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Ciclo affreschi della Basilica Superiore di S. Francesco
Martina Mazzoleni
Created on March 9, 2025
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Transcript
Ciclo affreschi della Basilica Superiore di S.Francesco
Basilica Superiore di S.Francesco
La Basilica Superiore di San Francesco d'Assisi, la cui costruzione inizia nel 1228, per poi essere completata nel 1253, fu voluta da Papa Gregorio IX e progettata da vari architetti dell'epoca. La basilica è famosa per la sua architettura gotica e per gli affreschi che adornano le sue pareti, realizzati da artisti rinomati come Giotto, Cimabue e Simone Martini. È composta da due chiese sovrapposte: la Basilica Inferiore e la Basilica Superiore, che si distinguono per lo stile e la funzione.
Giotto di Bondone
Giotto di Bondone (1267-1337) è uno dei pittori più significativi del Medioevo e viene considerato il precursore del Rinascimento grazie alla sua innovativa tecnica pittorica. Nato in Toscana, Giotto è noto per aver rivoluzionato la pittura medievale, distaccandosi dal bizantinismo e introducendo un nuovo approccio più realista e umano.Il suo lavoro ad Assisi, tra il 1296 e il 1300, lo ha reso famoso in tutto il mondo. Fu chiamato a decorare la Basilica Superiore di San Francesco, dove ha creato il ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco. Questi affreschi sono tra le opere più importanti della storia dell’arte occidentale e rappresentano un'importante evoluzione nel modo di rappresentare la realtà. Le sue opere a Assisi mostrano la capacità di Giotto di unire spiritualità e rappresentazione della realtà, usando colori vividi, figure espressive e una prospettiva che cerca di riprodurre l’aspetto naturale del mondo.
Attribuzione degli affreschi
La questione dell'attribuzione degli affreschi della Basilica Superiore è oggetto di un ampio dibattito tra gli storici dell'arte. Sebbene si attribuisca a Giotto la maggior parte del ciclo, c'è una discussione su quanto lui fosse direttamente coinvolto nella pittura, poiché alcune scene potrebbero essere state realizzate dai suoi allievi o da altri collaboratori. Le teorie più diffuse suggeriscono che Giotto fosse il principale progettista e direttore artistico del ciclo, creando i cartoni e i disegni preparatori, ma che i dettagli finali e alcune scene potrebbero essere stati completati con l’aiuto di altri pittori. Tra i collaboratori più probabili ci sono Giovanni da Rimini, Puccio Capanna e altri allievi della bottega giottesca.
Stile dei dipinti
Lo stile di Giotto nelle Storie di San Francesco segna un netto distacco dal tradizionalismo bizantino, dando spazio a una rappresentazione più realistica e umanizzata delle figure. Le sue opere introducono l'uso della prospettiva e delle ombre, conferendo un senso di profondità alle scene, con un approccio quasi tridimensionale, tipico del naturalismo. Le figure sono più espressive, i gesti sono realistici e le emozioni umane sono messe in evidenza attraverso le espressioni facciali e le pose corporee. Inoltre, l'uso dei colori è notevole per la sua vivacità e per la sua capacità di rendere visibile la luce che illumina i soggetti, senza però scadere in effetti artificiali. I drappeggi, i paesaggi e gli oggetti sono trattati con una cura minuziosa, cercando di riprodurre il mondo naturale.
LE STORIE DI ISACCO
Queste storie sono piene di drammaticità e tensione emotiva, ed evidenziano la maestria di Giotto nel rappresentare emozioni e gesti naturali. La cura nel dettaglio e nell’ambientazione, insieme alla ricerca di un’espressione emotiva realistica, conferisce alle scene una vivacità che le rende particolarmente coinvolgenti.
Il Ciclo di Isacco è una serie di affreschi che fa parte degli affreschi giotteschi della Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, e rappresenta una delle prime espressioni di narrazione biblica con un alto grado di realismo.
Ciclo di Isacco
Isacco respinge Esaù: Esaù, tornato dalla caccia, scopre l'inganno e chiede a Isacco di benedirlo, ma il padre, ormai consapevole, lo respinge.
L'inganno di Giacobbe: Isacco, ormai anziano e cieco, viene ingannato dal figlio Giacobbe, che si spaccia per il fratello maggiore Esaù per ricevere la benedizione paterna.
Il ciclo di Isacco, situato nella Basilica Superiore di San Francesco ad Assisi, è un affresco attribuito a Giotto e alla sua scuola. Rappresenta due scene tratte dalla storia biblica di Isacco, figlio di Abramo:
Il Ciclo di Isacco
LE STORIE DI SAN FRANCESCO
Le Storie di S.Francesco
Le Storie di san Francesco nella Basilica superiore di Assisi si trovano nella parte inferiore della navata. Il ciclo è formato da ventotto grandi affreschi rettangolari che narrano del santo concentrandosi sui miracoli principali. I vasti pannelli sono accompagnati da didascalie tratte dalla biografia di san Francesco, la Legenda Maior, scritta da san Bonaventura.
Le Storie di S.Francesco
Gli episodi sono suddivisi in tre terzine e una quartina. Ogni scena è racchiusa da colonne tortili dipinte, i cui capitelli sorreggono un finto cornicione a mensoline. Per rappresentare la vita di Francesco in modo tale da renderlo una figura vicina e concreta, Giotto da consistenza alle sue figure, esalta l'espressione dei volti e anima i movimenti, enfatizza la tridimensionalità con il chiaroscuro, studia gli effetti della luce naturale, applica la prospettiva e introduce ambienti e spazi realistici.
