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XXVI CANT
Maddalena Volpato
Created on March 25, 2025
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Transcript
XXVI CANTO
Purgatorio
Inizio
INDice
Narrazione
Collocazione
Lussuria
Guido Guinizelli
Arnaut Daniel
Temi
INCONTRO CON I LUSSURIOSI vv1-51
"Lì veggio d’ogne parte farsi presta ciascun’ombra e basciarsi una con una sanza restar, contente a brieve festa; così per entro loro schiera bruna s’ammusa l’una con l’altra formica, forse a spïar lor via e lor fortuna. Tosto che parton l’accoglienza amica, prima che ’l primo passo lì trascorra, sopragridar ciascuna s’affatica: la nova gente: "Soddoma e Gomorra"; e l'altra: "Ne la vacca entra Pasife, perché 'l torello a sua lussuria corra". Poi, come grue ch’a le montagne Rife volasser parte, e parte inver’ l’arene, queste del gel, quelle del sole schife"
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Guinizzelli
-Lo Stilnovista-
Presentazione
Guido Guinizzelli: il poeta bolognese che fondò il Dolce Stil Novo
Testo
Sintesi incontro
Incontro tra poeti e riflessione sulla poesia nel Purgatorio dantesco
Testo
Analisi del brano
Vv. 91-99
Testo
ARnaut daniel
-Il trovatore-
La presentazione
Da parte di Guinizelli : "Il miglior fabbro del parlar materno"
Testo
Arnaut Daniel: mi presento
La vita e la poetica: "Ieu sui Arnaut"
Testo
Analisi del brano
La lingua usata e le citazioni nascoste
Testo
I TEMI
POETI E POESIA
LUSSURIOSI
I lussuriosi si purificano nel fuoco, dimostrando un'attiva volontà di redenzione attraverso il canto, gli esempi di castità e lussuria e l'incontro tra le due schiere.
Dante conclude il discorso sulla poesia. Celebra infatti lo Stilnovo e riflette sul ruolo della poesia, superandolo con la sua visione etico-religiosa nella Divina Commedia.
AMORE
MITI
Dante mostra l’ultimo stadio dell’amore umano prima della sua purificazione: l’amore che parte dai sensi, ma deve diventare puro e spirituale per essere accettato da Dio.
Nel XXVI canto vi sono diversi riferimenti mitologici e biblici che ampliano il panorama culturale della commedia e facilitano la comprensione di messaggi complicati.
PREGHIERA
METAFORE
Diversamente dalle cantiche precedenti c'è un solo riferimento esplicito alla preghiera: il Padrenostro nominato al v.130 da Guido Guinizzelli.
Dante utilizza metafore che associano le anime in Purgatorio a creature piccole, miti e apparentemente fragili per sottolineare la loro condizione di umiltà e vulnerabilità.
«O frate», disse, «questi ch’io ti cerno col dito», e additò un spirto innanzi, «fu il miglior fabbro del parlar materno. Versi d’amore e prose di romanzi soverchiò tutti; e lascia dir li stolti che quel di Lemosì credon ch’avanzi."
Vv 115-120
Guiraut de Bornelh
«Tan m’abellis vostre cortes deman, qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; consiros vei la passada folor, e vei jausen lo joi qu’esper, denan. Ara vos prec, per aquella valor que vos guida al som de l’escalina, sovenha vos a temps de ma dolor!»
La vita
- Nasce nel 1150 a Riberac
- Trovatore
- Trobar clus = " cantare, comporre in modo difficile"
- Riccardo Cuor di Leone
- Muore circa nel 1210
- Citato nel "De Vulgari eloquentia" come principale autore della poetica amorosa
- Ispiratore per le "Rime petrose" dantesche
- "Trionfi" di Francesco Petrarca
Fortuna
Vv. 140- 147
SIMILITUDINE DELLE GRU
L'incontrarsi e il dividersi delle anime è raffigurato con due similitudini, che creano quasi due coreografie.Questsa similitudine riprende i vv.46-47 del V canto dell'Inferno.
- "volasser": sottolinea il carattere irreale. Vuole alludere alla innaturalità commessa dai penitenti.
Sodoma e Gomorra
La frase è gridata dalla schiera dei Sodomiti, al fine di denunciare il proprio peccato. Il termine Sodomia nel tempo ha avuto diverse accezioni: originariamente è legato alla vicenda legata alla città di Sodoma e Gomorra, narrata nel libro della genesi.
- allontanamento dalla legge di Dio e conseguente punizione
«Tan m’abellis vostre cortes deman, qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; consiros vei la passada folor, e vei jausen lo joi qu’esper, denan. Ara vos prec, per aquella valor que vos guida al som de l’escalina, sovenha vos a temps de ma dolor!
