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vogliamo vivere tutt'e due qua
Lorenzo Danesi
Created on March 19, 2025
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Transcript
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MEDIO ORIENTE
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Vogliamo vivere qui tutt'e due
Amal Rifa'i Odelia Ainbinder
-Casa editrice: TEA-Anno di pubblicazione: 2003 -Genere: epistolario -Periodo storico: 2001/2002 -Luogo: Israele/Palestina -Narratore: interno -registro: medio e colloquiale
citazioni
La trama
valutazione complessiva
"Vogliamo vivere qui tutt'e due"è un libro del 2003 che riprende delle lettere scritte da delle giovani amiche poco più che maggiorenni che si confrontano sulle corrispettive realtà politiche; una è israeliana l'altra è palestinese ed entrambi parlano delle loro realtà. l'amicizia tra le due nasce grazie ad un viaggio in Svizzera organizzato dalle corrispettive scuole. Nel libro viene evidentemente evidenziata la fulminea intesa che si è venuta a creare fra le due. Amal parla dell'oppressione che c'è nel paese nel cui vive e di come sia difficile non avere una propria terra e di conseguenza subire continue discriminazioni. Parla dei vincoli imposti dagli israeliani ad esempio: I posti di blocco per entrare in città come Gerusalemme o Ramallah. In particolare Amal parla di Gerusalemme che per lei era la terra natale nella quale abitava sua nonna, parla di come suo padre doveva cercare sentieri alternativi per cercare di evitare i posti di blocco israeliani che talvolta eseguivano frequenti abusi di potere e rigidi controlli. Inoltre un altro degli argomenti che le due affrotano nelle loro lettere sono i matrimoni combinati, cosa non in uso in Israele in quanto paese occidentalizzato quanto tra i palestinesi che impongono severi vincoli che comprendono i matrimoni combinati e rigide regole sull'abbigliamento e sul veto a mettere in mostra il proprio corpo in quanto considerato prsonale dalla religione. Per fortuna Amal ha un padre che le lascia la libertà di accettare o declinare le proposte che le vengono fatte. Mentre Odelia in quanto israeliana può decidere quando e con chi sposarsi in base alle proprie preferenze.
Questa amicizia diventa una sorta di sfogo per le due amiche per parlare di argomenti estremamente delicati come la politica, per far capire al lettore la rigidità nel libro vengono citati degli episodi di ragazzi che vengono uccisi insieme alle loro famiglie solo per aver usato in maniera scherzosa parole inappropriate con i loro amici. Le due ragazze sono daccordo sul fatto che vorrebbero la pace tramite un'equa spartizione dei territori di modo che la gente possa cominciare a passare da uno stato all'altro senza problemi. Nel libro viene descritta anche una iniziale situazione pacifica che viene spezzata dalle Intifade (tradotto significa sbarazzarsi).Nonostante Israele non abbia molti veti conservatori le lettere di Odelia ci fanno capire che arrularsi è una mensione semi-obbligatoria a Israele perchè se un cittadino non vuole arruolarsi deve scrivere una ingente quantità di lettere che gli permetta di salvaguardarsi dai rischi che consegue la leva militare.Inoltre se non ci si arruola è difficile aspirare ad un posto di lavoro perchè la leva miliare influsce curriculum lavorativo.Nonostante ciò Odelia trasmette una certa sicurezza sul fatto di voler far parte dell'esercito, non tanto per un senso di dovere quanto per un suo bisogno di sapere le cose che accadono in maniera trasparente e senza alcuna censura da parte dei giornali.Infine la cosa che mi ha colpito di più di queste lettere è stato il fatto che le ragazze facessero capire che ogni bambino israeliano o palestinese che sia non possa avere un infanzia normale.Questo perchè hanno un futuro programmato che non dà loro molte aspettative di vita non solo a causa dei continui attentati suicidi che vengono fatti ogni giorno ma anche perchè a 18/19 anni si devono arruolre con la consapevolezza che molto probabilmente moriranno.
