G.A.M.
Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
inizia
Felice Casorati
01/03/1963
Felice Casorati (1883–1963) fu un pittore italiano tra i protagonisti del Novecento. Dopo influenze simboliste e secessioniste, trovò uno stile personale fatto di composizioni geometriche, figure statiche e colori sobri, che creano atmosfere sospese e misteriose. È legato al movimento del Realismo magico, che unisce precisione realistica e senso enigmatico della realtà. In Italia, insieme a Casorati, vi appartengono artisti come Donghi e Oppi.
OPERA
04/12/1883
Natura morta ( mela spaccata)
ATTRIBUZIONE: Felice Casorati DATAZIONE: 1937-1938 MATERIALI E TECNICHE: tempera su tela DIMENSIONI: indefinite, comunque piccolo poco più di un avambraccio COLLOCAZIONE: G.A.M. di Torino ( in origine non si sà) L’opera raffigura una natura morta semplice e domestica, con un piatto che contiene due mezze mele poggiate su una tovaglia a quadri. Non ha soggetti religiosi o mitologici, ma celebra la quotidianità. La composizione è molto essenziale ed equilibrata: le linee orizzontali e verticali della tovaglia creano un ritmo visivo che contrasta con le forme tondeggianti delle mele, mentre il piatto costituisce il centro focale. I colori, pochi e sobri (bianco, verde, giallo e accenni di marrone), contribuiscono a dare un’atmosfera intima e calma, senza contrasti drammatici. Lo stile è realistico ma stilizzato, interessato più alla chiarezza delle forme e all’armonia che al dettaglio naturalistico, in linea con alcune correnti del Novecento italiano come il Realismo magico o il ritorno all’ordine. Non vi sono simboli evidenti, ma, come in molte nature morte, può esserci un riferimento alla semplicità e fragilità delle cose comuni. L’opera appare come una ricerca personale, probabilmente destinata a un contesto privato o borghese, tipica di quel periodo storico in cui molti artisti europei riscoprivano i valori della vita quotidiana e della sobrietà formale.
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Alberto Burri
01/03/1963
OPERA
04/12/1883
Astrazione con Juta marrone
ATTRIBUZIONE: Alberto Burri DATAZIONE: 1953 circa (Burri lavora con le “Sacchi” dal 1949 ai primi anni ’50) MATERIALI E TECNICHE: olio, vernici, applicazioni in seta su iuta DIMENSIONI: cm 85,7x100 COLLOCAZIONE: G.A.M. di Torino. In origine non era destinata a un luogo preciso, ma concepita come ricerca artistica autonoma. L'opera on rappresenta un soggetto figurativo o iconografico tradizionale. È un’opera astratta e materica. è stata costruita con giustapposizioni di stoffe cucite, strappi, buchi e inserti. La composizione segue un ritmo irregolare ma equilibrato, con linee verticali e punti focali negli strappi e nelle cuciture. Il colore dominante è il marrone naturale della juta, con segni scuri e qualche contrasto materico. Il colore è secondario rispetto alla materia, ma contribuisce a trasmettere un senso di aridità e crudezza. Il soggetto non realistico né idealizzato, ma materico e concreto. L’opera non rappresenta: “è” materia trasformata in immagine. i “Sacchi” di Burri sono stati interpretati come metafora della sofferenza e della povertà del dopoguerra, con ferite e cicatrici che ricordano corpi e paesaggi devastati. Non rispettano tradizioni iconografiche: sono radicalmente innovativi. è stata realizzata negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, non su commissione ma per ricerca artistica. Riflette il trauma del conflitto e l’esigenza di rinnovare il linguaggio pittorico, superando la tradizione figurativa.
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Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
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Felice Casorati
01/03/1963
Felice Casorati (1883–1963) fu un pittore italiano tra i protagonisti del Novecento. Dopo influenze simboliste e secessioniste, trovò uno stile personale fatto di composizioni geometriche, figure statiche e colori sobri, che creano atmosfere sospese e misteriose. È legato al movimento del Realismo magico, che unisce precisione realistica e senso enigmatico della realtà. In Italia, insieme a Casorati, vi appartengono artisti come Donghi e Oppi.
OPERA
04/12/1883
Natura morta ( mela spaccata)
ATTRIBUZIONE: Felice Casorati DATAZIONE: 1937-1938 MATERIALI E TECNICHE: tempera su tela DIMENSIONI: indefinite, comunque piccolo poco più di un avambraccio COLLOCAZIONE: G.A.M. di Torino ( in origine non si sà) L’opera raffigura una natura morta semplice e domestica, con un piatto che contiene due mezze mele poggiate su una tovaglia a quadri. Non ha soggetti religiosi o mitologici, ma celebra la quotidianità. La composizione è molto essenziale ed equilibrata: le linee orizzontali e verticali della tovaglia creano un ritmo visivo che contrasta con le forme tondeggianti delle mele, mentre il piatto costituisce il centro focale. I colori, pochi e sobri (bianco, verde, giallo e accenni di marrone), contribuiscono a dare un’atmosfera intima e calma, senza contrasti drammatici. Lo stile è realistico ma stilizzato, interessato più alla chiarezza delle forme e all’armonia che al dettaglio naturalistico, in linea con alcune correnti del Novecento italiano come il Realismo magico o il ritorno all’ordine. Non vi sono simboli evidenti, ma, come in molte nature morte, può esserci un riferimento alla semplicità e fragilità delle cose comuni. L’opera appare come una ricerca personale, probabilmente destinata a un contesto privato o borghese, tipica di quel periodo storico in cui molti artisti europei riscoprivano i valori della vita quotidiana e della sobrietà formale.
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Alberto Burri
01/03/1963
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04/12/1883
Astrazione con Juta marrone
ATTRIBUZIONE: Alberto Burri DATAZIONE: 1953 circa (Burri lavora con le “Sacchi” dal 1949 ai primi anni ’50) MATERIALI E TECNICHE: olio, vernici, applicazioni in seta su iuta DIMENSIONI: cm 85,7x100 COLLOCAZIONE: G.A.M. di Torino. In origine non era destinata a un luogo preciso, ma concepita come ricerca artistica autonoma. L'opera on rappresenta un soggetto figurativo o iconografico tradizionale. È un’opera astratta e materica. è stata costruita con giustapposizioni di stoffe cucite, strappi, buchi e inserti. La composizione segue un ritmo irregolare ma equilibrato, con linee verticali e punti focali negli strappi e nelle cuciture. Il colore dominante è il marrone naturale della juta, con segni scuri e qualche contrasto materico. Il colore è secondario rispetto alla materia, ma contribuisce a trasmettere un senso di aridità e crudezza. Il soggetto non realistico né idealizzato, ma materico e concreto. L’opera non rappresenta: “è” materia trasformata in immagine. i “Sacchi” di Burri sono stati interpretati come metafora della sofferenza e della povertà del dopoguerra, con ferite e cicatrici che ricordano corpi e paesaggi devastati. Non rispettano tradizioni iconografiche: sono radicalmente innovativi. è stata realizzata negli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale, non su commissione ma per ricerca artistica. Riflette il trauma del conflitto e l’esigenza di rinnovare il linguaggio pittorico, superando la tradizione figurativa.
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