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la ràdica, numero 1
vinovinocolo
Created on July 4, 2025
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Transcript
la ràdica
blog
Numero 1, luglio 2025
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Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
OTTOCENTO
In questo numero monografico dedicato all’Ottocento, presentiamo alcuni contributi tratti dal blog la ràdica che raccontano la vita quotidiana a Valva. Dai matrimoni privi di certificati ufficiali, affidati alla memoria dei testimoni, alle morti improvvise durante i giorni di fiera, fino ai primi regolamenti napoleonici sui cimiteri, ogni vicenda illumina un angolo nascosto del passato locale. E poi -non poteva mancare- la storia politica e militare, con il Risorgimento e le guerre coloniali. Tra le vicende più intense spicca il fenomeno dei “projetti”, neonati abbandonati e accolti dalla comunità, che racconta la fragilità e l' umanità di quel tempo. Attraverso questi racconti si delinea un quadro vivido di una società in evoluzione e possiamo riscoprire il valore delle piccole storie nella costruzione della Storia.
Tra memoria e mistero
fonte: Gozlinus
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I projetti/ introduzione
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n. 1, pagina 2
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
La ruota degli esposti
Un video su come funzionava la ruota nell'Ottocento.Link a Vanilla Magazine
I cognomi degli esposti
Onomastica: un mondo da scopriredi Enzo Caffarelli Link al sito della Treccani
I "gelsomini notturni" di Valva
Cosa succede quando un neonato viene abbandonato a Valva
I contenuti esterni, ai quali questo sito rimanda, sono di proprietà dei rispettivi autori. I link vengono forniti a scopo informativo e di approfondimento, senza alcuna modifica o incorporamento diretto.
Questo è un progetto personale di divulgazione storica locale.I contenuti provengono da fonti archivistiche, orali e familiari. Non costituisce una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001.
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Storie di projetti
n. 1, pagina 3
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
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Tre storie di projetti valvesi
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La storia di un trovatello alla guerra di Libia e poi emigrato in America
La storia di Rodolfo, trovato in via San Biagio
La storia di Maria Concetta
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Pagine di vita valvese nell'Ottocento /1
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n. 1, pagina 4
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
Quando i defunti erano sepolti in chiesa
Da alcuni atti di morte di inizio Ottocento scopriamo che la sepoltura avveniva all'interno della chiesa, o nei suoi sotterranei, come era usanza prima dell'Editto di Saint-Cloud. Altra chiesa indicata nei registri dei morti è quella di Santa Maria al piano.Una curiosità: chi diventerà il primo "becchino comunale" di Valva? Scopritelo con noi!
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foto di Valentino Cuozzo
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Pagine di vita valvese nell'Ottocento /2
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n. 1, pagina 5
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
Le voci che raccontano un'esistenza:la storia di Cecilia
Dal registro dell’Ottocento emerge una storia affascinante: nel 1828, Cecilia Torsiello e Lorenzo Cuozzo si sposano, ma Cecilia non può fornire un certificato di nascita. Davanti al giudice, sette testimoni confermano la sua nascita a Valva nel 1807, ricordando la data grazie alla festa di Santa Lucia e a ricordi personali. I registri battesimali di quegli anni sono infatti smarriti, ma la memoria collettiva sostituisce i documenti perduti. Questa vicenda mostra come dai registri anagrafici emergano fatti di vita quotidiana che richiedono di essere ricostruiti attraverso testimonianze e memoria.
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Cronaca
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n. 1, pagina 6
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
Morte nella locanda Feniello
Questo articolo nasce dall’analisi di un atto di morte risalente all’Ottocento, tratto dai registri anagrafici. Con pochi dati essenziali — nomi, date e luoghi — il nostro blog "la ràdica" tenta di ricostruire una storia più ampia, cercando di dare vita a un racconto che vada oltre la mera registrazione burocratica. Anche i documenti più semplici offrono spunti preziosi per comprendere il passato, le condizioni di vita e le vicende di persone comuni, trasformando un frammento ufficiale in una narrazione significativa.Questa è la storia di un forestiero, Canio Padula, commerciante di Rionero, che muore nella locanda di Donato Feniello a Valva, nel giugno 1841.
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Cronaca
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n. 1, pagina 7
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Incendio al palazzo
1842: un tragico incendio devasta il palazzo del marchese; due vittime, una nobildonna e un bambino.
Il 29 agosto 1842 a Valva muoiono bruciati nella casa del marchese due persone: Donna Chiara Savelli, nobildonna settantenne, e Don Gaspare Pepe, un bambino di nove anni, figlio del fattore del marchese. Dai pochi dati ufficiali si delinea un quadro sociale complesso, dove nobiltà e umiltà si intrecciano. La testimonianza di Felice Vacca, bracciante e impiegato comunale, aggiunge spessore umano a questi eventi. Questi atti di morte, apparentemente freddi, diventano così porte aperte su storie dimenticate e intrecci di vita e morte.
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Storia dell'Ottocento
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n. 1, pagina 8
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Il tenente Cappetta
Valva e il Risorgimento
Vitantonio Cappetta, nato a Valva nel 1867 da famiglia contadina, divenne tenente del 4° Battaglione Fanteria. Morì valorosamente nella battaglia di Adua (1896), immortalato da un giornale dell’epoca e ricordato con una lapide a Valva, dove nel 1898 fu registrata ufficialmente la sua morte.
Il contributo dei valvesi all'Unità d'Italia: ventinove caduti.
I valvesi alla guerra in Africa
Fin dalle guerre coloniali Valva ha pagato il suo tributo di sangue: nomi e lapidi raccontano la presenza dei suoi figli sui fronti africani della storia italiana.
fonte: Gozlinus
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Nomi e cognomi
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n. 1, pagina 9
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Cognomi materni nell'Ottocento
Un elenco -sicuramente parziale- di cognomi materni presenti a Valva nell'Ottocento.
Quando un cognome diventa ricordo
La storia di alcuni cognomi ormai scomparsi in paese.
Il mio nome è Sinfarosa
Sinfarosa Strollo, nata nel 1886 in una famiglia contadina, porta un nome curioso e raro. Pur nelle umili origini, i genitori mostrarono grande fantasia scegliendo un nome legato a un sonetto di Belli e a una canzone popolare, decisamente insolito per la zona. Chiedi a ChatGPT
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Congedo
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n. 1, pagina 10
Ricostruire la memoria, custodirla, trasmetterla
Non ti sei chiesto perché un attimo, simile a tanti del passato, debba farti d’un tratto felice, felice come un dio? Tu guardavi l’ulivo, l’ulivo sul viottolo che hai percorso ogni giorno per anni, e viene il giorno che il fastidio ti lascia, e tu carezzi il vecchio tronco con lo sguardo, quasi fosse un amico ritrovato e ti dicesse proprio la sola parola che il tuo cuore attendeva. Altre volte è l’occhiata di un passante qualunque. Altre volte la pioggia che insiste da giorni. O lo strido strepitoso di un uccello. O una nube che diresti di aver già veduto. Per un attimo il tempo si ferma, e la cosa banale te la senti nel cuore come se il prima e il dopo non esistessero piú. Non ti sei chiesto il suo perché? Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò