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Pensioni

Isabella Fabrizio

Created on March 30, 2025

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Transcript

Sistema pensionistico

ITALIANO

Fabrizio IsabellaLisanti Sara Tortorelli Angela

1883

1883

Cancelliere Bismark

Il cancelliere Bismark introdusse la prima forma di assicurazione sociale. In Italia non avvenne contemporaneamente ma alcuni anni dopo.

LE PENSIONI INFPS

ISTITUTO NAZIONALE FASCISMO PREVIDENZA SOCIALE

1970

1973

BABY PENSIONI

Le baby pensioni consentivano a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione con pochissimi anni di contributi.

1992

+ INFO

RIFORMA AMATO

1990

La riforma ha disposto il graduale innalzamento dell'età pensionabile e l'avvio di un processo di allineamento del regime pensionistico dei pubblici dipendenti.

1995

+ INFO

RIFORMA DINI

Con questa riforma viene rivoluzionato il calcolo pensionistico inserendo il sistema contributivo abbandonando il sistema retributivo

1997

+ INFO

RIFORMA PRODI

Modificò l’impianto della riforma Amato del 1992, adeguandolo con gli accordi stabiliti tra governo e sindacati e con l’esigenza di riordinare i conti pubblici, al fine di garantire l’ingresso dell’Italia nell’Unione Europea

2000

2000

IL SECOLO DELLE RIFORME

2003

Riforma Biagi

Riforma Maroni

Riforma Prodi

2011

Quota 100

Legge di bilancio 2017

Riforma Fornero

2019
2027

Quota 102

Quota 103

Proiezioni future

SPESA PENSIONISTICA IN ITALIA

Le ragioni di spese elevate sono legate al passato e alle generosità del sistema pensionistico in passato termini di calcolo e di requisiti seppur modificato nel 1955

DEBITO PUBBLICO

Il debito pubblico è un problema aggravatosi negli anni '80 passando dall'80% del PIL nel 1980 fino ad arrivare al 130% nel 2016. Questo aumento è favorito da:

  • Spesa pubblica inefficente
  • Crescita economica debole
Un problema chiave è l'allocazione della spesa pubblica in un Paese che sta invecchiando. Nel 2050 l'Italia sarà uno dei Paesi più vecchi dell'OCSE(organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) evidenziando anche un divario di occupazione generazionale

furto generazionale

Italia e ue

56%

16,3%

Del PIL italiano

LA SPESA PUBBLICA

Per soddisfare i bisogni della collettività lo Stato e gli altri enti pubblici producono beni e servizi, affrontando come qualsiasi altro soggetto economico un costo che costituisce la spesa pubblica. le spese pubbliche sono l’insieme delle erogazioni effettuate dallo Stato e dagli enti pubblici per la produzione dei beni e dei servizi necessari al soddisfacimento dei bisogni della comunità.

Grazie

Per l'attenzione

2007

RIFORMA PRODI

I principali punti della Legge 247/2007 riguardano - Rivalutazione delle pensioni La legge ha previsto che le pensioni, venissero rivalutate annualmente in base al costo della vita, dunque l'importo delle pensioni veniva aumentato in base all'andamento dell'inflazione, per proteggere i pensionati dal potere d'acquisto che si riduce con l'aumento dei prezzi. - Introduzione di una "pensione minima" a chi aveva versato contributi insufficienti per garantirsi una pensione adeguata cercando di ridurre il rischio di povertà tra gli anziani. - Aumento delle pensioni più basse, al fine di contrastare la povertà pensionistica e garantire un livello minimo di vita dignitoso per i pensionati con redditi bassi. - La Legge ha anche ribadito e consolidato i principi del sistema pensionistico contributivo che era stato introdotto dalla riforma Dini nel 1995. Questo sistema è stato esteso a tutte le categorie di lavoratori e divenne la base del calcolo delle pensioni per chi lavorava dopo la riforma. - La legge ha previsto una serie di modifiche agli ammortizzatori sociali, cercando di rendere il sistema di protezione dei lavoratori più efficace, in particolare per quelli che si trovano in difficoltà a causa della disoccupazione o della precaria condizione lavorativa.

