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GIOVANBATTISTA MARINO

LUCA RUBERTO

Created on September 16, 2025

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GIOVANBATTISTA MARINO

IL MERAVIGLIOSO ARTEFICE DELLA LETTERATURA BAROCCA

Fasti e sfortune di un poeta di successo

Si sa molto della vita di Giovan Battista Marino: molte notizie si ricavano dal suo stesso epistolario.Uomo di grandissima fama, è spesso al centro di scandali e polemiche. Molte delle sue azioni sono finalizzate all’ottenimento del successo in pubblico, che gli garantisce un minimo di autonomia in un periodo in cui occorre ancora essere sotto la protezione di qualche mecenate.

GIOVAN BATTISTA MARINO: LA VITA IN 3 TAPPE

1: IL PRIMO PERIODO A ROMA

3: PARIGI, L’ADONE E IL RIENTRO A NAPOL

2:POETA DI CORTE A TORINO

Nasce a Napoli nel 1569 e si dedica molto presto alla letteratura.

Oppresso dall’ambiente troppo provinciale della Romagna, si trasferisce a Torino, per ricoprire l’incarico di poeta di corte presso il duca Carlo Emanuele I.

Preso di mira dall’Inquisizione, scappa a Parigi. Qui scrive l’Adone, pubblicato nel 1623.

Entra sotto la protezione del principe Conca, coltiva la lirica.

Rientrato a Roma, si trasferisce nuovamente nella città natale, dove muore nel 1625.

Entra in contrasto con Murtola, poeta di corte sabaudo. I due si scambiano una serie di sonetti polemici. Marino sostituisce Murtola fino al 1615, anno in cui, per cause non chiare, viene arrestato.

Per problemi giudiziari, scappa a Roma, a servizio del cardinale Aldobrandini, che poi segue a Ravenna nel 1606.

le opere di marino

Poesia lirica: summa della poetica barocca (ricerca della meraviglia, tendenza alla catalogazione, predilezione per ‘‘concetti’’, chiuse a sorpresa, metafore). Raccolta di Rime (1602): sono suddivise in due parti, a cui nel 1614 se ne aggiunge una terza (La lira) si staccano dal Canzoniere petrarchesco perché riprendono uno spettro di temi più ampio la raccolta non è un’opera unitaria, ma si tratta di parti autonome distinte da un criterio tematico sono redatte con varie soluzioni metriche (sonetti, madrigali e canzoni). La Galeria (1619) concepito inizialmente come un libro di liriche contenenti l’ecfrasi di quadri e sculture celebri, accompagnato dalle riproduzioni grafiche delle stesse, vide alla fine luce come raccolta di sole liriche testimonia l’interesse dell’autore per le arti visuali e i suoi rapporti con alcuni artisti dell’epoca, come Caravaggio presenta alcune parti di critica d’arte in versi. Dicerie Sacre tre prediche in prosa su diversi argomenti. Epitalami composizioni su argomento matrimoniale. Sampogna raccolta di idilli pastorali. Adone (1623) poema mitologico in venti canti: il suo capolavoro

PRIMO PERIODO

CHE COSA

SECONDO PERIODO (soggiorno torinese)

"LA LIRica": ANATOMIA DI UNA RIVOLUZIONE POETICA

La genesi dell'opera :"La Lira" non nasce come progetto unitario, ma si forma stratificandosi nel tempo. Le prime rime risalgono agli anni napoletani (1590-1598), ma l'opera viene continuamente ampliata e rimaneggiata fino alla morte del poeta. Questo processo di continua revisione rivela la concezione mariniana della poesia come work in progress, laboratorio sperimentale sempre aperto.

Struttura e organizzazione L'opera finale comprende oltre 600 componimenti divisi in sezioni tematiche: Rime amorose (circa 400 componimenti) Ritratti di bellezza, descrizioni anatomiche minuziose (occhi, capelli, bocca, seno, mani), Scene galanti: baci, abbracci, sguardi, sospiri. Metamorfosi amorose: L'amante si trasforma in oggetti legati alla donna amata. Gelosia e tormenti: ma sempre filtrati attraverso l'artificio retorico. Rime sacre (circa 100 componimenti). Vita di Cristo: Natività, Passione, Resurrezione raccontate con un racconto dissacrante .Madonne: Maria descritta come una bellezza terrena trasfigurata. anti e martiri: Sofferenza fisica resa con crudo realismo. Paesaggi mistici: giardini celesti, città divine, paradisi sensuali. Rime varie (circa 100 componimenti). Ritratti di principi: encomio delle famiglie protettrice. Descrizioni d'arte: quadri, statue, palazzi trasformati in poesia. Capricci letterari: giochi di parole, acrostici, anagrammi. Poesia d'occasione: matrimoni, nascite, morti illustri

innovazioni linguistiche

Marino rivoluziona il linguaggio poetico italiano.Neologismi: inventa parole nuove (adamantino, cristallino, argenteo) Tecnicismi: usa termini di oreficeria, architettura, ottica, astronomia Dialettalismi: inserisce parole napoletane italianizzate. Latinismi: recupera costruzioni sintattiche latine. Francesismi: Introduce parole apprese alla corte di Versailles

