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I bambini dell'interclasse II presentano:

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Created on September 11, 2025

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Transcript

I bambini dell'interclasse II presentano:

Sulla Via Lattea, c’è un pontile che galleggia sulle nuvole. Lo sorreggono i semi dei soffioni sospinti in aria dai bambini. Da quel pontile che fluttua nel cielo, ogni sera c’è una nave che leva l’ancora per partire, dove ci abita una famiglia di pescatori, formata da mamma, papà e figlio. Nessuno conosce i loro nomi, tutti li chiamano i Pescatori di Parole.
I Pescatori di Parole navigano i cieli di tutto il mondo alla ricerca delle parole sospese nell'aria, che aspettano di essere di nuovo scritte o pronunciate. Hanno reti fatte da tessuto di stelle per fare luce nel buio, quando le riportano in superficie fuoriescono parole di ogni specie e dimensione.
Ci sono, però, parole più difficili da catturare: sono brillanti e sfuggenti come lucciole e hanno grandi ali per volare lontano. A volte, le ali di queste parole restano impigliate tra i rami di un albero. In questi casi i Pescatori di Parole usano una calamita che le attiri con dolcezza.
Dopo la raccolta delle parole, i Pescatori le conservano in bottiglie. Ci sono dei periodi in cui le parole scarseggiano o non si riescono ad afferrare, per questo ogni sera ne fanno scorta per riversarle giù al momento opportuno, per chi le sta cercando.
Tutte le bottiglie di parole sono conservate in una dispensa: bottiglie piene di schiuma per cullare le parole rotonde, piene di terra per ancorare le parole leggere, piene di sabbia per smussare le parole appuntite, appese ad un filo per alleggerire le parole pesanti.
La barca fluttua nel cielo volando sulle terre e sui mari del mondo; man mano le reti diventano sempre più pesanti. Ci sono sempre tante parole da raccogliere e sistemare. Il giovane pescatore raccoglie con il retino le lettere finali che scivolano via dalle parole. La mamma, con la canna da pesca , acchiappa apostrofi e accenti, che sono piccoli, ma molto importanti.
Una notte, i pescatori notano una parola grande e brillante sopra il tetto di un palazzo: '' E' una parola lucciola!'' esclama la mamma , era la parola più grande mai vista. La mamma punta la calamita in direzione della parola, ma quella non si sposta di un millimetro.
Anche le parole possono farsi del male, succede quando si scontrano tra di loro, oppure quando vengono urlate troppo forte o trattenute troppo a lungo. Accade a volte che i pescatori di parole trovino bolle di sapone scoppiate, piume spiumate sassi scheggiati, lucciole con le ali spezzate, accenti piegati e apostrofi capovolti.
''Proviamo con questa!'' suggerisce il papà, prendendo un tridente di velluto, perfetta per le parole fragili o ferite. La parola, però, scatta veloce per non farsi prendere.
La mamma allora fa roteare in aria una corda e la lancia in direzione della parola, ma la manca di qualche centimetro. Ci riprova ancora due, tre, quattro volte... ma nulla! La parole le sfugge via quando ormai le sembra di averla in pugno. La corda viene presa da papà, che soddisfatto riesce a tirare la parola e portarla a sè, ma con un soffio di vento, la parola sguscia via sul tetto di una casa.
Nel blu della notte guizzano tante altre parole. Mentre il papà e la mamma sono impegnati, il giovane pescatore getta le reti per pescarle, ma non riesce a sollevarle tutte: alcune parole ricadono giù e si scompongono in vocali e consonanti, ma i Pescatori di Parole non si arrendono e inseguono l'enorme parola lucciola sul tetto dove è atterrata. La parola si nasconde dietro al comignolo, vorrà forse giocare a nascondino?
Il giovane pescatore corre per acchiappare una parola e poi un'altra e un'altra ancora. Tutte queste parole da prendere lo rendono entusiasta! I genitori invece, sono impegnati con la parola più grande e tentano di prenderla getttando la rete che copre tutto il tetto della casa.
Ma la parola lucciola si libera in volo, svincolandosi dalla rete. I Pescatori la inseguono senza sosta.
E' ormai l'alba, le parole non si vedono quasi più, diventano trasparenti come l'aria, i pescatori sbadigliano e socchiudono gli occhi e sanno che dovranno rientrare al molo a riposare. Mentre mamma e papà sono tristi e sospirano, il figlio è soddisfatto della sua pesca e mostra orgoglioso le sue parole in bottiglia, sui loro volti torna un fiero sorriso. Ma mentre la nave attracca al porto, la parola lucciola atterra sul pontile della nave, le lettere sono quasi del tutto sbiadite, ma si riconoscono ancora.
''FELICITA' '' fa in tempo a leggere, prima che la parola scompaia del tutto con il sorgere del sole. 'Era da tanto che non ne vedevamo una, peccato non poterla conservare!' dice il papà. ''La conserveremo per noi: per alcune parole il posto migliore è proprio qui, in fondo al cuore.''