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GIOVANNI_PASCOLI.pptx
Giuseppe Imperatore
Created on March 11, 2025
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Transcript
Giovanni Pascoli: il fiore sull’abisso
Il fanciullo e il vate
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / IL FANCIULLO E IL VATE
IL FANCIULLO E IL VATE
La condizione che pervade l’intera vita e l’opera di Pascoli è quella di orfano. L’autore percepisce fin dall’infanzia il senso della perdita (figura del fanciullo ferito): il padre viene ucciso quando ha undici anni, più tardi lo lasciano anche la madre, una sorella e un fratello. Eppure, Pascoli non si chiude in se stesso, ma cerca sempre una presa di posizione netta sulla realtà (figura del vate): col pensiero anarchico-socialista e con la rielaborazione dei miti risorgimentali.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / IL FANCIULLO E IL VATE
GIOVANNI PASCOLI: IL PERCORSO DI STUDI
LA DEPRESSIONE
UN’INFANZIA DIFFICILE
A BOLOGNA
LE DIFFICOLTÁ ECONOMICHE
Nel 1873, grazie a una borsa di studio, si iscrive all’Università di Bologna. Segue lezioni di docenti prestigiosi, tra cui Giosue Carducci, stringe amicizia con Severino Ferrari.
Inizia a collaborare con alcuni giornali, pubblicando i primi esperimenti letterari.
Uscito di prigione, dopo quattro mesi, è fortemente provato.
Nasce nel 1855 a San Mauro di Romagna, da una famiglia della piccola borghesia rurale; è il quarto di dieci figli.
A causa della frequenza irregolare e al suo impegno di protesta, gli viene sospeso il sussidio.
Soffre di depressione e medita il suicidio.
Nel 1862 entra del collegio dei padri Scolopi a Urbino.
Nel 1867 suo padre viene assassinato, ma il colpevole non viene mai arrestato, lasciandogli addosso un irrimediabile senso di ingiustizia.
Lascia la militanza socialista, non solo per una crisi personale: si assiste, infatti a un generale abbandono dell’utopismo di Bakunin a favore della lotta di classe teorizzata da Marx.
Entra in contatto con Andrea Costa, militante anarchico-socialista e partecipa a diverse manifestazioni, unendosi allo scontento e alle tensioni dell’Italia da poco unificata.
In gravi difficoltà economiche, nel 1879 viene arrestato per aver contestato la condanna di Passannante, attentatore alla vita del re.
Nel 1868 muore la sorella Margherita, seguita dalla madre e dal fratello Luigi.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / IL FANCIULLO E IL VATE
GIOVANNI PASCOLI: LA CARRIERA DI INSEGNANTE
LA CARRIERA ACCADEMICA
L’INSEGNAMENTO
LE PRIME PUBBLICAZIONI
LA PRODUZIONE
Ottiene di nuovo la borsa di studio e si laurea nel 1882.
Tra il 1885 e il 1897 pubblica Myricae e i Poemetti, espressione, rispettivamente, del frammento idillico-campestre e della narrazione distesa. Le raccolte sono concepite come la risposta positiva al male che l’uomo sceglie volontariamente e che si manifesta con la distruzione degli affetti familiari (prima forma di società).
Nel 1895 si sposa la sorella Ida, evento che l’autore vive come un tradimento della comunità familiare.
Nel 1896 riceve il primo incarico all’Università di Bologna, a cui, però, rinuncia.
Inizia ad insegnare: prima a Matera, poi a Massa e Livorno. Porta con sé le sorelle Ida e Maria, nel tentativo di ricostruire il ‘‘nido’’ familiare. Il rapporto tra i tre fratelli è però viziato da un reciproco controllo sulla vita sentimentale altrui.
Viene nominato professore all’Università di Messina, poi docente a Pisa e infine, nel 1905, succede a Carducci come docente di Letteratura italiana a Bologna.
Inizia a collaborare alla rivista ‘‘Convito’’, vicina al Simbolismo.
Nel 1903 produce i Canti di Castelvecchio, nel 1904 i Poemi conviviali.
