Moravia
Gli indifferenti
Alberto Moravia
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Una canzone che si abbina bene al tema affrontato in questa opera è "Detached" di Lyn Lapid.Il titolo significa distaccato,freddo,indifferente e annuncia ciò di cui si parla nella canzone:la disconnessione emotiva in una relazione in cui una persona si sente sfruttata e dimenticata facilmente che passando tre notti lontana dall'altra persona e così ne scopre l'indifferenza.Il verso "If we could just freeze time/Pretend that you have always been mine" esprime il rifiuto di cambiare come il passaggio alla nuova vita di Carla e come l'incapacità di cambiare di Michele e la finzione di Lisa che nonstante sappia la verità non la confessa immediatamente.Il ritornello "How are you so detached?/When I'm outta your sight I'm outta your mind" esprime la sofferenza e lo sgomento per qualcuno che appena fuori di vista scompare dalla sua vita come faceva Leo nei confronti di Carla ma può anche riferirsi allo sguardo passivo che hanno i protagonisti rispetto alla realtà che li circonda che stava diventando sempre più finta.
Nel secondo verso si parla di un filo rosso che collegava i due ma in realtà non era vero e senza l'altra presenza non ne sente la mancanza, questa è la stessa relazione tra i personaggi come Leo che finge di amare Lisa ,Michele che finge di amare Lisa,la quale finge di amare Leo per ingelososire Michele di cui si è invaghita però alla fine ognuno pensa a se stesso,la contesa di Leo tra la madre Mariagrazia e la figlia Carla che alla fine viene conquistata e decide di voler sposare Leo nonostante fosse l'amante della propria madre da molto tempo e l'avesse vista crescere.Nella canzone la protagonista si fa anche una domanda:"I'm wondering how /I'm everything /And then nothing" che esprime la sua instabilità emotiva, la stessa instabilità di Michele il quale vorrebbe cambiare, vorrebbe fare qualcosa,sparare e uccidere Leo ma però non ci riesce passando da alcuni momenti di vuoto totale e indifferena assoluta ad altri momenti in cui è pieno di buoni propositi e prende coscienza di quello che succede e vorrebbe reagire.
Tentò di ragionare, di far dei sistemi: " Vediamo...»pensò," vediamo... la questione ha due facce...: una interna, una esterna... interna la mia indifferenza, la mia mancanza di fede e di sincerità... esterna, tutti gli avvenimenti contro i quali non so reagire... e ambedue le facce sono egualmente intollerabili". Alzò gli occhi come se avesse voluto vederle quelle due facce della sua questione. " No ", pensò ancora scontento; " la colpa è mia...non so appassionarmi alla vita " Ricominciò a discendere; la colpa era anche di Carla: " Carla" avrebbe voluto domandarle, " perché hai fatto questo?". E di sua madre; la colpa era di tutti: impossibile scoprirne l'origine, la ragione prima; tutti erano colpevoli... gli pareva mi vederli ,tutti quanti là, sul pianerottolo appoggiati al muro…”Siete dei disgraziati”pensava”mi fate pietà... tutti... anche tu, madre, colle tue ridicole gelosie, anche tu Leo con le tue arie di vittoria..." Credevadi veder Leo, di prendergli una mano: " Soprattutto mi fai compassione... sí, proprio tu..: pensi di essere il piú forte... ah! ah! povero Leo". Avrebbe voluto dirgliele quelle parole, al suo nemico, tranquillamente, cosí... una specie di ebbrezza lo possedeva; rovesciava la testa indietro: " Poveri voi, non siete che dei disgraziati... poveri voi... ora state freschi... vedrete cosa vi succederà...” Ma sulla porta si accorse di avere ancora il cappello in mano; questa inezia, questa distrazione, bastarono a farlo crollare dalla sua superiorità; una rabbia, un'angoscia indicibili lo invasero: " Son io, altro che storie... son io il disgraziato " pensò; era di nuovo a terra, in basso;si calcò il cappello sulla testa e uscí. Questo è uno dei momenti in cui Michele,nel mentre sta facendo un'esame di coscienza,realizza l'indifferenza di cui tutti i suoi conoscenti sono pieni,prima punta il dito verso gli altri analizzando i loro problemi però lui non è innocente fa pena pure a sè stesso.