"A un certo punto questa ragazza ha detto all'amica:"In tasca ho una bomba, che ne dici di farla esplodere qui in mezzo a tutta la gente?" L'amica reagì scioccata e la ragazza le disse che era solo uno scherzo, ma quella stessa notte la polizia israeliana è andata a casa sua e l'ha arrestata." pag.29
""Intifada" in arabo significa "sbarazzarsi" di una cattiva denominazione che fa del suo meglio per controllare la gente, ucciderla senza motivo o distruggerne le proprietà."Intifada" significa non avere altra scelta se non quella di ribellarsi a una tale dominazione pag.60
Storia
"Succede dopo ogni attentato: si telefona subito agli amici per scoprire se stanno bene. Già nonostante tutti i tentativi di fuga la realtà è sempre lì." pag.59
Le ragioni storiche della questione israelo-palestinese. Gli ebrei israeliani ritengono di avere il diritto di controllare la Palestina perché è il luogo di nascita del popolo ebraico. Gli arabi palestinesi sostengono che abitavano lì prima degli ebrei israeliani e stavano venendo cacciati con la forza.Il conflitto israelo-palestinese, è iniziato nella prima metà del Novecento e si è inasprito dopo la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.Il sionismo è un'ideologia propagandata a partire dalla fine dell'ottocento. Alla base c'era la volontà che gli ebrei, dopo secoli di dispersione e persecuzioni di dare vita a una società ebraica all'interno di uno stato indipendente in cui emigrare da tutto il mondo. A questo scopo scelsero la Palestina che era da sempre stata considerata da loro "Terra promessa". Poi, dal punto di vista internazionale, alla fine della Prima Guerra Mondiale la Palestina finì sotto il protettorato del Regno Unito e quest'ultimo non disdegnava la creazione di uno stato ebraico alleato in un contesto prevalentemente arabo e musulmano e quindi agevolò il movimento sionista. Questo diede vita al processo in arabo chiamato "Nakba" cioè catastrofe, fu segnato da scontri e numerose vittime e provocò un disastro umanitario tutt'oggi irrisolto. I confinanti, si allearono insieme agli arabi palestinesi e attaccarono così lo stato di israele su più fronti contemporaneamente, ma incredibilmente Israele li respinse e annetté parte dei territori passando così dal controllo del 55% del territorio palestinese al 78%. Tra i tanti conflitti quello che ha portato in sostanza la situazione attuale è la cosiddetta guerra "Dei Sei Giorni" del 1967 quando il canale di Suez venne chiuso alle navi israeliane e Israele temendo un imminente attacco al proprio territorio, invase i paesi arabi confinanti e in sei giorni e li sconfisse conquistando la striscia di Gaza, la Cisgiordania, la città di Gerusalemme, la penisola del Sinai e le alture del Golan.
Tuttavia dalla metà degli anni 80' Israele si rese conto che doveva trovare un compromesso con gli arabi palestinesi soprattutto con loro più importante organismo politico di rappresentanza cioè l'OLP (organizzazione per la liberazione della Palestina).L'OLP nel 1988 arrivò a dichiarare l'indipendenza dello Stato di Palestina Contemporaneamente in una parte degli arabi palestinesi stavano però crescendo posizioni più estremiste che scoppiarono nella cosiddetta prima intifada, una sollevazione popolare che portò a boicottare prodotti israeliani a barricate fino a scontri armati. Protagonista fu Hamas, una nuova organizzazione politica e paramilitare terroristica.Nei sei anni di rivolta ci furono numerose vittime soprattutto da parte araba finché fu evidente la necessità di arrivare a un "cessate il fuoco" e ancora una volta ci pensarono gli Stati Uniti. A Oslo nel 1993 vennero firmati degli storici accordi che prevedevano un riconoscimento reciproco da parte di Israele, Palestina e l'istituzione dell'autorità nazionale palestinese in sigla ANP, una sorta di braccio operativo dell'OLP a cui concedere progressivamente la sovranità sulla striscia di Gaza e la Cisgiordania. La striscia di Gaza fu progressivamente abbandonata dagli ebrei israeliani. Nonostante gli accordi di Oslo infatti gli ebrei israeliani hanno continuato a colonizzare la Cisgiordania e ad appropriarsi in maniera più o meno lecita di interi quartieri della città di Gerusalemme prima in mano agli arabi palestinesi.Il processo di colonizzazione sionista ha quindi scatenato le frange più estremiste degli arabi palestinesi, in particolare di Hamas, così già a partire dagli anni 90, si sono verificati alcuni attentati suicidi contro gli ebrei israeliani, fino a un escalation con più di 100 attentati nei primi anni 2000 quando è addirittura scoppiata una seconda intifada che ha provocato migliaia di morti soprattutto arabi palestinesi.In Cisgiordania la situazione invece è diversa. Dopo una guerra civile interna tra gli arabi palestinesi scoppiata dopo le elezioni del 2006 vinte da Hamas, la Cisgiordania è rimasta sotto la gestione dell'autorità nazionale palestinese e in particolare del partito Fatah, più moderato ma con uno scarso consenso, guidato da Mahmoud Abbas.
.Negli ultimi anni gli israeliani sono tornati più volte al voto e adesso sono guidati da un governo guidato da Netanyahu, con posizioni sempre più estremiste e autoritarie rispetto al passato.Nel 2018 è stata deliberata una legge fondamentale dello Stato che non definisce più Israele una democrazia ma lo Stato nazionale del popolo ebraico, che ha tolto all'arabo lo status di seconda lingua ufficiale e che ha legittimato la colonizzazione di stampo sionista.Se tutto questo quadro interno non bastasse c'è poi il quadro geopolitico internazionale. Esistono paesi che sostengono e finanziano Israele come gli Stati Uniti d'America, che hanno favorito negli ultimi anni, nel 2020, i cosiddetti Accordi di Abramo tra lo Stato ebraico e alcuni paesi arabi come Emirati Arabi Uniti e Bahrain.E ci sono paesi che invece sostengono la causa palestinese e in particolare sono alleati di Hamas come l'Iran, il Qatar o Hezbollah, un'organizzazione politica e paramilitare libanese.
GIUDIZIO FINALE Valutazione dettagliata (da 1 a 5) Trama: _3__/5 Personaggi: ___3/5 Stile di scrittura: __4_/5 Impatto emotivo: __5_/5 Originalità: __2_/5 Voto complessivo: ___3.5/5
GRAZIE PER L'ATTENZIONE
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