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TELEVISIoN

MICHELLE CORNACCHIA

Created on March 19, 2025

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TELEVISIoN

romeo caterina

moravia e saba

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saba:vita

Moravia:vita

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alberto moravia, nasce a roma nel 1907 da una ricca famiglia borghese di intelletuali. Il suo vero nome fu Alberto Pincherle, di origine ebraica, ma si fece conoscere con il cognome della madre. Da bambino soffrì di tubercolosi ossea ed è costretto a stare a letto per 5 anni, nonostante le difficoltà con gli studi riesce a conseguire la licenza ginnesiale.

Vita

Alberto Moravia

gli indifferenti:

  • Nel 1929 pubblicò il suo primo romanzo, Gli indifferenti, che lo fece subito conoscere come uno degli scrittori più promettenti della sua generazione. Durante il periodo fascista, la sua scrittura fu osteggiata dalla censura, ma continuò a esplorare temi di alienazione e critica sociale.

vita

+ info

Negli anni 30'Alberto Moravia conobbe Elsa Morante, quando lei, già scrittrice, era una figura emergente nel panorama letterario. Moravia, che aveva già pubblicato il suo primo romanzo Gli indifferenti (1929), era uno degli autori più promettenti del periodo. Si sposarono nel 1935, e la loro unione fu subito segnata da una forte connessione intellettuale e culturale. Entrambi erano accomunati da una profonda passione per la letteratura. Il matrimonio, seppur intenso e ricco di stimoli intellettuali, fu molto complicato e segnato da numerosi alti e bassi. Entrambi gli scrittori erano persone complesse e dotate di personalità forti. Elsa Morante, molto introversa e fragile emotivamente, si trovò spesso in difficoltà nella relazione con un marito che era già una figura pubblica di grande rilievo. Moravia, dal canto suo, era una persona più distante e razionale, ma non priva di contraddizioni. Sebbene il matrimonio fosse inizialmente felice, con un grande rispetto e ammirazione reciproca per i talenti letterari, la loro relazione si deteriorò con il tempo. Il matrimonio tra Alberto Moravia ed Elsa Morante durò circa 27 anni, ma alla fine degli anni '50 e nei primi anni '60, la relazione cominciò a deteriorarsi. Moravia era noto per avere una personalità indipendente, ed era frequentemente coinvolto in relazioni extraconiugali, il che contribuì alla frattura. Elsa Morante, purtroppo, non riuscì a sopportare le infedeltà del marito, ma soprattutto l’incapacità di comunicare che caratterizzò la loro unione negli ultimi anni. Morante divenne sempre più tormentata dal suo rapporto con Moravia, e questo conflitto si rifletté anche nella sua scrittura. Nel 1962, dopo anni di difficoltà, il matrimonio si concluse, senza mai divorziare. La fine della loro unione non segnò la fine del loro legame intellettuale e umano, ma comunque il rapporto finì in modo doloroso per entrambi.

vita

dopo guerra:

Dopo la guerra, Moravia divenne uno degli scrittori più noti d'Italia e si guadagnò anche riconoscimento internazionale. Le sue opere esplorano temi come il consumismo, la disillusione e la ricerca di significato in una società moderna frammentata. Tra i suoi libri più celebri ci sono: "La noia" (1960), in cui esplora la solitudine e la mancanza di scopo in una vita di lusso. "Il conformista" (1951), uno dei suoi romanzi più noti, che indaga il comportamento di un uomo che cerca di adattarsi alla società fascista, pur mantenendo una facciata di conformismo.

durante la guerra:

Durante la seconda guerra mondiale Moravia fu arrestato per aver collaborato con la resistenza, così l'8 settembre 1943 fugge da Roma, con elsa, si nasconde a Sant'Agata di Fondi, fin quando l'avanzata dell'esercito alleato restituisce a entrambi la libertà.

vita

ultimi anni:

Dopo il suo divorzio da Elsa Morante nel 1962, Moravia si legò a diverse altre donne, tra cui la giornalista Dacia Maraini, che fu anche una delle sue più importanti collaboratrici. Nonostante i successi professionali, Moravia non abbandonò mai completamente un senso di insoddisfazione e ricerca interiore. Continuò a scrivere fino agli ultimi anni della sua vita, ma la sua salute cominciò a deteriorarsi negli anni '80.Moravia muore a Roma il 26 settembre 1990. La sua eredità letteraria è tuttora molto influente, e il suo lavoro continua a essere letto e studiato in tutto il mondo.

vita

muore a Roma
nasce a Roma
1907
si separa da Elsa morante e conosce la giornalista Dacia Maraini
si sposa con la scrittrice Elsa Morante
durante la seconda guerra mondiale viene arrestato, ma riesce a fuggire
1990
1941
1962
19345
1939
scrive il suo primo romanzo "gli indifferenti"

linea del tempo

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3.Il conflitto interiore: Nella sua poesia, Moravia esplora il continuo conflitto interiore che l'individuo vive nell'affrontare le proprie emozioni, le proprie insicurezze e la propria identità. Questo tema si manifesta attraverso una riflessione sul desiderio, la mancanza di senso e la fragilità dell'essere umano. 4. La ricerca di senso e l'esistenzialismo: Moravia è influenzato dal pensiero esistenzialista, e questo si riflette nelle sue poesie, dove il poeta esprime il suo senso di smarrimento e di ricerca di un significato nella vita. La vita, con le sue difficoltà e contraddizioni, è spesso vista come un viaggio verso una comprensione che, però, appare irraggiungibile.

Nella poesia di Moravia, così come nelle sue opere narrative, emergono frequentemente temi legati alla condizione umana, alla solitudine, alla difficoltà di comunicazione e alle relazioni interpersonali. Alcuni dei temi più rilevanti che si riflettono nella sua poetica sono: 1. La solitudine e l'alienazione: La solitudine, sia fisica che psicologica, è un tema ricorrente nelle opere di Moravia. Nelle sue poesie, così come nei suoi romanzi, esplora come l'individuo si possa sentire "estraneo" a sé stesso e agli altri, incapace di comunicare o di trovare una connessione autentica con il mondo che lo circonda. 2. Le difficoltà nei rapporti umani: Moravia affronta spesso il tema delle relazioni complesse tra gli esseri umani, sia nel contesto familiare che nelle relazioni amorose. Le sue poesie mostrano come l'amore possa essere segnato da incomprensioni, contraddizioni e tensioni.

tematiche

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gli indifferenti:

Il romanzo racconta la storia della famiglia Ardengo, composta da Carla, Michele e la loro madre, Mariagrazia, rimasta vedova. La famiglia vive un periodo di declino economico e sociale, e i due fratelli sono incapaci di reagire alla situazione. La madre ha una relazione con Leo, un uomo volgare e insensibile, che cerca di approfittare della sua posizione per ottenere vantaggi materiali, come la proprietà della casa della famiglia. Nel corso della trama, Leo cerca di sedurre Carla, ma il suo tentativo fallisce. Mariagrazia, sempre più trascurata da Leo, teme che lui sia interessato a un'altra donna, Lisa, che è innamorata di Michele. Michele, pur essendo consapevole della situazione e dei comportamenti scorretti di Leo, non agisce mai per fermarlo. Quando Lisa rivela a Michele la relazione tra Carla e Leo, Michele, preso dall'indignazione, tenta di uccidere Leo, ma fallisce a causa della sua inesperienza con le armi. Carla interviene e chiarisce la sua situazione con Leo, che, per evitare che la villa venga venduta, le chiede di sposarlo. Carla accetta, spinta dal desiderio di una vita borghese e benestante. La storia si conclude con Carla che, mentre si prepara a partecipare a un ballo in maschera con Mariagrazia e Lisa, si trova ancora incerta su come comunicare alla madre la sua intenzione di sposare Leo, creando un'atmosfera surreale e di incertezza.