Il romanzo ci fa riflettere su molti temi esistenziali come che riguardano la nostra natura come ad esempio:il vuoto esistenziale che pervade i personaggi incapaci di agire affondando nella loro indifferenza,la conseguenza dell'assenza di valori forti come la famiglia e l'amore poiche rimane solo il vuoto,Moravia rappresenta la decadenza della società borghese degli anni'20 egoista e legata alla ricchezza spingendoci a riflettere sul valore che hanno i soldi se non si ha i valori per gestirli,l'ipocrisia umana perché ogni rapporto apparentemente genuni sono sono mascherati da secondi fini dovuti all'interesse personale,l'inazione poiché i protagonisti sono incapaci di cambiare la loro vita da soli anche se sanno di poter fare qualcosa.L'opera è molto attuale mostra ancora le caratteristiche della società basata su apparenze,consumismo,superficialità
La nostra società cerca di trovare la felicità nel lusso e nella materialità, social media o comunque all'esterno quando in realtà la felicità dovremmo cercarla da dentro di noi cercando di apprezzare i piccoli gesti e le piccole cose invece di essere insoddisfatti di ciò che abbiamo nella consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno messo peggio di noi.Le relazioni nel romanzo ci fanno riflettere sulle relazioni odierne che sono molto spesso a distanz o considerate come banali,l'inazione dei personaggi ci fa riflettere sul fatto che nel nostro mondo vediamo i problemi ma non cerchiamo di risolveri nonostante siamo i primi a lottare per essi,questo comportamento è detto discronia comportamentale:vediamo mamnon agiamo è come se vivessi dentro una gabbia e nonostante sappiamo di esserci dentro e sappiamo dove si trova l'uscita rimaniamo dentro,viviamo una vita finta senza valori e non riusciamo a trovare senso nelle cose.
Nel 1925, lasciato il sanatorio e recatosi a Bressanone per la convalescenza, cominciò a scrivere Gli indifferenti. Conobbe in quel periodo Corrado Alvaro e Massimo Bontempelli e nel 1927 iniziò a collaborare alla rivista Novecento dove pubblicò i suoi primi racconti tra i quali la Cortigiana stanca, che uscì in francese (Lassitude de courtisane) nel 1927, il Delitto al circolo del tennis del 1928, Il ladro curioso e Apparizione nel 1929.
Nel 1941 si sposò in chiesa con la scrittrice Elsa Morante conosciuta nel 1936.
Moravia visse con Morante per un lungo periodo a Capri. Si separarono poi nel 1962.
Dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò a Sant'Agata con la sua moglie, dove resterà fino all'annuncio della Liberazione dopo la quale ricomincierà l'attività letteraria la quale gli frutterà molto successo fino ad ottenere il premio Strega nel 1952, il premio Viareggio nel 1960, 17 candidature al Nobel per la letteratura.
Lavorò come giornalista del Corriere della Sera dandogli possibilità di viaggiare in Cina, Giappone e altri luoghi.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita come Europarlamentare e fu trovato morto nel bagno del suo appartamento.
Alberto Pincherle (Moravia era il cognome della nonna paterna) nacque a Roma, nel 1907 in una famiglia borghese. Il padre, Carlo Pincherle, era un architetto e pittore veneziano d'origine ebraica, mentre la madre, Teresa Iginia De Marsanich, detta Gina, era un'anconetana di religione cattolica e d'origini in parte dalmate.
Alberto fu il secondo di quattro figli, nato dopo la sorella Adriana, pittrice, e prima dell'altra sorella, Elena, moglie dell'ambasciatore Carlo Cimino, e del più piccolo Gastone, caduto in combattimento in Libia durante la campagna del Nordafrica. Alberto Moravia era ateo.
Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché a nove anni venne colpito da tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo. Come i fratelli, frequenta per un anno il liceo Tasso conseguendo "a mala pena" la licenza ginnasiale, suo unico titolo di studio. Non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, Alberto ebbe molto tempo per la lettura, alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea. Tra i suoi autori preferiti vi furono Dostoevskij, Proust e molti altri. Imparò con facilità il francese e il tedesco e iniziò a scrivere versi in francese e in italiano.
