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PAPATO AVIGNONESE
vittoria paladino
Created on March 25, 2025
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Transcript
PAPATO AVIGNONESE
paladino,primo,pullo,morrieri
28/03/2025
Nel papato avignonese (1309-1377) parliamo di sette papi che risiedettero ad Avignone invece che a Roma, tutti fortemente influenzati dalla monarchia francese.
Clemente V (1305-1314)
Il primo papa ad Avignone. Francese, fu eletto sotto la pressione del re di Francia Filippo IV il Bello. È noto per aver soppresso l’Ordine dei Templari nel 1312.
Giovanni XXII (1316-1334)
Rafforzò l’amministrazione della Chiesa e combatté l’imperatore Ludovico IV di Baviera. Fu anche coinvolto in controversie teologiche, come quella sulla visione beatifica.
Benedetto XII (1334-1342)
Tentò di riformare la Chiesa, soprattutto il clero monastico, ma rimase ad Avignone nonostante le pressioni per tornare a Roma.
Clemente VI (1342-1352)
Grande mecenate delle arti e delle scienze, concesse Avignone alla Chiesa, rendendola proprietà papale. Durante la Peste Nera, difese gli ebrei dalle accuse di aver diffuso il morbo.
Innocenzo VI (1352-1362)
Cercò di riportare l’ordine in Italia tramite il cardinale Albornoz, che preparò il ritorno del papato a Roma.
Urbano V (1362-1370)
Tentò un primo rientro a Roma nel 1367, ma tornò ad Avignone nel 1370 a causa dell’instabilità politica italiana.
Gregorio XI (1370-1378)
L’ultimo papa avignonese. Nel 1377 riportò definitivamente la sede papale a Roma, ma la sua morte nel 1378 diede inizio allo Scisma d’Occidente, con papi rivali a Roma e ad Avignone.
Questi papi furono spesso visti come strumenti della politica francese, ma contribuirono anche a rafforzare le istituzioni della Chiesa.
COSA CI è RIMASTO
Il Papato avignonese (1309-1377) è ricordato principalmente per il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, una città situata nel sud della Francia, dove rimasero i papi per quasi 70 anni. Questo periodo è noto per diversi motivi significativi:
Trasferimento della sede papale: Durante il pontificato di Papa Clemente V (1305-1314), a causa di conflitti politici e tensioni con il potere laico romano, il papa decise di trasferirsi ad Avignone, Influenza della monarchia francese: L'esilio ad Avignone pose il papato sotto una forte influenza della corona francese, con i papi che spesso venivano percepiti come alleati dei re francesi.
Crisis della Chiesa: Durante il Papato avignonese, la Chiesa cattolica attraversò una crisi di legittimità e di autorità. Le decisioni papali furono spesso criticate per la loro dipendenza dal potere francese e per la percezione che il papato fosse distaccato dalla sua missione spirituale. Ritorno a Roma e il "Grande Scisma d'Occidente": Dopo il ritorno dei papi a Roma con Papa Gregorio XI nel 1377, ci fu una serie di conflitti interni che sfociarono nel "Grande Scisma d'Occidente" (1378-1417), quando due, e successivamente tre, papi rivaleggiavano per il controllo della Chiesa.
il Papato avignonese è ricordato per il suo impatto politico, la sua influenza francese, la crisi di legittimità che comportò e per le sue conseguenze nella storia della Chiesa cattolica, inclusi i conflitti interni e il ritorno a Roma.Oltre agli aspetti già menzionati, ci sono alcuni altri aspetti interessanti e significativi del Papato avignonese:
Sviluppo della Curia papale: Durante il periodo avignonese, la Curia papale, cioè l'amministrazione centrale della Chiesa, si espanse notevolmente. Conflitti con l'Italia: Il trasferimento della sede papale ad Avignone causò un allontanamento tra la Chiesa e Roma, e tra i papi e la nobiltà e le città italiane. Il periodo della "Pax Avignonensis": Nonostante la percezione di un papato subordinato alla Francia, Avignone rappresentò anche un periodo di relativa stabilità per la Chiesa.