opere

film

noltre, dal romanzo fu tratto anche un film omonimo nel 1964, diretto da Francesco Maselli. Tra gli attori presenti ricordiamo: Tomas Milian (Michele Ardengo) Claudia Cardinale (Carla Ardengo) Rod Steiger (Leo Merumeci)

temi e critica:

+ info

l libro “Gli indifferenti” ha ottenuto sin da subito un enorme successo. I critici di quel tempo hanno espresso un parere favorevole del romanzo di Moravia. Un certo alone di scandalo per i fatti e le vicende descritti nel libro, portò al successo popolare l’opera che però venne criticata dalla classe dirigente di quel periodo per la sincerità realistica e cruda in esso contenuta. Moravia, nella sua opera, tratta i temi dell’indifferenza, ovvero del rifiuto di ogni problematica morale, della relativa impotenza di fronte ad una vita concepita come un semplice e mero destino da subire e dell’incomunicabilità tra i vari personaggi della trama.

personaggi:
  • famiglia ardengo:Carla,Michele e la madre Mariagrazia;
  • personaggi secondari:Leo,lisa

opere

Analisi del testo:

Nel penultimo capitolo de Gli indifferenti, Michele ha l’opportunità di compiere un gesto decisivo per cambiare il destino delle donne della sua famiglia, ma fallisce. Non agisce come dovrebbe fare un uomo di casa, impedendo a Leo, un profittatore, di sfruttarle. Invece di risolvere la situazione con un atto violento, come sarebbe tipico in una tragedia o in un romanzo dell’Ottocento, Michele compie un “atto mancato”, un errore dovuto al prevalere dell’inconscio sulla volontà, come descritto da Freud. Così, il romanzo non ha una conclusione definitiva e Michele si inserisce nella lunga lista di personaggi inetti della narrativa novecentesca, come quelli di Svevo e Tozzi. Nel capitolo del tentato omicidio, il narratore di Gli indifferenti ha una prospettiva oggettiva, ma è molto vicino al personaggio di Michele, conoscendo i suoi pensieri e le sue incertezze. Moravia descrive il conflitto interiore di Michele, che desidera un riscatto ma è incapace di passare all’azione. Le esitazioni di Michele sono sottolineate dal narratore attraverso dettagli come il respiro affannoso e le sue difficoltà nell’esprimere i propri pensieri, come il dubbio espresso nel condizionale «Cosa voglio?» che riflette la sua incapacità di agire, un tema centrale del romanzo.

opere

trama: La trama ruota attorno alla figura di Cesira, che vive in un piccolo paese della Ciociaria, dove conduce una vita semplice e umile. A causa della guerra e dei pericoli che ne derivano, Cesira decide di fuggire da Roma insieme alla figlia Rosetta, cercando rifugio nel suo paese natale. Durante il viaggio, le due donne affrontano numerose difficoltà, tra cui la fame, la violenza e il caos che la guerra porta con sé. Arrivate nella Ciociaria, le cose non migliorano subito. Le donne si trovano a vivere in una realtà di povertà e precarietà, con il paese che è ormai sotto il controllo dei soldati tedeschi prima e alleati poi. La situazione peggiora quando Cesira e Rosetta sono vittime di un brutale stupratore, un soldato marocchino che appartiene alle forze alleate. Questo evento segnerà profondamente Cesira, la quale dovrà affrontare non solo le cicatrici fisiche, ma anche quelle psicologiche e morali. "La Ciociara" è un'opera che, pur raccontando una storia di sofferenza e brutalità, è anche un'indagine profonda sulla resilienza umana, la dignità e la lotta per la sopravvivenza. Il romanzo di Moravia offre una riflessione sul dolore, sul coraggio e sulla condizione umana in tempi di guerra, ed è considerato una delle sue opere più importanti.