2019

Quota 100

"Quota 100" è un sistema per l'accesso alla pensione che permette di anticipare l' uscita dal lavoro al momento in cui la somma tra l'età del lavoratore e il numero di anni di contributi accreditati è 100.Il provvedimento del Governo Conte 1 che prevede Quota 100 in forma sperimentale dal 2019 al 2021 era stato istituito con il decreto-legge n. 4 del 28.1.2019, all'art. 14 Quota 100, nella forma in vigore fino al 31.12.2021, non dà la possibilità di scegliere tra le diverse combinazioni per raggiungere la somma 100, in quanto sarebbe stata troppo costosa per il sistema previdenziale. E' stata quindi fissata l'età minima di 62 anni e 38 di contributi.

Nel 1927 in periodo Fascista la legislazione previdenziale ebbe un nuovo impulso a seguito del riconoscimento dei Sindacati con la carta del lavoro

Periodo Fascista

Legislazione sociale fino alla II Guerra Mondiale

All'inizio del '900 aumentano gli interventi normativi cosi nell'Aprile 1919 viene istituita l'assicurazione obbligatoria per invalidità e vecchiaia per lavoratori dipendenti dell'industria, dell'agricoltura e dei servizi. Questo provvedimento introduce l'Istituto della pensione di Invalidità e di vecchiaia. Nello stesso annoviene introdotta l'assicurazione contro la disoccupazione involontaria.

Nel 1939 nasce la pensione di reversibilità a favore dei superstiti dell'assicurato, ma il completamento del sistema previdenziale in Italia si ebbe con l'introduzione di Principi Fondanti nel Codice Civile nel 1942

2023

QUOTA 103

La Legge di Bilancio per il triennio 2023-2025”, entrata in vigore il 1° gennaio 2023 (n. 197 del 29 dicembre 2022) ha introdotto una ulteriore possibilità di pensionamento anticipato con “Quota 103”, che si aggiunge a “Quota 100” (62 anni di età e 38 anni di contributi entro il 31.12.2021) e a “Quota 102” (64 anni di età e 38 anni di contributi entro il 31.12.2022). La norma, inserita in via sperimentale per il 2023, si consegue con un’età anagrafica di almeno 62 anni e un’anzianità contributiva di almeno 41 anni, da perfezionare entro il 31.12.2023.

2003

RIFORMA BIAGI

La Legge Biagi è nata per attuare delle riforme legate al mercato del lavoro. Uno dei principali obiettivi della Legge Biagi è stato quello di favorire la flessibilità del mercato del lavoro attraverso l'introduzione di nuove tipologie di contratto, tra cui il contratto a progetto che prevede l'assunzione di un lavoratore per portare a termine un determinato progetto, con una durata ben precisa e la possibilità per il datore di lavoro di recedere dal contratto in caso di motivi validi. La Legge Biagi ha inoltre previsto l'obbligo del posto di lavoro per le categorie di individui poco favoriti dall'ambiente lavorativo, come i disabili e i lavoratori in età avanzata, e ha introdotto agevolazioni per le donne. Tuttavia è stata oggetto di numerose critiche per la sua capacità di creare un mercato del lavoro più flessibile e dinamico, ma anche più precario e instabile. Inoltre, sono state sollevate preoccupazioni riguardo alla protezione dei lavoratori e alla garanzia di diritti e tutele.

Solitamente si pensa sia stato Mussolini ad introdurre la pensione, invece, la pensione fu introdotta dal governo Crispi nel 1895; tre anni dopo con il governo Pelloux si estenderà ad una serie di categorie, fino ad arrivare al 1919 con Vittorio Emanuele Orlando il quale, da quel momento, rese obbligatoria la pensione per tutti i lavoratori. Con l'arrivo di Mussolini al potere nel 1933 fu attuata una riforma imponente cambiando il nome all'istituto, passando da INPS ad INFPS. In questo modo, Mussolini, voleva appropiarsi di ciò che era stato frutto di contrattazioni e lotte per diversi anni

Nel 1926, il Fascismo istituisce per i lavoratori come unici sindacati quelli fascisti, mettendo sotto giogo i lavoratori e gli imprenditori.L'INFPS negli anni successivi diventerà una macchina da stipendi

Per quanto nel breve-medio periodo la tenuta del sistema non è messa in discussione, le previsioni Eurostat, relative agli andamenti demografici nell'unione Europea, fanno presagire un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, con rischi crescenti di squilibri per i sistemi previdenziali, soprattutto per quei Pesi , come l’ Italia , dove la spesa previdenziale è relativamente elevata. Il rapporto evidenzia come la generosità del nostro sistema previdenziale venga sottolineata anche dal confronto con gli altri stati europei. Sebbene l’Italia abbia (insieme a Francia, Danimarca e Grecia) l’età legale di accesso alla pensione più alta dell’Ue (67 anni), l’età effettiva di pensionamento è ancora relativamente bassa (64,2), a causa dell’esistenza di numerosi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro. Nel 2023, infatti, con Quote ; Opzione Donna e Ape Sociale di pensioni anticipate ne sono state erogate 6.906.641, con un importo medio di 2.034,45 € , più del doppio di quelle di vecchiaia, impegnando oltre la metà della spesa pensionistica totale. Il tutto ha un forte impatto sulla spesa pensionistica: nel 2021 le pensioni valevano il 16,3% del Pil italiano (dato inferiore solo a quello della Grecia), a fronte di una media europea del 12,9%

