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La salute cava Francesca

Arianna Cava

Created on March 28, 2025

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Cava Francesca

La salute

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Evoluzione del concetto di salute

Il concetto di salute si è evoluto da una visione puramente fisica e biomedica a una visione che include aspetti psicologici, sociali e culturali. Il modello biopsicosociale, in particolare, sottolinea l'importanza di un approccio collaborativo e multidisciplinare alla salute, dove il paziente non è più visto come un passivo ricevente di cure, ma come un attore attivo nel suo processo di cura e benessere.

LA psicologia della salute

La psicologia della salute è una disciplina che si occupa di studiare come i fattori psicologici influenzano la salute e il benessere degli individui. La disciplina si focalizza su vari aspetti:•Pisicologia clinica della salute • Psicologia della salute di comunità •Psicologia della salute pubblica

La Psicologia clinica della salute

Si concentra sugli interventi individuali e di gruppo per modificare atteggiamenti e comportamenti legati alla salute, come la gestione dello stress e l'adozione di stili di vita sani. Include approcci terapeutici e psicoeducativi per prevenire disturbi psicofisici

La Psicologia clinica della salute di comunità

interviene su fattori che influenzano il benessere collettivo, promuovendo consapevolezza e partecipazione attiva nelle politiche sanitarie. Lavora in contesti come scuole e luoghi di lavoro per incoraggiare comportamenti salutari.

La Psicologia clinica della salute PUBBLICA

integra la psicologia con altre scienze sanitarie (medicina, epidemiologia) per migliorare la gestione della salute pubblica. È cruciale nella prevenzione e nella risposta a emergenze sanitarie come pandemie.

Lo psicologo della salute è un professionista che opera in diversi contesti con l’obiettivo di promuovere il benessere psicofisico e migliorare la qualità della vita delle persone. Il suo intervento si sviluppa in vari ambiti:•Ambito medico: può far parte di équipe multidisciplinari in reparti come cardiologia, oncologia, pediatria, anestesia e medicina generale. Qui il suo lavoro si rivolge sia ai pazienti che agli operatori sanitari, aiutando a gestire lo stress legato alla malattia, migliorare la comunicazione tra medico e paziente e favorire cambiamenti comportamentali utili alla salute. •Valutazione dei servizi sanitari: può contribuire a monitorare l’efficienza delle strutture sanitarie e proporre strategie per migliorarne il funzionamento, garantendo un’assistenza più efficace e accessibile. •Promozione della salute: può progettare e realizzare interventi educativi rivolti a singoli individui, gruppi, aziende e comunità. Ad esempio, può organizzare incontri nelle scuole o nei luoghi di lavoro per sensibilizzare su temi come l’alimentazione sana, l’attività fisica e la prevenzione delle dipendenze, aiutando le persone ad adottare comportamenti salutari.

La professione dello psicologo della salute

Le parlo chiave della salute

Quando si parla di salute occorre riferirsi a tre concetti che sono a essa strettamente connessi: la prevenzione, l'educazione alla salute e la promozione della salute.

Quando parliamo di prevenzione sanitaria ci riferiamo a tutti gli interventi prediposti dagli organi competenti (come il Ministero della Salute) per consentire a ogni persona di mantenere il proprio stato di salute al più alto livello possibile.Esistono tre livelli di prevenzione •La prevenzione primaria si concentra sull’evitare che una malattia o un problema di salute si sviluppi. Questo avviene attraverso vaccinazioni, campagne di informazione sui rischi legati a determinati comportamenti (come il fumo o l’alcol), regolamentazioni sanitarie (ad esempio il divieto di vendere alcolici ai minorenni) e interventi sull’ambiente, come la riduzione dell’inquinamento. •Prevenzione secondaria Questo livello di prevenzione è fondamentale per malattie come il tumore, per cui esistono screening specifici, come il pap-test o la mammografia, che permettono di diagnosticare il problema nelle sue fasi iniziali. Inoltre, la prevenzione secondaria si rivolge ai soggetti più a rischio, per esempio chi ha una predisposizione genetica o uno stile di vita non sano •Prevenzione terziaria entra in gioco quando una malattia si è già manifestata e mira a ridurre le sue conseguenze negative. Si tratta, ad esempio, di percorsi di riabilitazione per persone che hanno subito un infarto, di cure specifiche per evitare la ricomparsa di un tumore.