"La Ciociara" è un romanzo scritto da Alberto Moravia, pubblicato nel 1957. La storia si svolge durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale e segue le vicende di Cesira, una donna ciociara (originaria della Ciociaria, una regione dell'Italia centrale), e della sua giovane figlia Rosetta.

opere

Adattamenti Il romanzo fu adattato al cinema nel 1960, con il titolo "La Ciociara" (lo stesso del libro), con Sophia Loren nel ruolo di Cesira. Il film ebbe un enorme successo e Loren vinse l'Oscar come miglior attrice per la sua interpretazione. Questo adattamento cinematografico contribuì ulteriormente a rendere il romanzo di Moravia famoso a livello internazionale.
Tematiche principali"La Ciociara" esplora diversi temi complessi:
  • La guerra e le sue devastanti conseguenze sulle persone, in particolare sulle donne. Moravia non si limita a raccontare i fatti storici, ma indaga anche sull'impatto psicologico della guerra sulle persone comuni.
  • La condizione femminile, messa a dura prova dalle difficoltà della guerra e da una società che vede le donne come esseri più vulnerabili e oggetto di violenza.
  • L'alienazione e il cambiamento sociale che la guerra porta, che smaschera la fragilità delle strutture sociali e morali preesistenti.

opere

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Umberto Saba, pseudonomo di Umberto Poli nasce a Trieste nel 1883. Viene abbandonato dal padre prima ancora che nascesse.La madre sopraffatta dal dolore non si prese mai cura del figlio infatti Saba venne accudito e cresciuto dalla sua balia Sabaz, da dove prese il suo cognome in omaggio a lei. A tre anni Saba viene ripreso dalla madre che lo cresce in modo molto rigido e severo.All'età di vent'anni Saba incontra per la prima volta suo padre. Nel 1897 entrò in collegio e successivamente frequentò il ginnasio a Trieste. Iniziò a sviluppare una passione per la letteratura, leggendo autori come Foscolo, Leopardi e Dante.
primi anni:

vita

PRIMI ANNI DA POETA E VITA ADULTA:

Nel 1903 si trasferì a Pisa per studiare letteratura all’università, ma presto abbandonò gli studi per dedicarsi alla scrittura. Ritornato a Trieste, iniziò a lavorare in vari ambiti, tra cui il commercio di libri e l’attività di giornalista.el 1909 sposò Carolina (Lina) Wolfer, una donna di origine ebraica, alla quale dedicò molte delle sue poesie. Dalla loro unione nacque una figlia, Linuccia.Nel 1911 esce la sua prima raccolta, Poesie.Da sempre affetto da crisi nervose.Dopo la guerra, nel 1919, compra una libreria antiquaria a Trieste, che gestirà per molti anni.Nel 1921 pubblica il Canzoniere, accolto con indifferenza dalla critica.nel 1929 inizia una cura psicanalitica presso un discepolo di Freud, Edoardo Weiss. Approfondisce personalmente la psicanalisi con la lettura delle opere di Freud. .

vita

ultimi anni:

Nel 1938 a causa delle leggi razziali deve cedere le sue proprietà, e si rifugia prima a Parigi poi a Roma. Tornato a Trieste, esce dalla comunità ebraica. Ottiene importanti riconoscimenti, tra cui il premio dell’Accademia dei Lincei e la laurea honoris causa dell’Università di Roma. Nel 1943 a causa dell’occupazione tedesca di Trieste fugge a Firenze, dove vive nascosto da alcuni amici. muore a gorizia nel 1957.

vita

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MAPPA

la sua poesia:

un altro aspetto fondamentale della sua poesia è il rapporto con la lingua. Saba, pur mantenendo un legame con la grande tradizione poetica, riesce a trovare una lingua poetica che sia semplice, immediata e priva di artifici, ma al tempo stesso ricca di significato. La sua poesia si contraddistingue per una chiarezza che non rinuncia mai a una riflessione profonda sul mondo e sull’esperienza umana. In sintesi, Umberto Saba è un poeta che, pur vivendo in un'epoca segnata dal cambiamento e dalle tensioni politiche, sceglie di orientarsi verso una ricerca intima e personale. La sua poesia è un atto di autocoscienza, una riflessione costante su sé stesso e sul mondo che lo circonda, in cui cerca una forma di autenticità che lo distingue dalle tendenze letterarie del suo tempo. La sua opera, così, si inserisce perfettamente nel panorama letterario del Novecento italiano, mantenendo un forte legame con la tradizione, ma affrontando temi universali e senza tempo.

