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La fine della storia Greca
Alessandro
Created on March 10, 2025
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alessandro tagliente 1bc
La fine della storia Greca
La guerra del Peloponneso
La Guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta indebolì profondamente la Grecia antica. Il conflitto distrusse risorse, decimò la popolazione e alimentò lotte interne. Atene perse il suo impero e la sua potenza economica, mentre Sparta, pur vincendo, non riuscì a mantenere un'egemonia stabile. L'instabilità politica e il continuo stato di guerra tra le poleis facilitarono l'ascesa della Macedonia di Filippo II, che nel IV secolo aC conquistò la Grecia
PERCHè LA GRECIA è DECADUTA
Certo questo è stato il più grande sommovimento che sia mai avvenuto fra i Greci e per una parte dei barbari e, per così dire, anche per la maggior parte degli uomini
Kίνησις γὰρ αὕτη μεγίστη δὴ τοῖς Ἕλλησιν ἐγένετο καὶ μέρει τινὶ τῶν βαρβάρων, ὡς δὲ εἰπεῖν καὶ ἐπὶ πλεῖστον ἀνθρώπων
TUCIDIDE
La scintilla che fece scoppiare la Guerra del Peloponneso fu la provocazione di Pericle contro Megara, una fiorente città commerciale alleata di Sparta.Nel 432 aC, Percile impone il Decreto di Megara. Oltre alle gravi conseguenze economiche, il provvedimento costituiva una chiara violazione del trattato di pace stipulato nel 446 aC, il quale garantiva la libertà di commercio tra le città appartenenti alla Lega di Delo e quelle della Lega del Peloponneso. La decisione di Pericle fu vista da Sparta come un atto di ostilità nei confronti dei suoi alleati e una minaccia all'equilibrio tra le due grandi potenze greche.
Le provocazioni di Atene: IL DECRETO DI MEGARA
CAUSE DELLA GUERRA
01
Nel giugno del 431 a.C. dopo che Sparta invitò Atene a recedere dalle sue posizioni, il silenzio degli ateniesi la costrinsero a dichiarare guerra sotto la guida di re Archidamo. I tebani e gli spartani irruppero nell'Attica e la devastarono dopo un inverno speso nei preparativi.Pericle, appreso dell'invasione spartana, ordinò di riarmare la flotta e di trasferire la popolazione contadina dell'Attica all'interno delle Lunghe Mura.
PRIMA FASE DELLA GUERRA
GUERRA ARCHIDAMICA
02
Archidamo, incapace di usare efficaci tattiche di assedio, tentò di attirare le forze ateniesi fuori dalle mura senza successo e cercò invano l'aiuto delle flotte persiana e siracusana. Così, si limitò a saccheggiare campi e villaggi, mentre Pericle, con una flotta di 100 navi, devastava le coste del Peloponneso. Atene conquistò Metone, saccheggiò città dell'Elide, costrinse gli abitanti di Egina a fuggire, e invase Megara. Nonostante un tentativo fallito di conquistare Epidauro, gli ateniesi vinsero a Naupatto, consolidando il controllo sul golfo di Corinto.
Atene e le sue vittorie
LE VITTORIE DI ATENE
LA MORTE DI PERICLE
LA PESTE DI ATENE
03
La peste di Atene, rappresenta uno degli eventi più devastanti per la città. La malattia, probabilmente proveniente dall'Egitto, si diffuse rapidamente tra la popolazione di Atene. Essa causava una febbre emorragica letale.Quasi due terzi della popolazione di Atene furono uccisi dalla malattia, tra cui il celebre comandante Pericle, la cui morte nel 429 a.C segnò un punto di svolta cruciale.A ciò si aggiunge un grave deterioramento del morale e dell'ordine sociale, che contribuisce a creare un clima di disperazione e disordine.
