaggio quasi sempre per tagli trasversali o obliqui, insistendo nel catturarlo dal basso verso l'alto per enfatizzarne la distanza. Il personaggio di DiCaprio diviene così l'ennesimo man of violence della sua filmografia, colui che lotta brutalmente per cancellare la sua memoria e restare attaccato al proprio mondo. Ma eliminare i ricordi (le immagini, il cinema) significa inevitabilmente creare dei fantasmi, manipolare una serie di immagini preconosciute della Storia (cosa che fa nei ricordi dei campi di concentramento con il carrello che segue un'esecuzione quasi coreografica dei gerarchi nazisti all'ingresso del campo di Dachau) e, in ultima analisi, confessare l'impossibilità di far pace con la verità.
Proposte per la discussione in aula
Ecco alcuni spunti per la riflessione e i lavoro in classe.
La prigione esterna
Cosa simboleggia quest'isola? Perché la tempesta e le mura dell'ospedale creano un senso di claustrofobia? Discutiamo come il manicomio di Ashecliffe e l'isola stessa rappresentino una prigione fisica, un luogo di cui il protagonista cerca disperatamente di sfuggire.
La prigione interna
Perché la realtà di Teddy comincia a sgretolarsi? Cosa sta cercando di nascondere la sua mente? Concentriamoci sul concetto di negazione come meccanismo di difesa estremo. La sua mente sta creando una storia di fantasia - quella dell'agente federale - per non affrontare il dolore insopportabile della verità.
La Scelta
Quale peso ha la frase finale di Teddy: "È meglio vivere da mostro o morire da uomo perbene?" Discutiamo le implicazioni di questa domanda. È una domanda che definisce la sua scelta tra affrontare il suo crimine ("vivere da mostro") e ritornare nella sua illusione ("morire da uomo perbene"). Qual è la tua interpretazione?
Nel 1954, i due agenti federali Teddy Daniels e Chuck Aule vengono inviati con un battello a Shutter Island, a largo della costa est, per investigare sull'improvvisa scomparsa di una pericolosa infanticida residente presso l'istituto mentale Ashecliffe, Rachel Solando. Il direttore dell'istituto, il dottor Cawley, e i vari infermieri sostengono che la madre assassina si sia come dileguata dalla sua stanza senza lasciare alcuna traccia, ma l'agente Daniels pare nutrire fin dal principio dei forti sospetti sul modo di condurre l'ospedale da parte del dottor Cawley e del suo medico assistente, il dottor Naehring. Un uragano costringe i due agenti a protrarre il soggiorno sull'isola, durante il quale le indagini proseguono e particolari sempre più inquietanti emergono, mentre Daniels continua ad avere delle visioni che riguardano la moglie defunta e le sue esperienze di guerra contro gli ufficiali nazisti.