La poesia di Umberto Saba si distingue per essere profondamente intimistica, in quanto nasce come un'indagine interiore, una riflessione continua sulle proprie contraddizioni e difficoltà. Il poeta si impegna in un costante tentativo di conoscere sé stesso, esplorando le sue emozioni, le sue paure e le sue fragilità. Questa ricerca di sé è uno degli aspetti più caratteristici della sua produzione poetica, che si concentra sulle complessità dell'animo umano. Saba proviene da trieste, una città che, con la sua posizione di confine e il crocevia di culture e tradizioni diverse (italiana, slava, tedesca), ha un ruolo fondamentale nella sua scrittura. La città diventa una vera e propria metafora della sua ricerca di identità. La sua poesia si sviluppa in un periodo in cui il panorama letterario del Novecento italiano è dominato da correnti come il futurismo o l'impegno politico del fascismo. Tuttavia, Saba si distingue proprio per il suo rifiuto di queste ideologie e per la sua scelta di rimanere fedele a una tradizione letteraria che è più intima e personale., Saba sceglie di concentrarsi su temi universali, ma allo stesso tempo profondamente personali, come la solitudine, l'amore, il conflitto interiore. In questo modo, Saba si pone in una continuità con la tradizione poetica italiana, specialmente quella che risale a poeti come Leopardi, ma con una forte carica individuale.

temi

lo stile:

Lo stile di Saba si distingue per la sua profonda intimità e per la capacità di coniugare tradizione e innovazione in modo raffinato e originale. La sua poesia nasce dalla volontà di esplorare l'interiorità dell'essere umano, mettendo al centro emozioni, riflessioni e vissuti personali. Tuttavia, ciò che rende il suo stile particolarmente interessante è il modo in cui Saba riesce a fare questo senza rinunciare alla forma metrica tradizionale. La sua attenzione alla struttura poetica, che spazia dal sonetto alla canzone, riflette un legame solido con la tradizione della poesia italiana. Nelle sue prime raccolte, Saba si attiene a forme poetiche più classiche e convenzionali, ma, a partire da Il piccolo Berto (1931), il suo stile inizia a evolversi e la metrica diventa più irregolare. Si avverte un cambiamento nelle sue opere, che diventa più evidente nelle ultime raccolte, dove Saba sperimenta con versi spezzati, segnando una transizione verso una scrittura più libera e sperimentale. Nonostante ciò, il suo approccio alla poesia non è mai radicalmente dissonante dalla tradizione: Saba non ha mai abbandonato completamente le strutture metricali, ma ha cercato di darvi una nuova vita, innovando all'interno di esse. Questa sua ricerca di equilibrio tra continuità e innovazione lo distingue anche dal panorama letterario del Novecento. Saba si posiziona come un poeta che, pur cercando "nuove forme espressive", rifiuta l'idea di una rottura totale con il passato. A differenza delle avanguardie che si opponevano apertamente alla tradizione, Saba guarda al passato come una fonte di ispirazione e di ricchezza, da cui trarre elementi per l'innovazione poetica. La sua poesia è, infatti, un equilibrio tra una ricerca di **autenticità e una costante tensione verso l'innovazione.

temi

influenze:

Saba si distacca dalle influenze di D'Annunzio, che si concentrava sulla "bellezza formale" e sull'estetismo, preferendo una poesia più sobria ma non meno intensa. La sua scrittura è semplice, ma mai banale: ogni parola è scelta con attenzione, ogni verso sembra pensato per arrivare al cuore del lettore con la massima sincerità. Rispetto ai crepuscolari, che adottano un linguaggio più spoglio e prosaico, Saba riesce a mantenere la sua poesia elegante e ricca di sfumature emotive e filosofiche. Saba si ispira anche agli sviluppi dell'ermetismo e alle innovazioni poetiche portate da Ungaretti, senza però cedere completamente a questi movimenti. La sua poesia rimane in una "zona di equilibrio, dove la riflessione intima si mescola con il desiderio di esprimere un'umanità universale e una ricerca di verità. In questo senso, Saba non cerca di alienarsi dal lettore, ma di condividerne l’esperienza esistenziale, pur non rinunciando alla bellezza della forma poetica. lo stile di Saba si caratterizza per la sua ricerca di autenticità e profondità. La sua poesia è un perfetto esempio di come sia possibile innovare senza tradire la tradizione, sperimentando nuove forme espressive ma mantenendo sempre il rispetto per le radici poetiche italiane. La sua capacità di mescolare semplicità e eleganza con una profonda introspezione lo rende uno dei poeti più rilevanti del Novecento, in grado di parlare tanto alla sensibilità del suo tempo quanto a quella delle generazioni future.

temi

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Il "Canzoniere" è una delle opere più significative della poesia italiana del Novecento, non solo per la sua bellezza letteraria, ma anche per il suo profondo impatto sulla comprensione della condizione umana. Pubblicata per la prima volta nel 1922, il "Canzoniere" raccoglie e sintetizza l'intero percorso poetico di Saba, facendo emergere la sua ricerca interiore, la sua riflessione sull'identità, l'amore, la solitudine e la condizione esistenziale dell'uomo. Il "Canzoniere" non è una raccolta unitaria composta in un solo momento, ma piuttosto una raccolta di poesie che si arricchisce nel tempo. Le prime poesie che compongono quest'opera iniziano a essere scritte già nei primi anni del Novecento e vengono via via rielaborate. La pubblicazione definitiva del Canzoniere avviene nel 1922, ma la sua struttura non è statica: Saba continua a rivedere e ad aggiungere nuovi testi in successive edizioni dell'opera. Si tratta di una poesia intimista e autobiografica, che cresce insieme al poeta stesso, raccogliendo le sue riflessioni più personali e profonde.

il canzoniere:

opere

Il "Canzoniere" non ha una trama vera e propria, nel senso narrativo del termine, ma può essere visto come un diario emotivo e riflessivo che documenta la ricerca della propria identità e l'esplorazione delle emozioni. La struttura del "Canzoniere" è molto libera: è una raccolta di poesie che non seguono un filo narrativo preciso, ma si snodano attraverso temi ricorrenti, come l'amore, la solitudine, la nostalgia, il rapporto con la madre, la città di Trieste e il confronto con il mondo esterno. La forma metrica di Saba è tradizionale, ma allo stesso tempo irregolare. In molte poesie, infatti, si avverte una grande flessibilità nell'uso della metrica: dai sonetti alle canzoni, dalle liriche più brevi ai versi più liberi, Saba dimostra una grande libertà espressiva che spazia attraverso differenti forme. Un tratto distintivo è la musicalità della lingua, che riesce a trasmettere una sensazione di profonda emotività.

trama e struttura:

opere

temi:

le tematiche trattate nel "Canzoniere" sono varie, ma tutte ruotano attorno a una riflessione intima e universale sulla condizione umana. Tra le principali tematiche del "Canzoniere" troviamo:

  • La solitudine e l'inquietudine esistenziale: Il poeta spesso si trova in una posizione di isolamento, confrontato con l'angoscia dell'esistenza. La solitudine è vista non solo come una condizione fisica, ma anche come una dimensione interiore e psicologica.
  • L'amore e la figura femminile: L'amore è un altro tema centrale dell'opera, ma Saba non si limita a rappresentarlo in modo idealizzato. Al contrario, esplora le sue contraddizioni e le sue difficoltà, con una particolare attenzione ai rapporti familiari e all'amore materno, ma anche all'amore più complesso e talvolta doloroso verso le donne.
  • La città di Trieste: Trieste, città di confine e crocevia di culture diverse, è un altro elemento fondamentale. Saba esplora le sue radici triestine, riflettendo sul rapporto che ha con questa città che, pur essendo fonte di ispirazione, lo fa sentire anche estraneo e alienato.
  • L'infanzia e il rapporto con la madre: La figura materna è molto presente nel "Canzoniere". La madre di Saba, pur essendo una figura di affetto e sostegno, è anche simbolo di una realtà dolorosa e incompiuta per il poeta, in quanto la relazione con lei è segnata da un senso di mancanza e da un distacco emotivo.
  • L'identità e la ricerca di sé: Un altro tema centrale del "Canzoniere" è la ricerca dell'identità, non solo culturale, ma anche esistenziale. Saba si interroga su chi sia veramente e su come possa definire sé stesso in un mondo complesso e frammentato.

