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la prosa scientifica

Laurentia Corbucci

Created on March 18, 2025

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Transcript

la prosa scientifica

Galileo Galilei

Laurentia Corbucci

introduzione

Il Seicento è definito il secolo della rivoluzione scientifica perché in questo periodo si verificò un profondo cambiamento nel modo di concepire la natura e il metodo scientifico. Grandi scienziati come Galileo Galilei, Keplero, Cartesio e Newton misero in discussione le teorie aristoteliche e scolastiche, introducendo un approccio basato sull'osservazione e l'esperimento. L'affermazione del metodo scientifico galileiano e la nascita della fisica moderna portarono a scoperte fondamentali in astronomia, meccanica e ottica, gettando le basi della scienza moderna.

Galileo galilei

Galileo nacque a Pisa nel 1564. Frequentò gli studi di medicina che però non comcluse mai poichè il suo interesse era rivolto agli studi di matematica, fisica ed ingegneria. Nel 1589 ottenne la cattedra di matematica a Pisa. Nel 1604, dopo l'osservadione di una supernova, si dedicò all'astronomia. Nel 1610 pubblicò il Sidereus nuncius, sei anni dopo il Sant' Uffizio dichiarò eretica la dottrina di Copernico; tuttavia, Galileo, continuò a sostenere la sua tesi che lo portarono ad un processo nel 1633 che lo portò ad un esilio nella villa di Arcetri dove morì nel 1642.

le "lettere copernicane"

Le scoperte di Galileo a proposito delle macchie solari e le fasi di Venere, lo resero consapevole della necessità dell'appoggio della Chiesa.Egli scrisse quattro lettere tra il 1613 e il 1615 indirizzate a tre diverse persone; la prima a Benedetto Castelli, due a monsignor Pietro Dini e un'ultima alla granduchessa di Toscana Cristina di Lorena.

Lettera a Cristina di Lorena

Nel 1615, Galileo scrisse una lettera a Cristina di Lorena in cui il tema centrale era dedicato al rapporto tra la conoscenza scientifica e un'analisi biblica. Con questo scritto cercò di ottenere dalla granduchessa la sua protezione.

All'interno del testo Galileo analizza quattro tesi possibili a proposito delle scoperte scientifiche e che non tutto è riconducibile a Dio o alle Sacre Scritture.

Il motivo, dunque, che loro producono per condennar l'opinione della mobilità della Terra e stabilità del Sole, è, che leggendosi nelle Sacre lettere, in molti luoghi, che il Sole si muove e che la Terra sta ferma, né potendo la Scrittura mai mentire o errare, ne séguita per necessaria conseguenza che erronea e dannanda sia la sentenza di chi volesse asserire, il Sole esser per se stesso immobile, e mobile la Terra.Sopra questa ragione parmi primieramente da considerare, essere e santissimamente detto e prudentissimamente stabilito, non poter mai la Sacra Scrittura mentire, o errare, ne séguita per necessaria conseguenza che erroneamente e dannanda sia la sentenza di chi volesse

-------> alcune frasi della bibbia vengono usate contro la teoria copernicana

--------> usa un linguaggio scientifico

(...)Sopra questa ragione parmi primieramente da considerare, essere e santissimamente detto e prudentissimamente stabilito, non poter mai la Sacra Scrittura mentire, tutta volta che si sia penetrato il suo vero sentimento; il qual non credo che si possa negare essere molte volte recondito e molto diverso da quello che suona il puro significato delle parole.Dal che ne séguita, che qualunque volta alcuno, nell'esporla, volesse fermarsi sempre nel nudo suono literale, potrebbe, errando esso, far apparir nelle Scritture non solo vero, ma gravi eresie e bestemmie ancora: poi che sarebbe necessario dare a Iddio e piedi e mani e occhi, ed ancora tal

--------> usa un linguaggio scientifico

-------> la Bibbia è un immenzo contenitore dello scibile, ma occorre comprendere il sighificato nascosto e non fermarsi al senso letterale, che talvolta si rivelerebbe incongruente e inaccettabile perché adattato all'ignoranza dei destinatari.