2004

RIFORMA MARONI

Con la riforma Maroni, si tentò il contenimento della spesa previdenziale, incentivando economicamente coloro che, pur avendo ottenuto il raggiungimento dei parametri necessari al pensionamento di anzianità, decidevano di seguitare a lavorare: chi sceglieva il rinvio poteva beneficiare di un super bonus che consisteva nel versamento in busta paga dei contributi previdenziali che sarebbero stati versati all' ente di previdenza. Aumentò l' età anagrafica per le pensioni di anzianità e quelle di vecchiaia; solo per le donne rimase la possibilità di andare in pensione di anzianità a 57 anni di età, ma con forti tagli all’assegno pensionistico, prevedendo il calcolo della pensione integralmente con il sistema contributivo. Il Decreto Legislativo 252/2005 dà una notevole spinta alla previdenza complementare, rendendola fondamentale, in quanto, per il sistema contributivo, l' assegno pensionistico si sarebbe attestato sul 52% dell' ultimo stipendio. Diventa pertanto indispensabile il ricorso alla previdenza complementare.

2011

RIFORMA fornero

La riforma Fornero fu introdotta durante il governo tecnico di Mario Monti e prende il nome da Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. La riforma è stata pensata per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico italiano, che stava affrontando gravi problemi di sostenibilità a causa dell'invecchiamento della popolazione e del crescente debito pubblico. - La riforma ha definitivamente allineato il sistema pensionistico italiano al sistema contributivo; - Ha innalzato l'età pensionabile (fissata a 67 anni, in linea con l'aspettativa di vita) che è aumentata negli ultimi decenni, poiché continua a essere rivalutata periodicamente in base all'andamento dell'aspettativa di vita. - Ha reso più difficile accedere alla pensione anticipata, introducendo un sistema misto che combina l'età e gli anni di contributi per il pensionamento anticipato, fissando un minimo di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. - Sono state previste modifiche per le pensioni di invalidità e le pensioni di inabilità, con criteri più stringenti per l'accesso e un maggiore controllo da parte dell’INPS sulle condizioni di invalidità. Anche se la riforma ha reso più rigido l’accesso alla pensione, è stata prevista una certa flessibilità in alcuni casi. Per esempio, è stata introdotta la possibilità di lavorare più a lungo e accumulare contributi, con la possibilità di ricevere una pensione più alta.

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Nel 2023 l'età di pensionamento è in linea con altri Paesi Europei nonostante in Italia la speranza di vita è più alta anche se il tasso di sostituzione resta tra i più elevati. Grazie all'acquisizione del metodo contributivo ed ai meccanismi di stabilizzazione nel 2059 la spesa pensionistica potrebbe diminuire del 14% anche se tra il 2024 e il 2036 potrebbe aumenatre del 17%

2017

LEGGE DI BILANCIO

con la legge di bilancio per il 2017 (art. 1, co. 166 e ss., legge 232/2016) sono state introdotte nuove misure che consentono ai lavoratori di anticipare il pensionamento rispetto alle normali scadenze di legge, nel limite massimo di 3 anni e 7 mesi. In via sperimentale la legge introduce fino al 31 dicembre 2018 due nuovi istituti: l’anticipo finanziario a garanzia pensionistica (APE volontario) e l’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia (APE sociale). Entrambi riguardano i lavoratori dipendenti, gli autonomi assicurati presso le gestioni speciali (artigiani, commercianti e coltivatori diretti) o presso la gestione separata dell'INPS che possono fare valere determinati requisiti. Sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. Per poterne usufruire gli interessati dovranno presentare all’INPS la domanda di certificazione del diritto e la domanda di pensione di vecchiaia da liquidare al momento del raggiungimento dell’età pensionabile.