Nel 421 aC, dopo anni di lotte sanguinose, entrambe le parti, Atene e Sparta, erano esauste e desideravano una tregua. Tuttavia, la pace non durò a lungo. Entrambe le parti continuarono a cercare vantaggi strategici, e le tensioni tra le due città non furono mai veramente risolte. La pace di Nicia non fermò il conflitto, che riprese vigorosamente alcuni anni dopo, in particolare dopo la fallita spedizione ateniese in Sicilia
PACE DI NICIA
TERMINE DELLA PRIMA FASE
04
Alla vigilia dell'attacco, Alcibiade fu accusato di empietà. Così una nave ateniese fu inviata in Sicilia per prelevare Alcibiade e processarlo. Egli riuscì a fuggire presso gli Spartani e divenne consigliere militare. Gli ateniesi, privi della guida di Alcibiade furono annientati dai Siracusani.
ALCIBIADECRIMINALE
La pace di Nicia, dimostratosi un compromesso debole, non durò a lungo. Eletto come stratega, Alcibiade, propose una spedizione militare in Sicilia. Una vittoria contro Siracusa, avrebbe significato infliggere un duro colpo a Sparta ed espandere l'egemonia atenese nel mar mediterraneo.
ALCIBIADE COMANDANTE
FASE INTERMEDIA
05
Queste vittorie militari, portarono costi elevatissimi. I generali furono accusati di aver abbandonato i naufraghi ateniesi durante una tempesta e furono condannati a morte. Dopo aver decapitato tutta la classe dirigente Atene subì molte sconfitte. Fino ad essere conquistata da Sparta e dal generale Lisandro.
IL SUICIDIO DI ATENE
Atene, dopo la disfatta in Sicilia, perse molti alleati della Lega Delio-Attica e tutti i relativi tributi.Sparta aveva occupato una roccaforte vicino ad Atene: Decelea, e chiese l'aiuto a Dario II di Persia per costruire una flotta marittima. Intanto ad Atene dopo essersi ripresa da un colpo di stato, richiamò Alcibiade grazie al quale vinsero a Cizico e alle isole Arginuse.
LA PERSIA
GUERRA DECELEICA
05
Nel 404 a.C. Atene dovette accettare severe condizoni di pace:-consegna della flotta -distruzione delle lunghe mura -abolizione costituzione democratica -scioglimento lega Delio-Attica
ATENE DISTRUTTA
LE CONDIZIONI DI PACE
06
Sparta insediò ad Atene una commissione di trenta cittadini con il compito di formulare una nuova costituzione. Il governo retto da questi 30 cittadini fu chiamato "dei 30 tiranni" per la durezza e l'estrema violenza. Dopo campagne militari guidate da Trasibulo, però, Atene si libera e torna ad essere democratica.
GOVERNO 30 TIRANNI
SEVERE CONDIZIONI DI PACE
Dopo che la Persia aveva aiutato Sparta nella guerra del Peloponneso, l'alleanza venne rotta dagli Spartani. Alla morte di Dario II, Sparta inviò 10.000 mercenari per aiutare Ciro nello spodestare il fratello Artaserse II. Nella battaglia di Cunassa, Cirò morì. Artaserse si vendicò nella Guerra di Corinto con altre poleis contro Sparta, sconfiggendoli a Cnido.La guerra terminò con la pace di Antalcida.
IL DECLINO DI SPARTA
SPARTA E LA PERSIA
07
Il predominio Spartano fu breve, e dopo di esso subentrò Tebe, guidata da Pelopida e Epaminonda. Sconfissero Sparta nella battaglia di Leuttra ponendo fine all'egemonia Spartana, dando via all'ascesa di Tebe. A Mantinea, Epaminonda morì nonostante Sparta venisse sconfitta, ed essendo morto Pelopida 2 anni prima, rimasta senza capi politici, l'egemonia tebana, cede.
TEBE E LA SUA EGEMONIA
EGEMONIA TEBANA
08
La Macedonia era un territorio montuoso a nord della Tessaglia, con un’economia basata su agricoltura e pastorizia. Sebbene vantasse origini greche, era considerata arretrata e i Greci la vedevano come barbara. Politicamente era una monarchia ereditaria governata dagli Argeadi, in cui il re era affiancato dagli aristocratici eteri e dai contadini-fanti pezeteri nella falange. Dal V secolo a.C., i sovrani cercarono di avvicinarsi alla cultura greca: Alessandro I partecipò ai Giochi Olimpici, mentre Archelao ospitò artisti come Euripide e trasferì la capitale a Pella.