SIMILITUDINE DELLE FORMICHE
1. Comportamento istintivo Sia le formiche che i penitenti si muovono seguendo il proprio isitnto: senza riflettere sulla direzione, ma compiendo un moto perpetuo 2. Comunicazione e interazione Il "s'ammusa" delle formiche suggerisce una comunicazione, un'interazione. Allo stesso modo si comportano le anime dei lussuriosi avvicinandosi 3. Ricerca di un percorso "Forse a spïar lor via e lor fortuna" = sia le formiche che i lussuriosi cercano un percorso che li conduca alla propria fortuna 4. Aspetto di massa Come le formiche anche le anime son caratterizzate da un aspetto di massa: sono tantissime e si muovono in gruppo
La narrazione
VV 1- 93 : Carattere strutturale
- Presenza di giorno-notte (vv. 4-6)
- Dante fa riferimento al fatto di essere ancora vivo "Colui non par corpo fittizio" (v.12)
- Domanda di un penitente ".. Dicci come è possibile che tu proietti un'ombra, come se tu non fossi ancora entrato nella rete della morte".
- Incontro con le due schiere di lussuriosi
VV 94- 148: Carattere intelletuale
- Incontro e dialogo con Guido Guinizelli (vv. 73-132)
- Incontro e dialogo con Arnaut Daniel (vv. 140- 147)
Nel Canto XXVI del Purgatorio, Dante incontra Guido Guinizzelli, che con stupore lo interroga sulla sua presenza da vivo. Guinizzelli spiega la pena dei lussuriosi, distinti in sodomiti e coloro che cedettero eccessivamente al piacere sensuale (a cui egli appartiene, definendosi "ermafrodito" e citando Pasifae). Dante rivela di essere lì per grazia divina e, interrogato, si dichiara poeta, suscitando l'ammirazione di Guinizzelli. Dante esprime la sua profonda venerazione per Guinizzelli, considerandolo il padre del "dolce stil novo" e maestro di "dolci detti". Guinizzelli, con modestia, si presenta e introduce Arnaut Daniel come "miglior fabbro del parlar materno", aprendo una riflessione sulla storia della poesia volgare con una critica a Guittone.
PASIFAE E IL MINOTAURO
La frase è pronunciata da coloro che peccarono per eccessivo amore eterosessuale. Riporta un riferimento al mito di Pasifae, moglie di Minosse, e madre del Minotauro.
- si vuole sottolineare la bestialità del peccato di lussuria, che rende l'uomo non diverso dall'animale, in quanto sottomette la ragione al talento
Introduzione
- Luogo: VII cornice (lussuriosi nel fuoco).
- Pena: Cammino nel fuoco diviso per tipo di lussuria.
- Rito: Bacio casto e invocazioni (contrasto con vita terrena).
- Ostacolo: Ultima parete di fuoco per il Paradiso.
- Incontri chiave: Guinizzelli e Daniel (poesia e amore).
- Tempo: Pomeriggio 12 aprile del 1300 (o 29 marzo)
Esaudirò tale tuo desiderio solo riguardo me stesso: sono Guido Guinizelli, e sconto già qui la pena per essermi pentito prima della fine della mia vita». Come i due figli (di Isifile), a causa della crudeltà del tiranno Licurgo, si avvicinarono per rivedere la madre, così mi trovai io, ma non osai tanto (non mi avvicinai alle fiamme), quando udii presentarsi il padre mio e degli altri poeti migliori di me che mai scrissero versi d'amore dolci e leggiadri;
Farotti ben di me volere scemo: son Guido Guinizzelli; e già mi purgo per ben dolermi prima ch’a lo stremo». Quali ne la tristizia di Ligurgo si fer due figli a riveder la madre, tal mi fec’io, ma non a tanto insurgo, quand’io odo nomar sé stesso il padre mio e de li altri miei miglior che mai rime d’amore usar dolci e leggiadre;
Guido Guinizzelli (Bologna, 1230/40 - 1276) fu un poeta e giudice, considerato il fondatore del Dolce Stil Novo. Operò a Bologna, introducendo una nuova concezione dell'amore e della donna, elevati a un piano spirituale. Temi centrali furono la nobiltà d'animo e il legame tra amore e conoscenza. La sua celebre canzone "Al cor gentil rempaira sempre amore" è il manifesto del nuovo stile. Ebbe grande influenza su Dante, che lo considerò suo "padre" poetico. La sua opera segna una svolta nella letteratura italiana verso una poesia più interiore e raffinata.
USI PRECEDENTI
Virgilio, Ovidio, Plinio
"Come le formiche, memori del grande frumento, devastano con la bocca un grande mucchio per l'inverno, parte portano sulle spalle enormi chicchi, parte in lunga schiera spingono e portano sotto i tetti il raccolto in fila. L'opera ferve, e i mieli fragranti odorano di timo."
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