Quando il Beato Francesco incontrò un cavaliere nobile, ma ridotto in miseria e mal vestito; Francesco, preso da pietosa compassione per il di lui miserando stato, toltosi subitamente il mantello ricoprì il poveraccio.
Si tratta del secondo del ciclo, e probabilmente il più antico. Ritrae un giovane Francesco, che offre il proprio mantello a un cavaliere nobile ma povero. Il santo è posto al centro del quadro, visibilmente sorpreso dalla generosità, mentre a sinistra si vede il cavallo, che sembrerebbe quasi inchinarsi. L'intera scena si sviluppa in primo piano. Nella composizione generale del dipinto si notano alcune imprecisioni.Il paesaggio sullo sfondo dei personaggi è strutturato su linee diagonali che si incrociano all'altezza della testa di Francesco, guidando così lo sguardo dello spettatore verso di lui. Non si tratta di un paesaggio realistico ma ci sono elementi reali: Assisi a sinistra e il monastero di San Benedetto sul monte Subasio a destra.
Il dono del mantello
Quando restituì ogni cosa al padre. Toltesi le vesti, rinunziò ai perituri beni paterni dicendo al padre: “Avendomi ripudiato Pietro di Bernardone, ora sì che posso effettivamente dire: “Padre Nostro che sei nei cieli”.
La rinuncia ai beni paterni rappresenta un momento di grande libertà espressiva: durante il processo con il quale il padre di Francesco voleva diseredarlo, egli si spogliò completamente, restituendo i suoi vestiti al padre e dichiarando di rinunciare a ogni bene materiale. Nell’affresco giottesco, Francesco appare avvolto solamente dal mantello che il vescovo gli cinge intorno ai fianchi, mentre prega con le mani giunte e lo sguardo rivolto al cielo. Seguendo lo sguardo di Francesco, si nota in alto la mano di Dio che lo benedice, proprio sopra la figura del padre. Un vuoto al centro separa chiaramente gli uomini dalle architetture in due gruppi distinti: a sinistra i laici e a destra i religiosi.
La rinuncia ai beni
In qual modo il beato Francesco, in memoria della nascita di Cristo, ordinò che fosse preparato un presepe, vi fosse portato del fieno, vi fossero condotti un bue e un asino e quindi fece una predica sulla nascita del Re povero, tenendo un’orazione degna di quel santo uomo che era. Un soldato poi, al posto di quel bambino che il Santo aveva fatto collocare ci vide proprio il Bambino Gesù.
Il presepe di Greccio, narra come, nel 1223, Francesco realizzò il primo presepe. La scena si svolge all'interno del coro di una chiesa: i fedeli e i frati, alcuni intenti a cantare, circondano il santo, inginocchiato mentre depone il bambino. Le donne si raggruppano all’ingresso dell’iconostasi. Gli oggetti liturgici e le strutture architettoniche sono raffigurati con una prospettiva che, pur essendo intuitiva, è comunque molto efficace. Anche la disposizione dei personaggi in questo spazio ricostruito risulta realistica: uomini, donne, laici e frati sono posizionati su piani differenti, senza apparire schiacciati o sospesi
Il presepe di Greccio
Come il beato Francesco, avviandosi verso Bevagna, si diede a predicare a molti uccelli che gioiosamente allungavano il collo, allargavano le ali, aprivano il becco e giungevano persino a beccare la sua tunica. Tutto ciò vedevano i compagni che lo aspettavano sulla via.
Nella quindicesima scena, san Francesco è raffigurato mentre si rivolge a un gruppo di uccelli che, incuriositi, lo ascoltano in silenzio. Accanto a lui, un frate osserva stupito. San Francesco, tra il 1224 e il 1226, scrisse il Cantico delle creature, considerato il testo poetico più antico della letteratura italiana. Questo componimento, è una lode a Dio attraverso il riconoscimento delle sue opere. Il naturalismo di Giotto trova ispirazione nello stesso principio teologico di Francesco. Il pittore mostra attenzione per ogni singolo elemento naturale, come se vi riconoscesse lo spirito amorevole del Creatore.
La predica agli uccelli e il Cantico delle creature
Altre opere...
Le opere di Giotto mostrano anche episodi del Nuovo testamento: Battesimo del Cristo sulla parete sinistra in alto, Deposizione di Gesù, Resurrezione appena sotto, Ascensione, Pentecoste, Tondo di Pietro e Tondo di Paolo, Madonna con il Bambino Ridente sulla controfacciata.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Storie_di_san_Francesco
- https://www.gliscritti.it/gallery3/index.php/album_009
- https://www.museobenozzogozzoli.it/it/ciclo-di-affreschi-con-storie-di-san-francesco.html
- https://www.artesvelata.it/storie-san-francesco-giotto/
- https://www.elledecor.com/it/arte/a39385497/giottoaffreschi-assisi/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_superiore_di_San_Francesco_d%27Assisi
- https://www.raicultura.it/arte/articoli/2021/07/LEnigma-di-Assisi-463c242e-067b-4d8a-b9dc-26933557fb0f.html