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Presentazione Ricordi
Chiara Pastore
Created on March 8, 2025
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Transcript
Memories Presentation
Peppino Impastato
PEPPINO IMPASTATO Giuseppe Impastato, chiamato da tutti Peppino, nacque a Cinisi nel 1948, da una famiglia collusa con la mafia. Per questo il ragazzo interruppe presto i rapporti con il padre e iniziò un’attività politica e culturale contro la mafia. Fondò il giornalino “L’idea socialista” , quindi il gruppo “Musica e cultura” , che si occupava di cineforum, musica, teatro. Nel 1977 fondò Radio Aut, una radio libera e autofinanziata che denunciava con decisione i crimini mafiosi. Il termine Aut, dal latino “oppure”, voleva mettere la popolazione di Cinisi di fronte alla scelta tra mafia o legalità.
Uno dei mafiosi più importanti contro cui si scagliava Peppino era Gaetano Badalamenti, che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga e che, tra l’altro, abitava a circa 100 passi da casa Impastato. Nel 1978, nonostante avesse ricevuto molte minacce, Peppino si candidò alle elezioni provinciali nella lista di Democrazia Proletaria. Fu proprio durante la campagna elettorale che venne assassinato, nella notte tra l’8 e il 9 maggio. Aveva solamente 30 anni.
La mafia tentò di far passare la sua morte per un suicidio: il corpo di Peppino venne infatti caricato di tritolo e adagiato sui binari del treno, così che la sua morte potesse sembrare un atto terroristico nel quale erarimasto lui stesso vittima. Il processo per il suo omicidio giunse infatti a questa conclusione. Tra l’altro la sua morte in Italia passò quasi totalmente inosservata poiché nello stesso giorno era stato ritrovato il corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro, rapito e ucciso dalle Brigate Rosse. Il caso della morte di Peppino Impastato fu riaperto solo nel 1994. Finalmente nel 2001 si ottenne giustizia e Gaetano Badalamenti fu condannato all’ergastolo per essere stato il mandante dell’omicidio.
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L'attivista di Democrazia Proletaria aveva scoperto qualcosa sulla strage di Alcamo Marina, ma la cartella contenente i documenti fu sequestrata dai Carabinieri dopo la morte di Peppino Impastato e non restituita. Le indagini successive, condotte dalla Procura di Palermo, hanno riguardato anche il depistaggio dell'omicidio. Nel 2018, l'indagine è stata archiviata per prescrizione dei reati nei confronti dei Carabinieri coinvolti. Il GIP Walter Turturici ha parlato di "gravi omissioni ed evidenti anomalie investigative" nelle indagini condotte nel 1978.
L'attività del Centro Impastato, le accuse e le scoperte
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La morte di Peppino Impastato ha avuto gravi conseguenze sulla sua famiglia, in particolare sulla madre Felicia. Dopo l'omicidio, la famiglia ha dovuto affrontare il dolore per la perdita di Peppino, ma anche la difficoltà di lottare contro il depistaggio delle indagini da parte delle forze dell'ordine, che inizialmente avevano attribuito la sua morte a un incidente. Felicia, in particolare, ha dedicato la sua vita a cercare giustizia per suo figlio, affrontando numerosi ostacoli e un ambiente ostile. La famiglia ha vissuto anche sotto la pressione e le intimidazioni legate alla lotta contro la mafia. La morte di Peppino ha segnato un periodo difficile di sofferenza e di impegno nella ricerca della verità.