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Bradamante e l'ippogrifo

Elektra Marinari

Created on March 12, 2025

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Transcript

Bradamante e l'ippogrifo

fatto da Elektra Marinari, Alice Putzolu, Giulia Garosi e Alessia Tommasi

introduzione ottave 6 e 7

Queste sono le strofe che introducono un tema molto importante dell'Orlando Furioso : la magia e il mistero intorno ad essa. Grazie al racconto dell'Oste, Ariosto rappresenta e cavaliere capace di volare e rapire tutte le donne bello che incontra nel suo tragitto, portandosele con se nel castello incantato sui Pirenei. Il castello che è costruito con la magia ed è descritto come straordinario, diviene una prigione terribile.

fFin dal primo momento, il poeta immerge il lettore in un'atmosfera che si intreccia fra meraviglia e inquietudine. la magia, in queste strofe, non è solo un alamento fantastico ma un vero e prprio ostacolo che rende l'impresa del cavaliere ancora più difficile.

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Volando, talor s’alza ne le stelle,e poi quasi talor la terra rade; e ne porta con lui tutte le belle donne che trova per quelle contrade: talmente che le misere donzelle ch’abbino o aver si credano beltade (come affatto costui tutte le invole) non escon fuor sí che le veggia il sole.

Volando, a volte si alza fino alle stelle,altre volte invece sfiora quasi la terra; e porta via con sé tutte le donne belle che incontra in quelle zone: a tal punto che le povere fanciulle che siano o credano di essere belle (non essendoci più nessuna che lui non rapisca) non escono più di casa per timore di essere viste dal sole.

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Egli sul Pireneo tiene un castello (narrava l’oste) fatto per incanto, tutto d’acciaio, e sí lucente e bello, ch’altro al mondo non è mirabil tanto. Giá molti cavallier sono iti a quello, e nessun del ritorno si dá vanto: sí ch’io penso, signore, e temo forte, o che sian presi, o sian condotti a morte.

Egli possiede un castello sui Pirenei, costruito per magia, tutto d’acciaio, così splendente e bello che non c’è nulla al mondo di più straordinario. Molti cavalieri ci sono già andati, ma nessuno si è mai vantato di essere tornato: perciò, signore, io credo e temo seriamente che siano stati catturati o messi a morte.

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"talor...talor2.

"le misere donzelle...non escon fuor si che le veggia il sole"

Quando i cavalieri giungono al castello ma non ne fanno mai ritorno .

figure retoriche importanti

Anafora

Metafora e personificazione

Antitesi

Stofe e Parafrasi

17. Da la sinistra sol lo scudo avea, tutto coperto di seta vermiglia; ne la man destra un libro, onde facea nascer, leggendo, l’alta maraviglia: che la lancia talor correr parea, e fatto avea a più d’un batter le ciglia; talor parea ferir con mazza o stocco, e lontano era, e non avea alcun tocco.

Parafrasi

18. Non è invece un incantesimo il cavallo, ma è vero, è opera della Natura, perché nacque da una cavalla e da un grifone: aveva le piume e le ali simili a quelle del padre, e anche le zampe davanti, la testa ed il muso; in tutte le altre parti del corpo era invece tale e quale alla madre, ed il suo nome era Ippogrifo; Questi nascono sui monti Urali, anche che sono rari, molto al di là dei mari ghiacciati.

parafrasi

17. Alla sua sinistra aveva con sé solo lo scudo, completamente coperto da un telo di seta rossa; ne la mano destra teneva un libro, dal quale faceva scaturire, leggendo, i suoi prodigiosi incantesimi: così che a volte sembrava combattere con la lancia, e a più di una cavaliere aveva fatto temere di essere colpito; a volte sembrava ferire con la mazza o con una arma corta, ma era in realtà lontano e non aveva colpito nessuno.

Strofe e Parafrasi

18. Non è finto il destrier, ma naturale, ch’una giumenta generò d’un grifo; simile al padre avea la pima e l’ale, li piedi anteriori, il capo e il grifo; in tutte l’altre membra parea quale era la madre, e chiamasi ippogrifo; che nei monti Rifei vengon, ma rari, molto di là dagli agghiaccianti mari.