La prevenzione

L'educazione alla salute

L’educazione alla salute comprende tutte quelle strategie volte a promuovere comportamenti che favoriscono il benessere sia individuale che collettivo. L’obiettivo è aiutare le persone a sviluppare abitudini salutari, aumentando la consapevolezza sui fattori che influenzano la salute e fornendo strumenti per fare scelte consapevoli. I comportamenti legati alla salute sono influenzati da due tipi di fattori:•fattori interni, come stati emotivi ed elementi cognitivi: credenze, aspettative, motivazioni e percezioni; •fattori esterni, come le condizioni sociali e culturali: la forza del sostegno sociale di cui si dispone o i valori di riferimento della società di appartenenza.

L'obiettivo è trasformare la salute in un'opportunità concreta per migliorare la qualità della vita, rendendola accessibile a tutti.

Creare ambienti sani e sicuri,

Adottare politiche sanitarie efficaci

La promozione della salute è un processo che permette alle persone di acquisire maggiore consapevolezza e controllo sul proprio benessere, migliorandolo attivamente. Secondo la definizione della Conferenza di Ottawa del 1986, la salute non è solo un bene individuale, ma una risorsa collettiva che consente agli individui di realizzare le proprie aspirazioni e adattarsi all’ambiente circostante. Per favorire questo processo, è fondamentale

Coinvolgere attivamentela comunità

Potenziare le competenze individuali

Il benessere non è visto come un opposto del malessere, ma come un complesso in cui possono coesistere aspetti positivi e negativi, come il successo e il fallimento. La ricerca di un equilibrio tra queste forze è essenziale per una vita sana.

Il concetto di benessere: Originariamente legato a condizioni materiali come la salute e l'agiatezza economica, il benessere è evoluto in un concetto più soggettivo, definito dalla soddisfazione della persona rispetto alla propria vita e al proprio funzionamento globale. Il benessere è un processo multidimensionale che implica la ricerca del piacere e del miglioramento della qualità della vita, sia a livello individuale che nelle relazioni sociali.

Il BENESSERE

Quando una persona vive un evento traumatico significativo, come la morte di una persona cara o una guerra, può sviluppare PTSD, caratterizzato da flashback, evitamento e ipervigilanza.

Hans Selye ha descritto come l'organismo risponde allo stress in tre fasi: Fase di allarme: Attivazione fisiologica per far fronte allo stress. Fase di resistenza: Tentativo di adattarsi allo stress. Fase di esaurimento: Esaurimento delle risorse psicofisiche quando lo stress è prolungato.

Stress nemico del benessere

1.Stress nemico

Lo stress è identificato come uno dei principali nemici del benessere, soprattutto quando diventa cronico. Esistono due forme di stress:•Eustress: Stress positivo che migliora le performance, come nel caso di un atleta durante una gara. •Distress: Stress negativo che può portare a disfunzioni e patologie se prolungato nel tempo.

2. La sindrome generale di adattamento

3.Disturbo post-traumatico da stress (PTSD)

La psicologia dell’emergenza: Una branca della psicologia che si occupa di studiare le risposte psicologiche a eventi traumatici. L'obiettivo è aiutare le persone a riprendersi da eventi traumatici e a prevenire disturbi come il PTSD. Si occupa anche dei soccorritori e delle persone che assistono alle emergenze.

Cause dello stress

GLI AMICI DEL BENESSERE

COPING

Il coping si riferisce alle strategie adottate per fronteggiare lo stress, e queste strategie possono variare notevolmente in base a vari fattori:1. Fattori individuali: come età, sesso, personalità e autostima, che influiscono sulla capacità di affrontare lo stress. 2. Fattori sociali: legami familiari e sociali che possono agire come una rete di supporto importante in momenti difficili. 3. Fattori situazionali: le circostanze di vita che determinano la risposta a determinati stressori, come il contesto familiare o lavorativo.

LIFE SKILLS

ILe life skills, secondo l'OMS, sono competenze che permettono agli individui di adattarsi all'ambiente e affrontare in modo costruttivo le sfide della vita. Queste includono competenze come il problem solving, la comunicazione efficace, la gestione delle emozioni, e la gestione dello stress. Tali competenze non solo migliorano il benessere individuale, ma favoriscono anche un adattamento più positivo alle situazioni difficili.

