Gaeta

Gaeta

INTROduzione

Virgilio ci racconta dell'arrivo di Enea e della sua flotta nel libro VII dell'Eneide. La città di Caieta avrebbe tratto il nome, secondo Virgilio, da quello della nutrice di Enea. Questa si aggiunge ai toponimi costieri che ricordano i compagni di Enea morti lungo il litorale medio-tirrenico

La città in età romana

Durante l'età romana la città era un elegante sobborgo residenziale. Lungo la Via Flacca si susseguivano una serie di lussuose ville litoranee. A Sperlonga si possono apprezzare le vestigia della villa di Tiberio, in cui erano posizionati i gruppi scultorei del ciclo troiano, fra cui il gruppo di Scilla. A Terracina si può apprezzare la magnificenza del tempio di Giove Anxur lungo la Via Appia

LE RESIDENZE

Il territorio è ricco di testimonianze dell'architettura privata , partendo dalle ville di carattere misto innalzate su lievi alture e a qualche distanza dal mare. A queste si affiancano le residenze signorili poste vicino alla costa, organizzate su terrazze sfalsate lungo un pendio oppure articolate in nuclei distinti. Queste ville "maritimae" sono caratterizzate proprio dalla loro connessione con il mare, dalla presenza di peschiere per gli allevamenti marini e di porticcioli o attracchi privati.

Alla fine dell'età repubblicana, all'interno delle tenute si elevava il sepolcro del proprietario della villa, come i due mausolei a pianta circolare dedicati a Lucio Munazio Planco e a Lucio Sempronio Atratino, entrambi possessori di proprietà fondiarie a Gaeta.

REsidenze in età repubblicana

IL borgo di s. erasmo

In coincidenza con il declino di Formiae, colpita a partire dal v secolo dalle scorrerie degli eserciti dei Goti, Vandali, Longobardi e Bizantini, nell'alto medioevo si sviluppò un borgo, il quartiere di Sant'Erasmo, situato sulla base di un promontorio proteso nell'ampio golfo di Gaeta. Questo insediamento ebbe un grande sviluppo grazie anche alla sua lontananza dalla Via Appia, non più sicura a causa degli eserciti e dei predoni che la percorrevano.

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