Il Tema: La Magia

punto 1

La funzione della magia ? e i simboli

punto 2

quali personaggi sta aiutando la magia?

La funzione della magia e simboli

lLa magia viene utilizzata come mezzo per evadere dalla realtà, in un mondo immaginario dettato da regole fantastiche . Nel testo gli elementi magici sono: 1) l'ippogrifo 2) Atlante che vola sull'ippogrifo 3) gli incantesimi 4) il libro magico questi elementi contribuiscono a creare un atmosfera magica e surreale

Quali personaggi sono aiutati dalla magia ?

nei versi 17 e 18 il mago Atlante sfrutta il suo abile utilizzo della magia, attraverso incantesimi per infliggere colpi Bradamante. Lei però possiede un anello magico che distrugge gli incantesimi di Atlante. ATLANTE: Atlante è un potente mago che che usa la magia per manipolare il destino degli eroi. cercando di proteggierli ma finendo per ostacolarli. Atlante incarna il tentativo di opporsi al destino attraverso la magia, ma fallisce; questo lo lega al concetto di fortuna, la fortuna è mutevole e imprevedibile essa si manifesta come un destino inevitabile, contro il quale nemmeno la magia più potente può fare nulla.

Analisi stilistica

STRUTTURA: 1) Le strofe sono critte in ottave composte da versi di endecasillabi 2) schema ritmico ( ABABABCC)LESSICO : 1)Linguaggio elevato, lessico specifico della magia FIGURE RETORICHE :1) Iperbole "da la sinistra sol lo scudo avea" alatra l'ordine2) enumerazione ( quando descrive l'ippogrifo)

Ariosto modifica i modelli epicitradizionali con una narrazione dinamica e ironica, introducendo elementi di modernità. Italo Calvino ha sottolineato la straordinaria attualità dell’opera, mettendone in evidenza i temi universali e le raffinate strategie narrative. Le strofe 26 e 27 raccontano un episodio significativo in cui si confrontano forza e debolezza. Una donna guerriera, pronta a colpire un vecchio indifeso, arresta il suo colpo dopo aver osservato il volto segnato dal tempo, mostrando pietà e una superiore consapevolezza morale.

Introduzione

Parafrasi strofa 26

PARAFRASILa donna portava con sé una catena al posto della cintura, come era solita fare per un simile utilizzo. Pensava infatti di poter legare quell’uomo con la stessa facilità con cui in passato aveva immobilizzato altri. Lo aveva già gettato a terra e, se lui non si era difeso, era comprensibile: la differenza tra i due era troppo grande, dato che lui era un vecchio debole, mentre lei era estremamente forte.

STROFAe con una catena ne correa, che solea portar cinta a simil uso;perché non men legar colei credea, che per adietro altri legare era uso. La donna in terra posto già l'avea: se quel non si difese, io ben l'escuso; che troppo era la cosa differente tra un debol vecchio e lei tanto possente.

L’ironia ariostesca è evidente nella descrizione del vecchio, il quale “solea portar cinta” la catena per legare altri, ma ora è lui stesso a essere immobilizzato. La situazione è ribaltata in modo umoristico.

La struttura speculare di “perché non men legar colei credea, / che per adietro altri legare era uso” sottolinea il capovolgimento dei ruoli.

Analisi stilistica strofa 26

Il testo è scritto in ottava rima (ABABABCC), tipica del poema cavalleresco, e presenta un’alternanza di periodi brevi e più articolati. La sintassi è fluida, con l’uso di coordinate e subordinate che danno movimento alla narrazione. L’uso di enjambement (“se quel non si difese, io ben l’escuso; / che troppo era la cosa differente”) rallenta il ritmo e introduce una riflessione sullo squilibrio di forze.

IRONIA

CHIASMO E PARALLELISMO

La donna è descritta come “tanto possente”, enfatizzando lo squilibrio fisico rispetto al “debol vecchio”, con un effetto quasi ridicolo

IPERBOLE

STROFA Disegnando levargli ella la testa, alza la man vittoriosa in fretta; ma poi che il viso mira, il colpo arresta, quasi sdegnando sì bassa vendetta; un venerabil vecchio in faccia mesta vede esser quel ch'ella ha giunto alla stretta*, che mostra al viso crespo e al pelo bianco età di settanta anni o poco manco.