Al contrario, chi ha una bassa autostima tende a limitare le proprie azioni per paura di fallire, a procrastinare nella risoluzione dei problemi e a vivere una felicità ansiosa, che non permette di godere appieno dei momenti positivi della vita, poiché questi vengono percepiti come precari e instabili.In sostanza, l'autostima non riguarda solo il giudizio che abbiamo di noi stessi, ma anche il modo in cui ci relazioniamo con il mondo esterno e affrontiamo le sfide quotidiane

L'autostima rappresenta la capacità di apprezzarsi, anche nelle difficoltà, e di attribuirsi un giudizio di valore positivo, che ci permette di esprimere pienamente le nostre potenzialità e vivere in armonia con noi stessi. Avere una buona autostima significa riconoscere il proprio valore, trattarsi con rispetto e affrontare le difficoltà della vita con una mentalità positiva.

Autostima

Concetti Chiave della Cura: Aiuto, Altruismo e Comportamento Prosociale

Aiuto: Si riferisce a tutte le azioni destinate a migliorare la situazione di una persona che si trova in difficoltà, senza considerare le motivazioni che spingono a offrire tale aiuto. Il concetto di aiuto è piuttosto ampio e include ogni tipo di intervento che allevia la sofferenza o il bisogno di un altro.Altruismo: È la volontà di prestare aiuto senza aspettarsi nulla in cambio. È una forma di aiuto completamente disinteressata, dove l'intenzione principale è il benessere dell'altro. Comportamento Prosociale: Include tutte le azioni che hanno lo scopo di portare beneficio ad altre persone e promuovere la solidarietà sociale. Un comportamento prosociale può essere motivato sia da ragioni altruistiche (senza aspettarsi nulla in cambio) che egoistiche (ad esempio, per ottenere vantaggi personali, come una futura reciprocità). Un comportamento altruista è sempre prosociale, ma non tutti i comportamenti prosociali sono altruistici. Ad esempio, prestare aiuto con l'aspettativa che il favore venga ricambiato in futuro è un comportamento prosociale, ma non altruista.

Secondo Hoffman, l'empatia è il motore che scaturisce la preoccupazione umana per gli altri e permette di sviluppare comportamenti altruistici.

L'empatia è uno dei principali fattori che promuovono i comportamenti prosociali. In psicologia sociale, l'empatia è definita come la capacità di comprendere e condividere le emozioni di un'altra persona. Si distingue in: Empatia affettiva: La capacità di condividere le emozioni dell'altro, come il dolore o la gioia. Empatia cognitiva: La capacità di comprendere il punto di vista dell'altro, mettendosi nei suoi panni.

Empatia

A partire dai 9 anni, i bambini diventano capaci di comprendere che gli altri hanno una propria identità e che le loro emozioni sono influenzate dalla loro vita e dalle loro esperienze. In questa fase, i ragazzi sono in grado di comprendere i sentimenti di sofferenza anche quando non sono esplicitamente espressi, mostrando una comprensione più profonda delle emozioni altrui.

Nei primi mesi di vita, i neonati non si percepiscono come entità separate dagli altri. Quando percepiscono la sofferenza di un altro bambino, reagiscono come se fosse la propria. Questo fenomeno è noto come contagio emotivo, una risposta affettiva automatica e involontaria.

L'empatia nei bambini si sviluppa nel tempo infatti possiamo distinguere:

L'EMPATIA NEI BAMBINI

1.EMPATIA GLOBALE (0-1 anno)

2.Empatia egocentrica (1-2 anni)

Crescendo, i bambini iniziano a riconoscere la differenza tra sé e gli altri. Tuttavia, la loro empatia è ancora egocentrica, cioè tendono a rispondere alle emozioni altrui in modo da alleviare la propria angoscia. Per esempio, un bambino che vede un altro piangere potrebbe offrirgli il proprio giocattolo per alleviare il proprio disagio, piuttosto che cercare di soddisfare il bisogno dell'altro.

3Empatia matura (9-13 anni)

Fattori Motivazionali e Strutturali che Influenzano il Comportamento Prosociale:

Le norme sociali e culturali giocano un ruolo fondamentale nel promuovere comportamenti prosociali. Le comunità insegnano, attraverso modelli di apprendimento sociale, l'importanza di aiutare gli altri e di agire in modo cooperativo. Ad esempio, in situazioni di disastri naturali, le persone spesso partecipano a raccolte fondi per aiutare le vittime, in linea con i valori condivisi di solidarietà e reciproco aiuto

La Prospettiva Culturale e il Comportamento Prosociale