“ “Io vorrei proprio sapere " incominciò con voce caparbia rivolgendosi indistintamente a tutti e quattro;“ perché ci dev'essere al mondo della gente tanto bugiarda... ecco... questo vorrei sapere... Va bene fare le cose, concedo che si possa farle, ma poi nasconderle, mentire, travisare la verità... questo mi mette fuori di me stessa ". Silenzio; nessuno voleva assumersi la responsabilità d'incoraggiare la madre su questa strada con qualche incauta risposta. Ella li guardò uno dopo l'altro, come per spronarli a parlare, ma Leo e Carla abbassarono gli occhi, e Michele li volse altrove. Allora dopo l'attacco indiretto, ella si decise per quello diretto: " Per esempio, lei", soggiunse volgendosi verso l'amante, “ è padronissimo di avere un impegno dopo cena, nessuno glielo proibisce, anche se andarsene subito dopo aver mangiato dalla casa in cui si è stati invitati sia una maleducazione madornale... Ma perché, invece di dir la verità, inventare un monte di frottole, che ha un ricevimento al quale non può mancare, che va dalla Smithson la quale invece è a Milano ecc. ecc.? ... Mi dica un po': chi glielo fa fare? chi le ha domandato di dire tante stupide bugie?... Questa non soltanto è una menzogna, ma è anche un insulto per me, come se io fossi tanto sciocca da non capire certe cose...; invece sarebbe stato tanto piú semplice dire la verità: sa, cara signora, alla tale ora debbo congedarmi perché vado da... da quella tale persona... Io le avrei risposto...: vada pure dove vuole... anche al diavolo se le fa piacere... e tutto sarebbe finito lí...”. “ Questa ci fa notare il modo di vivere dei protagonisti,tra relazioni basate sull'interesse,su inganni e su inazione.
"Non esistevano per lui più fede, sincerità ,tragicità;tutto attraverso la sua noia gli appariva pietoso, ridicolo, falso; ma capiva la difficoltà e i pericoli della sua situazione;bisognava appassionarsi, agire, soffrire, vincere quella debolezza, quella pietà, quella falsità, quel senso del ridicolo; bisognava essere tragici e sinceri"Questa è la visione del mondo che ha Michele,lui sta annegando nella sua piatta indifferenza,non riesce a manifestare emozioni,però allo stesso tempo capisce quale è il suo problema ma non riesce a risolverlo,la sua cura sarebbe fare l'esatto apposto di quello che normalmente sta facendo.
L'opera parla di due giovani fratelli:Michele e Carla che non riescono a provare dei veri e propri sentimenti e affrontanano tra la loro indifferenza e noia il declino della propria famiglia borghese. La loro madre Mariagrazia,vedova, trascorre una vita abitudinaria piene di preoccupazioni con l'amante Leo Merumeci che tanta di approfittare della famiglia infatti nel ventiquattresmo compleanno di Carla lui la fa ubriacare e cerca di abusarla anche se non ci riesce perchè lei si sente male e vomita.Nel mentre Mariarazia pensa che Leo la stia tradendo con l'amica Lisa,essendo stata sua amante nel passato, ma è ignara del fatto che lui la stia tradendo con Carla. Lisa si invaghisce di Michele, che nonostante sappia che Leo si stia approfittando della sua famiglia per ottenerne la villa non reagisce e si lascia corteggiare senza manifestare coinvolgimento.
Lisa ormai conscia dell'indifferenza di Michele verso di lei decide di informarlo sulla relazione segreata tra Leo e Carla,lui ne rimane arrabbiato però questa notizia non riesce a destarl o completamente dalla sua infidifferenza.Dopo una giornata spesa a riflettere,Michele decide di affrontare Leo per vendicare l'onore della propria famiglia:compra una pistola con l'intenziome di ucciderlo ma si dimentica di ricaricarla quindi alla fine esce di casa umiliato. Mariagrazia decise di mettere all'asta la villa e quindi Leo decise, per non ridurre a nulla i suoi sforzi, di sposare Carla, la quale accetta nonostante non lo ami perchè è attratta dalla nuova vita che la aspetta. Alla fine, Carla che deve ancora comunicare la decisione alla madre, si reca assieme a lei a un ballo in maschera lasciando il finale sospeso.