Parafrasi strofa 27

PARAFRASILa donna, intenzionata a decapitare l’uomo, alzò rapidamente la mano in segno di vittoria per sferrare il colpo.Tuttavia, non appena vide il suo volto, si fermò, quasi disdegnando una vendetta così meschina. Si accorse infatti che l’uomo che aveva catturato era un vecchio dal volto triste e segnato dal tempo, con il viso pieno di rughe e i capelli bianchi, che dimostravano un’età di circa settant’anni o poco meno.

La disposizione delle parole segue un ordine poetico piuttosto che naturale, come in “Disegnando levargli ella la testa” (dove il verbo disegnando anticipa il soggetto ella, creando un effetto di tensione).

Si nota una forte contrapposizione tra l’azione violenta iniziale e il successivo arresto per pietà (“alza la man vittoriosa in fretta / ma poi che il viso mira, il colpo arresta”).

Analisi stilistica strofa 27

Il testo è scritto in ottava rima (strofe di otto endecasillabi con schema ABABABCC), tipica del poema cavalleresco. La sintassi è articolata, con un uso abbondante di proposizioni subordinate che creano un ritmo fluido e dinamico. L’uso di enjambement (“ma poi che il viso mira, il colpo arresta, / quasi sdegnando…”) enfatizza il momento di sospensione dell’azione.

IPERBATO E INVERSIONI

ANTITESI

Il passaggio dalla rabbia alla commozione è reso con un progressivo rallentamento del ritmo, culminando nella descrizione del vecchio.

CLIMAX DISCENDENTE

Interpretazione e tema

Il tema e l’interpretazione di Italo CalvinoNella sua lettura del poema, Italo Calvino evidenzia il ribaltamento dei modelli epici tradizionali operato da Ariosto. L’epica cavalleresca esalta la forza come valore assoluto, ma nelle strofe analizzate il concetto stesso di potere viene messo in discussione. La donna guerriera, solitamente marginale nei poemi cavallereschi, assume un ruolo dominante, mentre il vecchio, che potrebbe rappresentare saggezza ed esperienza, viene mostrato come fragile e impotente. La decisione della guerriera di fermarsi non è solo un atto di pietà, ma un segno di superiorità morale e consapevolezza. Ariosto non esalta la violenza fine a sé stessa, ma invita il lettore a riflettere sulla responsabilità di chi detiene il potere. L’Orlando Furioso anticipa così una visione più moderna della cavalleria, in cui l’onore è legato non solo alla forza, ma anche alla capacità di esercitare il potere con giustizia.

Analisi

Ariosto utilizza un linguaggio vivace e descrittivo per rendere dinamica la scena. Il ritmonarrativo è incalzante: nella prima strofa la guerriera appare determinata, mentre nella seconda la tensione si scioglie in una riflessione morale. La struttura in ottava rima conferisce solennità al passo, mentre le figure retoriche amplificano il contrasto tra i personaggi. L’iperbato enfatizza l’azione, l’anafora e il parallelismo evidenziano la differenza li forza tra i due, mentre la metonimia (“il viso crespo e il pelo bianco”) rafforza l’immagine della vecchiaia.

La magia come elemento narrativo e metaforico

Sebbene in queste strofe non vi sia un intervento magico diretto, il contesto e il modo in cui la forza e la debolezza vengono rappresentate sono strettamente legati agli elementi soprannaturali del poema. La guerriera sembra possedere un dominio assoluto sulla scena, quasi come fosse potenziata da un’energia superiore. Ariosto utilizza spesso la magia per creare situazioni paradossali e ribaltare le aspettative, proprio come accade qui con l’inversione dei ruoli tradizionali. La sospensione del colpo potrebbe essere interpretata come un “disincanto”: la guerriera, inizialmente fredda e spietata, recupera umanità egiustizia nel momento in cui riconosce la fragilità del vecchio

Il tema centrale è il conflitto tra violenza e compassione: la guerriera,inizialmente guidata dalla vendetta, si ferma davanti alla fragilità del vecchio. Questo ribaltamento è tipico dello stile ariostesco, che gioca con le aspettative del lettore e introduceelementi di umanità anche nelle situazioni di battaglia.