La cultura e la scienza: Il periodo avignonese fu anche un momento di notevole attività culturale e intellettuale. Molti papi, tra cui Giovanni XXII, promossero la costruzione di biblioteche e l'adozione di nuove politiche educative per i membri del clero. Problemi economici e corruzione: Sebbene il papato avignonese sia stato anche un periodo di rinnovamento amministrativo, ha visto anche il sorgere di numerosi episodi di corruzione. Il ritorno a Roma: Il periodo di Avignone si concluse con il ritorno del papa a Roma, grazie agli sforzi di Papa Gregorio XI, che, spinto anche dalle difficoltà politiche in Francia e dal desiderio di restituire al papato la sua autorità spirituale, decise di tornare a Roma nel 1377. Purtroppo, il ritorno non fu privo di conflitti
il Papato avignonese è visto come un periodo complesso che ha avuto implicazioni profonde nella storia della Chiesa, influenzando la politica, la religione e la cultura, ma anche segnando un periodo di crisi e corruzione che avrebbe avuto effetti duraturi.
Parlando delle opinioni della critica riguardo il Papato Avignonese possiamo distinguere tra le idee dei contemporanei del Papato avignonese, e quelle degli studiosi moderni.
Molti intellettuali dell’epoca attaccarono il papato avignonese, tra cui:
Francesco Petrarca: fu uno dei critici più feroci, descrivendo Avignone come la “Babylon meretrix” (la Babilonia prostituta), denunciando il lusso e la corruzione del papato. Nelle sue Epistolae familiares, chiama Avignone "l'infame Babilonia sul Rodano”. Santa Caterina da Siena: esortò Papa Gregorio XI a tornare a Roma, vedendo l’esilio avignonese come un segno di debolezza della Chiesa. In particolare secondo alcune testimonianze fu proprio Petrarca ad utilizzare per la prima volta il termine “cattività avignonese”, richiamando la cattività babilonese degli Ebrei. Ci si riferisce dunque al periodo in cui il popolo ebraico fu deportato da Gerusalemme a Babilonia dopo la conquista del Regno di Giuda da parte del re babilonese Nabucodonosor II. L’idea quindi era che come gli Ebrei erano stati portati via da Gerusalemme, così i papi erano stati allontanati da Roma, che era la sede tradizionale della Chiesa. La denuncia di Petrarca contribuì senza dubbio a diffondere l'idea che il papato fosse considerato “prigioniero”, come gli Ebrei a Babilonia.
Il Papato avignonese è stato analizzato da diverse prospettive.
Molti storici del passato, specialmente quelli cattolici e rinascimentali, videro il periodo avignonese come un declino morale e politico della Chiesa. Lo storico Leopold von Ranke (XIX secolo) lo descrisse come un'epoca di decadenza ecclesiastica e di servilismo verso la Francia. Alcuni studiosi lo collegano direttamente al Grande Scisma d'Occidente, considerandolo un fattore chiave nella perdita di prestigio del papato. D’altra parte possiamo considerare altre interpretazioni. Soprattuto gli storici moderni infatti offrono una visione differente, essi riconoscono le debolezze del periodo, ma anche i suoi aspetti positivi in termini di riorganizzazione della Chiesa. Alcuni storici del XX secolo, come Yves Renouard, hanno sottolineato che, sebbene il papato in quel periodo fosse criticabile sotto alcuni aspetti, come l’eccessivo lusso e ricchezza, Avignone offriva una maggiore efficienza amministrativa rispetto alla turbolenta Roma dell’epoca. Si riconosce che la curia avignonese modernizzò la burocrazia ecclesiastica, rendendo il papato più organizzato dal punto di vista finanziario e politico. Altri, come Guillaume Mollat, hanno evidenziato che la posizione ad Avignone permetteva al papato di essere più sicuro e meno esposto alle lotte intestine italiane.
E se oggi tornasse?
Se oggi il papato si trasferisse di nuovo ad Avignone ci sarebbero una serie di conseguenze politiche, religiose e simboliche. Senza dubbio Roma perderebbe, oltre al ruolo centrale nel mondo cattolico, un aspetto importante della vita economica. Ogni anno, milioni di pellegrini e turisti visitano Roma per motivi religiosi, in particolare per San Pietro, i Musei Vaticani e le udienze papali, specialmente durante eventi come la Settimana Santa, il Natale, le canonizzazioni e i Giubilei. Se il papa si trasferisse ad Avignone (o altrove), molti fedeli potrebbero preferire visitare la nuova sede papale, riducendo il flusso turistico a Roma. Il trasferimento del papato significherebbe perdita di lavoro per migliaia di persone che lavorano direttamente o indirettamente per il Vaticano. In generale potrebbe il trasferimento della sede Papale ad Avignone potrebbe essere visto da alcuni come un a sorta di ““tradimento”” della tradizione, da altri come un segnale di cambiamento. Nel XIV secolo, quando il papato si spostò ad Avignone, molti accusarono i re di Francia di controllare la Chiesa. Allo stesso modo uno spostamento della sede del Papa potrebbe causare tensioni.