Michele non si muoveva, non gli era mai accaduto di vedere la ridicolaggine confondersi a tal punto con la sincerità, la falsità con la verità; un imbarazzo odioso lo possedeva. " Almeno tacesse "pensava“ma no,deve parlare "A tratti lo prendeva il desiderio isterico di dire la verità, quella sua, la sola possibile, e andarsene; ma lo tratteneva un senso di compassione; e poi non era stato lui il primo a illudere Lisa con quel suo abbraccio? " Caro... caro" ripeteva la donna, là sulla sua testa, "non puoi immaginarti quanto tu mi sia caro " " Esagerata" avrebbe voluto rispondere il ragazzo; ma aveva gli occhi pieni di oscurità. Questa ci fa capire il modo in cui Michele si fa trasportare passivamente dall'interesse di Lisa che farebbe di tutto per avere una persona che ama e ricambia il sentimento con cui passare tutti i piaceri della vita mentre lui tentato di dire la verità cioè che lei non la ama terminando la finzione che sta vivendo però è incapace di agire.
Tirare le orecchie, tirar le orecchie a me? a me? a me? " Ogni " a me" gli dava una spinta di piú verso l'azione, ma si sentiva freddo e indifferente; false erano le parole che gli uscivano di bocca, falsa la voce; dov'era il fervore? dove lo sdegno? altrove, forse non esistevano. Sulla tavola, tra i fiori, le tazzine, e il bricco del caffè, c'era un portacenere di marmo, di alabastro bianco venato in grigio: stese una mano di sonnambulo, lo prese,mollemente lo scagliò.Vide sua madre giungere le mani,la udì cacciare un grido;Leo urlava “È roba da pazzi!!”; Carla si agitava; capí che il marmo aveva sbagliato strada; invece di Leo era stata colpita la madre;sulla testa? no, sopra la spalla.. Questo è uno dei pochi momenti in cui Michele trasportato dalla rabbia verso Leo agisce inviando un segno:lui riesce ad agire solo se posto al limite,alla fine però culmina in un atto di violenza inaspettato che ferisce la madre al posto di Leo,come a simbolizzare che lui non riesce a sconfiggere il proprio nemico.
Alberto Moravia
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Created on July 8, 2025
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Una canzone che si abbina bene al tema affrontato in questa opera è "Detached" di Lyn Lapid.Il titolo significa distaccato,freddo,indifferente e annuncia ciò di cui si parla nella canzone:la disconnessione emotiva in una relazione in cui una persona si sente sfruttata e dimenticata facilmente che passando tre notti lontana dall'altra persona e così ne scopre l'indifferenza.Il verso "If we could just freeze time/Pretend that you have always been mine" esprime il rifiuto di cambiare come il passaggio alla nuova vita di Carla e come l'incapacità di cambiare di Michele e la finzione di Lisa che nonstante sappia la verità non la confessa immediatamente.Il ritornello "How are you so detached?/When I'm outta your sight I'm outta your mind" esprime la sofferenza e lo sgomento per qualcuno che appena fuori di vista scompare dalla sua vita come faceva Leo nei confronti di Carla ma può anche riferirsi allo sguardo passivo che hanno i protagonisti rispetto alla realtà che li circonda che stava diventando sempre più finta.
Nel secondo verso si parla di un filo rosso che collegava i due ma in realtà non era vero e senza l'altra presenza non ne sente la mancanza, questa è la stessa relazione tra i personaggi come Leo che finge di amare Lisa ,Michele che finge di amare Lisa,la quale finge di amare Leo per ingelososire Michele di cui si è invaghita però alla fine ognuno pensa a se stesso,la contesa di Leo tra la madre Mariagrazia e la figlia Carla che alla fine viene conquistata e decide di voler sposare Leo nonostante fosse l'amante della propria madre da molto tempo e l'avesse vista crescere.Nella canzone la protagonista si fa anche una domanda:"I'm wondering how /I'm everything /And then nothing" che esprime la sua instabilità emotiva, la stessa instabilità di Michele il quale vorrebbe cambiare, vorrebbe fare qualcosa,sparare e uccidere Leo ma però non ci riesce passando da alcuni momenti di vuoto totale e indifferena assoluta ad altri momenti in cui è pieno di buoni propositi e prende coscienza di quello che succede e vorrebbe reagire.