I BARBARI CHE SOTTOMISERO LA GRECIA
LA MACEDONIA
01
Salito al trono nel 359 a.C., Filippo II rafforzò il potere monarchico e riformò l’esercito, creando la falange macedone. Sfruttando la debolezza delle poleis greche, espanse il regno sottomettendo Illiri e Traci e conquistando città strategiche come Anfipoli, Pidna e Potidea, oltre alle miniere d’oro del monte Pangeo. Partecipò alla “guerra sacra” (356-346 a.C.), alleandosi con Tebe, sconfiggendo i Focesi e ottenendo il controllo della Tessaglia e l’ammissione all’anfizionia di Delfi.
FILIPPO II
LE MIRE ESPANSIONISTICHE
02
Filippo II, espandendo il regno, suscitò un atteggiamento ambivalente tra i Greci.Ad Atene sorsero il partito filomacedone, capeggiato da Isocrate, che vedeva in Filippo l’unificatore della Grecia per combattere i Persiani, e il partito antimacedone di Demostene, che nelle Filippiche esortava a opporsi al re macedone, accusandolo di voler sottomettere le poleis. Alla fine prevalsero gli antimacedoni e, nel 340 a.C., quando Filippo intervenne nell’anfizionia di Delfi, Atene guidò una coalizione antimacedone che comprendeva Tebe e altre città
FILIPPO II
I GRECI CONTRO LA MACEDONIA
03
Il 2 agosto del 338 a.C., a Cheronea, Filippo II ottenne una vittoria decisiva sui Greci. Dopo la battaglia, si dimostrò abile diplomaticamente, stipulando una pace favorevole, ma tollerante, che rispettava le istituzioni locali, pur imponendo la dipendenza politica dalla Macedonia. Nel 337 a.C., Filippo riunì le polis greche nel congresso di Corinto, fondando la Lega di Corinto, ufficialmente per vendicare la distruzione dei templi greci da parte di Serse, ma in realtà con l’obiettivo di conquistare la Persia. Tuttavia, Filippo fu assassinato nel 336 a.C. durante un banchetto di nozze, pochi giorni prima di lanciare l’attacco. Filippo trasformò la Macedonia in una grande potenza, lasciando al figlio Alessandro una vasta eredità.
LA MORTE DI FILIPPO II
GRECI E MACEDONI
04
La vittoria di Filippo a Cheronea segnò l’inizio dell’egemonia macedone sul mondo greco. Con l’ascesa al trono di Alessandro Magno, si affermò l’idea di un impero universale. Salito al trono nel 336 a.C., Alessandro affrontò nel 335 a.C. la ribellione di Tebe, distruggendo la città e riducendo gli abitanti in schiavitù, ma risparmiò Atene, consapevole dell’importanza del suo sostegno per la futura campagna contro la Persia. Nel 334 a.C., iniziò la sua campagna in Oriente con un esercito di 30.000 fanti e 5.000 cavalieri, che si unì ai 10.000 uomini partiti nel 336 a.C. Per l’occasione, si unì a lui un gruppo di letterati, storici e scienziati per esplorare e documentare le terre conquistate.
LA SPEDIZIONE IN PERSIA
PERSIANI E MACEDONI
05
Nel 334 a.C., Alessandro iniziò la sua campagna in Asia, rendendo omaggio a Troia per legare la sua impresa alla tradizione omerica. Dopo la vittoria al Granico, sconfisse Dario III a Isso nel 333 a.C. e rifiutò un accordo di pace. Conquistò Tiro, Sidone, Gaza, poi l’Egitto, dove fu proclamato figlio di Amon Ra e fondò Alessandria. Nel 331 a.C., sconfisse Dario a Gaugamela e conquistò Persepoli. Dopo che Dario fu ucciso da Besso, Alessandro si proclamò successore della dinastia persiana e fu incoronato re di Persia a Persepoli.
