IL MONDO NELL'ANTICO REGIME

L’espansione del commercio internazionale stimolò le attività finanziarie. Insieme alle grandi compagnie commerciali, si svilupparono le borse e il ramo delle assicurazioni legato ai commerci marittimi. Nacquero anche le prime banche pubbliche.

IL MONDO NELL'ANTICO REGIME

La popolazione cresce a ritmo serrrato

XVII secolo

I Traffici transoceanici si intensificano

L' agricoltura e l'industria dell'europa occidentale si sviluppanpo

LA CRESCITA DEMOGRAFICA

Alla fine del XVII secolo la crescita della popolazione iniziò a intensificarsi e intorno alla metà del Settecento gli europei erano già circa 145.000.000. Dal 1740 cominciò quella che è stata definita la “rivoluzione demografica”: un incremento senza precedenti della popolazione, non solo europea, ma mondiale.

DATI

La crescita demografica, un fenomeno globale:Inghilterra, da 6 a 9 milioni di abitanti; Francia, da 22 a circa 29 milioni di abitanti; Italia, da circa 13 milioni 500 mila a 18 milioni di abitanti; Asia, da 400 a 600 milioni di abitanti; America, da 12 a circa 24 milioni di abitanti, grazie a una fortissima immigrazione.

Cambiarono anche gerarchie e ruolo di alcune città: nei paesi di tradizione urbana (come l’Italia e l’Olanda) le città non si ingrandirono, alcune capitali lo fecero in maniera spettacolare. Si svilupparono anche i porti, con Livorno e Trieste porti franchi.

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Non ci fu un nesso evidente tra crescita economica e crescita della popolazione. La popolazione aumentò maggiormente nelle regioni dove era più rada, come Ungheria e Russia che passarono rispettivamente da 2 a oltre 4 milioni, e da 13 a 30 milioni di abitanti.

Le cause della rivoluzione demografica nel XVIII secolo:minore impatto di carestie e guerre; miglioramento del clima; miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie; scomparsa della peste.

LE TRASFORMAZIONI DELL’AGRICOLTURA E DELL’INDUSTRIA L’incremento demografico provocò in Europa una crescente domanda di beni agricoli e di prodotti artigianali, che agì da stimolo su tutta l’economia. Il settore agricolo estese la superficie coltivata e intensificò il lavoro contadino.

In alcune aree dell’Europa occidentale si affermarono nuovi metodi di sfruttamento del suolo e un’agricoltura più intensiva. Tra le novità più importanti: coltivazione di piante leguminose e foraggere; abbandono della rotazione triennale e semine ripetute; migliori tecniche d’irrigazione e lavorazione dei campi; aumento disponibilità alimentari anche per gli animali.

In Inghilterra ci fu una vera e propria “rivoluzione agricola”, anche grazie al fenomeno delle enclosures: cioè “recinzioni”, perché i proprietari accorpavanoe recintavano le terre con muretti, siepi, steccati. Si affermarono così aziende agricole moderne, gestite da fittavoli-imprenditori che applicarono tutte le innovazioni per aumentare la produttività.

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Divenne un modello il “sistema di Norfolk”: coltivare lo stesso terreno un anno a frumento, uno a rape, uno a orzo e uno a trifoglio. Ci furono progressi nell’incrocio tra le razze animali e nella selezione delle sementi. Aumentò anche la popolazione non addetta all’agricoltura.

Ci fu un aumento dei prezzi dei prodotti agricoli grazie a una domanda più alta, soprattutto delle grandi città: costarono di più i cereali e la lana. Si incrementarono gli scambi interni e migliorarono i trasporti. Una maggiore disponibilità alimentare in Europa fu resa possibile anche dall’affermazione delle colture di mais, patate, tabacco, riso, tè, caffè e cacao.

VERSO UN’ECONOMIA “GLOBALE”

Nel Settecento si sviluppò la ruralizzazione delle attività manifatturiere a domicilio: un mercante-imprenditore forniva materia prima e lavorazioni a famiglie contadine, che integravano il reddito nei periodi morti dell’attività agricola. In alcune regioni europee l’industria si concentrò in un unico stabilimento. In entrambi i casi si sviluppò la nuova figura dell’imprenditore.

Nel Settecento i traffici internazionali si intensificarono e definirono sempre più un’economia “globale” in cui il Vecchio Continente era il “centro”, il resto del mondo una “periferia” controllata o colonizzata, che produceva per l’Europa. Nelle periferie si arricchì un’esigua classe dominante.

Lo sviluppo di piantagioni nel Nuovo Mondo aveva stimolato un “commercio triangolare” tra Europa, Africa e America basato sulla tratta di uomini. Dai porti europei le navi partivano per l’Africa cariche di armi da fuoco e altre merci per i mercanti locali che cedevano uomini ridotti in schiavitù.

Gli schiavi venivano portati nelle Americhe per lavorare nelle piantagioni di prodotti tropicali che riempivano poi le stive delle navi per l’Europa. La principale “fonte di approvvigionamento” era l’area del golfo di Guinea, fino alle coste dell’Africa centro-occidentale: si calcola che da qui partì circa l’80% degli schiavi, destinati a raggiungere le Antille, il Brasile e, in proporzione minore, l’America del Nord.

L’espansione del commercio internazionale stimolò le attività finanziarie. Insieme alle grandi compagnie commerciali, si svilupparono le borse e il ramo delle assicurazioni legato ai commerci marittimi. Nacquero anche le prime banche pubbliche.

Nella ricerca di nuovi territori da colonizzare, le potenze europee finanziarono nuove esplorazioni. Tra il XVII e il XVIII secolo, gli esploratori più noti furono l’olandese Abel Tasman, l’ufficiale della marina inglese James Cook e il navigatore danese Vitus Johansen Bering.

Con l’espressione “Antico Regime” vengono indicate le società europee prima della Rivoluzione industriale inglese. Prevede l’organizzazione sociale in ordini, o ceti, a cui si apparteneva per nascita, basati sulla disuguaglianza giuridica.

LA SOCIETÀ DI ANTICO REGIME

La società era pensata non come insieme di individui, ma di “corpi”, ossia gruppi di persone che avevano la stessa condizione giuridica: funzionari reali; magistrati delle città; artigiani e professionisti riuniti in corporazioni; insegnanti e studenti delle università.

A occupare il vertice di questo tipo di società erano i nobili. Tendenzialmente vivevano di rendita, cioè dei ricavi legati al possesso della terra e beneficiavano di ampi privilegi giuridici e fiscali.

A incrinare le strutture dell’Antico regime fu il processo di costruzione dello Stato moderno, cioè l’affermarsi di un’entità sovrana capace di superare la frammentazione dei poteri e i particolarismi giuridici: protagonista di questo processo fu la monarchia, in particolare quella assoluta.

Nel corso dei secoli XVI e XVII i borghesi che avevano accumulato grandi ricchezze cercavano di salire la scala sociale con l’acquisto di terre, di uffici pubblici nobilitanti e di titoli nobiliari. I nuovi valori borghesi si stavano imponendo, ma a dare una scossa fu l’aspirazione della classe borghese a entrare a far parte dei ceti dominanti ottenendo nuovi diritti politici.

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