Tentò di ragionare, di far dei sistemi: " Vediamo...»pensò," vediamo... la questione ha due facce...: una interna, una esterna... interna la mia indifferenza, la mia mancanza di fede e di sincerità... esterna, tutti gli avvenimenti contro i quali non so reagire... e ambedue le facce sono egualmente intollerabili". Alzò gli occhi come se avesse voluto vederle quelle due facce della sua questione. " No ", pensò ancora scontento; " la colpa è mia...non so appassionarmi alla vita " Ricominciò a discendere; la colpa era anche di Carla: " Carla" avrebbe voluto domandarle, " perché hai fatto questo?". E di sua madre; la colpa era di tutti: impossibile scoprirne l'origine, la ragione prima; tutti erano colpevoli... gli pareva mi vederli ,tutti quanti là, sul pianerottolo appoggiati al muro…”Siete dei disgraziati”pensava”mi fate pietà... tutti... anche tu, madre, colle tue ridicole gelosie, anche tu Leo con le tue arie di vittoria..." Credevadi veder Leo, di prendergli una mano: " Soprattutto mi fai compassione... sí, proprio tu..: pensi di essere il piú forte... ah! ah! povero Leo". Avrebbe voluto dirgliele quelle parole, al suo nemico, tranquillamente, cosí... una specie di ebbrezza lo possedeva; rovesciava la testa indietro: " Poveri voi, non siete che dei disgraziati... poveri voi... ora state freschi... vedrete cosa vi succederà...” Ma sulla porta si accorse di avere ancora il cappello in mano; questa inezia, questa distrazione, bastarono a farlo crollare dalla sua superiorità; una rabbia, un'angoscia indicibili lo invasero: " Son io, altro che storie... son io il disgraziato " pensò; era di nuovo a terra, in basso;si calcò il cappello sulla testa e uscí. Questo è uno dei momenti in cui Michele,nel mentre sta facendo un'esame di coscienza,realizza l'indifferenza di cui tutti i suoi conoscenti sono pieni,prima punta il dito verso gli altri analizzando i loro problemi però lui non è innocente fa pena pure a sè stesso.
Il romanzo ci fa riflettere su molti temi esistenziali come che riguardano la nostra natura come ad esempio:il vuoto esistenziale che pervade i personaggi incapaci di agire affondando nella loro indifferenza,la conseguenza dell'assenza di valori forti come la famiglia e l'amore poiche rimane solo il vuoto,Moravia rappresenta la decadenza della società borghese degli anni'20 egoista e legata alla ricchezza spingendoci a riflettere sul valore che hanno i soldi se non si ha i valori per gestirli,l'ipocrisia umana perché ogni rapporto apparentemente genuni sono sono mascherati da secondi fini dovuti all'interesse personale,l'inazione poiché i protagonisti sono incapaci di cambiare la loro vita da soli anche se sanno di poter fare qualcosa.L'opera è molto attuale mostra ancora le caratteristiche della società basata su apparenze,consumismo,superficialità
La nostra società cerca di trovare la felicità nel lusso e nella materialità, social media o comunque all'esterno quando in realtà la felicità dovremmo cercarla da dentro di noi cercando di apprezzare i piccoli gesti e le piccole cose invece di essere insoddisfatti di ciò che abbiamo nella consapevolezza che ci sarà sempre qualcuno messo peggio di noi.Le relazioni nel romanzo ci fanno riflettere sulle relazioni odierne che sono molto spesso a distanz o considerate come banali,l'inazione dei personaggi ci fa riflettere sul fatto che nel nostro mondo vediamo i problemi ma non cerchiamo di risolveri nonostante siamo i primi a lottare per essi,questo comportamento è detto discronia comportamentale:vediamo mamnon agiamo è come se vivessi dentro una gabbia e nonostante sappiamo di esserci dentro e sappiamo dove si trova l'uscita rimaniamo dentro,viviamo una vita finta senza valori e non riusciamo a trovare senso nelle cose.