Il tema centrale delle strofe scelte riguarda il viaggio di Ruggiero sull’ippogrifo, simbolo di avventura, libertà e destino. L’episodio evidenzia il rapporto tra uomo e creatura mitologica, con l’ippogrifo che rappresenta il mezzo per superare ostacoli e raggiungere luoghi inaccessibili. Inoltre, si collega al tema dell’illusione e dell’inganno, elementi ricorrenti nell’Orlando Furioso.

Introduzione strofe 45-46

E questa opera fu del vecchio Atlante, di cui non cessa la pietosa voglia di trar Ruggier da gran periglio instante, di ciò sol pensa ed di ciò sol ha doglia. Però gli manda or l’ippogrifo avante, perché l’Europa con questa arte il toglia.

Strofa 45

Figure retoriche Metonimia → “l’Europa con questa arte il toglia” (Europa rappresenta il luogo del suo allontanamento e della salvezza) Anafora → “di ciò sol pensa ed di ciò sol ha doglia” (ripetizione di “di ciò sol” per enfatizzare l’ossessione di Atlante).

Parafrasi strofa 45

Tutto questo è opera del vecchio mago Atlante,che non smette mai di avere la premurosa volontà di salvare Ruggiero da un imminente pericolo. A questo solo pensa e per questo solo si addolora. Perciò ora gli manda l’ippogrifo, così che l’Europa lo allontani grazie a questo stratagemma.

Contenuti e significato

Questa strofa sottolinea il ruolo di Atlante, il mago che cerca continuamente di proteggere Ruggiero dal suo destino, che lo condurrebbe alla morte se restasse coinvolto nelle guerre dei cristiani e dei saraceni. Il mago, mosso da un affetto, escogita stratagemmi per tenerlo lontano dal pericolo. In questo caso, utilizza l’ippogrifo come mezzo per rapirlo e portarlo lontano in Europa.

Strofa 46

Or di Frontin quel animoso smonta(Frontino era nomato il suo destriero),e sopra quel che va per l’aria monta, e con li spron gli adizza il core altiero. Quel corre alquanto, et indi i piedi ponta, e sale inverso il ciel, via più leggiero che ’l girifalco, a cui lieva il capello il mastro a tempo, e fa veder l’augello

Figure retoriche Metafora → “gli adizza il core altiero” (stimola l’animo fiero dell’ippogrifo) Similitudine → “più leggiero che ’l girifalco” (il volo dell’ippogrifo è paragonato a quello di un falco) Metonimia → “il mastro a tempo, e fa veder l’augello” (il falconiere rappresenta l’addestramento, mentre l’augello è il falco da caccia) L’ippogrifo rappresenta sia il viaggio fisico che la dimensione del destino e del sogno

Parafrasi strofa 46

Allora, Ruggiero scende dal suo cavallo (Frontino) e monta sulla straordinaria creatura alata .Cerca di incitare l’animale, che prima corre per un tratto, poi punta i piedi e si solleva verso il cielo, diventando sempre più leggero,più rapido persino di un falco da caccia, che il falconiere lascia volare al momento giusto,alzando il cappuccio che copre gli occhi dell’uccello.

Contenuti e significato

Queste strofe descrivono il momento in cui Ruggiero tenta di controllare l’ippogrifo. Inizialmente, l’animale si oppone, ma quando Ruggiero lo cavalca e lo sprona con gli speroni, l’ippogrifo prende velocità e si lancia in volo con leggerezza e rapidità. Il paragone con il falco da caccia suggerisce sia la potenza dell’ippogrifo sia l’abilità necessaria per domarlo.

Conclusions

L’episodio dell’ippogrifo è una metafora del viaggio eroico e delle forze che guidano (o ingannano) i personaggi nel loro percorso. L’intervento di Atlante dimostra che, nonostante tutti gli sforzi, nessuno può sfuggire completamente al proprio destino.​