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Le 2 reggie:
Gianluca Parisi
Created on March 16, 2025
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Transcript
VERSAILLES E CASERTA A CONFRONTO
Le 2 reggie:
LA REGGIA DI VERSAILLES
LOUIS LE VAU, JULES HARDOUIN- Versailles
Essa è il simbolo del potere assoluto di Luigi XIV.Il nucleo originario era un casino di caccia che verso il 1660 venne ampliato.
LA REGGIA DI Caserta
LUIGI VANVITELLI- Caserta
Nel 1750 Carlo VII di Borbone decise di realizzare una reggia che fosse residenza del sovrano e della sua corte e sede del governo
GRAZIE DELL'ATTENZIONE
FINE
Il Giardino
Il giardino, disegnato da André Le Nôtre, segue lo stesso schema base di quello di Vaux-le-Vicomte, ma con la sua geometria di viali ortogonali, diagonali, radiali, parterresi terrazzamenti,statue, fontane, il grande canale cruciforme lungo un miglio, il parco fornisce una prospettiva dinamica all’infinito.
Gli interni
Gli interni sono sontuosamente decorati da affreschi, stucchi, legni dorati, intarsi policromi e contengono ricchissimi mobili, oggetti d’arredo, tappezzerie e arazzi di elevatissima tecnica e raffinatezza, forniti dalla fabbrica reale dei Gobelins. La Galleria degli Specchi sintetizza il gusto sfarzoso e decorativo della reggia che, mediante vetri, specchi, legni dorati, intarsi policromi, amplifica la luce proveniente dalle grandi vetrate: l’insieme è di grande eleganza, raffinatezza e ostentazione.
L’incarico fu affidato a Louis Le Vau che pro-gettò una pianta a “U” con la base rivolta ver- so il parco; furono aggiunti successivamente (1668) due corpi di fabbrica più stretti che accentuarono lo schema creando una cour d’honneur (‘corte d’onore’) molto profonda, ri- volta verso la città. Il modello complessivo era quello classico. Nel 1678 la direzione dei lavori passò a Jules Hardouin-Mansart, che aggiunse al fabbrica- to due nuove ali trasversali, per una lunghez- za complessiva di 400 metri; inoltre costruì le Scuderie, l’Orangerie (una specie di serra o giardino invernale), la Galleria degli specchi (decorata da Le Brun), gli appartamenti e ag- giunse la Cappella e il Grand Trianon
Le vicende costruttive
L’incarico fu affidato all’architetto Luigi Vanvitelli, al tempo impegnato presso la Ba- silica di Loreto, su commissione papale. Il progetto, presentato nel 1751, prevede- va, oltre al palazzo e al parco, un grande acquedotto (l’Acquedotto Carolino) per irrorare il parco, e la risistemazione dell’a- rea di San Leucio, dove furono allestite le seterie reali. L’opera non fu completata secondo il pro- getto iniziale (che prevedeva una cupola e torri angolari), a causa dell’eccessivo co- sto e soprattutto perché il sovrano divenne presto re di Spagna, col nome di Carlo III. I lavori furono terminati da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi.
Le vicende costruttive
Alla fine del secolo, il nuovo gusto per i giardini all’inglese portò Maria Carolina, regina di Napoli, a incaricare il paesaggista inglese John Andrew Graefer della sistemazione di un settore del parco,
Il Parco
Lo stesso principio di regolarità che informa la reggia viene applicato da Vanvitelli anche nella realizzazione dell’immenso parco, organizzato secondo il modello di Versailles. l’architetto segue i princìpi del giardino alla francese, con lunghi coni ottici e grandi aree di parterre, disegnati con forme rigorosamente geometriche. Destinato a suscitare stupore e meraviglia, il giardino è caratterizzato dalla presenza di lunghissime fontane in prospettiva. Spicca tra tutte il gruppo della Fontana di Diana e Atteone, dove si riversava a cascata, da una grotta artificiale, l’acqua portata dall’Acquedotto Carolino.
Lo scalone rivela la natura scenografica-teatrale della concezione architettonica di Vanvitelli nella molteplicità dei punti di vista, nei contrasti di luce, nella fluidità degli spazi, nell’uso delle prospettive e di elementi che ricordano i repertori scenici come atrii, gallerie, scale imperiali e “sfondati”.
Lo Scalone d'oro
Posto al centro del palazzo, il maestoso Scalone d’onore è costituito da un’ampia e breve scalinata iniziale sovrastata da un grande arco e da pareti laterali di marmo che spingono l’occhio verso due leoni di marmo e un fondale costituito da archi, finte finestre dipinte, tre statue allegoriche e una semicupola cassettonata. Qui, in direzione opposta, la scala si divide in due scaloni paralleli di larghezza più limitata che conducono al vestibolo superiore di forma ottagonale circondato da un portico a tre archi molto luminoso, decorato con l’ordine ionico, marmi policromi e alte finestre che si affacciano sui cortili interni. L’ambiente dello scalone prende la luce da grandi finestroni laterali ed è coperto da una doppia cupola