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Prima dell'anno Mille

Tatiana Bommara

Created on August 21, 2025

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L’IMPERO ROMANO SOTTO TRAIANO

LA DIVISIONE DELL’IMPERO ROMANO

LA TRASFORMAZIONE DEL MONDO ROMANO SOTTO LA SPINTA DELLE MIGRAZIONI BARBARICHE

Tra il IV e il VI secolo, popoli che a lungo erano vissuti ai confini dell'Impero romano - con il quale avevano spesso stabilito forme di convivenza o di alleanza - migrarono al suo interno per diversi fattori di natura economica, politica e militare. Le loro migrazioni portarono alla trasformazione del mondo romano, alla caduta della parte occidentale dell'Impero e alla formazione di nuovi regni.

I REGNI ROMANO-BARBARICI

Alla fine del V secolo, in quella che era stata la pars occidentalis dell'Impero si erano ormai affermati dei regni relativamente stabili, che gli storici comunemente definiscono regni romano-barbarici per sottolineare come fossero caratterizzati dalla fusione tra la tradizione politico-istituzionale romana e l'organizzazione sociale delle popolazioni barbare.

CARLO MAGNO E L’IMPERO CAROLINGIO

Nel 774 divenne re dei Franchi Carlo, in seguito detto Magno, che, nell'arco di trent'anni:

  • sconfisse i Longobardi nell'Italia centro-settentrionale;
  • occupò la Germania del Nord;
  • sconfisse gli Arabi in Spagna;
  • conquistò l'attuale Ungheria.

Nella notte di Natale dell'800, Carlo si fece incoronare da Papa Leone III "imperatore dei Romani", dando vita a quello che è comunemente ricordato come Sacro Romano Impero o, meglio ancora, impero carolingio.

L’IMPERO CAROLINGIO DOPO LA MORTE DI CARLO MAGNO

Dopo la morte di Carlo Magno e poi di Ludovico il Pio, suo successore, l'unità dell'impero carolingio andò in frantumi. Infatti, i nipoti di Carlo Magno: Lotario, Ludovico il Germanico e Carlo il Calvo, cominciarono a contendersi l'eredità. Si arrivò così, nell'843, al trattato di Verdun che divideva i domini imperiali in tre parti. Tale spartizione delinea di fatto i confini in nuce delle tre principali nazioni europee.

Gli Unni

A partire dalla seconda metà del IV secolo, gli Unni, ampio gruppo di guerrieri nomadi provenienti dall'Asia centrale, cominciarono a spostarsi da Oriente verso Occidente, costringendo alcune popolazioni barbariche stanziate lungo il confine con l'Impero romano (ormai vulnerabile e permeabile) a spostarsi per dar vita a stanziamenti stabili. Attorno al 450, sotto la guida di Attila, gli Unni rinnovarono le loro incursioni nell'Europa centrale giungendo fino in Italia, alle porte di Roma. Secondo la leggenda furono fermati da papa Leone I, con la forza della sua fede.

Un impero per due

Nel 380 d.C., l'imperatore Teodosio, prima di morire, divise l'impero in due parti, Occidente e Oriente, assegnandole rispettivamente ai figli Onorio e Arcadio. Da quella data in poi, l'impero di Roma non tornerà più unito. La divisione dipendeva da due ragioni:

  • l'Impero era diventato troppo grande per poter essere governato da una sola persona;
  • le due parti erano molto diverse dal punto di vista sociale, economico e culturale.

I Goti

Spinti dagli Unni, i Goti - insieme di tribù nomadi stanziate dal III secolo in vari territori dal Danubio al Mar Nero, e divisi in due grandi raggruppamenti: Visigoti e Ostrogoti - oltrepassarono il Danubio, inflissero una pesante sconfitta presso Adrianopoli, nel 378, ai Romani, saccheggiarono Roma nel 410 sotto la guida di Alarico I per poi spostarsi nella Gallia Meridionale prima, e nella Spagna dopo dove crearono un dominio stabile.

I Franchi

Tra i molti regni romano-barbarici uno tra i più fondamentali per la storia medievale è quello dei Franchi, nella Gallia ex romana (l'attuale Francia), guidati da Clodoveo. Clodoveo comprese l'importanza di stabilire dei rapporti stretti con la Chiesa di Roma; per questo, nel 496, si fece battezzare da Remigio, vescovo di Reims, stabilendo così un trait d'union tra la popolazione gallo-romana e quella barbarica e presentando il suo come popolo di Dio, fedele difensore della chiesa. Dopo la morte di Clodoveo il regno fu spartito fra i suoi eredi, e cominciò a soffrire di una certa debolezza dovuta all'instabilità politica tanto da doversi confrontare, nell'VIII sec., con il crescente potere dei maestri di palazzo.

Uno di questi, Pipino il Breve (padre di Carlo Magno), fattosi incoronare re nel 754, si alleò con la Chiesa contro i Longobardi. Dopo averli sconfitti, Pipino donò al Papa vari territori dell'Italia centrale dando così al pontefice la possibilità di avere un proprio Stato, lo Stato della Chiesa.

L'amministrazione dell'impero carolingio

L'operato (e la fedeltà!) dei conti e dei marchesi era controllata dai missi dominici, ispettori reali che viaggiavano in tutto il regno e avevano anche il compito di annunciare i capitolari (perché sono composte da brevi capitoli), cioè le leggi promulgate dall'imperatore, valide su tutto il territorio dell'impero.

Per amministrare un regno così vasto, Carlo Magno lo suddivise in contee e marche, ciascuna affidata a uomini di fiducia della corona. Conti e marchesi si occupavano, al posto e in nome del sovrano, della gestione amministrativa, giudiziaria e militare (ovvero della riscossione delle tasse, del reclutamento dei soldati, del comando dell'esercito, del rispetto delle leggi e conseguente amministrazione della giustizia) del territorio loro affidato. Alla morte del conte o del marchese, il territorio della contea o della marca tornava in possesso dell'imperatore e poteva essere affidata ad altri; ben presto, però, questa regola cominciò a essere infranta.