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Joan Mirò

Bradipo_comunista

Created on March 21, 2025

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Transcript

Joan Mirò

A cura di Benedetto Maria Fusco

Joan Miró (1893-1983) è stato un pittore, scultore e ceramista spagnolo, tra i maggiori esponenti del Surrealismo. Nato a Barcellona, studiò arte ma inizialmente lavorò come contabile per volere della famiglia. Dopo una malattia, decise di dedicarsi interamente alla pittura. Nel 1919 si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con artisti d'avanguardia come Picasso e i surrealisti. Le sue prime opere erano influenzate dal Fauvismo e dal Cubismo, ma presto sviluppò un linguaggio personale fatto di segni, simboli, colori vivaci e forme astratte, ispirato all'infanzia, ai sogni e alla cultura catalana. Dipinti come *Paesaggio catalano (Il cacciatore)* (1924) e *La nascita del mondo* (1925) lo resero celebre. Negli anni '30, le tensioni politiche lo spinsero verso opere più drammatiche, mentre nel dopoguerra si dedicò anche alla scultura, alla ceramica e ai murales, come quelli per l’UNESCO a Parigi. Negli ultimi anni ricevette numerosi riconoscimenti internazionali e nel 1975 aprì la *Fundació Joan Miró* a Barcellona. Morì nel 1983 a Palma di Maiorca, lasciando un'eredità artistica unica e rivoluzionaria. Fondata nel 1975, la Fundació nasce dal desiderio di Miró di creare un centro artistico innovativo, aperto alla sperimentazione e alla ricerca. Il progetto fu sviluppato in collaborazione con l'architetto Josep Lluís Sert, amico di Miró e figura chiave dell'architettura razionalista. Il museo fu concepito come uno spazio luminoso e dinamico, perfetto per ospitare l'arte moderna.

La vita di Joan Mirò

"Coppia di innamorati dei giochi di fiori di mandorlo"

La scultura rappresenta una coppia di amanti in un momento di intimità e gioco, circondati da elementi che richiamano i fiori di mandorlo. L'opera è realizzata in resina sintetica dipinta e risale al 1975. Lo stile della scultura è tipico di Miró, caratterizzato da forme organiche e colori vivaci, che evocano un senso di leggerezza e gioia.​ La scultura è esposta presso la Fundació Joan Miró a Barcellona, un museo dedicato all'artista che ospita una vasta collezione delle sue opere, offrendo ai visitatori l'opportunità di esplorare l'evoluzione artistica di Miró e il suo contributo al mondo dell'arte moderna.

"Personnage"

Una delle sue sculture intitolate "Personnage" è stata realizzata nel 1970 in bronzo. Questa scultura misura 200 x 120 x 90 cm ed è attualmente conservata presso la Fundació Joan Miró a Barcellona. La figura presenta una forma astratta e allungata, con elementi che richiamano parti del corpo umano, reinterpretate attraverso l'immaginazione distintiva di Miró.​

Sculture

Interpretazione In una stanza (l`atelier dell' artista in rue Blomet a Parigi) delle figurette fantastiche, in parte 200 morfe, in parte geometriche, sembrano danzare e muoversi al ritmo delle note musicali emesse da una minuscola chitarra. Volatili, pesci, rettili, insetti e stelle comete animano quasi scherzosamente la composizione, al pari di un uomo baffuto che fuma la pipa. Un triangolo nero che si scorge oltre la finestra simboleggia la Torre Eiffel; un cerchio verde trafitto da una freccia sottile, posto su un tavolo. Sta a indicare un mappamondo, mentre una sgangherata ed enigmatica scala, sulla sinistra. rappresenta l'evasione dalla realtà, ma è anche il simbolodell'elevazione spirituale

Stile e Simbolismo L'opera è un perfetto esempio del linguaggio visivo di Miró, caratterizzato da: Automatismo surrealista, che libera la fantasia e l’inconscio. Influenza dell’infanzia, con forme ludiche e colori brillanti. Simbolismo personale, con elementi che rappresentano sogni, ricordi e paesaggi interiori. L'opera raffigura un ambiente festoso e onirico, popolato da figure bizzarre e fantastiche che sembrano fluttuare in uno spazio astratto. Il dipinto è ricco di colori vivaci, forme geometriche e creature ibride che mescolano elementi umani, animali e oggetti inanimati.