MODERNITÀ E RAPPORTO CON LA TRADIZIONE DI MARINO

IL RAPPORTO DIALETTICO CON LA TRADIZIONEL'eredità petrarchesca: imitazione e superamento

Gli elementi conservati dalla tradizione petrarchesca La struttura formale: Marino mantiene le forme metriche consolidate ma le trasforma dall'interno. Il sonetto: conserva lo schema rimico tradizionale (ABBA ABBA CDC DCD o CDC EDE), ma rivoluziona i contenuti e lo stile. La canzone: usa la forma petrarchesca ma con libertà strofica maggiore Il madrigale: Lo trasforma da forma colta in veicolo di sperimentazione Il lessico amoroso tradizionale Marino eredita dal petrarchismo un repertorio di immagini che però sottopone a sistematica trasformazione: "Capelli d'oro" → "Onde dorate": Da semplice metafora a complessa allegoria marina "Occhi stelle" → "Soli degli occhi": Intensificazione iperbolica dell'immagine "Mano candida" → "Navicella d'avorio": Trasformazione dell'immagine statica in dinamica

Gli elementi rivoluzionari rispetto al petrarchismo La sensualizzazione dell'amore: mentre Petrarca spiritualizza l'eros, Marino compie il percorso opposto. Petrarca: "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi" (descrizione casta, idealizzata) Marino: descrive minuziosamente ogni parte del corpo femminile. L'eliminazione del conflitto spirituale: Petrarca: Lotta tra amore terreno e aspirazione al divino. Marino: l'amore è piacere puro, senza sensi di colpa o pentimenti. Conseguenza: scompare la dimensione morale, resta solo quella estetica

Confronto testualePetrarca vs Marino Petrarca, Canzoniere XCII: "Erano i capei d'oro a l'aura sparsi che 'n mille dolci nodi gli avvolgea, e 'l vago lume oltre misura ardea di quei begli occhi, ch'or ne son sì scarsi". Marino, "Onde dorate": "Onde dorate, e l'onde eran capelli, navicella d'avorio un dí fendea" Analisi del confronto: Petrarca: semplicità, malinconia, memoria. Marino: complessità, presente drammatico, virtuosismo. Petrarca: metafora tradizionale (capelli = oro) Marino: metafora rivoluzionaria (capelli = mare)

Onde dorate, e l’onde eran capelli, navicella d’avorio un dí fendea; una man pur d’avorio la reggea per questi errori preziosi e quelli; e, mentre i flutti tremolanti e belli con drittissimo solco dividea, l’òr de le rotte fila Amor cogliea, per formarne catene a’ suoi rubelli. Per l’aureo mar, che rincrespando apria il procelloso suo biondo tesoro, agitato il mio core a morte gía. Ricco naufragio, in cui sommerso io moro, poich’almen fûr, ne la tempesta mia, di diamante lo scoglio e ’l golfo d’oro!

ll sonetto descrive una donna che si pettina i capelli davanti a uno specchio. Marino trasforma questa scena quotidiana in una metafora marina elaborata: i capelli biondi diventano "onde dorate", la mano diventa una "navicella d'avorio" che solca questo mare dorato. Amore raccoglie i capelli spezzati per farne catene per i suoi ribelli (gli innamorati). Il poeta si dichiara felice di naufragare in questo "aureo mare", poiché almeno il suo naufragio è prezioso.

ParafrasIPrima quartina: "Capelli biondi ondulati, e davvero erano onde dorate, un giorno una mano candida come l'avorio divideva, e una mano pure bianca come avorio la guidava attraverso questi movimenti preziosi e quelli" Seconda quartina: "e, mentre divideva con solco drittissimo i flutti tremolanti e belli, Amore raccoglieva l'oro dei capelli spezzati, per formarne catene per i suoi ribelli" Prima terzina: "Per il mare dorato, che increspandosi mostrava il suo biondo tesoro tempestoso, il mio cuore agitato andava verso la morte" Seconda terzina: "Ricco naufragio, nel quale sommerso io muoio, poiché almeno furono, nella mia tempesta, di diamante lo scoglio e d'oro il golfo!"

Analisi stilistica Metafora continuata: capelli = mare dorato Sinestesia: "onde dorate" (vista + tatto) Preziosismo lessicale: avorio, diamante, oro Ossimoro: "ricco naufragio" Iperbole: la morte per amore Allitterazioni: "flutti tremolanti", "biondo tesoro" Chiasmo: "diamante lo scoglio e 'l golfo d'oro"