Si dedica alla poesia storicizzante (Canzoni di re Ezio, Odi e Inni, Poemi Italici, Poemi del Risorgimento), per poi approdare alla retorica nazionalistica. Muore nel 1912.
Nel 1892 vince il concorso di poesia latina di Amsterdam (seguiranno altre dodici vittorie). Con la vendita delle medaglie d’oro ottenute acquista una villa in Garfagnana.
La forza conoscitiva della poesia
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA FORZA CONOSCITIVA DELLA POESIA
LA PRECARIETÀ DELL’UOMO E DEL COSMO
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA FORZA CONOSCITIVA DELLA POESIA
L’UTOPIA UMANITARIA E IL RUOLO DELLA POESIA
Per la sua formazione classica e per l’attività di insegnamento Pascoli è fortemente influenzato da Carducci. Successivamente si apre a suggestioni europee, leggendo Heine, Hugo, Gautier, Poe.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA FORZA CONOSCITIVA DELLA POESIA
PASCOLI POETA E STUDIOSO
A differenza di D’Annunzio, Pascoli è poeta e studioso:
- delle lingue classiche- conosce alla perfezione il latino
- della tradizione italiana- indaga la metrica italiana e dedica saggi a Leopardi, Manzoni e Petrarca; importante è la riflessione critica su Dante e sulla Commedia.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA FORZA CONOSCITIVA DELLA POESIA
LE SOLUZIONI FORMALI
LA SINTASSI FRANTA La poesia deve adottare lo sguardo assoluto e innocente del bambino. La sintassi si spezza, è paratattica, ricca di asindeti, in quanto deve restituire la meraviglia della visione infantile.
IL PLURILINGUISMO La poesia è la voce di tutti gli esseri, senza distinzione. Pascoli utilizza tanto termini aulici e arcaici quanto espressioni popolari e dialettali.
PASCOLI: LA FORMA
IL LINGUAGGIO PRE E POST GRAMMATICALE (critico Gianfranco Contini) PRE: Il linguaggio punta ai suoni della natura, emessi dagli animali (il ‘‘tr terit tirit’’ dell’Uccellino del freddo) e utilizza le onomatopee. POST: Il linguaggio si iperspecializza (termini tecnici della botanica e della zoologia).
LA DISSOLUZIONE DELLE COORDINATE SPAZIALI E TEMPORALI Ricorso agli archetipi, immagini allusive con valore simbolico universale.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA FORZA CONOSCITIVA DELLA POESIA
IL VALORE DELLA POESIA
Sganciata da fini morali, civili, politici, la poesia ha valore in sé stessa; è la vera educatrice delle civiltà e promuove la moralità, la solidarietà, la giustizia senza imporsele come fini. La rivoluzione di Pascoli sta nello sviluppare tutti i tratti più significativi del Simbolismo europeo, adattandoli al contesto italiano e senza clamori.
Il fanciullino
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / IL FANCIULLINO
IL FANCIULLINO
Il fanciullino
- edizioni:
- 1897: paragrafi I-VIII pubblicati sulla rivista ‘‘Il Marzocco’’, in quattro puntate (titolo Pensieri sull’arte poetica)
- 1903: completamento dell’opera (titolo Miei pensieri di varia umanità)
- 1907: poche varianti (titolo Pensieri e discorsi)
- dichiarazione programmatica dell’autore:
- la poesia dipende da una voce interiore (quella del ‘‘fanciullino’’), che alberga in ogni uomo; è pura, esclude tutto ciò che è brutto, è portatrice di giustizia e pace
- solo il poeta è in grado di mantenere viva e far parlare la voce
- la poesia è forma di conoscenza intuitiva e irrazionale
- influenze:
- pensiero romantico di Giambattista Vico
- studi di Sully sull’infanzia (pensiero del bambino: si concentra sui particolari, procede per immagini, altera le proporzioni). A differenza di Sully, però, Pascoli esclude l’imitazione: il fanciullo è Adamo che dà il nome alle cose: non imita la lingua, ma la crea nella condizione primigenia del paradiso terrestre.
