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PRIMA GUERRA MONDIALE
Edoardo Ratti
Created on March 9, 2025
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Transcript
PRIMA GUERRA MONDIALE
"Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono." Pablo Neruda
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"Mi esprimo o morrò"
- Morti tra il filo spinato ( HEINRICH EHMSEN)
- Armi e campi coltivati ( Fritz Gärtner)
- Guerra di carta (lettere scritte dai soldati)
INDICE
“L'animale possiede la bellezza senza la vanità. La forza senza l'insolenza. Il coraggio senza la ferocia. E tutte le virtù dell'uomo senza i suoi vizi.” (Lord Byron)
Bisogna conservare ad ogni costo intatta la libertà, fin nell’ebrezza. La regola dell’uomo d’intelletto, eccola: “Habere, non haberi”
“Avevamo diciott’anni, e cominciavamo ad amare il mondo, l’esistenza: ci hanno costretti a spararle contro.” (soldato in trincea)
Grazie per l'attenzione
Donatella, Aurora e Giorgia
il poeta non perse occasione per tenere un discorso il celebre Discorso di Quarto
Prima dell’entrata in guerra ufficiale dell’ l’Italia,
Per Gabriele D’Annunzio la guerra era un’esperienza etica. Lo dimostra innanzitutto la raccolta I canti della guerra latina .Quattordici poesie unite da un unico filo rosso: l’elogio della Grande Guerra e l’esaltazione del valore militare.
Gabriele d'Annunzio
il poeta non perse occasione per tenere un discorso il celebre Discorso di Quarto
Prima dell’entrata in guerra ufficiale dell’ l’Italia,
Per Gabriele D’Annunzio la guerra era un’esperienza etica. Lo dimostra innanzitutto la raccolta I canti della guerra latina .Quattordici poesie unite da un unico filo rosso: l’elogio della Grande Guerra e l’esaltazione del valore militare.
Gabriele d'Annunzio
I PICCIONI: GLI EROI DELL'EPOCA
- Durante l’offensiva sulle Argonne (1918) vennero utilizzati 442 piccioni che portarono 403 messaggi. È stato calcolato che durante il corso della Grande Guerra il 95% dei piccioni portò a termine la missione.
- Nel caos bellico, questi uccelli sono in grado di agire con grande autonomia grazie al loro istinto di tornare al proprio nido d'origine
- Sebbene molti piccioni viaggiatori si siano distinti durante la Grande Guerra, Cher Ami è certamente il più famoso.
Development 3
CHER AMI
Un altro artista che ha saputo confrontarsI con gli orrori della guerra è il tedesco Heinrich Ehmsen mobilitato su linee avanzatissime per tutto il periodo della guerra sul fronte francese, in Romania e nelle Fiandre “Morti tra il filo spinato”, è assai rappresentativa della poetica e dell’impegno civico del maestro. Per raffigurare dei cadaveri di compagni impigliati nel filo spinato, Ehmsen evita, come per una sorta di pudore, ogni artificio artistico, avvalendosi invece della forza evocativa di un segno quasi infantile e annullando qualsiasi velleità plastica. Così il cosmo forgiato dalla guerra si condensa nella cruda raffigurazione di un lugubre e piatto labirinto che non contempla vie d’uscita.
Cher Ami aiutò a salvare i membri appartenenti al "Battaglione Perduto" della 77ª divisione nel corso della battaglie delle Argonne avvenuta nell'ottobre del 1918 quando 500 soldati rimasero intrappolati in una piccola depressione su un lato della collina dietro le linee nemiche senza cibo, munizioni e sotto il fuoco amico delle truppe alleate le quali non conoscevano la loro posizione. Il generale Whittlesey cercò di comunicare utilizzando dei messaggi spediti attraverso Cher Ami, che venne inviata con una nota nell'astuccio agganciato alla zampa sinistra: «We are along the road parallel to 276.4. Our own artillery is dropping a barrage directly on us. For heaven's sake, stop it»
In primo piano sono raffigurati due covoni di fucili, sistemati da alcuni soldati intenti a raccogliere degli ortaggi (forse delle patate). Un'immagine fatta di nulla che ha il suo fulcro poetico, compositivo e tematico nell'opposizione tra il motivo della guerra, cui rimandano i covoni, e quello della concordia e del lavoro, alluso dall'occupazione dei soldati. Il tema della raccolta dei vegetali pare connesso con quello archetipico della terra-nutrice, intesa in contrapposizione alla terra ostile del campo di battaglia. Da un punto di vista prettamente stilistico, l’artista ha comunicato questo senso oppositivo mediante l’utilizzo del contrasto tra la zona in ombra che contrassegna il "mondo della guerra", di cui le armi sono emblema, e la luce che inonda il campo coltivato, ricco di messi, illeggiadrito dalle ampie e lussureggianti chiome degli alberi, emblema del “mondo della natura” non sfigurato dalla violenza bellica.
SCRIVERE PER RESISTERE
Il battesimo del fuoco significherà per molti soldati anche il battesimo della penna, perché la Prima guerra mondiale ha rappresentato un eccezionale laboratorio di pratica di scrittura per milioni di soldati scarsamente alfabetizzati. il bisogno di scrivere deriva dell’esperienza di guerra, tanto traumatica da riuscire a trasformare la scrittura in uno strumento di sopravvivenza. Il mestiere di prender la matita rappresenta la possibilità di testimoniare la propria esistenza in vita, di rassicurare i propri cari, ma svolge anche la funzione terapeutica di allontanare momentaneamente e virtualmente i soldati dagli orrori della guerra, offrendo loro un rifugio negli affetti di casa, nei ritmi della vita della comunità.