LE CONQUISTE IN PERSIA
I GRECI CONTRO LA MACEDONIA
06
Alessandro affrontò il compito di unificare l’Impero persiano e i territori macedoni, promuovendo l’integrazione tra greci e persiani. Rispettò le tradizioni locali, mantenendo le strutture di governo persiane, ma introdusse persiani nell’esercito e adottò cerimonie di corte persiane. Nel 324 a.C., sposò Statira, figlia di Dario III, e organizzò le “nozze di Susa” tra 10.000 soldati macedoni e donne persiane. Non cambiò l’amministrazione persiana, ma promosse la cultura greca. Rispettò i culti locali per ottenere la lealtà dei popoli sottomessi e introdusse il cerimoniale orientale, come la proskynesis, suscitando l’ostilità dei Greci.
DOPO LA VITTORIA IN PERSIA
PERSIANI E MACEDONI
07
Alessandro puntava a raggiungere i confini del mondo conosciuto, oltre l’India, e si inoltrò nella regione dell’Indo. Sconfisse diversi principi indiani, tra cui il re Poro, che disponeva di 300 elefanti. Nonostante la morte del suo cavallo Bucefalo, Alessandro rispettò il coraggio del re indiano, permettendogli di rimanere sul trono. Nel 326 a.C., giunto sulle sponde del fiume Ifase, l’esercito si rifiutò di proseguire e Alessandro dovette interrompere la sua marcia verso la valle del Gange. Dopo otto anni di battaglie, l’esercito stremato fu diviso in due: uno tornò via mare, guidato da Nearco, l’altro attraversò il deserto di Gedrosia con Alessandro. Solo un quarto degli uomini sopravvisse al viaggio. Nel 323 a.C., Alessandro morì improvvisamente a Babilonia, forse a causa di malaria, encefalite virale o avvelenamento.
DOPO LA VITTORIA IN PERSIA
INDIANI E MACEDONI
08
Dopo la morte di Alessandro Magno, l’Impero si divise in tre principali regni ellenistici: • Regno dei Tolomei: fondato dal generale Tolomeo, era il più stabile e duraturo. Con capitale Alessandria, manteneva una struttura fortemente centralizzata, ispirata al modello faraonico. I suoi sovrani erano considerati di natura divina. Terminò con la conquista romana nel 31 a.C. • Regno dei Seleucidi: fondato da Seleuco I, era il più vasto, ma anche il più difficile da controllare, con tendenze alla frammentazione. Da esso nacquero stati indipendenti come il Regno di Pergamo e il Regno dei Parti. Ebbe come capitali Seleucia e poi Antiochia, finendo sotto il dominio romano nel 64 a.C. • Regno di Macedonia: inizialmente retto dal generale Antipatro e poi dalla dinastia degli Antigonidi. Era il più piccolo e instabile, soggetto a conflitti interni e con le poleis greche. La sua capitale era Pella e fu il primo regno a cadere sotto il dominio romano nel 168 a.C.
DOPO LA MORTE
I VARI REGNI
09
I regni ellenistici erano monarchie assolute in cui il re, considerato di natura divina, deteneva tutto il potere. L’esercito era composto da soldati professionisti e mercenari. L’economia crebbe grazie al commercio e alla diffusione della moneta, ma la società era segnata da forti disuguaglianze. Le città ellenistiche, spesso cosmopolite e multietniche, favorirono la diffusione del greco come lingua comune (koine).
L'ORGANIZZAZIONE
I VARI REGNI
09
In Età ellenistica, le poleis greche persero importanza politica ed economica a favore delle grandi città dei regni ellenistici, come Alessandria e Pergamo. Tuttavia, l’istituzione della polis non scomparve e le città greche continuarono a interagire con i grandi Stati. In Grecia sorsero nuove confederazioni, come la lega achea nel Peloponneso e la lega etolica nella Grecia centrale.