Le voci della natura:Myricae
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE VOCI DELLA NATURA: MYRICAE
IL TITOLO
Il titolo Myricae deriva dal secondo verso della quarta egloga di Virgilio e allude a un genere di poesia dedicato alle realtà semplici e dimesse. Dallo stesso verso virgiliano sarà tratta l’epigrafe dei Canti di Castelvecchio, mentre quella dei Poemetti si rifarà al primo verso della stessa egloga.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE VOCI DELLA NATURA: MYRICAE
LA STORIA EDITORIALE
L’ultima passeggiata
Myricae
Myricae
Myricae
1886
1891-1892
1894
1897
filo conduttore: un’immaginaria passeggiata in campagna compiuta da un soggetto che sta per ricominciare la scuola testi organizzati secondo il trascorrere di una giornata
1891 edizione provvisoria, con ventidue componimenti 1892 edizione con settantadue testi non suddivisi in sezioni
motivo funebre motivo del ‘‘nido’’ familiare il componimento di apertura è Il giorno dei morti
152 componimenti suddivisi in sezioni strutturati secondo il susseguirsi delle stagioni tono cupo (pesa il matrimonio di Ida) sposamento di Ultimo sogno in posizione conclusiva (il poeta rinuncia alla vita)
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE VOCI DELLA NATURA: MYRICAE
LA STRUTTURA: INFLUENZE
modello dantesco
Baudelaire I Fiori del male
MYRICAE: LA STRUTTURA
logica ternaria tipica della Vita nuova combinazioni numeriche basate sul nove Myricae inizia e termina con una visione (come la Vita nuova)
invito alla riflessione sulla poesia carattere dualistico e contraddittorio del messaggio poetico sezioni speculari Le pene del poeta Le gioie del poeta Dolcezze Tristezze
Leopardi i Canti
autonomia delle sezioni tematica metrica quantitativa
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE VOCI DELLA NATURA: MYRICAE
I TEMI
LA NATURA Lo sfondo è campestre, in rapporto con la natura e con il tempo ciclico, quello delle stagioni. La natura è intrinsecamente buona, anche se nell’opera persiste la costante minaccia della morte.
LA MORTE Il tema è legato alle vicende personali dell’autore, a partire dall’episodio dell’assassinio del padre. L’esistenza dei morti è percepita come reale, mentre la vita è ‘‘sogno d’ombra’’. La poesia sola può sondare il mistero della vita: il poeta è veggente.
MYRICAE: I TEMI
LA MEMORIA La memoria ha funzione consolatoria: la felicità è legata quindi a una dimensione passata, non presente. In ogni caso, del passato si ricordano sia il bene che il male.
LO SGUARDO DEL POETA Il vero poeta guarda con lo sguardo innocente e profondo del bambino. Il poeta vede ciò che gli altri non vedono, e lo racconta.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE VOCI DELLA NATURA: MYRICAE
LO STILE
L’aspetto visionario della realtà è reso nella sua pienezza, attraverso:
- la smaterializzazione delle coordinate spazio-temporali, a vantaggio dei particolari
- l’utilizzo di figure retoriche che infrangono i confini: la sinestesia, l’ipallage, l’enjambement, la rima ipermetra, la sintassi franta
- l’uso dei puntini di sospensione
- il ricorso alle onomatopee: la parola poetica crea la realtà, non la imita, né la descrive (senso del fonosimbolismo pascoliano).