Nel 1925, lasciato il sanatorio e recatosi a Bressanone per la convalescenza, cominciò a scrivere Gli indifferenti. Conobbe in quel periodo Corrado Alvaro e Massimo Bontempelli e nel 1927 iniziò a collaborare alla rivista Novecento dove pubblicò i suoi primi racconti tra i quali la Cortigiana stanca, che uscì in francese (Lassitude de courtisane) nel 1927, il Delitto al circolo del tennis del 1928, Il ladro curioso e Apparizione nel 1929. Nel 1941 si sposò in chiesa con la scrittrice Elsa Morante conosciuta nel 1936. Moravia visse con Morante per un lungo periodo a Capri. Si separarono poi nel 1962. Dopo l'inizio della Seconda Guerra Mondiale si rifugiò a Sant'Agata con la sua moglie, dove resterà fino all'annuncio della Liberazione dopo la quale ricomincierà l'attività letteraria la quale gli frutterà molto successo fino ad ottenere il premio Strega nel 1952, il premio Viareggio nel 1960, 17 candidature al Nobel per la letteratura. Lavorò come giornalista del Corriere della Sera dandogli possibilità di viaggiare in Cina, Giappone e altri luoghi. Trascorse gli ultimi anni della sua vita come Europarlamentare e fu trovato morto nel bagno del suo appartamento.
Alberto Pincherle (Moravia era il cognome della nonna paterna) nacque a Roma, nel 1907 in una famiglia borghese. Il padre, Carlo Pincherle, era un architetto e pittore veneziano d'origine ebraica, mentre la madre, Teresa Iginia De Marsanich, detta Gina, era un'anconetana di religione cattolica e d'origini in parte dalmate. Alberto fu il secondo di quattro figli, nato dopo la sorella Adriana, pittrice, e prima dell'altra sorella, Elena, moglie dell'ambasciatore Carlo Cimino, e del più piccolo Gastone, caduto in combattimento in Libia durante la campagna del Nordafrica. Alberto Moravia era ateo. Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché a nove anni venne colpito da tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo. Come i fratelli, frequenta per un anno il liceo Tasso conseguendo "a mala pena" la licenza ginnasiale, suo unico titolo di studio. Non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, Alberto ebbe molto tempo per la lettura, alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea. Tra i suoi autori preferiti vi furono Dostoevskij, Proust e molti altri. Imparò con facilità il francese e il tedesco e iniziò a scrivere versi in francese e in italiano.
“ “Io vorrei proprio sapere " incominciò con voce caparbia rivolgendosi indistintamente a tutti e quattro;“ perché ci dev'essere al mondo della gente tanto bugiarda... ecco... questo vorrei sapere... Va bene fare le cose, concedo che si possa farle, ma poi nasconderle, mentire, travisare la verità... questo mi mette fuori di me stessa ". Silenzio; nessuno voleva assumersi la responsabilità d'incoraggiare la madre su questa strada con qualche incauta risposta. Ella li guardò uno dopo l'altro, come per spronarli a parlare, ma Leo e Carla abbassarono gli occhi, e Michele li volse altrove. Allora dopo l'attacco indiretto, ella si decise per quello diretto: " Per esempio, lei", soggiunse volgendosi verso l'amante, “ è padronissimo di avere un impegno dopo cena, nessuno glielo proibisce, anche se andarsene subito dopo aver mangiato dalla casa in cui si è stati invitati sia una maleducazione madornale... Ma perché, invece di dir la verità, inventare un monte di frottole, che ha un ricevimento al quale non può mancare, che va dalla Smithson la quale invece è a Milano ecc. ecc.? ... Mi dica un po': chi glielo fa fare? chi le ha domandato di dire tante stupide bugie?... Questa non soltanto è una menzogna, ma è anche un insulto per me, come se io fossi tanto sciocca da non capire certe cose...; invece sarebbe stato tanto piú semplice dire la verità: sa, cara signora, alla tale ora debbo congedarmi perché vado da... da quella tale persona... Io le avrei risposto...: vada pure dove vuole... anche al diavolo se le fa piacere... e tutto sarebbe finito lí...”. “ Questa ci fa notare il modo di vivere dei protagonisti,tra relazioni basate sull'interesse,su inganni e su inazione.
"Non esistevano per lui più fede, sincerità ,tragicità;tutto attraverso la sua noia gli appariva pietoso, ridicolo, falso; ma capiva la difficoltà e i pericoli della sua situazione;bisognava appassionarsi, agire, soffrire, vincere quella debolezza, quella pietà, quella falsità, quel senso del ridicolo; bisognava essere tragici e sinceri"Questa è la visione del mondo che ha Michele,lui sta annegando nella sua piatta indifferenza,non riesce a manifestare emozioni,però allo stesso tempo capisce quale è il suo problema ma non riesce a risolverlo,la sua cura sarebbe fare l'esatto apposto di quello che normalmente sta facendo.