"Il Carnevale Di arlecchino"

(1924-1925) Olio su tela

Interpretazione contro uno sfondo di tal genere Miró dispone forme riconoscibili: una figura femminile , 1 sulla destra che, attonita, contempla un cielo stellato. E le stelle sono cerchi neri da cui si dipartono raggi 2 O curve a spirale 3, ma sono anche forme animali 4 o lunate 5 e schemi geometrici 6, mentre una scala a Pioli 7 si incurva verso la sommità proiettandosi nello spazio infinito, da queste forme fantastiche e magiche la fantasia di Miro si espande fino a toccare i margini dell Astrattismo

Stile e Simbolismo Il titolo stesso, "La scala dell'evasione", suggerisce una ricerca di fuga, un desiderio di oltrepassare le limitazioni della realtà. La scala non è solo un mezzo fisico, ma un simbolo di ascesa mentale e spirituale, un invito a uscire da una condizione di prigionia e a trascendere la realtà materiale. L’opera può essere interpretata come una riflessione sulla libertà creativa, sulla necessità di evadere dai confini imposti dalla società e dalla vita quotidiana, ma anche una metafora della lotta interiore e della ricerca di una via di fuga psicologica.

"La scala dell'evasione"

(1940) Olio e pasteslli su carta

(1936) Olio su Rame

"Contadino Catalano che riposa"

Interpretazione Il contadino È la figuretta a sinistra in basso, dal grande corpo e dalla testa Piccola posta all" estremità di un collo filiforme e globuIoso. Un fiasco di vino appoggiato a terra è collocato al di sopra della sua testa. Di fiancoal contadino, sull'erba verde e gialla, riposa la sua compagna: un corpicino dalla vulva incredibilmente grande (molto Più della stessa persona). Le braccia e le gambe della donna, reclinate verso il basso, occupano lo spazio restante del dipinto. I colori si addensano in alto, al di sopra dell' orizzonte, coprendo la lastra, mentre una campitura bianca, che confonde la percezione delle distanze e annulla lo spazio, ospitale figure ancora riconoscibili, ma già deformate e Pretesto per la stesura del colore.

Testimonianza I clima di tensione e la crescente polarizzazione in Spagna e in Europa sconvolgono Miró: lnconsapevolmente vivevo in quell'atmosfera di malessere caratteristica di quando deve succedere fatalmente qualcosa di grave. [..] Presagivo una catastrofe e non sapevo quale: furono la Guerra Civile spagnola e la l| Guerra Mondiale. Cercai di rappresentare quest'ambiente tragico che mi angosciava e che sentivo dentro di me>.

"Uomo e donna davanti a un mucchio di escrementi"

(1935) Olio su Rame

"BLU III"

(1961) Olio su tela

Grazie dell'attenzione

"Se in origine nella natura nuda del creato respira primitiva la narrazione delle pagine arcaiche del mito, nel paesaggio del mondo costruito la fisica del tempo rivela fatale il suo doppio registro, perché nel mentre viviamo l’adesso, della città inevitabile ne abitiamo il passato. Qui l’archeologia costituisce il punto più lontano nel tempo, l’arché da cui tutto principia e a cui tutto torna. Come il punto sulla tela del Paesaggio di Joan Mirò. L’acrilico è di un bianco tenue dove, asimmetrico nella composizione, c’è un solo punto dove lo spazio si concentra. Quella minima cromìa nitente costituisce la fonte che rende visibile lo spazio della tela altrimenti irriconoscibile. Nella propria deserta e muta solitudine quel punto costituisce il genius loci del paesaggio acrilico di Mirò." - Prof. Arch. Gaetano Fusco "Geografie delle Terre"

Foundaciò Joan Mirò, Barcellona

Paesaggio, 1968

Acrlico su tela 130 x 195cm