La poesia come riscatto del male: i Canti di Castelvecchio
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA POESIA COME RISCATTO DEL MALE: I CANTI DI CASTELVECCHIO
LA STORIA COMPOSITIVA
I Canti di Castelvecchio rimandano agli anni che il poeta trascorre a Castelvecchio, in Garfagnana. Il nucleo originario è costituito da quattro testi, Le rane, La messa, La tessitrice, Casa mia, usciti nel 1897. La pubblicazione arriva nel 1903. Nello stesso anno l’opera viene riedita con l’aggiunta di un glossario, che illustra la spiegazione dei termini garfagnini. Le edizioni successive vedono l’accrescimento del numero dei testi. L’ultima edizione curata dal poeta esce, postuma, nel 1912.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LA POESIA COME RISCATTO DEL MALE: I CANTI DI CASTELVECCHIO
I CANTI DI CASTELVECCHIO
IL TITOLO E LA STRUTTURA I Canti riprendono nel titolo l’espressione che Pascoli aveva utilizzato in Myricae (‘‘canti su la tomba di mio padre’’), ma sono dedicati alla madre. I testi sono organizzati attorno al ciclo annuale dei lavori campestri, suggerendo da un lato il ripetersi del ciclo morte-rinascita, dall’altro l’inesorabile fugacità del tempo. Una seconda tematica organizzativa dei testi è rappresentata dagli affetti familiari. I Canti si presentano come un flusso ininterrotto di testi, come se fossero una partitura musicale.
I TEMI La natura simbolica dei testi è fortemente accentuata. I temi prevalenti sono:
- il senso della vita individuale e di quella cosmica: di fronte alla fragilità, l’autore si interroga sul senso di esistere
- il sogno, una visione più profonda del mistero delle cose
- il presagio, ricavabile dai segni della natura e riconducibile alle credenze popolari e alla tradizione classica.
LO STILE Lo stile è più elevato rispetto a quello di Myricae. Aumenta lo scarto tra forme altamente letterarie e forme popolari. La metrica ricorre a sistemi strofici dell’età classica e della poesia medievale (come gli endecasillabi assonanzati). Il novenario viene sperimentato in tutte le sue varianti e intensifica l’impiego di rime ipermetre.
I MODELLI Oltre a Dante, il modello più influente è quello di Leopardi. Sono due i temi a lui riconducibili:
- il rapporto tra uomo e natura: il duro giudizio di Leopardi sulla crudeltà della natura si stempera nella fiducia in un remoto ordine cosmico; l’uomo ha poco spazio di intervento, prevalgono il senso di rinuncia e autodissoluzione
- la funzione della memoria: è subordinata al legame con gli affetti familiari e ha carattere involontario, fonte di dolore più che di consolazione.
L’eroe contadino: i Poemetti
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / L’EROE CONTADINO: I POEMETTI
LA STORIA COMPOSITIVA
Anche i Poemetti conoscono una lunga e complessa storia editoriale.
PRIMA EDIZIONE Poemetti
SECONDA EDIZIONE Poemetti
TERZA EDIZIONE Primi poemetti
QUARTA EDIZIONE Poemetti
1897
1900
1904
1907
nove testi apertura La sementa centro Il vischio chiusura I due fanciulli
spostamenti nell’ordine interno aggiunti 15 poemetti
quarantacinque componimenti suddivisi in quattro sezioni tra le quali si inseriscono tre poesie singole
eliminazione di sei testi
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / L’EROE CONTADINO: I POEMETTI
I POEMETTI
I TEMI Permangono i temi:
- dei cicli della natura e del lavoro agricolo
- del dialogo con Leopardi
LO STILE Ogni poemetto è già in sé un’unità articolata ed entra a sua volta in una struttura in cui si rispondono simboli e racconti e dove l’io e i drammi personali si proiettano in una dimensione filosofica. Il dialetto garfagnino è utilizzato insieme all’inglese, alla lingua ibrida degli emigranti, all’onomatopea, agli equivoci tra le lingue (‘‘neve’’ - ‘‘never’’). La terzina dantesca viene consolidata come metro narrativo.
I MODELLI Oltre a Dante e Petrarca, i modelli di riferimento sono:
- la poesia classica (Orazio e Virgilio)
- le Sacre Scritture.