LA FINE DELLE POLEIS
I VARI REGNI
10
Gli Etruschi si stanziarono tra Toscana, Umbria e Lazio settentrionale, diventando un popolo potente ed espandendosi fino alla Pianura Padana e alla Campania. La loro influenza è testimoniata dalla denominazione del mar Tirreno. Conquistarono vasti territori e commerciarono con Greci, Cartaginesi e popoli italici. Le origini restano un mistero, poiché la loro lingua, è solo parzialmente decifrata e priva di fonti letterarie. Le teorie sulle loro origini includono l’ipotesi orientale (da Erodoto), quella autoctona (da Alicarnasso) e l’idea più accreditata di Massimo Pallottino, che li considera il risultato dell’incontro tra popolazioni locali e gruppi provenienti dall’Oriente e dall’Europa settentrionale.
L'ORIGINE
GLI ETRUSCHI
01
Gli Etruschi non formarono uno Stato unitario, ma si organizzarono in città-stato autonome, alcune delle quali si riunirono in leghe religiose, come la Dodecapoli (dodici città). Inizialmente governate da un re eletto, il lucumone, le città passarono poi a un sistema oligarchico con magistrature annuali.
L'ORGANIZZAZIONE
GLI ETRUSCHI
02
Nel VI secolo a.C., si espansero a sud (Roma, Lazio, Campania) e a nord (Pianura Padana). Alleati di Cartagine, sconfissero i Greci nella battaglia di Alalia (540 a.C.), ottenendo il controllo della Corsica. Tuttavia, dal V secolo a.C. iniziò la loro decadenza: persero Roma (509 a.C.), furono sconfitti dai Greci a Cuma (474 a.C.) e subirono l’invasione dei Celti nella Pianura Padana. Nel 396 a.C., con la conquista romana di Veio, il loro predominio crollò definitivamente.
CONQUISTE
GLI ETRUSCHI
03
Gli Etruschi prosperarono grazie alle loro avanzate tecniche agricole, che permisero la coltivazione di cereali, vite e olivo. La loro principale fonte di ricchezza erano però le risorse minerarie dell’Etruria e dell’Isola d’Elba, sfruttate con tecniche metallurgiche avanzate, che resero Populonia un importante centro siderurgico. Erano anche abili artigiani, specializzati nella ceramica, nella tessitura e nella produzione di utensili e gioielli, con un vasto commercio nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente.
CONOSCENZE
GLI ETRUSCHI
04
La società etrusca era gerarchizzata: al vertice vi erano le famiglie aristocratiche, seguite dai ceti popolari e dai servi (parzialmente liberi o liberati), mentre gli schiavi lavoravano nelle miniere. Le donne etrusche godevano di una libertà maggiore rispetto a quelle greche e romane: potevano partecipare a eventi pubblici e religiosi, gestire ricchezze e trasmettere il proprio nome ai figli, pur senza ricoprire cariche pubbliche
GERARCHIA
GLI ETRUSCHI
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Gli Etruschi erano un popolo profondamente religioso, convinto che ogni fenomeno naturale fosse un segno divino da interpretare attraverso l’arte divinatoria. Questa era praticata da sacerdoti specializzati: gli aruspici studiavano le viscere animali (soprattutto il fegato), mentre gli auguri interpretavano il volo degli uccelli e altri sacerdoti analizzavano i fulmini. Il loro pantheon era simile a quello greco: Tinio, Uni, Laran, Turan, Apulu e altri.
RELIGIONE
GLI ETRUSCHI
06
Un elemento centrale della religione etrusca era il culto dei morti, testimoniato dalle numerose necropoli. Le tombe erano spesso ipogei arredati come abitazioni, dove il defunto poteva continuare la vita nell’aldilà. Il passaggio all’oltretomba era accompagnato da riti propiziatori, e l’anima del defunto, scortata da demoni come Aita (Ade) e Charun (Caronte), raggiungeva il regno dei morti, dove avrebbe ottenuto l’immortalità e incontrato gli antenati.
CULTO DEI MORTI