2022

QUOTA 102

La "Quota 102" è una prestazione economica erogata, a domanda, ai lavoratori dipendenti e autonomi che maturano, entro il 31 dicembre 2022, un’età anagrafica di almeno 64 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni. Per accedere alla pensione “Quota 102”, è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente ma non è richiesta, invece, la cessazione dell’attività di lavoro autonomo

In Italia lo Stato spende il 56% di quanto il sistema economico riesce a produrre. All’interno di questa macro-voce possiamo evidenziare alcuni settori di interesse in cui la spesa pubblica risulta importante. L’esborso per pensioni si attesta a livelli preponderanti nel quadro di spesa pubblica italiano ricoprendo il primo posto nella gerarchia di spesa. Inoltre non tutto il sistema pensionistico si sorregge direttamente sui contributi dei lavoratori. Nel 2021 il totale della spesa per pensioni è di 322 miliardi contro entrate contributive di 237 miliardi, a causa di ciò lo Stato è obbligato a trasferire fondi all’Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza (INPS) per 145 miliardi di cui circa 84 miliardi vengono utilizzati per coprire l’erogazione totale delle pensioni ai cittadini italiani. Lo Stato italiano, oltre che spendere una ingente parte delle finanze pubbliche in pensioni, è costretto a sopperire alle mancanze del sistema pensionistico attraverso l’utilizzo della tassazione generale, erodendo investimenti alternativi. Ad oggi il sistema pensionistico risulta sbilanciato e mal strutturato, soprattutto in relazione all’impoverimento dei lavoratori dovuto agli ingenti costi dell’apparato previdenziale. Il vero punto debole del sistema di protezione sociale è la spesa per l’assistenza, sia perché dipende da un numero eccessivo di leggi, sia perché manca una banca dati fondamentale per il monitoraggio e la lotta contro gli abusi e sia perché la politica promette continuamente nuove prestazioni o ampliamenti di quelle esistenti senza mai procedere a una razionalizzazione. Nel 2023, la spesa per prestazioni sociali nella UE27 è stata pari a 4.583 miliardi di euro, il 26,8% del PIL europeo. L’Italia si colloca tra i Paesi con il rapporto tra spesa sociale e PIL superiore alla media (28%). Tuttavia, va sottolineato che Francia (31,3%) e Germania (28,6%), tra gli altri, presentano un rapporto ancora più elevato.

BABY PENSIONI

Vennero introdotte nel 1973, con una misura impiegata dall’allora governo Rumor. In base a tale riforma, 400.000 lavoratori del settore pubblico ebbero accesso alla pensione in età precoce. Il requisito richiesto, infatti, era un periodo di versamento di contributi di quattordici anni, sei mesi e un giorno per le donne con prole, e diciannove anni, sei mesi e un giorno per gli uomini.L’introduzione del sistema delle “baby pensioni” da parte del governo italiano va letta nel contesto generale in cui si trovava l’Italia in quel periodo, considerando due fattori: la fine di vent’anni di grande benessere economico e i mutati equilibri della politica italiana.

2027

RIFORMe future

L'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita è al centro di un acceso dibattito negli ultimi giorni; anche se ei tratta dell'aumento dell'età pensionabile, rapportato all'aumento dell'aspettativa di vita, che andrà in vigore nel 2027. Per il 2025 e 2026 infatti i requisiti sono già stati confermati lo scorso anno e gli adeguamenti avvengono ogni due o tre anni attraverso un decreto Ministeriale. Le polemiche sono nate sulla base di una segnalazione della CGIL che aveva riscontrato durante le consulenze previdenziali che il simulatore INPS imputava per i pensionamenti di vecchiaia, a partire dal 2027, il requisito anagrafico di 67 anni e tre mesi invece che i 67 attualmente in vigore. INPS ha poi corretto il proprio simulatore ma pare che effettivamente le tabelle della Ragioneria dello Stato già registrino gli aumenti tendenziali di aspettativa di vita attuale. Il rapporto della Ragioneria già prevede aumenti di spesa per pensioni che raggiungerebbero il 17,1% del Pil nel 2040. Su questo è intervenuto il ministro Giorgetti per tranquillizzare e chiarire le intenzioni del Governo.

Il sistema pensionistico Italiano garantisce delle pensioni elevate mettendo a rischio le future pensioni dati i bassi tassi di occupazioni giovanili, nel 2016 in Italia si verificava il 30% del tasso di occupazione rispetto al 56% della media dell'OCSE rendendo improbabile la carriera contributiva di molti giovani. Per far fronte a questo problema ci sono state delle riforme pensionistiche come la Fornero che hanno allungato la vita lavorativa.