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"Giuseppe Di Matteo: una vita strappata dalla Mafia"

FAANSA

Created on March 15, 2025

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Transcript

"Giuseppe Di Matteo: una vita strappata dalla Mafia"

Cigliano Martina, Fraticola Cristina, Romei Carlotta, Tornincasa Fabrizio e Varriale Alessandro

La vita

Giuseppe Di Matteo era il figlio di Mario Santo Di Matteo, un uomo legato alla Mafia, e di Franca Castellese, estranea al mondo criminale. Il padre, noto come Santino, apparteneva a una famiglia mafiosa di lunga data e aveva collaborato con i Corleonesi, sostenendo Giovanni Brusca durante la sua latitanza e partecipando ad attività criminali, tra cui omicidi e l’attentato di Capaci . Santino lavorava come allevatore e, per un periodo, come addetto all'abbattimento di bestiame. Oggi vive sotto protezione dello Stato.

Il Rapimento

Giuseppe Di Matteo, rapito da Cosa Nostra all'età di 12 anni, fu tenuto in ostaggio per 779 giorni dopo che suo padre, il mafioso Santino Di Matteo, aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Durante la prigionia, nel 1994, Giuseppe venne spostato in diverse prigioni e luoghi isolati nel palermitano, trapanese e agrigentino, tra cui masserie e edifici disabitati. Matteo Messina Denaro si offrì di tenerlo prigioniero nel trapanese, coinvolgendo anche la mafia agrigentina.

La sua morte

Il padre, Santino Di Matteo, decise di continuare a collaborare con la giustizia e quando Brusca, latitante, venne condannato all'ergastolo per l'omicidio di Ignazio Salvo, su richiesta di Messina Denaro, dei Graviano e Bagarella, ordinò a Enzo Brusca, Vincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo di uccidere il ragazzo, che venne quindi strangolato e poi disciolto nell'acido l'11 gennaio 1996, dopo venticinque mesi di prigionia.

I Processi Giudiziari

Ci furono vari processi per la morte di Giuseppe Di Matteo, che hanno portato a numerose condanne.

TLa storia si snoda attraverso personaggi indimenticabili, il giudice Paolo Borsellino e il piccolo Giuseppe Di Matteo, che affrontano le avversità con una forza straordinaria. La narrazione, intrisa di emozione, riesce a toccare corde profonde, suscitando lacrime e sorrisi, dolore e speranza. . Un libro che commuove e fa riflettere, ricordandoci l'importanza di non arrendersi mai, anche di fronte agli ostacoli più grandi.

Il giudice e il bambino

Di Dario Levantino

"Il giudice e il bambino" è un racconto che sorprende e scuote, capace di fondere con maestria la crudezza della realtà con la dolcezza e la profondità di una fiaba. Dario Levantino ci regala una storia densa di significati e ci accompagna in un viaggio intenso, che invita alla riflessione su temi universali come il coraggio, la speranza, la resilienza e l'amore con uno stile semplice e diretto, ma mai banale.

Info

"Giovane, Innocente, Vittima: Il Caso di Graziella Campagna"

3 luglio 1968 a Saponara, in provincia di Messina, Sicilia. Era una giovane ragazza italiana vittima di mafia, assassinata il 12 dicembre 1985 dopo aver scoperto per caso l'identità di un latitante mafioso.

Bianco Lembo Maria Francesca, Buonaiuto Francesca Paola, Di Gennaro Salvatore, Fiorentino Ernesto, Salottolo Pisacane Mario

La vita

Graziella Campagna nasce il 3 luglio 1968 in un paesino in provincia di Messina e lavorava come stiratrice in una lavanderia a Villa Franca Tirrena. Il suo unico svago era quello di passeggiare la domenica pomeriggio sul corso di Saponara.

L'omicidio

Info

Graziella fu uccisa dalla mafia il 12 dicembre 1985. Mentre lavorava nella sua lavanderia trovò per caso un documento che svelava la vera identità di un cliente, Gerardo Alberti, un mafioso latitante nascosto sotto falso nome.Temendo che potesse rivelare la scoperta, Alberti e il suo complice Giuseppe Campisi la rapirono e la uccisero.

I processi

Breve documentario
Dopo l'omicidio di Graziella Campagna, la ricerca della verità fu ostacolata da anni di omertà e depistaggi. Tuttavia, grazie all'impegno della sua famiglia, in particolare del fratello Piero Campagna, e al lavoro della magistratura, la giustizia arrivò. Processi e condanne: - Primo processo (2004): Dopo quasi 20 anni, il tribunale di Messina condannò all’ergastolo i mandanti ed esecutori dell'omicidio, tra cui i mafiosi Gerardo Anastasi e Giuseppe Pellegriti. - Appello (2007): Le condanne furono confermate, riconoscendo la matrice mafiosa del delitto. - Cassazione (2009): La Corte Suprema rese definitive le condanne.

Noi pensiamo che....

L’omicidio di Graziella Campagna mostra tutta la crudeltà della mafia. A 17 anni, aveva sogni e un futuro davanti, ma fu uccisa solo per essersi trovata nel posto sbagliato. Ciò che fa più rabbia non è solo la sua morte, ma il silenzio che l’ha seguita. Solo grazie al coraggio della sua famiglia è stata fatta giustizia. La sua storia ci ricorda che la mafia colpisce anche gli innocenti e che la memoria è l’arma più forte contro l’omertà.

"Graziella Campagna non è stata solo una vittima, ma una voce che ha rotto il silenzio della mafia."

"La libertà è un diritto, non una scelta"

LA MANO BIANCA

Nel 1997 iniziò il processo contro 32 persone accusate del rapimento e omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un collaboratore di giustizia. Giovanni Brusca, uno dei principali responsabili, chiese perdono ai familiari di Giuseppe. Nel 1999, diversi mafiosi furono condannati per il caso, tra cui Brusca, mentre altri vennero arrestati grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Nel corso degli anni, furono celebrati altri processi che portarono a nuove condanne, inclusi boss mafiosi come Matteo Messina Denaro. Il caso ebbe un forte impatto sulla società e sulla cultura, diventando simbolo della brutalità della mafia.

Giornale d'epoca sull'omicidio

Murales dedicato a Graziella

"Il giudice e il bambino" non è solo un libro da leggere, ma un inno alla vita, che ci insegna a guardare il mondo con occhi diversi, cercando la bellezza anche là dove sembra non esserci.