opere

stile e lingua:

Lo stile di Saba nel "Canzoniere" è una fusione tra una lingua semplice e immediata e una profondità emotiva che lo rende unico. La sua poesia è sinceramente espressiva, priva di artifici e di fronzoli, ma al contempo estremamente raffinata nella scelta delle parole. La lingua di Saba si caratterizza per la sua capacità di rendere viscerali emozioni apparentemente intime, portando il lettore a entrare nella psicologia del poeta. Il suo stile si distingue per la musicalità e per il ritmo naturale dei versi, che pur essendo a volte più liberi, non perdono mai di vista il valore della forma. Il suo linguaggio è anche riflessivo, come se ogni parola fosse pensata per esprimere il massimo significato emotivo possibile. La poesia di Saba è un continuo dialogo tra il sé e il mondo esterno, ed è proprio in questo scambio che si trova la bellezza della sua scrittura.

opere

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"La capra" è una poesia che fa parte del Canzoniere e esplora temi come la solitudine e la fragilità umana, mettendo in contrasto l'uomo e l'animale. La capra, descritta come un essere solitario e istintivo, simboleggia una vita più pura e libera rispetto alla complessità e alle contraddizioni dell'esistenza umana. Saba utilizza questa figura per riflettere sulla condizione umana, suggerendo che, pur essendo dotato di razionalità, l'uomo è prigioniero delle sue angosce, mentre l'animale vive senza queste problematiche. La poesia invita a riflettere sulla libertà e sulla solitudine, e sulla difficoltà di trovare un equilibrio emotivo.

la capra:

opere

Saba, che vi nacque, sentiva Trieste come una città di doppio legame: pur essendo la sua città natale, lo faceva sentire estraneo e isolato. La città è anche il luogo che rappresenta le radici familiari e le complicazioni della sua identità. In molte poesie del "Canzoniere", Trieste è una presenza costante, che riflette le contraddizioni e le sfide esistenziali del poeta.

Trieste è una città fondamentale nella poetica di Umberto Saba, tanto che spesso viene descritta come un personaggio in sé nelle sue poesie. Nella sua opera, la città è simbolo di confine, di alienazione e di inquietudine. Trieste è una città che rappresenta la complessità e il conflitto interiore del poeta, essendo crocevia di diverse culture, lingue e tradizioni. L'aria/vento simboleggia la libertà e la natura.

TRIESTE:

OPERE

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https://youtu.be/zcWC54KGGAg?si=X_xMwlhfINAsqjHc
scena del film"gli indifferenti":
curiosità
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Elsa Morante, nel suo celebre romanzo *La storia* (1974), un'opera di grande impatto, esplora temi di solitudine e disperazione che rispecchiano anche il suo stato d'animo durante il matrimonio. In *La storia*, la protagonista, Ida, vive un'esistenza segnata da difficoltà e solitudine, temi che in qualche modo possono essere letti come un riflesso delle esperienze di Elsa durante gli anni difficili del matrimonio con Moravia.

Il film tratto dal romanzo, "La Ciociara" (1960), con Sophia Loren nel ruolo di Cesira, fu un enorme successo internazionale. Loren vinse l'Oscar come Miglior Attrice per la sua interpretazione, diventando una delle icone del cinema mondiale. Fu il primo Oscar vinto da un'attrice italiana, segnando un momento importante nella storia del cinema.
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giuseppe ungaretti
gabriele d'annunzio
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