L'opera parla di due giovani fratelli:Michele e Carla che non riescono a provare dei veri e propri sentimenti e affrontanano tra la loro indifferenza e noia il declino della propria famiglia borghese. La loro madre Mariagrazia,vedova, trascorre una vita abitudinaria piene di preoccupazioni con l'amante Leo Merumeci che tanta di approfittare della famiglia infatti nel ventiquattresmo compleanno di Carla lui la fa ubriacare e cerca di abusarla anche se non ci riesce perchè lei si sente male e vomita.Nel mentre Mariarazia pensa che Leo la stia tradendo con l'amica Lisa,essendo stata sua amante nel passato, ma è ignara del fatto che lui la stia tradendo con Carla. Lisa si invaghisce di Michele, che nonostante sappia che Leo si stia approfittando della sua famiglia per ottenerne la villa non reagisce e si lascia corteggiare senza manifestare coinvolgimento.
Lisa ormai conscia dell'indifferenza di Michele verso di lei decide di informarlo sulla relazione segreata tra Leo e Carla,lui ne rimane arrabbiato però questa notizia non riesce a destarl o completamente dalla sua infidifferenza.Dopo una giornata spesa a riflettere,Michele decide di affrontare Leo per vendicare l'onore della propria famiglia:compra una pistola con l'intenziome di ucciderlo ma si dimentica di ricaricarla quindi alla fine esce di casa umiliato. Mariagrazia decise di mettere all'asta la villa e quindi Leo decise, per non ridurre a nulla i suoi sforzi, di sposare Carla, la quale accetta nonostante non lo ami perchè è attratta dalla nuova vita che la aspetta. Alla fine, Carla che deve ancora comunicare la decisione alla madre, si reca assieme a lei a un ballo in maschera lasciando il finale sospeso.
Michele non si muoveva, non gli era mai accaduto di vedere la ridicolaggine confondersi a tal punto con la sincerità, la falsità con la verità; un imbarazzo odioso lo possedeva. " Almeno tacesse "pensava“ma no,deve parlare "A tratti lo prendeva il desiderio isterico di dire la verità, quella sua, la sola possibile, e andarsene; ma lo tratteneva un senso di compassione; e poi non era stato lui il primo a illudere Lisa con quel suo abbraccio? " Caro... caro" ripeteva la donna, là sulla sua testa, "non puoi immaginarti quanto tu mi sia caro " " Esagerata" avrebbe voluto rispondere il ragazzo; ma aveva gli occhi pieni di oscurità. Questa ci fa capire il modo in cui Michele si fa trasportare passivamente dall'interesse di Lisa che farebbe di tutto per avere una persona che ama e ricambia il sentimento con cui passare tutti i piaceri della vita mentre lui tentato di dire la verità cioè che lei non la ama terminando la finzione che sta vivendo però è incapace di agire.
Tirare le orecchie, tirar le orecchie a me? a me? a me? " Ogni " a me" gli dava una spinta di piú verso l'azione, ma si sentiva freddo e indifferente; false erano le parole che gli uscivano di bocca, falsa la voce; dov'era il fervore? dove lo sdegno? altrove, forse non esistevano. Sulla tavola, tra i fiori, le tazzine, e il bricco del caffè, c'era un portacenere di marmo, di alabastro bianco venato in grigio: stese una mano di sonnambulo, lo prese,mollemente lo scagliò.Vide sua madre giungere le mani,la udì cacciare un grido;Leo urlava “È roba da pazzi!!”; Carla si agitava; capí che il marmo aveva sbagliato strada; invece di Leo era stata colpita la madre;sulla testa? no, sopra la spalla.. Questo è uno dei pochi momenti in cui Michele trasportato dalla rabbia verso Leo agisce inviando un segno:lui riesce ad agire solo se posto al limite,alla fine però culmina in un atto di violenza inaspettato che ferisce la madre al posto di Leo,come a simbolizzare che lui non riesce a sconfiggere il proprio nemico.