(...)Di qui mi par di poter assai ragionevolmente dedurre, che la medesima Sacra Scrittura, qualunque volta gli è occorso di pronunziare alcuna conclusione naturale, e massime delle più recondite e difficili ad esser capite, ella non abbia pretermesso questo medesimo avviso, per non aggiugnere confusione nelle menti di quel medesimo popolo e renderlo più contumace contro a i dogmi di più alto misterio. Perché se, come si è detto e chiaramente si scorge, per il solo rispetto d'accomodarsi alla capacità popolare non si è la Scrittura astenuta di adombrare principalissimi pronunziati, attribuendo sino all' istesso iddio condizioni lontanissime e contrarie alla sua essenza,

------> seconda tesi: l'interpretazione allegorica si deve applicare anche e soprattutto ai passi che riguardano i fenomeni naturali.

chi vorrà asseverantemente sostenere che l'istessa Scrittura, posto da banda cotal rispetto, nel parlare anco incidentemente di Terra, d'acqua, di Sole o d'altra creatura, abbia eletto di contenersi con tutto rigore dentro a i puri e ristretti significati delle parole? E massime nel pronunziar di esse creature cose non punto concernenti al primario instituto delle medesime Sacre Lettere, ciò è al culto divino ed alla salute dell'anime, e cose grandemente remote dalla apprensione del vulgo.Stante, dunque, ciò, mi par che nelle dispute di problemi naturali non si dovrebbe cominciare dalle autorità di luoghi delle Scritture, ma dalle sensate esperienze e dalle dimostrazioni necessarie: perché procedendo di pari dal

--------> seconda tesi

------->terza tesi: per intraprendere la natura bisogna basarsi sulle esperienze e sulle leggi matematiche.

Verbo divino la Scrittura Sacra e la natura, quella come dettatura dello Spirito Santo, e questa come osservantissima essecutrice de gli ordini di Dio; ed essendo, di più, convenuto nelle Scritture, per accomodarsi(...) com'ogni effetto di natura, né meno eccelentemente ci si scuopre Iddio negli effetti di natura che ne' sacri detti delle Scritture: il che volse per avventura intender Tertulliano in quelle parole: Nos definimus, Deum primo natura cognoscendum, deinde doctrina recognoscendum: natura, ex operibus; doctrina, ex prædicationibus [Tertullianus, Adversus Marcionem, I, 18]. Ma non per questo voglio inferire, non doversi aver somma considerazione

------->terza tesi

------->quarta tesi: il Creatore ha un duplice modo di rivelarsi, in quanto si rivela sia nella scrittura( la parola di Dio) sia nella natura, del cui ordine e delle cui leggi Dio è artefice.

Ma che quell'istesso Dio che ci ha dotati di sensi, di discorso e d'intelletto, abbia voluto, posponendo l'uso di questi, darci con altro mezo le notizie che per quelli possiamo conseguire, sì che anco in quelle conclusioni naturali, che o dalle sensate esperienze o dalle necessarie dimostrazioni ci vengono esposte innanzi a gli occhi e all'intelletto, doviamo negare il senso e la ragione, non credo che sia necessario il crederlo, e massime in quelle scienze delle quali una minima particella solamente, ed anco in conclusioni divise, se ne legge nella Scrittura; quale appunto è l'astronomia, di cui ve n'è così piccola parte, che non vi si trovano né pur nominati i pianeti, eccetto il Sole e la Luna, e duna o due volte solamente, Venere, sotto nome di

-------> interrogativo: se Dio ci ha detto dell' intelletto perché non dovrebbe volere che ne usufruissimo? (D'altronde nella Bibbia si parla pochissimo di astronomia).

(..)Io qui direi che quello che intesi da persona ecclesiastica costituita in eminentissimo grado, ciò è l'intenzione dello Spirito Santo essere d'insegnarci come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo.

-----> come conclusione interviene un' ultima figura retorica Con questo Galileo chiarisce il compito della chiesa che è quello di portare la fede alla gente non di occuparsi della scienza.

Grazie!

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