Ritorno all’antico: Poemi conviviali e Poemi cristiani
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / RITORNO ALL’ANTICO: POEMI CONVIVIALI E POEMI CRISTIANI
IL RITORNO ALL’ANTICO
Perché Pascoli ritorna all’antico? Non certo per un recupero ‘‘archeologico’’ del passato, piuttosto per attingere a una serie di occasioni da rivivere interiormente. L’autore si identifica con alcuni personaggi lontani, soprattutto se vittime di sofferenze e sconfitte. Si sente diretto erede di quei personaggi, arrivando a provarne emozioni e patimenti. I Poemi mostrano la decadenza del mondo classico, ma i loro personaggi sono senza tempo.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / RITORNO ALL’ANTICO: POEMI CONVIVIALI E POEMI CRISTIANI
LA PRODUZIONE DI PASCOLI CHE GUARDA ALL’ANTICO
La produzione latina
- raccolta sotto il titolo complessivo di Carmina e poi suddivisa in diverse sezioni
Poemi conviviali
- l’idea risale agli anni universitari dell’autore, ma prende corpo a partire dal 1895
- il tempo del mito diventa luogo di fuga dalla volgarità del presente
- nella solare atmosfera dell’età classica vengono proiettati i fantasmi e i turbamenti del poeta
- struttura: Solon funge da proemio (Solone ha cantato il convivio nelle sue poesie); seguono gli altri testi secondo un ordinamento cronologico
- lingua: italiano che tende verso le lingue classiche (latinismi, grecismi, linguaggio aulico)
- 1904: prima edizione
- 1905: edizione definitiva con l’aggiunta de I gemelli
Poemi cristiani
- tracciano la parabola del cristianesimo, dal suo primo apparire, alle persecuzioni (Pedagogium), alle dispute religiose (Agape), alla diffusione tra i livelli sociali più alti (Pomponia) e quelli più bassi (Thallusa), al suo trionfo sul paganesimo (Fanum Apollinis, Post occasum Urbis).
- lingua: latino preciso, capace di cogliere la vivacità del parlato o risolversi in cantilena
- composti dal 1901 al 1911
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / RITORNO ALL’ANTICO: POEMI CONVIVIALI E POEMI CRISTIANI
LA RELIGIOSITÀ DI PASCOLI
Pascoli percepisce la presenza universale del dolore nel mondo e la coscienza dell’inevitabilità della morte. Comprende e apprezza la carità, ossia l’amore in grado di diffondere pace e compassione tra gli uomini, mitigando le violenze. Non accetta la fede, né la speranza. L’unica immortalità possibile è quella della poesia, non dell’anima.
Le tentazioni dell’eloquenza: l’ultima produzione
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE TENTAZIONI DELL’ELOQUENZA: L’ULTIMA PRODUZIONE
PASCOLI IN SOSTITUZIONE DI CARDUCCI
Nel 1906 Pascoli sostituisce Carducci nell’insegnamento di Letteratura italiana all’Università di Bologna. Inizia ad assumere quel ruolo di vate e quella funzione civile e pedagogica che aveva contraddistinto il vecchio maestro. A livello compositivo, assume una posizione più esplicita nei confronti della realtà sociale e politica dei suoi tempi.
GIOVANNI PASCOLI: IL FIORE SULL’ABISSO / LE TENTAZIONI DELL’ELOQUENZA: L’ULTIMA PRODUZIONE
L’ULTIMA PRODUZIONE
Odi e inni
- temi: patria, eroismo, ruolo della poesia, fede, denuncia contro l’ideologia imperialista
- celebrazione di personaggi: Otto von Bismark, Giuseppe Verdi, Geo Chávez
- 1906
- temi: ritratto della figura eroica, colta nei momenti più intimi o drammatici (Garibaldi, Mazzini), della città simbolo, come Roma o Torino (prima capitale)
Poemi del Risorgimento
- 1913, postumi
- personaggi: Enzo, figlio dell’imperatore Federico II, sconfitto dalle milizie del Comune di Bologna e incarcerato
- temi: rivolta anti-imperiale condotta dal popolo contadino, riscatto dalla servitù della gleba, presa di coscienza civile dei contadini, sconfitta di Benevento del fratello di Enzo, Manfredi
Le canzoni di re Enzio
- 1908-1909
- Paulo Uccello: ritratto del celebre pittore
- Rossini: ritratto del celebre musicista
- Tolstoi: si immagina che l’anima dello scrittore russo incontri lungo i secoli san Francesco, Dante e Garibaldi
Poemi italici
- 1911